k
k
k
F
ù
|
GENNAIO 2014 CENT’ANNI FA Il 20 marzo 1914 muore tragicamente, nell’incendio della
propria casa a Napoli, sessantaquattrenne, Giuseppe Mercalli. Nato a Milano,
allievo di Stoppani, aveva preso i voti nel 1872; due anni dopo conseguì la
laurea in
Milano, 14 gennaio 2014 Anna Busca OTTOBRE 2013 BRAIN, UNA MOSTRA INTERATTIVA Resterà aperta al Museo di Storia Naturale di Milano fino
al 13 aprile 2014, unica in Italia, la mostra “Brain. Il cervello,
istruzioni per l’uso”, un’esposizione a carattere divulgativo e interattivo
che guida i visitatori di
31 ottobre 2013 Anna Busca GENNAIO 2013 UN OMAGGIO A RITA LEVI MONTALCINI Il 30 dicembre 2012 si è spenta Rita Levi Montalcini,
Premio Nobel per la Medicina del 1986. Nata a Torino il 22 aprile 1909 in
un’agiata famiglia ebrea – i genitori erano l’ingegnere Adamo Levi e Adele
Montalcini – fu donna dalla forte personalità fin alla più giovane età.
Ventenne, si oppose alla richiesta paterna – a lei e alle sue sorelle Anna e
Paola, sua gemella - di restare a casa senza proseguire gli studi,
imposizione dettata dall’idea che una carriera
12 gennaio 2013 Anna Busca ANNIVERSARI SCIENTIFICI Sul numero del luglio 1913 del Philosophical Magazine and
Journal of Science, il ventottenne fisico danese Niels Bohr (1885-1962)
pubblica un articolo dal titolo “On the Constitution of Atoms and Molecules”.
E’ il primo
Milano, 8 gennaio 2013 Anna Busca SETTEMBRE IL 2° PREMIO CEPPELLINI A MARIA NEW All’Istituto di Genetica Medica dell’Università di
Torino, il 24 settembre, è stato consegnato, da parte del FIRMS (Fondazione
Internazionale di Ricerca in Medicina Sperimentale), il 2° Ruggero
Ceppellini Award alla statunitense Maria New (foto),
di origini italiane, che ha tenuto un’interessante
![]() ![]() ![]() Milano, 25 settembre 2012 Anna Busca
GEOSWIM IN ADRIATICO Stefano Furlani, ricercatore del Dipartimento di
Matematica e Geoscienze dell’Università di Trieste, ha portato avanti in
estate un interessante progetto, denominato Geoswim, avente come obiettivo
il sopralluogo
Milano, 4 settembre 2012 ANNA BUSCA
MAGGIO FASCINATION OF PLANTS DAY Il 18 maggio è stato celebrata la “Giornata mondiale del fascino delle piante”, a cura dell’EPSO (European Plants Science Organization), con lo scopo di diffondere le ultime conoscenze sul mondo vegetale e di sensibilizzare il maggior numero di persone all’importanza del ruolo rivestito dalle piante, non solo per l’agricoltura ma anche per tutti i preziosi prodotti non alimentari che ci sono ormai indispensabili (per saperne di più: www.plantday12.eu ). All’Università Statale di Milano ha![]() 25 maggio 2012, Anna Busca
MARZO IL BICENTENARIO DI QUIRICO FILOPANTI Il 20 aprile 1812 nasceva a Budrio, in
provincia di Bologna, figlio di un falegname, Giuseppe Barilli. A soli
ventidue anni si laureò in Matematica e Filosofia all’Università di Bologna,
e tre anni dopo decise di assumere lo pseudonimo di Quirico Filopanti
(”amore universale”), sotto il quale il Barilli divenne famoso, soprattutto
come inventore dei fusi orari. Trentaseienne, fu nominato professore di
Meccanica e Idraulica nello stesso ateneo. La
6 marzo 2012 Anna Busca GENNAIO
DICEMBRE 2012: ANNIVERSARI SCIENTIFICI Circa quattro mesi dopo la tragedia del
Titanic – evento che sarà sicuramente oggetto di commemorazione ad aprile -
nasce a Torino, il 13 agosto 1912, Salvatore Luria; di famiglia ebrea,
studia al Liceo Massimo d’Azeglio e si laurea in Medicina all’Università di
Torino. Si dedica alla Radiologia, specializzandosi a
NOVEMBRE SCIENCE FOR PEACE A MILANO Si è conclusa oggi, all’Università Bocconi, la terza Conferenza Mondiale di Science for Peace, importante progetto della Fondazione Umberto Veronesi avente due grandi obiettivi: la diffusione di una cultura di pace e la riduzione delle spese militari a favore di investimenti nella ricerca e nello sviluppo. Tra i relatori, il Premio Nobel 2008 per la Medicina Harald zur Hausen, che ha parlato in particolare della necessità della prevenzione del carcinoma uterino – una tra le prime cause di mortalità femminile – tramite la vaccinazione precoce contro il papillomavirus. Anche Alberto Mantovani, docente di Patologia Generale presso l’Università degli Studi di Milano, haparlato di vaccini, per la mancanza dei quali muoiono ogni anno circa un milione di bambini. Le cause sono diarree, polmoniti, morbillo. Ci vogliono “ponti”, grandi e piccoli, tra noi e i Paesi in cui queste morti possono essere evitate, soprattutto l’Africa. Uno di questi “ponti” è un’associazione , la GAVI (Global Alliance for Vaccines and Immunization). E anche il progetto Dream della comunità di Sant’Egidio, come ha riferito il prof. Leonardo Palombi, docente di Epidemiologia a Roma, si occupa di diffondere in Africa subsahariana la cultura sanitaria e le terapie contro l’AIDS, per esempio. Curare gli altri e i figli degli altri è esattamente l’opposto di una guerra. E, come dice Veronesi, “nessuna guerra potrà mai fermare la speranza”. www.scienceforpeace.it19 novembre 2011, Anna Busca
OTTOBRE IL FESTIVAL DELLA SCIENZA DI GENOVA
SETTEMBRE LA MENTE, ESSENZA DELL’UMANITA’
GIUGNO IL CASO DELL’ ESCHERICHIA COLI Il nome di questo batterio
deriva dal suo scopritore, il tedesco Theodor vonEscherich (1857-1911),
che inizialmente l’aveva battezzato Bacterium coli commune: si
tratta di un enterobatterio a forma di bastoncino, anaerobio facoltativo,
ospite abituale dell’intestino dei vertebrati, uno dei membri più
importanti della flora batterica intestinale umana. Come gli altri
enterobatteri è Gram negativo, ossia viene decolorato da un solvente
organico se prima è stato colorato col cristal violetto (i Gram positivi
invece non si decolorano e restano di colore viola). Fu Christian Gram,
nel 1884, a scoprire che i batteri potevano essere differenziati in base a
questo comportamento, legato alla diversa composizione chimica della
parete. Dopo la decolorazione i Gram negativi possono essere colorati
nuovamente con la safranina, che conferisce al citoplasma un colore rosso.
Ecco perché le cellule di E.coli fotografate risultano spesso
rosse. Esistono diversi ceppi patogeni, enterotossinogeni,
enteroemorragici, enteroinvasivi. Il serbatoio di E.colisono
principalmente i ruminanti e la contaminazione fecale di alimenti (in
particolare carne macinata poco cotta e latticini) causa l’infezione.
Solo raramente vengono contaminate le verdure, questo accade se si
utilizzano come 21 giugno 2011 Anna Busca APRILE Al
Liceo Berchet di Milano, grazie alla collaborazione della Fondazione
Filippo Buonarroti e del Museo di Storia Naturale, Edoardo Boncinelli ha
incontrato stamane gli studenti degli ultimi anni per parlare di
evoluzione, che è forse “l’unico
Il
terremoto in Giappone dell’11 marzo
scorso, il conseguente devastante tsunami e il disastro nucleare di
Fukushima sono stati una catena spaventosa di eventi destinati a
lasciare il segno, non solo fisicamente sul territorio devastato,
sulla popolazione coinvolta e sull’ambiente contaminato, ma anche sulla
nostra generale percezione e comprensione dei fenomeni naturali
intrecciati all’effetto antropico. Un’immediata ricaduta è stata la
riflessione che si è riaccesa sul tema dell’energia nucleare.
Milano, 09/04/2011 Anna Busca GENNAIO Al Museo di
Storia naturale di Milano partono interessanti iniziative legate
all'anniversario darwiniano: il 1° febbraio, alle 17.15, parleranno
Francesco Cavalli Milano, 29 gennaio 2011 A.B. LA PRECESSIONE DEGLI EQUINOZI NOVEMBRE WOMEN & TECHNOLOGIES Molto interessante la tavola rotonda, una volta
tanto quasi completamente al femminile,dal titolo "Come stanno
cambiando i nostri farmaci? (l'influenza delle biotecnologie nella
medicina)" tenutasi a Milano l'8 novembre in occasione della III
edizione della Conferenza Internazionale "Women & Technologies",
al Museo della Scienza e della Tecnologia.L'introduzione ai lavori è
spettata a Gianna Martinengo, ideatrice e chairperson della conferenza. Si
è parlato di nuovi farmaci antitumorali, molto specifici e differenti dai
vecchi chemioterapici- aventi gravi effetti collaterali perchè esistono
tessuti sani che proliferano normalmente molto più delle cellule tumorali
e dunque sono danneggiati- ma in grado di colpire enzimi attivati nei
tumori, come per esempio una particolare chinasi che si attiva nelle
leucemie. Alcuni microRNA inibiscono l'espressione di geni coinvolti
nell'oncogenesi e quindi si potrebbero somministrare precursori di queste
molecole, per attivare una regolazione negativa. Si può agire sulla
"letalità sintetica", cioè su geni accoppiati in modo tale che
la loro contemporanea alterazione diventa letale, come per BRCA1 e BRCA2,
geni coinvolti nel tumore del seno e dell'ovaio, il cui
"spegnimento" provoca la morte della cellula tumorale. La
rivoluzione genomica ha consentito di associare a varianti genomiche
l'incidenza delle patologie, il che porta a cure più mirate e alla
prospettiva di test genetici, meno invasivi, che portano a una diagnostica
molecolare. Un problema può essere rappresentato dal fatto che nelle
metastasi cambia la sequenza del DNA genomico, il che porta alla
resistenza ai farmaci. E' importante quindi capire le reti regolative
della cellule tumorali. Per quanto riguarda gli antibiotici, l'85% di essi
è prodotto da biotecnologie che sfruttano Attinomiceti e Streptomiceti.
Il tassòlo, che una volta veniva estratto dalla corteccia del tasso (9000
kg di corteccia per ottenere 1 kg di tassòlo) ora è prodotto a costi più
bassi dai batteri; le statine, contro l'arteriosclerosi, sono prodotti di
fermentazione.La ricerca ha comunque bisogno di essere tutelata e
finanziata. Il brevetto del farmaco è uno strumento non solo di tutela
ma anche di comunicazione, d'informazione; si tratta di un
documento scientifico con valore legale. il "vento" antibrevetto
è in realtà antiricerca. E l'industria farmaceutica italiana
è in crisi, per le piccole aziende gli investimenti sono
difficili; una singola molecola può costare anche 100 milioni di euro. I
finanziamenti sono scarsi, i ricercatori sono drammaticamente sottopagati
e manca un vero dialogo ricerca-industria. Le multinazionali del farmaco
hanno lasciato l'Italia. D'altra parte, il mondo dell'alta finanza e le
grandi banche investono in mattoni e lasciano alle fondazioni finanziarie
(le cosiddette charities) il compito di pensare ai fondi per la ricerca.
Vi è una grande complessità normativa nel nostro Paese che da anni
ostacola il progresso scientifico e occorre interrogarsi su ciò che non
è stato fatto a livello politico in questi ultimi decenni. Al dibattito,
coordinato da Daniela Bellomo (Campus IFOM-IEO), hanno partecipato Lilia
Alberghina, docente di Biochimica all'Università Statale di Milano, Nadia
Zaffaroni (Istituto Nazionale dei Tumori), Simona Polo (IFOM), Francesca
Ciccarelli (IEO), Elisabetta Capezio (Italfarmaco), Daniela Jabes (NAICONS
e NeED Pharmaceuticals), Olga Capasso (consulente brevettuale), Marina
DelBue (MolMed) e -unico rappresentante del sesso maschile - Marco
Cattaneo, Direttore Responsabile di "Le Scienze" . Seguita con
attenzione anche la successiva tavola rotonda, dedicata alle "Terapie
avanzate: nuove frontiere della medicina rigenerativa".Al pomeriggio
sono state protagoniste le "nanotecnologie per la salute" e
"Start up e Finanza per l'innovazione". Al termine, nel corso di
una serata di gala a Palazzo Cusani,la premiazione delle "tecnovisionarie",
cinque donne che si sono distinte nel mondo della ricerca, della pubblica
amministrazione e dell'impresa.Vincitrice del 1° premio è stata
Alessandra Biffi del San Raffaele-Telethon Institute for Gene Therapy di
Milano. 18
novembre Anna Busca APPUNTAMENTI
SCIENTIFICI
Un mese
ricco di eventi e iniziative per chi si interessa di scienza. A Milano, il
18 e 19 novembre, si svolgerà all'Università Bocconi, via Roentgen 1, la
seconda edizione della conferenza mondiale "Science for peace"
voluta da Umberto Veronesi e dalla sua Fondazione. Ispirandosi al
principio che l'Uomo non ha la guerra nel proprio DNA, Milano, 7 novembre 2010 A.B. SETTEMBRE THE FUTURE OF SCIENCE: Sesta Conferenza MondialeSi apre oggi a Venezia, alla
Fondazione Giorgio Cini, l’importante convegno scientifico voluto e
presieduto da Umberto Veronesi che per la sesta volta vede riuniti
scienziati e ricercatori da tutto il mondo per discutere temi di grande
attualità: l’argomento di questa edizione è “Viruses: the
Invisible Enemy”. Fino a 19 settembre 2010, A.B. GIUGNO SQUALI,
BALENE E SQUALI BALENA La lettura
di un articolo della pagina delle Scienze su un autorevole quotidiano (29
giugno) mi fa trasecolare già dal titolo: “grandi mammiferi” e
“baby squali” vengono curiosamente associati. Una bella fotografia di
un esemplare di squalo balena riempie mezza pagina. Leggo meglio il testo
e resto stupefatta: non v’è dubbio che Milano, 29 giugno 2010 Anna Busca APRILE IL
RISCHIO VULCANICO IN ITALIA
La recente
eruzione del vulcano Eyjafjallajökul in Islanda
ha polarizzato l’attenzione dei media, soprattutto per la conseguente
paralisi di quasi una settimana del traffico aereo nei cieli d’Europa, e
ha riacceso l’interesse per i fenomeni vulcanici. Per
saperne di più: www.protezionecivile.it
www.ingv.it
4 maggio 2010 Anna Busca MARZO Leggendo il
“Diario del Beagle” scritto da Charles Darwin durante il suo famoso
viaggio, si incontra una pagina dedicata dal grande naturalista a un sisma
verificatosi Milano, 2 marzo 2010 Anna Busca NANOTECNOLOGIE AL MUSEO DELLA SCIENZA DI MILANO Nell’ambito
del progetto europeo Nanototouch, coordinato dal Deutsches Museum
di Monaco, è stata realizzata, al Museo della Scienza e della Tecnologia
(www.museoscienza.org),un’area
dedicata alle nanotecnologie. Si tratta di uno spazio
in cui è stato allestito un vero laboratorio che ospiterà giovani
ricercatori del CIMaINa, il Centro Interdisciplinare Materiali ed
Interfacce Nanostrutturati dell’Università di Milano, che ha
collaborato al progetto grazie al suo direttore, il prof. Paolo Milani. I
ricercatori vi svolgeranno studi legati in particolare alle proprietà del
biossido di titanio, importante per la costruzione di celle fotovoltaiche
e quindi per lo sfruttamento delle energie rinnovabili. E’ un Open
Nano Lab, perché visitatori e studenti non solo potranno osservare
gli scienziati al lavoro attraverso grandi pareti in vetro, ma potranno
porre domande agli stessi e capire quali saranno gli sviluppi di questo
settore così fondamentale
per il futuro dell’ingegneria, della medicina, dell’industria e, in
definitiva, del nostro mondo. Pannelli, video e installazioni
introdurranno al significato e alle applicazioni della nanotecnologia, la
scienza che studia il “piccolo”, oggetti di dimensioni quasi
infinitesime. “Nano”
è un prefisso delle unità di misura che significa “un miliardesimo”:
per intenderci 1 nanometro è l’ordine di grandezza di un nanotubo di
carbonio; se scendiamo al decimo di nanometro siamo a quello di un atomo
di idrogeno. Nanotubi e nanofili vengono usati per nuovi materiali dalle
proprietà meccaniche – resistenza, leggerezza, flessibilità –
davvero straordinarie. Nanoparticelle mescolate a varie sostanze
consentono utilizzi diversi: senza saperlo sfruttavano già queste
caratteristiche i mastri vetrai nel Medioevo, quando miscelavano polvere
d’oro nel vetro fuso per ottenere il colore rosso delle vetrate gotiche.
Nei prossimi anni forse l’elettronica sarà rivoluzionata da
nanodispositivi che sostituiranno il silicio e saranno costituiti da
molecole di DNA modificate, a contatto con due nanoelettrodi metallici.
Forse non tutti sanno che sono già stati costruiti “nanomotori” e “nanorobot”:
per il momento semplicissimi (si fa per dire) e di nessuna utilità, ma
sono solo prototipi. Si pensa, per esempio, a future nanomacchine
molecolari iniettabili, in grado di distruggere cellule malate preservando
quelle sane. Sono trascorsi cinquant’anni da quando il celebre fisico
statunitense Richard Feynman al meeting annuale del Californian
Institute of Technology, il 29 dicembre 1959, tenne la famosa conferenza
dal titolo “There’s plenty of room in the bottom”, considerata come
la nascita “ufficiale” della nanotecnologia. Quando si celebrerà il
suo centenario avremo percorso una lunga parte del cammino, ma ci sarà
ancora molto spazio per l’immaginazione e la creatività degli
scienziati. Una buona lettura per saperne di più: Gianfranco Pacchioni, Quanto
è piccolo il mondo, sorprese e speranze delle nanotecnologie,
ed.Zanichelli, 2008 Milano, 2 marzo 2010 Anna Busca FEBBRAIO DARWIN, I FOSSILI E L’EQUILIBRIO PUNTEGGIATO Il Darwin
Day al Museo di Storia Naturale di Milano, appuntamento ormai
attesissimo, che doveva essere celebrato la prossima settimana, è stato
annullato per mancanza di fondi (i delusi – e sono tanti – possono
inviare un appello per posta elettronica a sindaco@comune.milano.it
). Di evoluzione si continua comunque a parlare.
Il 2 febbraio, al Liceo Berchet (www.liceoberchet.it
), grazie alla collaborazione con il Centro Filippo Buonarroti (www.centrofilippobuonarroti.com,
sito da consultare per avere informazioni e notizie aggiornatissime su
eventi e incontri correlati al Darwin Day in altre sedi) Marco
Ferraguti, docente di Evoluzione Biologica all’Università degli Studi
di Milano, (marco.ferraguti@unimi.it)
ha tenuto una brillante
conferenza sul tema “Darwin si è sbagliato: lo dicono i fossili (?).
Storia e comunicazione dell’equilibrio
punteggiato”. Ferraguti, presidente della Società Italiana di Biologia
Evoluzionistica (SIBE), ha esordito affermando che chiedere a qualcuno se
è “darwinista” sarebbe oggi come porre la domanda “Sei copernicano?”
Copernico aveva sicuramente ragione ma la sua teoria presentava anche
numerosi errori, successivamente riconosciuti. Il termine darwinismo
è quindi obsoleto e secondo Ferraguti sarebbe meglio abolirlo. Che cosa
s’intende invece per equilibrio punteggiato? Stephen Jay Gould
(1941-2002), paleontologo e zoologo, ottimo divulgatore scientifico,
collaborò nel 1972 con Niles Eldredge (1943-) nella stesura di un
capitolo del testo Models of paleobiology di Thomas J.M. Schopf,
dedicato ai meccanismi di speciazione che si possono dedurre dallo studio
dei fossili. Proprio questo scritto gettò le fondamenta dell’equilibrio
punteggiato. Gould pubblicò in proposito numerosissimi articoli e saggi,
divenne così noto da finire sulla copertina di Newsweek e
addirittura, come personaggio, in una puntata dei Simpson. Perché?
La domanda fondamentale che si erano posti Eldredge e Gould era la
seguente: che tipo di fossili si possono trovare se aveva
ragione Ernst Mayr (1904-2005), uno dei padri della “Nuova sintesi”,
ad affermare – in Animal species and evolution, “L’evoluzione
delle specie animali”, 1963 – che una nuova specie può
derivare da una comunità riproduttiva che si divide per isolamento
geografico (per esempio a causa di una frana) e finisce per subire una
divergenza genetica cui segue l’isolamento riproduttivo (speciazione “allopatrica”)?
La risposta che diedero Eldredge e Gould fu che in questo caso il
paleontologo non poteva trovare forme di transizione: queste sarebbero
poche, in luoghi di ridotte dimensioni, isolati e periferici rispetto
all’areale della specie iniziale, quindi la probabilità di scoprirle è
praticamente nulla. Scavando si troveranno fossili della specie A,della
specie B e della specie C ma non forme intermedie, i cosiddetti
“anelli mancanti”, che mancano proprio perché è logico che sia così.
La teoria dell’equilibrio punteggiato, che sostiene pertanto la nascita
di nuove specie per suddivisione delle linee filetiche, con rapido
sviluppo alle periferie degli areali originari, e comporta interruzioni nette tra i resti fossili, è stata interpretata erroneamente
da alcuni come un attacco al “cuore” del
darwinismo. Per Gould l’evoluzione è una sequenza di equilibri
omeostatici (stasi) "disturbati" raramente da rapidi ed episodici
eventi di speciazione. Nella prospettiva darwiniana l’evoluzione appare
come una lunga sequenza di forme continue, una trasformazione lenta e
graduale. La letteratura paleontologica è ricca di esempi di gradualismo
filetico, come il caso del foraminifero Lepidolina multiseptata,
che nel corso di milioni di anni ha accresciuto regolarmente le sue
dimensioni. Ma che cosa significa esattamente “graduale”? Può
significare che gli adattamenti complessi evolvono attraverso stadi
intermedi, o che l’evoluzione è andata procedendo a un tasso
relativamente costante. Ma lo stesso Darwin, nella sesta edizione dell’Origine
delle Specie, commentando l’unica figura del testo, affermava che
l’evoluzione non progredisce regolarmente, ma possono esserci periodi di
stabilità nelle specie: anticipava quindi, in un certo
senso,l’equilibrio punteggiato. I fossili possono documentarlo? Le prove
sono “nei cassetti dei musei”. La maggior parte della vita di una
specie è caratterizzata dalla mancanza di cambiamento, la stasi,
che quindi è un dato di fatto. Nell’albero filogenetico dei trilobiti,
per esempio, le stasi sono sicuramente riconoscibili. Gradualismo filetico
ed equilibrio punteggiato possono quindi coesistere, anche perché i tempi
di cambiamento “rapidi”in realtà sono molto lunghi (decine di
migliaia di anni sono considerati periodi brevissimi dal
paleontologo). Se l’ambiente cambia lentamente il gradualismo sarà
prevalente; l’equilibrio punteggiato è invece frutto dell’effetto del
fondatore. Conta anche il tipo di specie. Un “isolato geografico” di
vermi si può formare molto più velocemente di uno di gabbiani, per
esempio. La sterna artica si riproduce nella zona artica e sverna in
quella antartica, compiendo in un anno 72.000 km di volo; le rondini della
provincia di Lodi svernano in Niger: è chiaro che per queste specie
l’isolamento geografico è davvero difficile! La frammentazione della
Pangea ha certamente accelerato l’evoluzione. Prove “galileiane” di
tutto questo non esistono, quando si parla di storia si possono solo fare
inferenze, non esperimenti. E ogni nuova scoperta porta a rivedere le
teorie. Un gruppo di paleontologi polacchi ha recentemente trovato tracce
fossili di un quadrupede vissuto 395 milioni di anni fa: occorrerà
rivedere le tappe dell’evoluzione animale! Tra il 1938 e il 1946 i
biologi arrivarono alle idee della Nuova Sintesi: ora forse siamo alle
soglie di un altro cambiamento. Se ne discuterà all’Università
Bicocca, al Congresso degli Evoluzionisti italiani, nei giorni 1-2-3
settembre 2010. Milano, 5
febbraio 2010
Anna Busca GENNAIO UN
“TERMOMETRO” AD RNA
Un’importante
scoperta nell’ambito della Genetica molecolare è stata ottenuta dal
gruppo di ricerca della Scuola di Bioscienze e Biotecnologie
dell’Università di Camerino,
e ha meritato la pubblicazione sulla prestigiosa rivista Molecular Cell.
Studiando i meccanismi che regolano la riprogrammazione dell’espressione
genica negli enterobatteri che passano dall’intestino di un mammifero (a
37°C, temperatura ottimale di crescita) all’ambiente esterno (10-15°C),
i ricercatori (guidati dalla dott.essa Anna Maria Giuliodori) hanno
evidenziato una maggior produzione delle cosiddette proteine cold-shock,
che permettono alla cellula di adattarsi e di sopravvivere alla bassa
temperatura. L’RNA messaggero codificante per la principale proteina cold-shock
dell’ Escherichia coli funge da sensore termico, perché
quando è sintetizzato a una temperatura bassa adotta una struttura che
favorisce la sintesi della proteina, che quindi aumenta nella cellula.
Molti RNA cambiano struttura a seguito di un aumento di temperatura, ma
questo RNA (csp mRNA) è il primo esempio di RNA a rendere la sua
conformazione più favorevole alla traduzione in caso di abbassamento
della temperatura. La ricerca si è sviluppata nell’ambito di uno studio
più complesso mirato a rilevare le risposte metaboliche ai diversi tipi
di stress cui può essere sottoposto un batterio. Milano, 28 gennaio 2010 (A.B.) UNA
“STELE DI ROSETTA” PER GLI ASTROFISICI E’ stato
pubblicato il 31 dicembre u.s. su Science Express on line – primo
autore dell’articolo è Alberto Pellizzoni - l’importante risultato di
uno studio compiuto all’ Osservatorio
astronomico di Cagliari grazie ai dati del satellite Agile
dell’ASI. Un gruppo di ricercatori dell’INAF ha scoperto
un’emissione gamma dalla nebulosa intorno alla pulsar Vela: si tratta di
una scoperta molto importante che potrebbe portare gli astrofisici a
svelare il mistero di numerose sorgenti gamma non ancora identificate, con
analoga luminosità, che potrebbero quindi essere anch’esse nebulose che
circondano pulsar. Si ritiene che il “vento” di particelle emesso
dalla pulsar riempia una “bolla” al cui confine con il gas
interstellare le particelle stesse emettano raggi g. Per maggiori informazioni: www.sciencemag.org/cgi/content/abstract/science.1183844 11 gennaio 2010 (A:B) DICEMBRE 1910-2010:
ANNIVERSARI SCIENTIFICI Sta
terminando il 2009, anno importante dedicato a due celebrità come Darwin
e Galileo, e l’anno che viene, che chiuderà il primo decennio del Terzo
Millennio, non sembra
altrettanto significativo dal punto di vista delle ricorrenze
scientifiche: invece, a ben guardare, qualche anniversario degno di nota
c’è. Per la genetica, innanzitutto, occorre ricordare che cent’anni
fa, grazie ai suoi famosi esperimenti sui maschi mutanti white eyes
del moscerino Drosophila melanogaster, lo statunitense Thomas Hunt
Morgan (1866-1945) potè annunciare che i geni, le particelle ereditarie
ipotizzate nel secolo precedente dal geniale intuito di Gregor Mendel,
erano localizzati sui cromosomi. Tappa fondamentale nello studio della
trasmissione dei caratteri, questa scoperta gli valse il Premio Nobel per
la Medicina nel 1933 e aprì la strada agli studi del cariotipo umano e
alla comprensione dei meccanismi di molte sindromi e malattie genetiche.
Nello stesso 1910, il 9 febbraio, nasceva a Parigi Jacques Monod, che
avrebbe lavorato come biologo ricercatore nel 1936 al California
Institute of Technology proprio sotto la guida di Morgan. Tornato in
Francia, lavorò alla Sorbona e all’Istituto Pasteur, dove si occupò
del ruolo del DNA scoprendo il meccanismo regolatore dell’operone (il lac-operon
dell’Escherichia coli), ricerca per la quale ricevette il Premio
Nobel nel 1965. Nel 1970, sei anni prima della sua morte, Monod pubblicò
il celebre Il caso e la necessità, saggio divenuto un classico
della letteratura scientifica. Il
1910 è certamente anche un anno di lutti soprattutto per la chimica, la
microbiologia e l’astronomia: a poche settimane di distanza, infatti,
tra maggio e luglio, muoiono
Stanislao Cannizzaro, Robert Koch e Giovanni Schiaparelli. Cannizzaro era
molto ammirato dal padre della Tavola Periodica, Dimitri Mendeleev, che lo
aveva conosciuto al congresso di Karlsruhe del 1860 e lo considerava suo
maestro. Il chimico palermitano ebbe in effetti il grande merito di
difendere, dimostrandone la validità, la teoria molecolare della materia
proposta in precedenza da Amedeo Avogadro, ricalcolando così in modo più
corretto i pesi atomici degli elementi e consentendo quindi il lavoro di
classificazione di Mendeleev. Il medico tedesco Koch, considerato tra i
fondatori della microbiologia, aveva invece isolato il bacillo della
tubercolosi, malattia che mieteva vittime anche illustri, dimostrando così
che il “mal sottile” non era altro che una malattia infettiva
contagiosa. Studiò anche il vibrione del colera, il bacillo del
carbonchio e ideò metodi nuovi per le colture batteriche e il
riconoscimento dei ceppi patogeni. Fu insignito del Premio Nobel per la
Medicina nel 1905. L’astronomo Schiaparelli, direttore
dell’Osservatorio di Brera a Milano, aveva osservato alla fine
dell’Ottocento i canali di Marte; forse una cattiva traduzione in
inglese delle sue pubblicazioni aveva sollevato una ridda di fantasiose
ipotesi sulla loro origine, portando al fiorire di tutta una letteratura
fantascientifica avente come protagonisti i “marziani”. Ora noi
sappiamo – ma già lo stesso Schiaparelli lo supponeva - che questi canyon
sono frutto di un modellamento antico dovuto a fiumi di acqua che
centinaia di milioni di anni fa scorrevano sulla superficie del pianeta, e
non certo la costruzione artificiale di una civiltà extraterrestre. Su
Marte intanto abbiamo mandato Opportunity, Spirit, Phoenix,
forse fra meno di vent’anni vi giungerà una missione umana, e sembra
che non vi siano tracce di vita neppure di microrganismi; ma noi, esseri
umani del 2010, continueremo a cercare gli alieni, in lontanissime
galassie, su pianeti extrasolari, ma anche sulla Terra stessa (e qui sono
virus minacciosi, batteri geneticamente modificati e oscuri prioni). Perché
dunque non dedicare il 2010 a Schiaparelli, a Morgan e a Koch? Milano, 28 dicembre 2009 Anna Busca NOVEMBRE Il 20 e il 21 novembre si è svolta a
Milano, nell’Aula Magna dell’Università Bocconi, la Conferenza
Mondiale “Science for Peace”, il movimento internazionale promosso dalla
Fondazione Umberto Veronesi (foto). Due
giorni di dibattiti cui hanno partecipato tre premi Nobel, una cinquantina
di relatori e più di 3500 persone. Si è discusso anche di lotta alla
povertà, alla fame, alla malnutrizione, alla scarsità d’acqua, che
insieme alla difesa dei diritti umani costituisce un prerequisito
fondamentale per il processo di pace. Tra gli interventi più applauditi
quello di Shrin Ebadi (foto), avvocato e scrittrice, prima donna iraniana
e musulmana a ricevere nel 2003 il Premio Nobel per la Pace, che ha
esordito affermando
che “pace” non è semplicemente l’assenza della guerra, è un
modo di vivere che si rispecchia nella democrazia, quindi nella garanzia
che la gente possa parlare e operare scelte liberamente, e inoltre
nell’utilizzo razionale delle risorse, senza sprechi, e nella
“globalizzazione del cuore”, che faccia sentire a ognuno di noi la
sofferenza dell’altro. E’ un sogno, certo, ma molti sogni si sono
avverati: il volo e la telecomunicazione, per esempio. La scienza deve
saper guardare al futuro dell’uomo. La pace è anche una cultura, perché
se abbiamo un grande obiettivo da perseguire nella vita – e non deve
essere solo quello, limitato, di diventare uno scienziato o un docente -
allora si rafforzerà e crescerà la nostra tranquillità interiore,
indispensabile affinchè ci sia realmente un processo di pace globale. E a
una domanda riguardante la corsa al nucleare in Iran, Shrin Ebadi ha
risposto sicura: “Bisogna smettere di arricchire l’uranio in Iran.
Abbiamo il sole nel nostro Paese, tanto sole, possiamo sfruttare
l’energia solare.” Infine, un altro sogno: che la storia che si
insegna non sia più una “storia delle guerre”, ma diventi una
“storia della pace”. L’educazione e la formazione hanno un ruolo
centrale nel processo di pacificazione mondiale, insieme alla promozione
della tolleranza e alla progressiva riduzione dei conflitti religiosi, in
una società multietnica e multiconfessionale. Anche Tara Gandhi ha
ribadito che l’educazione del bambino è fondamentale; inoltre molte
risposte a domande legate alla pace vengono dalla nostra coscienza.
L’uomo non è l’unico essere vivente sulla Terra: come possiamo sapere
se le radici di una quercia che cresce in Palestina non comunichino con le
radici di un’altra quercia che cresce in India? Ed ecco un intervento
dal pubblico, di una donna che lavora a Tel Aviv con i bambini
palestinesi, che ha una proposta interessante: “Creiamo un network
per collegare tra loro tutti i lavori che nel mondo si stanno svolgendo a
favore della pace, tante querce si devono parlare!” Precedendo
l’ultima relazione della mattina del 21, quella della dottoressa
Raffaella Ravinetto, presidente della sezione italiana di Medici senza
Frontiere, che si è occupata della gravissima situazione della
malnutrizione infantile nel mondo, Guido Barilla ha poi sottolineato le
questioni legate alla produzione agricola e ha lanciato un grido
d’allarme: se si continua così, senza cambiamenti sostanziali nei
programmi delle politiche per un’agricoltura sostenibile, tra
vent’anni mancheranno, per il fabbisogno alimentare, centinaia di
migliaia di tonnellate di cereali. Un collasso, dunque, con conseguenze immaginabili.
Si è discusso poi anche del disarmo e dei problemi economici correlati
all’industria bellica. Nelle conclusioni Umberto Veronesi ha annunciato
l’istituzione di quattro gruppi di lavoro, con l’incarico di formulare
piani operativi, e precisamente: per sviluppare moduli didattici formativi
alla pace (ambito Scuola-Università-Ricerca), per individuare
programmi d’intervento in aree di maggior conflittualità (La scienza
al servizio della Pace), per la nascita di un’unica forza di pace
paneuropea (Esercito Unico UE), per un codice di responsabilità
del settore bancario riguardo ai finanziamenti delle industrie belliche (Banche
e società civile). I risultati dei lavori saranno presentati alla
prossima edizione della Conferenza Mondiale. Milano, 22 novembre 2009 Anna Busca A 150
ANNI DA“L’ORIGINE DELLE SPECIE” Si è
svolto a Milano lo scorso 28 ottobre, nell’Aula Magna del Museo di
Storia Naturale, un convegno di notevole interesse che ha toccato temi
fondamentali per il dibattito
attuale su Darwin e l’evoluzione. Ilaria Guaraldi Vinassa di Regny,
presentando i relatori, ha ricordato che il bilancio dell’Anno
darwiniano è molto positivo, dato l’alto numero di iniziative e
incontri, correlati con il bicentenario, che si sono potuti svolgere in
varie sedi, scuole, musei. Ha ringraziato enti, università e associazioni
culturali – in particolare il Centro Studi Buonarroti - che hanno
collaborato alla realizzazione del programma e ha infine sottolineato come
la mostra su Darwin, portata alla Rotonda di via Besana (e della quale è
stato proiettato un virtual tour curato e commentato da Chiara
Ceci) abbia avuto un grande successo di pubblico, tanto che è
stata prorogata fino all’8 novembre: otterrà probabilmente il record
delle visite del 2009. Tutto questo crea validi presupposti perché si
possa proseguire su questa strada anche nel 2010, che è stato dichiarato
“Anno della Biodiversità”, in continuità quindi con il tema
dell’evoluzione. Una
riflessione di Francesco Cavalli-Sforza ha dato l’avvio al convegno (dal
titolo ”La teoria dell’evoluzione di Charles Darwin alla prova della
scienza e della cultura del nostro tempo”). Centocinquant’anni fa “The
Origin of Species” di Charles Darwin Milano, 1 Novembre 2009 Anna Busca OTTOBRE Al Liceo Berchet di Milano (www.liceoberchet.it)
si è tenuto, il 22 ottobre, un interessante incontro con il prof.
Antonello La Vergata, docente di Storia della Filosofia all’Università
di Modena e Reggio Emilia(antonello.lavergata@unimore.it)
sul tema del darwinismo sociale. La conferenza, dedicata a studenti
e insegnanti, rientrava nell’ambito delle iniziative per l’anno
darwiniano (inauguratosi a Milano proprio al Berchet, come ha ricordato
Ilaria Guaraldi Vinassa de Regny nella sua introduzione) grazie al Museo
di Storia Naturale e al Centro Studi Buonarroti (www.centrofilippobuonarroti.com).
La
sera precedente La Vergata aveva presentato, alla Rotonda di via Besana
– dove tuttora è esposta la mostra su Darwin – il suo ultimo lavoro:
“Colpa di Darwin? Razzismo, eugenetica, guerra e altri mali”
(ed.UTET, 2009). Anche
durante la settimana dedicata al Darwin Day al Museo il docente
aveva esposto un’avvincente relazione sulle questioni legate alle
interpretazioni e all’uso-abuso dell’espressione “darwinismo
sociale”. Parlando agli studenti, La Vergata è partito dall’analisi
di un famoso episodio avvenuto negli anni Venti negli Stati Uniti, il cosiddetto “processo della
scimmia” del luglio 1925, a carico di John T. Scopes, insegnante della
Clark County High School di Dayton, Tennessee. Questi fu accusato di aver
violato il Butler Act, approvato quattro mesi prima, che stabiliva
il divieto di insegnare nelle scuole dello Stato qualsiasi teoria che
negasse la creazione divina dell’uomo, sostenuta dalla Bibbia. Il
processo durò una decina di giorni ed ebbe enorme risonanza, tanto che
occupò le prime pagine dei quotidiani e richiamò nella cittadina, fino
ad allora praticamente sconosciuta, quasi duecento giornalisti. La difesa
era sostenuta dal brillante avvocato Clarence Darrow, l’accusa da
William J.Bryan, politico di fama, tre volte candidato alla Presidenza per
il partito democratico (non era quindi un conservatore, come si potrebbe
pensare). Scopes, allenatore sportivo ventiquattrenne che aveva sostituito
un insegnante sulla cattedra di scienze, adottando un testo scolastico che
sosteneva le teorie evolutive darwiniane, fu condannato ad una multa di
100 $. In realtà, come ha precisato La Vergata, il suo caso era stato
montato ad arte dall’ACLU (Association Civil Liberties Union), di cui
Darrow faceva parte, che voleva proprio far discutere della validità
costituzionale del Butler Act, che di fatto negava la libertà
d’insegnamento (e per questo fu poi abolito, ma solo nel 1967!). Il caso
fu portato nuovamente alla ribalta trent’anni dopo, con un’opera
teatrale intitolata Inherit the wind, che divenne poi nel 1960 un
film di successo diretto da Stanley Kramer, con Spencer Tracy nella parte
del difensore Drummond (Darrow) e Fredric March in quella
dell’accusatore Brady (Bryan). Il film in Italia assunse il titolo
“…e l’uomo creò Satana”. La
Vergata ha sottolineato il fatto che Bryan fosse un fondamentalista
biblico, con un’immagine deformata del darwinismo, perché vi aveva
mescolato concetti pericolosi per la democrazia, come se la teoria
darwiniana giustificasse ateismo, materialismo, violenza…Per lui la sana
democrazia americana si doveva fondare sul Vangelo. Per comprendere meglio
la sua posizione, occorre ricordare che in quell’epoca il darwinismo
sembrava essere stato perfino una delle cause della 1^Guerra Mondiale:
aveva infatti avuto grande
successo in Germania, dove i concetti di selezione naturale e lotta per
l’esistenza parevano poter giustificare il militarismo aggressivo, così
come, d’altra parte, venivano usati dagli Inglesi a giustificazione del
colonialismo e dell’imperialismo. Gli intellettuali tedeschi - molti dei
quali erano anche ufficiali dell’esercito - avevano sostenuto il diritto
della Germania alla lotta per la propria esistenza e alla difesa dalle
“orde mongoliche”; perfino il sociologo Max Weber aveva ritenuto
intollerabile che contro i bianchi tedeschi combattessero negri africani.
Nel 1917 fu pubblicato il testo “Headquarters Nights”, di
Vernon Kellogg, un biologo americano che era stato mandato nei due anni
precedenti come osservatore, a capo di un’organizzazione umanitaria, nel
Belgio occupato, nel quartier generale dello Stato Maggiore tedesco.
Kellogg descrisse gli ufficiali tedeschi come “inebriati” di
darwinismo aggressivo. Anche nel romanzo “I quattro cavalieri
dell’Apocalisse” (1916) di Vicente Blasco Ibañez i protagonisti
tedeschi appaiono ugualmente deliranti. Nello stesso tempo l’eugenetica
(termine ideato da Francis Galton, cugino di Darwin, inteso come
“scienza che intende migliorare la razza umana attraverso la
riproduzione degli individui migliori”), sembrava poter trovare radici
nel darwinismo. Se la società conserva individui che altrimenti in natura
sarebbero eliminati (individui deboli, malati, deformi), allora vi è il
rischio di una “degenerazione” della specie: una sorta di survival
of the unfittest, come diceva Greg, un contemporaneo di Darwin. Sorgeva il timore che le generazioni successive potessero
essere tarate nel fisico e nella condotta morale: era anche l’epoca in
cui i medici erano convinti che i vizi, come l’alcoolismo, fossero
ereditari, e che alcune malattie, come la tisi e la sifilide, portassero a
danni permanenti nei figli. All’inizio del Novecento, e non è un caso,
gli Inglesi inventarono da un lato i boy scout (1910) e
dall’altro i campi di concentramento (1902, seconda guerra boera in Sud
Africa). Inoltre nei Paesi anglosassoni l’immigrazione era in aumento e
gli immigrati erano considerati “inferiori”: l’intolleranza nei loro
confronti emergeva sotto forma di movimenti e gruppi razzisti come il Ku
Klux Klan (ricostituitosi nel 1915 anche sull’onda del successo del film
The Birth of a Nation, di Griffith, che narrava la storia della
nascita del movimento, confraternita di ex confederati fondata nel 1865, e
che piacque molto al presidente Woodrow Wilson, che lo elogiò
pubblicamente). Tutto ciò portò ad un’ideologia che appoggiava
l’eugenetica: non c’erano interventi pubblici per i poveri e gli
orfani, non potevano esistere aiuti statali in un mondo liberale e
calvinista, perché la povertà e la malattia erano “colpe”. Il
darwinismo venne dunque abusato da parte di tutte le componenti
ideologiche, ecco perché Bryan, nel monkey trial del 1925, poteva
“avere ragione”. Le polemiche andavano ben oltre le idee di Darwin e
potevano portare addirittura ad affermare - come fece per esempio il
movimento futurista - che la guerra non era altro che un “caldo bagno di
sangue rigeneratore” da cui può nascere una nuova società, una vera
“igiene del mondo”. Le domande di alcuni studenti hanno poi portato il
prof. La Vergata a suggerire riflessioni sul significato stesso di
“darwinismo” e sui comuni fraintendimenti delle sue idee. Darwin, per
esempio, era “lamarckiano”, non respingeva la teoria
dell’ereditarietà dei caratteri acquisiti, come spesso si dice;
l’idea di selezione naturale è infatti indipendente dalle cause della
varietà in una specie. Era determinista, non casualista, come alcuni
credono: il “caso” per Darwin non è altro che la nostra ignoranza
delle leggi che regolano i viventi. Per chi volesse continuare ad
approfondire le questioni affrontate, segnalo un importante convegno che
riprenderà i temi fondamentali del dibattito attuale, dal titolo “La
teoria dell’evoluzione di Charles Darwin alla prova della scienza e
della cultura del nostro tempo” al Museo di Storia Naturale di Milano,
il 28 ottobre p.v. dalle 15 alle 19: i relatori saranno Chiara Ceci, Luca
e Francesco Cavalli-Sforza, Marco Ferraguti, Maurizio Casiraghi, Mauro
Mandrioli, Ferdinando Vidoni, Carlo Antonio Barberini. Milano, 26 ottobre 2009 Anna Busca anna.bus@tiscali.it FESTIVAL
DELLA SCIENZA A GENOVA E’ in
pieno svolgimento il Festival della Scienza 2009 a Genova, partito il 23
ottobre, con un ricchissimo programma di conferenze, dibattiti, concerti,
spettacoli, mostre che proseguiranno fino al 1° novembre. Il tema di
quest’anno è il futuro, che diventa il protagonista dei cinque percorsi
proposti al visitatore: il futuro della vita, dell’universo, della
natura, della tecnologia, delle idee. Una frase di Eleanor Roosevelt è lo
slogan del festival: “Il futuro appartiene a coloro che credono nella
bellezza dei loro sogni”. Per scaricare il programma con il
calendario completo e aggiornato delle numerosissime iniziative . www.festivalscienza.it. 24
ottobre (A.B.) BERGAMO
SCIENZA 2009 E’
partita il 3 ottobre la settima edizione di Bergamo Scienza: due settimane
ricchissime
di conferenze, incontri, laboratori, spettacoli, tutti all’insegna della
scienza, dall’astronomia alla biologia, dalla medicina alla fisica
atomica. “Felice è colui che ha potuto conoscere la causa delle cose”
è la citazione dalle Georgiche di Virgilio che introduce il calendario
delle iniziative e invita il pubblico a partecipare numeroso, come nelle
passate edizioni, dove l’interesse suscitato è stato sempre altissimo.
Fino al 18 ottobre si potranno ascoltare illustri relatori – tra questi
Edoardo Boncinelli, Giulio Giorello, Danilo Mainardi, Paolo Nespoli, Maria
Grazia Roncarolo, John Nash – che tratteranno temi quali “Dante e la
scienza”, “Donazioni e trapianti”, “Galileo e l’astronomia”, e
ancora i neutrini, l’entropia, i geni e le cellule… Per il calendario
completo, con orari e luoghi degli incontri, consultare il sito www.bergamoscienza.it.
Ingresso gratuito. 7 ottobre 2009, A.B. SETTEMBRE Fifth
World Conference on The Future of Science – The DNA Revolution A Venezia si aprono oggi gli
importanti lavori della 5^ Conferenza mondiale sul “Futuro della
Scienza”, alla Fondazione Cini, con i saluti di benvenuto e i discorsi
inaugurali di scienziati quali Umberto Veronesi, Presidente della
Conferenza, Chiara Tonelli, Segretaria Generale,
i premi Nobel James Watson e Renato Dulbecco, e anche Craig Venter
e Luigi Luca Cavalli Sforza. Il Comitato Scientifico annovera altri Nobel
come Carlo Rubbia e Rita Levi Montalcini, insieme a numerosi nomi
notissimi nell’ambito della ricerca (Peter Atkins, Claudio Bordignon,
Daniel Dennett, Luc Montagnier sono solo alcuni) L’edizione di
quest’anno è dedicata al DNA, il protagonista indiscusso della Biologia
contemporanea a partire dalla seconda metà del secolo scorso, da quel 20 settembre 42°
Congresso Nazionale dell’UAI In onore di Galileo Galilei si terrà
dal 24 al 27 settembre a Padova, presso il Centro Culturale San Gaetano,
il più importante appuntamento astronomico dell’anno, il congresso
dell’Unione Astrofili Italiani. Presso il nuovo Planetario il prof.
Galletta, docente di Astronomia e Astrobiologia all’Università di
Padova, inaugurerà il convegno con una conferenza sull’esobiologia. Nei
giorni successivi si parlerà del Sistema Solare, dell’astronomia
galattica ed extragalattica, di inquinamento luminoso, di Galileo,
naturalmente, e di divulgazione e didattica.
Per informazioni e
aggiornamenti. http://congresso.uai.it/ 19 settembre 2009
A.B. GIUGNO IL CONFINAMENTO GEOLOGICO DELLA
CO2 PREMIO VOLTOLINO XI EDIZIONE 2007-08 Nella splendida cornice del Museo
della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano – il
più grande museo tecnico-scientifico italiano - si è svolta lo scorso 9
giugno, nell’Auditorium, la cerimonia di premiazione dei vincitori
dell’unico riconoscimento esistente in Italia alle migliori “penne”
scientifiche. Il premio, a cadenza biennale, rivolto ai giornalisti che si
sono distinti in modo Milano, 11 giugno 2009 Anna Busca
“SUPERMARKET” DNA DARWIN A MILANO MILANO SCIENZA, MILANO MONDO APRILE Il terremoto del 6
aprile in Abruzzo ha tristemente riacceso i riflettori su una realtà che
spesso preferiamo dimenticare: il territorio italiano, con l’eccezione
della Sardegna e di poche altre aree, è soggetto da sempre a sismi anche
violentissimi, trovandosi
al confine tra la placca africana e quella euroasiatica in collisione tra
loro, ed essendo compresso anche tra due placche minori,
l’apulo-garganica e la corso-sarda. Già Lucrezio, Seneca e Tacito
avevano descritto forti movimenti tellurici. Seneca, nel sesto libro delle
Naturales Quaestiones, parla diffusamente del terremoto che colpì
la Campania nel 62 d.C., diciassette anni prima della devastante eruzione
del Vesuvio che seppellì Pompei ed Ercolano. Occorre tuttavia aspettare
fino al Cinquecento per avere veri e propri trattati al riguardo: tra
questi il De terrae motu liber del filosofo e medico bolognese
Agostino Galesi, che attribuiva agli elementi aristotelici aria, acqua e
fuoco la causa delle scosse del quarto elemento, la terra appunto. Il
Galesi, nonostante l’errata interpretazione dei sismi, fu forse il primo
a fornire suggerimenti sia sul comportamento da tenere durante un
terremoto che sui criteri di costruzione da rispettare, per evitare
crolli. E’ sua anche una prima analisi delle scosse, in cui riconosceva
la vibratio, il tremor, la depressio, il pulsus.
Dal Seicento cominciarono a essere compilati cataloghi di terremoti, e nel
Settecento si cercò di stabilire una scala di intensità. Dai documenti
conservati negli archivi emerge che all’Aquila vi furono forti terremoti
nel 1315, “che rovinarono molte ecclesie ed edifici”, nel 1461-62, con
più di cento scosse e molte vittime, nel 1703-04, nel 1730-31. La regione
dell’Italia centrale che risulta più colpita è l’Umbria, ma anche la
Toscana e il Lazio possono presentare un notevole numero di forti
terremoti nel corso dei secoli. I terremoti più disastrosi sono al sud:
il 1456 è l’anno del “Grande terremoto napoletano”, con circa
30.000 vittime tra Campania, Puglia e Sicilia; il 1693 è quello del
“Grande terremoto siculo”, che provocò 93.000 morti (15.000 solo a
Catania) e distrusse una cinquantina di città; nel triennio1783-1786 si
verificarono i “Grandi terremoti calabri”. E’ riferita a questi
ultimi eventi la vicenda, narrata dallo storico Pietro Colletta nella sua Storia
del Reame di Napoli, di una fanciulla sedicenne, Eloisa Basili,
estratta viva dalle macerie dopo 11 giorni: e aveva tenuto tra le braccia,
per una settimana, il cadavere di un bimbo. Non si riprese più dal trauma
– “si piaceva star sola, seduta sotto un albero, donde non si
vedessero città o case; volgeva altrove lo sguardo all’apparir di un
bambino” - e morì a venticinque anni. Impressionante è la lista
delle zone colpite da sismi dal Medioevo a tutto l’Ottocento: perfino
Milano e la Svizzera risultano più volte interessate dai fenomeni
sismici, per esempio nel gennaio e nel dicembre del 1117, nel 1222, nel
1295, nel 1473, nel 1642, nel 1755, nel 1855. Crollarono campanili,
camini, “molti edifizii”. Nel 1473 si registrò in Lombardia
un’estate insolitamente calda, unita ad una straordinaria precocità
nella fioritura e nella fruttificazione. “…nel mese di ottobre
tornarono a fiorire le piante”. Nel maggio 1802 l’epicentro di un
violento terremoto nella pianura padana si collocò tra Soncino e
Orzinovi: crollarono molte case, anche a Crema. E pure per questo sisma si
notò un’aria pesante, molto calda, prima delle scosse; le acque dei
pozzi diminuirono considerevolmente; si aprirono lunghe fessure e a Bardi,
sull’Appennino a sud di Piacenza, si formarono aperture dalle quali
“si estrasse molto petrolio”. Milano, 28 aprile 2009 Anna Busca “VEDERE LA SCIENZA” allo Spazio
Oberdan Si conclude oggi, con una giornata
dedicata a bambini e ragazzi, la settimana del “Festival Internazionale
del video, del film e del documentario scientifico”, allo Spazio
Oberdan: al pubblico e agli studenti sono state presentate, con ingresso
libero, sia alla mattina che al pomeriggio, proiezioni a carattere
scientifico. I temi spaziavano dall’evoluzione biologica ai progressi
nella medicina, dall’astronomia alla matematica, dalla climatologia alla
fisica nucleare. Il Festival, alla sua terza edizione, sotto la direzione
del prof.Tucci, docente di Storia della Scienza all’Università degli
Studi di Milano, è anche l’occasione per premiare le realizzazioni
migliori, provenienti soprattutto da Francia, Gran Bretagna, Germania,
Stati Uniti, Messico, Giappone e naturalmente Italia. Si tratta di filmati
recentissimi, del 2008 o al massimo del 2007, e rappresentano quindi anche
una validissima opportunità di aggiornamento. La sera è stata dedicata
ai film classici, come “2001 Odissea nello spazio” di Kubrick o
“Darwin” di Greenaway. Affascinante il francese Voyage au coeur
d’un trou noir e molto interessante il tedesco Eyes on the skies,
quattrocento anni di scoperte al telescopio, scaricabile da Internet.
Peccato che alla mattina sia molto difficile trovare posto in sala, visto
che molte scuole prenotano ed esauriscono le disponibilità. Forse per le
prossime edizioni, dato il successo di pubblico e l’interesse suscitato
dalla manifestazione, si potrebbe utilizzare uno spazio più grande o
ripetere in altri orari le proiezioni. Una riflessione: pochissimi i nomi
di scienziate citate per la consulenza scientifica dei lavori, ancora meno
per la regia; e anche la giuria è tutta al maschile. Forse non basta
Margherita Hack – invitata nella giornata di sabato – a rendere
giustizia al lavoro continuo (e nascosto?) di tante ricercatrici, in tutti
i settori della scienza. Milano, 5 aprile 2009 Anna Busca MARZO Evolution e development: da queste due parole, evoluzione e sviluppo, nasce la crasi “evo-devo”, termine che indica lo studio dei geni associati ai processi di sviluppo e al loro ruolo nell’evoluzione delle specie. Ne hanno parlato, all’ultimo Darwin day al Museo di Storia Naturale di Milano, gli zoologi Giuseppe Fusco dell’Università di Padova e Gerd Müller dell’Università di Vienna. Un esempio curioso che sembra contrastare le ipotesi correnti sull’adattamento e il mimetismo criptico è quello dato da una chiocciolina del genere Succinea, che presenta tentacoli vistosi che attraggono gli uccelli predatori. In realtà tali strutture sono fatte crescere da un suo parassita, un verme, che compie il suo ciclo riproduttivo proprio tra la chiocciola e l’uccello. Come può influenzare lo sviluppo dei tentacoli del suo ospite, in modo che venga mangiato da quello che diventerà il suo secondo ospite? Se poi consideriamo i Mammiferi, possiamo chiederci perché quasi tutti posseggano sette vertebre cervicali e perché esistano solo due eccezioni, il dugongo ( dei Sirenia) e il bradipo (dei Folivora). Un altro quesito interessante riguarda invece i centopiedi: perché possiedono solo un numero dispari di paia di zampe? Il DNA di ogni specie è una sorta di “libro di ricette” per fare proteine, con sequenze regolative e fattori di trascrizione che si comportano secondo una logica combinatoria del tipo on/off. Vi è un vero e proprio network genetico di sviluppo. Alcuni geni producono “coordinate spaziali”, segmentano il corpo dell’animale vincolandone lo sviluppo (e questo spiega il caso dei centopiedi, anche se recentemente ne è stato scoperto uno con 80 paia di zampe); i geni omeotici controllano la morfogenesi. Negli Artropodi, che comprendono milioni di specie, vi sono gli stessi geni per le diverse regioni del corpo. Anche Darwin aveva riconosciuto importante l’embriologia, ma come prova dell’evoluzione, non come suo meccanismo. L’idea fu poi sviluppata da Haeckel e altri. Negli anni’80 del secolo scorso è emerso un rinnovato interesse per il rapporto tra sviluppo embrionale ed evoluzione, strettamente correlati. Non esiste comunque una relazione diretta tra la complessità di un organismo e il suo numero di geni: un verme ha 19700 geni e nasce con 508 cellule, un cane ha 19300 geni e alla nascita ha moltissime cellule. Fra la mosca e l’uomo ci sono molti geni in comune per lo sviluppo. Dall’analisi comparativa dei geni del pollo e del topo, risulta che il primo ha molti più geni per le vertebre che non il secondo. Dagli studi attuali si evince che i processi di sviluppo non sono lineari, perchè i cambiamenti sono improvvisi: ad esempio, nello sviluppo degli arti è sempre una falange intera a comparire o scomparire. Non tutte le variazioni sono ugualmente probabili e possono emergere novità a livello fenotipico a prescindere dalla variazione. La selezione è multilivello e l’evoluzione appare dunque discontinua. Nella teoria dell’Evo-Devo, pertanto, è l‘interazione cellule-geni-sviluppo a spiegare il fenotipo in evoluzione, mentre nella teoria sintetica si considera il nucleo centrale darwiniano variazione-eredità-moltiplicazione, che porta all’adattamento. Si possono integrare le due teorie o siamo di fronte a una profonda revisione della teoria darwiniana? Milano, 23 marzo 2009 Anna Busca Al Darwin day al Museo di
Storia Naturale di Milano, il 7 febbraio scorso, si è parlato di Wolbachia,
il batterio che da alcuni anni sta suscitando molti interrogativi tra i
biologi. A trattare la questione è stato Claudio Bandi (nella foto),
docente al Dipartimento di Patologia
animale alla Facoltà di Veterinaria dell’Università di Milano ed
esperto in biologia evoluzionistica delle simbiosi e delle parassitosi. La
Wolbachia è un batterio Gram negativo, intracellulare, che vive
all’interno delle cellule delle gonadi di più di un milione di specie
di Artropodi (insetti, ragni e piccoli crostacei) e di Nematodi,
interferendo nella riproduzione dei suoi ospiti in modo straordinario per
assicurare a propria sopravvivenza. Questi batteri sono infatti in grado
di femminilizzare i maschi, di indurre partenogenesi, di uccidere gli
embrioni maschili, perfino di sterilizzare le femmine che non li ospitano.
In quest’ultimo caso, il meccanismo prevede che se uno spermatozoo di un
maschio ospite di Wolbachia arriva in un oocita di una femmina
priva di questi simbionti, l’oocita muore per incompatibilità
citoplasmatica, a causa di una sostanza tossica presente nello
spermatozoo, innocua per gli individui che invece ospitano il batterio.
E’ evidente che le femmine con Wolbachia hanno più fitness
rispetto alle precedenti. E’altrettanto chiaro che i batteri di questo
tipo presentano forme di simbiosi mutualistica integrata, si comportano
praticamente come organuli delle cellule in cui si trovano. Molti
scarafaggi lignivori presentano il corpo grasso costituito da cellule
infarcite di questi batteri. Le cellule possono migrare con movimenti
ameboidi e scaricare i batteri negli oociti, che li fagocitano
trascinandoli poi verso la zona centrale. I batteri vengono quindi
trasmessi per via verticale, e si può dimostrare una coevoluzione tra
ospiti e simbionti, una perfetta congruenza tra le due storie evolutive.
Con l’antibiotico tetraciclina si uccidono i batteri e spesso anche lo
scarafaggio ospite. Anche sui Nematodi filaridi (le cosiddette filarie)
gli effetti sono i medesimi: se si uccide Wolbachia si ha un blocco
dell’embriogenesi del verme. Questo aspetto risulta molto interessante
per la cura delle filariosi, dato che le specie di Nematodi più
importanti dal punto di vista medico e veterinario sono spesso ospiti di Wolbachia.
Si ritiene anche che il batterio possa partecipare alla patogenesi di
questa parassitosi: gli individui affetti da filariosi presentano infatti
anticorpi contro alcune proteine di Wolbachia, si attivano quindi
meccanismi di difesa immunitaria. Nella zecca (Ixodes ricinus)
hanno trovato un batterio affine, l’Irices1, presente nel 100%
delle femmine, mentre non si ritrova nei maschi. Questo dato fa sospettare
che sia in grado di intervenire nei meccanismi riproduttivi della zecca,
anche se non si sa con quali modalità. Negli oociti Irices1 è
presente in gran quantità (sono circa 100.000), e la microscopia
elettronica ha rivelato che si trova all’interno dei mitocondri: per
questa ragione è stato ribattezzato Midichloria mithocondri.
Sembra che questi batteri si comportino da parassiti dei mitocondri
stessi, visto che li degradano, e potrebbero essere delle Rickettsie,
gruppo di piccolissimi batteri endocellulari obbligati già noti da tempo.
Le analisi che si stanno compiendo attualmente riguardano il
sequenziamento del loro DNA. In Drosophila, il moscerino
dell’aceto così importante per gli studi dei meccanismi della
trasmissione genica, l’intero DNA di Wolbachia viene incorporato
nel nucleo della cellula: in quale modo questo può avere influito sul
genoma del moscerino e sui risultati sperimentali dei ricercatori? E
ancora: c’è qualche somiglianza tra il DNA di Midichloria e il
DNA mitocondriale dell’Ixodes ricinus? Si potranno avere
importanti conferme della teoria dell’endosimbiosi ancestrale avanzata
qualche decennio fa per spiegare l‘origine delle cellule eucarioti? Milano, 6 marzo 2009 Anna Busca Si è inaugurata a Padova, nel Centro
Culturale Altinate – e resterà aperta fino al 14 giugno – una
bellissima mostra, a cura di Giulio Peruzzi, docente di Storia della Scienza,
e Sofia Talas, conservatrice del Museo di Storia della Fisica, dedicata a
Galileo e alla scienza: Il futuro di Galileo – Scienza e Tecnica dal
Seicento al Terzo Millennio. Quattrocento anni fa, proprio quando
Keplero pubblicava Astronomia Nova, Galileo, docente di Matematica
all’Università di Padova (ove si conserva ancora la sua cattedra, dalla
quale insegnò per ben diciotto anni, dal dicembre del 1592
al settembre del 1610, periodo che Galileo considerò “il migliore della
sua età”) osservava per la prima volta stelle e pianeti con il suo
cannocchiale: scoprì quindi le fasi di Venere, le macchie solari, e corpi
celesti invisibili ad occhio nudo, come i quattro principali satelliti di
Giove. Le sue osservazioni erano certamente compatibili con il modello
eliocentrico, riproposto nel 1543 da Copernico, modello che sia Keplero
che Galileo consideravano più valido di quello geocentrico. Il 12 marzo
del 1610 furono dunque stampate 550 copie, subito vendute, del Sidereus
Nuncius: Galileo, con il suo “Messaggio dalle stelle”, comunicava
i risultati delle sue osservazioni e creava così una vera e propria
cesura tra due mondi, quello arcaico strettamente intrecciato alla
filosofia aristotelica, fondato sul dogmatico ipse dixit, e quello
moderno, aperto all’innovazione e alla sperimentazione. E’ con questa
consapevolezza che chi visita la mostra può cogliere l’importanza del
lavoro di Galileo, come di quello di tanti altri scienziati autori di
scoperte e teorie fondamentali, in un viaggio affascinante dal Seicento ad
oggi. Si possono seguire filmati ed esperimenti “dal vivo”, lungo un
percorso espositivo stimolante e interattivo, il cui allestimento è
davvero molto piacevole ed efficace: pareti perimetrali scure rivestono
gli spazi, con immagini, video, didascalie, insieme a grandi espositori
circolari che richiamano i temi affrontati. L’exhibit
è suddiviso in sette sezioni: dopo un prologo sulla scienza ai tempi di
Galileo, si possono ammirare gli strumenti osservativi, dai primi
cannocchiali ai telescopi e ai rivelatori di raggi X e gamma; si passa poi
alla fisica del moto e alla scienza dei materiali, verso le stupefacenti
nanotecnologie. Interessantissima anche la sezione riservata al vuoto
(“Dal vuoto seicentesco al vuoto quantistico”), dove si ricorda come
l’invenzione della prima macchina pneumatica o pompa da vuoto, dovuta a
Otto von Guericke (1654), poi perfezionata da Boyle, Hooke e Huygens, sia
stata un’altra pietra miliare sulla strada della sperimentazione e della
conoscenza scientifica. Il visitatore è quindi guidato a scoprire la
duplice natura, corpuscolare e ondulatoria, della luce: fenomeni ottici
quali rifrazione, riflessione e diffrazione sono illustrati e spiegati con
grande chiarezza, insieme alla spettroscopia e alla nascita della luce dal
Sole e dalle altre stelle. Passando poi dal microscopio di Galileo ai
microscopi a forza atomica, che con sonde a scansione consentono di
analizzare superfici in scala nanometrica, si giunge all’LHC, il Large
Hadron Collider, ultimo dei grandi acceleratori di particelle, che
consentirà forse di scoprire gli ultimi componenti della materia,
risalendo anche all’origine dell’Universo, al Big Bang. Nel
cortile, infine, si può seguire un tracciato che consente di comprendere,
guardando verso strutture colorate sospese in alto, il fenomeno della
parallasse stellare annua: l’effetto parallattico, misurato per la prima
volta da Bessel nel 1838, è una conseguenza della rivoluzione terrestre
intorno al Sole. Si ritorna quindi, non solo simbolicamente, a Galileo, in
una continua osmosi tra scienza galileiana e scienza contemporanea: le
acquisizioni della scienza, anche quelle più straordinarie e quelle che
ci si propone di ottenere nel futuro, sono infatti indissolubilmente
legate alle sensate esperienze. Nell’Anno Internazionale
dell’Astronomia Il futuro di Galileo è sicuramente da
considerare una meta obbligata. Imperdibile anche il prezioso catalogo
della mostra (ed.Skira). Sede: Centro Altinate, via Altinate 71 Padova;
orario 9.00-19.00 (chiuso i lunedì non festivi). Per informazioni: www.ilfuturodigalileo.it
http://padovacultura.padovanet.it e-mail:
infocultura@comune.padova.it
Call center: 049 2010010 2 marzo 2009, Anna Busca FEBBRAIO Il D-Day si avvicina e si
moltiplicano naturalmente le iniziative connesse all’importante
anniversario darwiniano. Il Museo di Storia Naturale di Milano ospita, dal
4 all’8 febbraio, tavole rotonde, incontri, conferenze. Segnaliamo, per
il pomeriggio
del 4 febbraio Anna Busca DICEMBRE ONU e UNESCO hanno dichiarato il 2009
“Anno dell’Astronomia”: quattrocento anni orsono,infatti, nel mese
di agosto, Galileo (foto) compiva le sue prime osservazioni al
cannocchiale e Johannes Kepler pubblicava le prime due leggi che portano
il suo nome, nel testo Astronomia nova. Poco più di sessant’anni
prima, nel 1543, il De revolutionibus
orbium coelestium di Copernico aveva creato i presupposti per uno dei
più grandi cambiamenti di paradigmi culturali: il passaggio dal modello
geocentrico dell’universo, aristotelico-tolemaico, a quello
eliocentrico, già proposto da Aristarco nel IV secolo a.C. e presto
abbandonato. Le osservazioni compiute da Galileo nel 1609 portarono alla
pubblicazione, nel marzo dell’anno seguente, del Sidereus Nuncius,
dedicato a Cosimo II de’Medici, Granduca di Toscana. I disegni di
Galileo mostravano la superficie della Luna “ineguale, scabra e con
molte cavità e sporgenze”, analoga alla superficie della Terra; le
stelle e i pianeti si evidenziavano come corpi diversi, e le stelle erano
molte di più di quante se ne potesse vedere a occhio nudo. Il telescopio
rivelava anche che 15 dicembre Anna Busca NOVEMBRE Nel 1809 nasceva Charles Darwin che, cinquant’anni dopo, avrebbe pubblicato il testo forse più rivoluzionario della storia della biologia: L’origine delle specie. Il bicentenario sarà celebrato in tutto il mondo, ma intanto sono già partiti progetti e iniziative che si ispirano all’evento. A Milano l’anno darwiniano è stato ufficialmente inaugurato il 10 novembre scorso al Liceo Berchet (www.liceoberchet.it) con una conferenza tenuta dal prof. Francesco Cavalli Sforza sul tema “Evoluzione biologica, evoluzione culturale”, alla presenza di docenti e studenti, nonché di Ilaria Vinassa de Regny, fondatrice dell’Associazione Didattica Museale del Museo di Storia Naturale (www.assodidatticamuseale.it ),insieme a membri del Centro Filippo Buonarroti (www.centrofilippobuonarroti.it). Dalla selezione naturale che va interpretata come fenomeno demografico, e dalla deriva genetica, che tende a rendere omogenea una popolazione di piccole dimensioni nel tempo, Cavalli Sforza – studi a Berkeley, una laurea in filosofia a Milano, figlio di Luigi Luca, genetista e antropologo di fama mondiale, e autore di numerosi saggi - è passato poi a trattare i problemi legati all’ominazione. La storia delle mutazioni genetiche della nostra specie è anche la storia delle migrazioni dei nostri antenati, dalle origini all’espansione nei diversi continenti. L’evoluzione culturale umana è molto più veloce dell’evoluzione biologica: le idee, paragonabili alle mutazioni, sono innovazioni intenzionali, non variazioni casuali. Un’idea straordinaria di 35000 anni fa fu per esempio l’invenzione del propulsore, per scagliare con forza lance con punte di ossidiana contro i mammuth. Le idee si autoriproducono in un ambiente favorevole e sono sottoposte a selezione. Esiste anche una deriva culturale, che ha portato per esempio alla differenziazione delle lingue. La popolazione umana è aumentata di circa mille volte in 100.000 anni, ma dal ‘600 a oggi la crescita è stata davvero impressionante. La trasmissione culturale, in passato prevalentemente unidirezionale, da singolo a singolo, o dal singolo a tutti, ora può svolgersi, in senso orizzontale, da tutti verso tutti, contemporaneamente, grazie a Internet. La nostra evoluzione culturale sta quindi procedendo in modo estremamente rapido, e con modalità impensabili fino a pochi decenni fa. E la nostra evoluzione biologica? Si è forse arrestata, come sostiene il biologo britannico Steve Jones? In realtà procede anche questa, anche se l’uomo interagisce con essa, essendo in grado di manipolare geni e selezionare embrioni. Cavalli Sforza ha parlato di un progetto che gli sta particolarmente a cuore: un Parco scientifico a tema, dedicato soprattutto ai giovani e ai giovanissimi, che presenti attività e installazioni riguardanti la genetica, l’energia e l’ambiente. Intanto, chi vuole “chiacchierare” di scienza in modo piacevole, può andare al roof-garden caffetteria del Museo di Storia Naturale: due giovedì al mese, alle 18.30, si tiene un Café scientifique con docenti, ricercatori, intellettuali. Il prossimo sarà il 27 novembre, sul tema “Si può spiegare la religione da un punto di vista biologico-evolutivo?”.Per prenotare: 0288463337. Per tutte le iniziative programmate nei prossimi mesi: www.pikaia.eu. 24 Novembre Anna Busca OTTOBRE FESTIVAL DELLA SCIENZA A GENOVA E’ in pieno svolgimento la kermesse
scientifica che coinvolge il capoluogo ligure con circa 350 eventi –
mostre, laboratori, lezioni magistrali, incontri, spettacoli, caffè
scientifici – centrati sull’attualissimo tema della Diversità.
Fino al 4 novembre si potrà partecipare a dibattiti e iniziative che
toccheranno argomenti quali “Clandestini:
animali e piante senza permesso di soggiorno”,
“Quando le particelle si
scontrano”, “La diversità
microbica”, per citare solo alcuni tra i numerosissimi e
accattivanti titoli che compaiono nel programma. Per orientarsi tra le
proposte si può accedere al sito (www.festivalscienza.it)
e scegliere uno dei sei percorsi suggeriti per esplorare il tema della
diversità nelle sue molteplici sfaccettature. A Genova circa cinquecento
animatori scientifici (laureandi, dottorandi, giovani ricercatori,
studenti universitari) guideranno i visitatori, presenteranno gli eventi e
saranno sempre a disposizione per ulteriori spiegazioni e chiarimenti.
Un’occasione da non perdere per imparare divertendosi. 29 ottobre 2008 A.B INCIDENTE ALL’LHC Proprio nella stessa data della
pubblicazione dell’articolo “Alla
ricerca del bosone di Higgs”, quando l’accelerazione dei protoni
nell’impianto supertecnologico del CERN stava superando ogni aspettativa
dei ricercatori, un incidente ha improvvisamente interrotto
l’esperimento, verso mezzogiorno. Nel settore 3-4 del tunnel del Large
Hadron Collider una vasta fuga di elio ha evidenziato, come causa, un
mancato collegamento elettrico tra due magneti dell’acceleratore. Il
settore deve essere ora portato
a temperatura ambiente e i magneti coinvolti dovranno essere aperti e
ispezionati. Occorreranno dalle tre alle quattro settimane e solo quando
il controllo sarà completato si potranno dare maggiori dettagli
sull’accaduto. L’esperimento potrebbe ripartire all’inizio della
prossima primavera. Robert Aymar, Direttore Generale del CERN, mostra
tutta la sua amarezza: “Psicologicamente è un brutto colpo per tutti
– afferma – ma si continuerà a lavorare con lo stesso impegno e
rigore di sempre”. Ogni pezzo dell’LHC è unico, ed è un prototipo;
in questi casi sono sempre possibili problemi e intoppi,
soprattutto nelle fasi iniziali del suo funzionamento. Stephen Hawking
dovrà dunque aspettare parecchi mesi per sapere di aver vinto o perso la
sua scommessa sulla “particella di Dio”. Per maggiori informazioni www.cern.ch. 1 ottobre A.B. SETTEMBRE ALLA RICERCA DEL BOSONE DI HIGGS L’esperimento al CERN di Ginevra
sull’acceleratore LHG, partito il 10 settembre scorso e diventato una
sorta di evento mediatico a causa di voci tanto allarmanti quanto
infondate sui suoi presunti rischi, sta proseguendo regolarmente. I
protoni lanciati
in fasci opposti nel Large Hadron
Collider dovranno raggiungere un’energia elevatissima, accelerati
fino a quasi la velocità della luce – circa 11000 giri al secondo
dell’intero anello, lungo 19 settembre Anna Busca Il più importante
appuntamento astronomico dell’anno – il congresso annuale dell’Unione Astrofili Italiani – si svolgerà a Biella dal 19 al 21
settembre. Avrà un prologo il THE FUTURE OF SCIENCE Dal 24 al 27 settembre si svolgerà la quarta Conferenza Mondiale sul Futuro della Scienza, a Venezia (Fondazione Giorgio Cini, Isola di San Giorgio Maggiore). Il tema di questa edizione è Food and Water for Life, argomento che mette la scienza al centro di uno dei dibattiti più attuali. Nel convegno – cui parteciperanno ricercatori e scienziati da tutto il mondo, insieme a economisti, giornalisti, politici, imprenditori – si cercherà di dare una visione globale di problemi quali la penuria d’acqua, lo sviluppo di un’agricoltura sostenibile, cibo e salute, e di indicare come la scienza e la tecnologia possono contribuire a risolverli. Giovedì 25 le conferenze e la tavola rotonda saranno dedicate alla scarsità delle risorse idriche nel mondo, dove la popolazione è in continua crescita. Si esamineranno dunque strategie per portare acqua potabile a un maggior numero di abitanti del pianeta e per sviluppare sistemi in grado di fornire acqua ad industria ed agricoltura, in modo sostenibile per l’ambiente. Il giorno seguente si parlerà di una meta ambiziosa ma giusta e necessaria, ossia di come porre fine alla fame nel mondo e alla malnutrizione: il cibo è un diritto per tutti. Si discuteranno metodi per migliorare la produttività e la qualità delle piante coltivate, grazie alle attuali biotecnologie, e per ridurre l’impatto ambientale dell’agricoltura. Anche le malattie legate a un eccesso di cibo e a diete sbagliate saranno prese in esame. Sabato 27, infine, si affronteranno etica, economia e politica: è necessario comprendere tutti i problemi analizzati in una prospettiva storica, senza perdere di vista gli aspetti politici e morali ad essi legati. Per il calendario degli eventi e per seguire in diretta le conferenze ci si può collegare al sito www.thefutureofscience.org , dove sono anche registrati, in archivio, gli interventi delle passate edizioni. 14 settembre (A.B.) Il National Center for Science and Technology di Amsterdam è un museo
affascinante, proiettato nel futuro, perchè ha lo scopo fondamentale di
interessare alla Scienza e alle sue applicazioni, coinvolgendole
direttamente in una continua interattività, le ultime generazioni (e non
solo!). Il motto del museo è “vietato non
toccare”, affermazione che capovolge i comuni divieti imposti durante le
visite ai musei tradizionali. Situato nel porto di Amsterdam (Oosterdok),
nei pressi della Stazione, Nemo
appare come un’enorme nave verde che sorge dalle acque, perfettamente
integrata nel paesaggio e simbolo della conoscenza che emerge dalle
ricerche e dalle scoperte. E’ il più grande Science
Center dell’Olanda. Lo straordinario edificio, sotto il quale
passa un tunnel stradale, è frutto di un progetto del Renzo Piano Building Workshop (1997); attraverso un lungo passaggio
a scalini si può accedere a una terrazza sovrastante concepita come una
sorta di piazza-solarium, da cui, come sulla tolda di una nave, si può
godere il panorama circostante. Ma è l’interno, una specie di enorme open space attrezzato e suddiviso in spazi tematici, su cinque
piani, che si apre come un mondo fantastico. Le esperienze divertenti che
si possono compiere e che sollevano domande e curiosità sono
innumerevoli: si passa dalla fisica del moto dei corpi all’idrodinamica,
dall’ottica allo studio dell’elettricità e del magnetismo,
dall’acustica all’astronomia, dalla biologia della cellula alla
genetica. In un vero laboratorio, seguiti da esperti, i ragazzi, indossato
il camice da ricercatore, possono dedicarsi alla chimica, alla biochimica,
alla citologia, eseguendo esperimenti come l’estrazione del DNA e molto
altro. Nella sezione dedicata all’anatomia umana una buona parte si
occupa del cervello, della sua struttura e delle sue funzioni;
un settore è riservato ai teen:
forse è l’unico museo al mondo in cui si è dato spazio e rilievo ai
problemi della pubertà e dell’adolescenza. Una zona riservata ai
maggiori di 12 anni spiega, con testi, immagini, modelli, con rigore e
franchezza, “tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso”; la
riproduzione umana, la contraccezione, le malattie a trasmissione sessuale
sono trattate in modo esauriente, anche con giochi (per esempio, un gioco
sugli ormoni sessuali, oppure, più curioso, sul “french
kiss”). Oltre a giochi su vari argomenti
(imperdibile quello delle bolle di sapone giganti, in cui entrano i
bambini) i visitatori possono accedere a filmati e a spettacoli, come le
buffe “reazioni a catena” presentate all’ingresso. Al Nemo si può trascorrere l’intera giornata senza annoiarsi un solo
istante. Lo Science Center è
aperto dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 17.00 (durante le
vacanze scolastiche anche il lunedì). Per ulteriori informazioni si può
consultare il sito www.e-NEMO.nl (anche
in inglese, con filmato di presentazione e schede sulle varie attività). 1 settembre Anna Busca GIUGNO I 170 ANNI DEL MUSEO DI STORIA
NATURALE DI MILANO Giuseppe De Cristoforis, nobile
milanese, nato l’11 ottobre 1803, studiò al collegio di Volterra, in
Toscana, dove si appassionò alle scienze naturali e iniziò, appena quindicenne,
a collezionare insetti,
fossili, conchiglie, piante erbacee, minerali, raccolti durante numerose
escursioni nelle zone circostanti. Viaggiò in Italia e in Europa,
aumentando via via la sua collezione naturalistica e diventando uno dei
migliori esperti di insetti e minerali. Sposatosi nel 1823, rimase vedovo,
con due figlie, nel 1831. Incontrò nello stesso anno Georg Jan,
professore di botanica all’Università di Parma, noto collezionista di
coleotteri e lepidotteri, e a novembre De Cristoforis e Jan decisero di
unire le loro importanti raccolte naturalistiche, ben rappresentative
della flora e della fauna dell’Italia settentrionale. Si dedicarono
quindi a viaggi, ad acquisti e a scambi di pezzi della collezione. De
Cristoforis compilava l’indice dei minerali, Jan curava in particolare
l’erbario, i coleotteri e i molluschi. Nel 1832, anno in cui viaggiarono
molto - dall’Austria, all’Ungheria, fino alla Turchia - stipularono un
contratto di donazione reciproca, in caso di morte, ma nel 1833, il 1°
settembre, De Cristoforis redasse un
testamento in cui esprimeva invece la volontà di lasciare tutta la
collezione alla città di Milano, con il solo vincolo di nominare Jan suo
curatore. La raccolta si trovava in dieci stanze del palazzo milanese di
De Cristoforis, in contrada del Durino
428 (oggi via Durini 27), e qui rimase fino al 1844. Nel 1836 De
Cristoforis compì viaggi importanti, attraversando Russia, Siberia,
Finlandia, Svezia, Norvegia, Scozia, Inghilterra, Olanda, Francia e
ottenendo innumerevoli scambi e acquisti di pezzi pregevolissimi e rari,
in particolare di minerali e di animali vertebrati. Il Museo De
Cristoforis-Jan risultò essere il primo museo naturalistico in Italia per
importanza. Il 27 dicembre 25 giugno Anna Busca PHOENIX
ALLA RICERCA DELL’ACQUA SU MARTE Il 26 maggio scorso è felicemente
scesa nella zona artica di Marte la sonda Phoenix
Mars Lander, con la missione specifica di dare
prove certe dell’esistenza di acqua allo
stato liquido nel sottosuolo marziano. In superficie, per i bassi valori
di temperatura e pressione del pianeta, il ghiaccio d’acqua sublima e si
trasforma in vapore, ma ad una certa profondità le condizioni cambiano e
la fusione del ghiaccio diventa possibile. Già i robot Spirit
e Opportunity, nelle precedenti
missioni, hanno trovato concrezioni (blueberries)
e rocce particolari, che sono tracce convincenti di un lontano passaggio
di acqua liquida, ma la questione che si pongono gli scienziati è se
attualmente esiste, e dove; e naturalmente una sua eventuale scoperta
porterebbe a cercare con maggiore entusiasmo microfossili, o addirittura
qualche forma di vita, seppure primordiale. E ancora, l’ipotesi di una
futura missione umana su Marte prenderebbe forza, perché si potrebbe
contare su qualche risorsa idrica, davvero utilissima se si pensa che il
viaggio richiederà sei mesi (mentre sono necessari solo tre giorni per
arrivare sulla Luna). Un
risultato importante è già stato raggiunto: una patina biancastra
trovata e fotografata da Phoenix si è dissolta in poco tempo, rivelandosi
ghiaccio d’acqua. Intanto, la sonda sta analizzando al microscopio un
campione di suolo marziano, costituito da una leggera polvere, e si
aspettano gli esiti. Per maggiori informazioni si può consultare il sito
del Jet Propulsion Laboratory di
Pasadena: www.jpl.nasa.gov.
(A.B.) A pochi giorni di
distanza, tre terremoti in Paesi affacciati sul Mediterraneo: il primo in
Algeria, il 6 giugno, di magnitudo 5,5, il secondo in Grecia, l’8, nel
Peloponneso (magnitudo 6,5),
seguito da un sisma nella parte orientale di Creta, il 12 giugno
(magnitudo 5,5). Già a febbraio si era registrato un terremoto in Grecia,
con epicentro a 13 giugno 2008 Anna Busca MAGGIO Dal 18 maggio all’8 giugno si
susseguiranno iniziative e incontri in occasione del 2° Festival della
Biodiversità (programma completo nel sito www.festivalbiodiversita.it
) promosso dal Parco Nord Milano, in collaborazione con
il WWF, (A.B.) Domenica
25 maggio le 130 oasi WWF sparse in tutta Italia saranno aperte ai
visitatori che potranno entrare gratuitamente e aderire alle iniziative
proposte. (A.B.) APRILE I FONDI DEL CAFFE’? UNA RISORSA Al Dipartimento di Ingegneria Chimica
dell’Università (A.B.) VEDERE Inaugurata il 31 marzo al Teatro Dal
Verme proseguirà fino al 6 aprile allo Spazio Oberdan la rassegna di film
e documentari scientifici “Vedere (A.B.) FEBBRAIO Un intervento molto interessante,
nell’ambito del ciclo di incontri del Darwin
day milanese al Museo di Storia Naturale, è stato quello tenuto il 16
febbraio dalla genetista Chiara Tonelli (foto), docente universitaria e
coautrice di testi insieme a Edoardo
Boncinelli (Dal moscerino all’uomo: una stretta parentela) e a Umberto
Veronesi (Che cosa sono gli OGM),
della ed.Sperling & Kupfer. Il suo gruppo di ricerca si occupa
principalmente della logica del controllo trascrizionale in piante
modello, della morte cellulare programmata in Arabidopsis,
della regolazione genica della biosintesi dei flavonoidi.
Lo studio della regolazione genetica delle piante è fondamentale
per comprendere come”spegnere” o “accendere” determinati geni, in
funzione degli scopi che i ricercatori perseguono: e i risultati attuali
sono importanti. Nel campo delle risorse energetiche, per esempio, si sta
cercando di ottenere piante da cui ottenere biofuel, bioetanolo da utilizzare come carburante, tali da
richiedere bassi costi in termini di fertilizzanti e d’acqua utilizzata:
infatti solo riducendo le spese per la loro coltivazione si potrà
ottenere un prodotto competitivo sul mercato, oltre che ecocompatibile. Il
mais ha bisogno di troppa acqua e concime, quindi le sue piantagioni per
la produzione del biofuel sono
antieconomiche. La ricerca è mirata alla coltivazione di piante ad
hoc, in cui, per esempio, si sia ottenuto il knock out dei geni che controllano l’apertura e la chiusura degli
stomi: riducendo la perdita d’acqua per traspirazione, la pianta ne
consumerà di meno. Una pianta molto
studiata in proposito è il Miscanthus,
di origine asiatica, facile da coltivare. Anche la biofarmaceutica è
grandemente coinvolta nei lavori di ricerca genetica sui vegetali, in
particolare per la biosintesi di flavonoidi, antiossidanti polifenolici,
tra cui gli antociani, presenti soprattutto nella buccia dei frutti. Gli
antociani hanno un notevole ruolo nella prevenzione dell’infarto del
miocardio; assumere regolarmente spremute di frutti rossi e mirtilli
protegge il cuore in modo efficace. Si sono ottenuti dei pomodori OGM
iperpigmentati, dal colore viola, che non sono in commercio come alimento,
ma vengono studiati per la loro produzione di antiossidanti (soprattutto
il licopene). Dai frutti, per esempio dalle banane, si possono ottenere
anche vaccini. Si possono poi creare piante adatte a crescere su terreni
inquinati da cadmio, mercurio, sostanze nocive, che vengono
assimilate nei loro tessuti decontaminando così il suolo: le piante poi
si raccolgono e la detossificazione può avvenire a costi inferiori
rispetto ad interventi diretti. In conclusione, le piante del futuro
potranno essere di grandissimo aiuto per tutti, in molti ambiti
fondamentali che riguardano la salute dell’uomo e del pianeta. 21 febbraio 2008 Anna Busca DARWIN DAY 2008 Dal 12 febbraio prenderanno l’avvio eventi e manifestazioni correlati alle celebrazioni del “compleanno” di Charles Darwin, in vista del bicentenario della nascita che cadrà nel 2009. Ricco il calendario degli incontri, naturalmente centrati sulle teorie evolutive e in particolare sul tema della domesticazione. Al Museo di Storia naturale di Milano parleranno Giulio Giorello (Il doppio “delitto” di Charles Darwin), Enrico Banfi (Domesticazioni “in sordina”), Manuela Giovanetti (OGM e microrganismi benefici del suolo), Chiara Tonelli (L’evoluzione continua: le piante del futuro) ed altri ricercatori e docenti universitari. Intervengono, anche in altre sedi, Edoardo Boncinelli, Marcello Buiatti, il bioarcheologo inglese Keith Dobney e numerosi illustri relatori. Per il calendario completo delle iniziative, gli orari e le sedi consultare il portale dell’evoluzione www.pikaia.eu. 6 febbraio (A.B.) DICEMBRE IL 2008: ANNO DELLA TERRA Grazie
all’UNESCO e all’Unione Internazionale delle Scienze Geologiche, che
avevano formulato una proposta in tal senso, l’Assemblea Generale delle
Nazioni Unite ha dichiarato il 2008 International Year of Planet Earth
(IYPE). Come si legge nel sito ufficiale (http://yearofplanetearth.org)
lo scopo fondamentale da perseguire nel 2008 sarà rendere consapevole
la gente delle conoscenze attuali sul nostro pianeta, risultato
della ricerca di circa 400.000 scienziati,
e di come tali conoscenze possono essere utilizzate per renderlo più
sicuro e più in buona salute,
a vantaggio dei nostri figli e dei nostri nipoti. Il programma
scientifico, che sarà attuato in circa 70 Paesi delle Nazioni Unite che
finora vi hanno aderito, con il supporto di un crescente numero di
organizzazioni internazionali, prevede interventi su molti temi: clima,
salute, acque superficiali, oceani, suolo, interno della Terra,
megalopoli, rischi, risorse e vita. Prepariamoci dunque ad un anno molto
ricco di iniziative in proposito e mirato a coinvolgere noi abitanti del
pianeta Terra nel sostegno ai piani di sviluppo sostenibile. (A.B) Il
2008 vedrà le celebrazioni di numerosi anniversari importanti, molti dei
quali legati al mondo della scienza: ne citiamo solo alcuni. Un secolo fa
riceveva il Premio Nobel per la Chimica il neozelandese Ernest Rutherford,
“per la sua ricerca sulle disintegrazioni degli elementi e la chimica
delle sostanze radioattive”. Fu grazie al lavoro di
Rutherford e del suo gruppo di ricercatori a Manchester –
particolarmente importante il famoso esperimento del bombardamento
di una lamina d’oro con i raggi alfa, del 1911 -
che si arrivò a formulare il modello atomico planetario. L’atomo
cessava di essere “pieno” e diventava fondamentalmente “vuoto”,
con un nucleo piccolissimo di carica positiva al centro, intorno al quale
orbitavano gli elettroni negativi, come in un microscopico sistema solare.
Questo modello fu poi elaborato da Bohr alla luce della teoria
quantistica, e successivamente portò alla formulazione dell’atomo a
orbitali. Quello stesso anno moriva il fisico francese Antoine Henry
Bequerel, cui tanto si deve per la ricerca sulla radioattività. Il 30
giugno 1908 si verificò in Siberia il noto “episodio di Tunguska”:
un’enorme, misteriosa esplosione devastò più di 2000 km2 di
foresta. Ancora oggi ricercatori – geologi, astronomi, fisici, chimici -
si recano sul luogo per esaminare reperti e
chiarire definitivamente le cause del disastro, anche se sembrano
evidenti tracce che portano a
un nucleo cometario, esploso prima dell’impatto. Il 28 dicembre, alle
5.21 del mattino, fu invece la Terra a tremare e a portare devastazioni:
Messina e Reggio Calabria furono distrutte da un violentissimo terremoto.
Le vittime furono 80.000 a Messina (su 130.000 abitanti) e 15.000 a Reggio
(su 45.000). Messina si prepara a celebrare l’anniversario della
catastrofe con mostre, convegni, spettacoli teatrali e l’esecuzione di
un Requiem appositamente composto. 28 dicembre Anna Busca QUARANT’ANNI FA IL PRIMO TRAPIANTO CARDIACO Il 2 dicembre 1967 al Groote Schuur Hospital di Città del Capo, in Sudafrica, un cardiochirurgo quarantacinquenne fino ad allora sconosciuto inaugurava un’era nuova nella storia dei trapianti d’organo: in un intervento durato circa nove ore, grazie ad un team di una trentina di medici e infermieri, Christiaan Barnard sostituì il cuore gravemente compromesso di un paziente diabetico, Louis Washkansky, con quello prelevato da una giovane donna, Denise Darvall, deceduta per un incidente automobilistico. Enorme fu l’impressione nel mondo: sembrava che il mito di Frankenstein diventasse realtà. Il trapiantato sopravvisse per diciotto giorni: la morte fu causata da un’infezione da Pneumocystis pneumoniae, che colpì Washkansky a causa della forte terapia immunosoppressiva cui era stato sottoposto. Un mese dopo Barnard trapiantò il muscolo cardiaco ad un altro malato, Philip Blaiberg, che morì un anno e mezzo dopo l’intervento. Nel 1969 fu operata Dorothy Fisher, che sopravvisse per ben ventiquattro anni. Dal 1984, grazie agli ultimi farmaci immunosoppressori, più efficaci, “eredi” della ciclosporina, più di due terzi dei pazienti trapiantati restano vivi e in buona salute a cinque anni dall’operazione. Il trapianto cardiaco oggi è quasi di routine e non suscita più alcun clamore. Stupiscono molto invece i trapianti della faccia o degli organi genitali, per esempio, e suscitano attualmente grandi dibattiti e speranze quelli delle cellule staminali. Sono trascorsi solo quattrocento anni dalla pubblicazione del testo De Curtorum Chirurgia per insitionem di Gaspare Tagliacozzi (1596), considerato il fondatore della chirurgia dei trapianti: egli riusciva a compiere con successo innesti di cute prelevata dallo stesso paziente, mentre falliva quelli che coinvolgevano altri donatori. Considerava il rigetto la prova inoppugnabile della “forza e potere dell’individualità”. Ma la ricerca scientifica e il coraggio dei pionieri della chirurgia dei trapianti hanno sconfitto molti ostacoli. A Città del Capo il Christiaan Barnard Memorial Hospital ricorda chi si impegnò in questa lotta fino a quando – ironia della sorte – un’artrite reumatoide gli impedì l’uso delle mani costringendolo ad abbandonare la sala operatoria nel 1983. Barnard morì nel 2001. 1 ottobre Anna Busca NOVEMBRE L’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro ha celebrato il 9 novembre la sua Giornata, con manifestazioni ed eventi in tutta Italia. Sabato 10, in venti città italiane, i ricercatori oncologici hanno incontrato il pubblico per esporre gli ultimi risultati dei loro lavori e per dibattere intorno al tema comune scelto quest’anno: L’ambiente da difendere è anche dentro di noi. La prevenzione passa dunque attraverso una sorta di approccio “ecologista” nei confronti del nostro ambiente interno, dove operano i nostri geni. Le cause all’origine del cancro sono da ricercare anche dentro il nostro organismo: fattori di rischio sono il fumo, le radiazioni solari, una cattiva alimentazione, l’inquinamento, ma anche geni “impazziti” che sfruttano in modo anomalo l’ambiente cellulare per sviluppare e alimentare il tumore. Fra pochi giorni sarà disponibile sul sito AIRC (www.airc.it) la registrazione dell’incontro di Roma, al Campidoglio, con Umberto Veronesi (Istituto Europeo di Oncologia di Milano), Paola Muti (Ist.Tumori Regina Elena di Roma), Riccardo Dalla Favera (Columbia University, New York), e il matematico Pier Giorgio Odifreddi. Sullo stesso sito sono disponibili interessanti lavori con schede e animazioni, Educational interattivi, sui diversi argomenti correlati: si può iniziare dal recentissimo La società delle cellule, per poi vedere i precedenti (I geni della cura, Il linguaggio delle cellule, La Postgenomica). La RAI fino all’11 novembre dedica numerose trasmissioni alla raccolta fondi per la ricerca, ospitando anche ricercatori e scienziati. Umberto Veronesi parteciperà ad Elisir, la serie televisiva di incontri dedicati alla salute. Anche il gioco del calcio sostiene le iniziative legate alla raccolta fondi. Per informazioni sul calendario si può consultare il sito www.airc.it 10 novembre (A.B.) OTTOBRE IL FESTIVAL DELLA SCIENZA A GENOVA
(A.B) SETTEMBRE BERGAMO SCIENZA 2007 Parte lunedì 1 ottobre – per concludersi domenica 21 - la V edizione di questa interessante kermesse scientifica, che si avvarrà, come nelle passate edizioni, di conferenze, lezioni, laboratori interattivi, tavole rotonde, concerti, spettacoli teatrali, mostre: tutto all’insegna di un aggiornamento culturale rivolto a un pubblico affascinato dai grandi temi del dibattito scientifico attuale. I relatori sono soprattutto italiani e tra loro spiccano Piergiorgio Odifreddi, Luca Cavalli-Sforza, Edoardo Boncinelli, Giovanni Caprara; partecipano anche docenti e ricercatori del MIT di Boston, di università statunitensi, inglesi, tedesche, e il Premio Nobel 1981 per la Chimica, Roald Hoffmann, che è anche drammaturgo e scrittore. Qualche titolo: “Può l’uomo far ricrescere organi che hanno smesso di crescere?”, “Il genoma umano: dove siamo e dove andiamo”, “Riscaldamento del globo: stiamo aumentando la forza degli uragani?”, “Le fonti energetiche del futuro”, “La città cablata”, “Le scienze del restauro”, “Ingegnerizzare le cellule per scoprirne nuove funzioni”. Gli ingressi sono sempre gratuiti, fino ad esaurimento dei posti. Per il programma completo della manifestazione si può consultare il sito www.bergamoscienza.it Milano, 29 settembre 2007 (A.B.) ARRIVA ASTRONOMIX! 20 settembre 2007, A.B. SULLE SPALLE DEI GIGANTI Riparte il ciclo di conferenze e incontri con i protagonisti della ricerca scientifica e tecnologica attuale, nella sede “storica” milanese del Museo “Leonardo da Vinci”, con ingresso libero (fino ad esaurimento dei posti) in via Olona 6 bis. Martedì 25 settembre, alle 18.30, parlerà il tenente colonnello dell’Arma dei Carabinieri Luciano Garofano, dal 1995 comandante del famoso RIS (Reparto Investigazioni Scientifiche) di Parma, laureato in Scienze Biologiche e specializzato in Tossicologia forense. L’analisi del DNA ha dato una svolta fondamentale alle modalità di conduzione di un’indagine riguardante un delitto o una violenza sessuale o altri casi giudiziari. Sono ormai moltissimi gli esempi da citare, dove le impronte biologiche hanno consentito di rivelare l’identità di una vittima sconosciuta, oppure di scoprire il colpevole di un omicidio, scagionando pertanto eventuali altri indagati. La cosiddetta “genetica forense”è oggetto quindi di grande interesse e sviluppi. La questione da dibattere è: si aprirà anche in Italia, come in Gran Bretagna e in altri Paesi, una Banca dati di DNA? Quale sarebbe la sua utilità? Si può ritenere una violazione della privacy del cittadino? In linea con questo tema le conferenze successive, tenute da Luigi L.Cavalli Sforza (“Il futuro del genoma e la diversità umana”, 24/10) e da Edoardo Boncinelli (“Scienza e società”, 20/11). Per informazioni: www.museoscienza.org 15 settembre (A.B.) THE
FUTURE OF SCIENCE 2007 “The Energy Challenge”,
“La sfida energetica”, è il titolo scelto per la terza edizione del
convegno internazionale “The future of science”, che si terrà
a Venezia dal 19 al 22 settembre.,organizzato dalle fondazioni Umberto
Veronesi, Giorgio Cini e Silvio Tronchetti Provera. La prima giornata sarà
centrata sulla cerimonia d’apertura; il 20 si discuterà di fonti
energetiche attuali e future, il 21 di ambiente e salute, il 22 di etica,
politica ed economia. Tra i relatori spiccano il Nobel Carlo Rubbia, che
parlerà di energie rinnovabili, James Lovelock, che tratterà dell’uso
dell’energia e degli effetti sugli animali, Peter Atkins, che ha il
compito di introdurre le conferenze con il tema “La natura
dell’energia”. Molto interessante sarà il dibattito sul riscaldamento
globale (ne parleranno in particolare Richard Lindzen, del MIT, Richard
Klausner, H.J. Schellnhuber) e sul mondo “post-Kyoto”. Ancora
troppo esiguo il numero di scienziate partecipanti, per cui il convegno è
tutto “al maschile”. Per il programma dettagliato, gli abstract
degli interventi e i profili dei relatori: www.thefutureofscience.org.
Tel.0276018187, info@thefutureofscience.org.
10 settembre (A.B.) ANCHE BUFFON COMPIE TRECENTO ANNI Il 7 settembre 1707, qualche mese
dopo Linneo, nasceva in
Borgogna, a Montbard, Georges
Louis Leclerc, figlio di Benjamin, che dieci anni dopo sarebbe diventato
consigliere del parlamento a Dijon, e di Anne-Christine Martin. Dopo aver
studiato dai gesuiti, si dedicò al diritto per poi passare a studi di
matematica e botanica ad Angers. I suoi interessi per le scienze l’avrebbero portato a diventare uno dei
maggiori naturalisti del Settecento, più noto sotto il nome di Buffon,
con cui si fece chiamare fin dal 1734 (divenne poi conte di Buffon, una
località della signoria di famiglia, nel 1773). Venne a contatto con
importanti matematici del tempo, viaggiando soprattutto in Svizzera e in
Italia; a Parigi conobbe il filosofo Voltaire. Giovanissimo, divenne
membro dell’Accademia delle Scienze.Nominato
curatore del Jardin du Roi nel 1739, ebbe modo di occuparsi in modo
approfondito delle scienze naturali, alle quali consacrò tutto il suo
lavoro. Fondamentale la sua opera enciclopedica Histoire naturelle, générale
et particulière, in 36 volumi, pubblicati tra il 1749 e il 1789, che
gli diede fama e onore: dedicata al mondo vivente ma anche ai minerali e
al pianeta Terra, di cui Buffon immaginava l’origine legata a
interazioni tra Sole e comete. Riteneva anche che l’età della Terra
fosse di diverse decine di migliaia di anni, in contrasto con le
convinzioni religiose dell’epoca.
Il termine “Histoire” si contrapponeva inoltre ad un’idea
fissista della natura, e questo lo poneva certamente in disaccordo con
Linneo, di cui non condivideva alcuni principi di classificazione degli
organismi. In effetti Buffon non era un sistematico, e nella sua
monumentale opera compaiono errori e idee che sono in realtà ancora
retaggio aristotelico o pliniano. Ciononostante la sua importanza per gli
studi successivi resta grandissima: Buffon getta infatti le basi per
lavori di anatomia comparata che saranno pilastri portanti delle teorie
evolutive; la stessa ipotesi di un cambiamento delle specie risulta
innovativa per l’epoca. L’affermazione “Le grand ouvrier de la
Nature est le Temps” (Les Animaux sauvages, IR VI, 1756), per
esempio, comporta importanti implicazioni culturali, in primis
l’allontanamento dall’idea
di un Grand Ouvrier di
natura divina. Senz’altro i lavori di Buffon influenzarono il giovane
Lamarck, che per un breve periodo, nel 1781, fu anche precettore del
figlio adolescente di Buffon, Georges-Luis-Marie, detto Buffonet, che
sarebbe poi morto tragicamente durante il Terrore (ghigliottinato nel
1794, trentenne, nello stesso anno e nello stesso modo in cui morì il
grande chimico Lavoisier). A Buffon, che aveva perso precedentemente una
figlia in tenerissima età e l’amata moglie a soli trentasette anni, fu
almeno risparmiato il dolore della perdita dell’unico figlio: era
infatti già morto, sei anni prima.
Per approfondimenti, un sito molto interessante dedicato al grande
naturalista: www.buffon.cnrs.fr 6 settembre 2007, Anna Busca In un incontro pubblico al Planetario
Hoepli di Milano, tenutosi il 3 settembre, sono stati
annunciati ufficialmente i nomi dei vincitori del prestigioso premio che
da cinquant’anni viene assegnato a scienziati, studiosi, artisti, scelti
tra candidati segnalati da università, istituzioni culturali e accademie
di tutto il mondo. Tra
le materie premiande, scelte ogni anno, risultavano per il 2007 anche
l’immunologia e la nanoscienza, che hanno visto rispettivamente come
vincitori lo statunitense Bruce Beutler congiuntamente al francese Jules
Hoffmann (nella foto), per gli esiti dei loro studi sull’immunità
innata, e il giapponese Sumio Iijima (nella foto), per i suoi lavori sui
nanotubi di carbonio a parete singola. Autorevoli membri del Comitato
Generale della Fondazione Balzan – tra cui il professor Nicola Cabibbo,
docente di Fisica alla Sapienza di Roma - hanno illustrato le motivazioni
dell’assegnazione dei premi, che hanno messo in luce gli aspetti
fondamentali delle ricerche e la loro importanza scientifica. Beutler e
Hoffmann -The Scripps Research Institute, La Jolla e Académie des
Sciences, Parigi- hanno saputo chiarire i meccanismi molecolari e genetici
dell’immunità innata degli insetti, isolando peptidi responsabili della
risposta immunitaria contro batteri e funghi, ed evidenziando anche i
recettori di tali molecole e i geni coinvolti. Hanno messo in luce gli
stretti legami tra l’immunità innata degli invertebrati e quella
adattativa, più evoluta e complessa, dei Vertebrati superiori. I loro
lavori aprono la strada a studi innovativi sui vaccini, sulle allergie,
sulle malattie autoimmuni. Iijima (Meijo University, Nagoya), ha lavorato
su strutture costituite da atomi di carbonio legati in strutture
esagonali, che si avvolgono a formare fibre dello spessore di nanometri e
della lunghezza di millimetri o centimetri. Tali nanotubi, ad alta
resistenza, si prestano a varie applicazioni, per esempio per costruire
diodi, transistor, display o per rinforzare altri materiali. Il professor
Paolo de Bernardis ( nella foto), vincitore
del Premio Balzan 2006 per “Astronomia e astrofisica osservative”, ha
poi tenuto una Lectio magistralis sul tema “Archeologia
dell’Universo”. Dal paradosso di Olbers, dovuto all’idea newtoniana
di spazio assoluto e universo statico,
fino alla sua soluzione grazie a nuovi strumenti rilevatori che
hanno consentire l’indagine nell’infrarosso e nelle microonde (come
nell’esperimento BOOMERang su pallone stratosferico in Antartide),
passando attraverso la teoria della relatività di Einstein, il red
shift delle galassie, la legge di Hubble, l’espansione
dell’universo, la radiazione di fondo, de Bernardis ha compiuto un
viaggio nel tempo e nello spazio, chiudendo l’affascinante lezione con
l’immagine di un universo “neonato”- luminosissimo se i nostri occhi
potessero percepire le microonde - e con l’enigma della materia e
dell’energia oscure. Di
grande fascino anche il luogo in cui si è svolto l’incontro: il
Conservatore del Planetario, Fabio Peri, ha potuto mostrare il cielo di
Milano sottolineando l’effetto spiacevole dell’inquinamento luminoso,
che impedisce l’osservazione della maggior parte delle stelle; dopo aver
ricordato che il 2009 sarà l’Anno Internazionale dell’Astronomia, ha
ringraziato l’Assessore alla Cultura Vittorio Sgarbi per il suo
precedente intervento, che suggeriva che la metà del Premio vinto per
l’astronomia (e che obbligatoriamente deve essere destinato dal premiato
a progetti di ricerca) potesse andare proprio al Planetario per
l’acquisto di un nuovo strumento più moderno. Tale proposta risultava
anche in sintonia con quanto detto in apertura dal Sindaco Letizia Moratti,
che ha infatti auspicato una sinergia tra Comune di Milano e Fondazione
Balzan, per finanziare lavori di ricerca e studi scientifici che possano
avere ricadute importanti per la città. Il Sindaco ha ricordato che
Milano è l’unico Comune ad avere un Assessorato alla Ricerca e si pensa
anche ad un Polo del Farmaco, ad una collaborazione col Politecnico, e
alla cablatura della città, che consentirebbe anche, per esempio, di
seguire corsi universitari tramite una rete cablata del Comune. Sergio
Romano, Presidente del Comitato Generale Premi, insieme a Bruno
Bottai, Presidente della Fondazione, presentando origini e fini del Premio
Balzan ha espresso il suo parere favorevole, condividendo con
soddisfazione quanto proposto. Il Premio verrà consegnato ai vincitori il
prossimo 23 novembre a Berna. Per ulteriori informazioni www.balzan.it 4 settembre 2007, Anna Busca
MAGGIO FESTIVAL DELLA BIODIVERSITA’ Fino al 5 giugno sono previste in
tutta Italia manifestazioni, mostre, iniziative dedicate soprattutto ai
giovani, mirate a sottolineare l’importanza della biodiversità. Questo
termine indica la varietà di specie presenti in un ecosistema: un alto
numero di specie appartenenti ad una comunità ecologica rappresenta un
complesso equilibrio che va preservato come patrimonio prezioso, ed è
fonte di conoscenze sul mondo vivente in quanto terreno fertile per i
processi evolutivi. Sappiamo che gli ambienti connotati da una
straordinaria biodiversità sono la foresta amazzonica e le barriere
coralline, ma anche un bosco o uno stagno possono rivelare
la presenza di molteplici forme di vita. Gli ecosistemi devono
essere considerati risorse di
valore inestimabile, ma la
pressione antropica sull’ambiente è tanto elevata da non garantirne il
mantenimento, e il numero di specie in pericolo va aumentando. Molti Paesi
si sono impegnati per ridurre la perdita della biodiversità entro il
2010, ma tale obiettivo si potrà raggiungere solo con un’effettiva
azione governativa di protezione ambientale unita alla sensibilizzazione
di una larga fascia della popolazione sulle tematiche ecologiche. Dopo la Giornata
delle oasi, svoltasi domenica 20 maggio con l’apertura gratuita al
pubblico delle Oasi naturalistiche del WWF (grande l’affluenza di
visitatori!), si continua con conferenze e incontri nei Musei di Storia
Naturale, nelle sedi universitarie e nei Parchi. A Milano la sede
preferenziale è il Parco Nord, dove si svolgeranno visite guidate, giochi
e laboratori creativi, dibattiti, accompagnati da eventi teatrali e
cinematografici; l’Università Bicocca organizza due convegni il 28 e il
29 maggio. Il 24 maggio si celebrerà la Giornata Europea dei Parchi, il 5
giugno la Giornata Mondiale dell’Ambiente. Per maggiori informazioni
www.festivalbiodiversita.it,
www.wwf.it,
www.corpoforestale.it . Milano, 21 maggio 2007 A. B. LINNEO: UN “COMPLEANNO” DA
NON DIMENTICARE Nel 2009 si celebrerà,
nei Musei di Storia Naturale di tutto il mondo, il bicentenario della nascita di
Charles Darwin, e
già associazioni e istituzioni scientifiche si sono mosse festeggiando a
febbraio, ormai da qualche anno, il Darwin day. Ma in questi
giorni occorre ricordare un altro illustre anniversario, e di un altro
Carlo, che ha dato senza dubbio un contributo grandissimo agli studi
naturalistici, pur essendo un convinto creazionista-fissista e quindi ben
lontano dalle idee che, un secolo dopo, sarebbero state sostenute con
tanta risonanza e successo da Darwin.
Si tratta dello svedese Carl Nilsson, o meglio Linneo, così
conosciuto perché firmava i suoi lavori con il nome latinizzato
“Carolus Linnaeus”. La scelta di tale cognome
trae origine dal fatto che in una proprietà di famiglia crescevano
numerosi tigli, chiamati “Linn” nel dialetto locale, da cui derivava
il nome della proprietà stessa (“Linnegard”). Linneo nacque il
23 maggio 1707, esattamente trecento anni fa,
in provincia di Rashult. Era figlio di un pastore luterano, Nils
Ingemarsson, appassionato di piante e giardini, e certamente gli interessi
botanici del padre coinvolsero il giovane Carl. Seguì – come fece poi
Darwin - studi di medicina, a vent’anni, prima a Lund e poi a Uppsala,
principalmente per il fatto che tale indirizzo consentiva di approfondire
le conoscenze sulle piante medicinali. Nel 1731 pubblicò un saggio sulla
classificazione delle piante, basata sui loro organi riproduttivi.
L’Accademia delle Scienze lo inviò in Lapponia e nella Svezia centrale
a capo di spedizioni scientifiche, col compito di
studiare la flora locale. Percorrendo circa 7000 chilometri, scoprì
un centinaio di nuove specie vegetali. Linneo si trasferì poi nei Paesi
Bassi, dove conseguì la laurea in medicina presso l’Università di
Harderwjick. Qui ebbe modo di conoscere diversi naturalisti importanti,
come il medico-botanico Hermann Boerhaave, e pubblicò la prima edizione
del Systema Naturae (1735). Il trattato classificava gli
esseri viventi, suddivisi in due Regni – Animalia e Plantae
– e i minerali, considerati un terzo regno, secondo criteri soprattutto
morfologici, e si basava su lavori precedenti di un naturalista del XVI
secolo, Otto Brunfelds. Viaggiò in Francia e in Spagna tra il 1735 e il
1738 e poi ritornò in Svezia, dove esercitò la professione di medico, a
Stoccolma, specializzandosi nelle cure per la sifilide. Nel 1741, a soli
trentaquattro anni, ottenne la cattedra di Medicina all’Università di
Uppsala, e l’anno seguente quella di Botanica, che tenne fino alla
morte. Nel 1747 fu nominato medico della Casa Reale di Svezia, e nel 1762
gli fu conferito un titolo nobiliare
(da quell’anno assunse come nome Carl von Linnè). Morì nel
1778, e in seguito le sue collezioni, i suoi manoscritti e la sua
biblioteca furono acquistati dal naturalista inglese Sir James Edward
Smith, che fondò
la famosa Linnean Society of London. L’opera fondamentale
di Linneo, il Systema naturae, ebbe numerose edizioni successive,
in cui via via veniva migliorata la classificazione precedente e perfezionata
la nomenclatura binomia, tuttora usata dai biologi,
ossia l’identificazione di una specie mediante un primo nome, un
sostantivo con l’iniziale maiuscola, corrispondente alla categoria
“genere”, e un secondo nome, scritto minuscolo, per lo più un
aggettivo, corrispondente alla categoria “specie”. Entrambi i nomi
erano scritti in latino e consentivano ai naturalisti un riconoscimento più
facile dei viventi, evitando la confusione che poteva nascere dall’uso
di nomi comuni nelle diverse lingue. Generi simili venivano raggruppati in
famiglie, le famiglie in classi, le classi in tipi, questi in regni. Le
classi degli animali erano sei: vermi, insetti, pesci, rettili, uccelli e
mammiferi. La tassonomia linneana, così gerarchica, ordinava utilmente i
viventi e rendeva più semplici le comunicazioni tra i naturalisti. Le
nuove specie scoperte, che per lo più arrivavano in Europa dagli altri
continenti, potevano essere denominate e inserite in un gruppo, come una
scheda in un archivio. Non sempre in realtà le suddivisioni operate da
Linneo avevano davvero valore scientifico: egli, per esempio, classificò
gli Aves in sei gruppi
solo per creare armonia con i sei gruppi in cui aveva diviso i Mammalia.
Lo scopo di Linneo, dichiarato nella presentazione dell’opera, era in
effetti più filosofico-religioso che scientifico: egli voleva,
fondamentalmente, mostrare
l’ordine e l’armonia della creazione divina. Paradossalmente, invece,
fu proprio il suo meticoloso lavoro di classificazione a creare i
presupposti per le idee evoluzioniste. I naturalisti cominciarono infatti
a porsi sempre più spesso domande sulla complessità del mondo vivente,
sulle somiglianze tra specie di
continenti diversi, sui caratteri distintivi di organismi molto simili,
sulle vestigia, sul significato dei fossili, sul concetto stesso di
specie. Inoltre Linneo, classificando l’uomo come animale appartenente
alla specie Homo sapiens, l’aveva di fatto tolto da quella
posizione di “supremazia” biologica sostenuta dal pensiero
aristotelico. E il problema dell’Origine (delle specie,
dell’uomo, della vita, della Terra…) si ripropose con maggior forza,
in un clima culturale reso intanto più vivace e razionale
dall’illuminismo. (Per maggiori informazioni sulle
celebrazioni del 3° Centenario di Linneo: www.linnean.org
, sito della Linnean Society of London). Milano, 10 maggio 2007 Anna Busca UNA “PASSEGGIATA” ASTRONOMICA La sera del 19 maggio, camminando per
le strade di qualsiasi città, si correrà il rischio di vedere qua e là
crocchi di persone con gli occhi al cielo. Staranno seguendo le
indicazioni di qualche esperto che indicherà loro pianeti e costellazioni
e guiderà le osservazioni con
telescopi amatoriali, spesso costruiti con tubi di cartone. Nulla
di cui stupirsi: si tratta infatti di un’iniziativa tanto singolare
quanto lodevole, la 1st International Sidewalk Astronomy Night,
ovvero la 1^ notte internazionale dell’astronomia “da marciapiede”,
proposta dal californiano John Dobson, l’inventore del telescopio
dobsoniano (telescopio newtoniano altazimutale) e fondatore dell’omonima
associazione di San Francisco dedicata proprio a questo tipo di approccio
alle stelle, aperto a tutti. Le associazioni astrofile sono invitate
quindi a posizionare telescopi portatili sui marciapiedi e ad aspettare
che la gente si avvicini, incuriosita. L’inquinamento luminoso non
impedirà l’emozionante osservazione della Luna (sarà una falce
sottile) e di Saturno con i suoi anelli. Ricordiamo che il 22 maggio, a
partire dalle h 21.40 circa, ci sarà una spettacolare occultazione
proprio di questo pianeta da parte della Luna: la si potrà seguire anche
tramite un collegamento in diretta grazie al sito www.uai.it,
in collaborazione con il Corriere della Sera. 8 MAGGIO A.B. APRILE IL PRINCIPIO
D’INDETERMINAZIONE COMPIE OTTANT’ANNI Nato a Wurzburg nel
dicembre 1901, laureato in Fisica all’Università di Monaco nel
1923, con risultati deludenti a causa del suo scarso interesse per la
Fisica sperimentale, Werner
Heisenberg ha solo venticinque anni quando formula il suo famoso Principio,
una sorta di fondamentale spartiacque per tutta la fisica teorica. E’
infatti il mese di marzo del 1927 quando il giovane Werner – già
assistente di Niels Bohr (foto in basso) a Copenhagen - spedisce alla rivista Zeitschrift
fur Physik l’articolo che contiene il principio
d’indeterminazione. Come dirà in seguito, fu in particolare una frase
di Albert Einstein - “E’
la teoria a decidere che cosa possiamo osservare” - a suggerirgli una
serie di riflessioni sulla
natura del moto dell’elettrone. Heisenberg
si chiede se la meccanica quantistica è in grado di rappresentare il
fatto che un elettrone di un atomo si trovi approssimativamente in un
punto dato e si stia spostando approssimativamente a una
velocità data. Inoltre, si domanda se si è effettivamente in grado di
calcolare posizione e velocità dell’elettrone con sufficiente
approssimazione, tale da non inficiare poi il lavoro sperimentale. Nel
mondo macroscopico, interpretato alla luce della fisica classica, questa
domanda ha una risposta affermativa, ma nel mondo della meccanica
quantistica l’idea di poter collocare esattamente gli oggetti cade.
Supponiamo che una particella Milano, 15 aprile 2007 Anna Busca RICERCHE SU NUOVE METODICHE
ESTRATTIVE DEL LICOPENE ALLA “SAPIENZA” Dagli anni ’90 industrie chimiche e
alimentari, istituti universitari e di ricerca, come il CNR, hanno
incrementato progetti e studi sulle tecniche estrattive di diverse
sostanze di origine vegetale, in particolare di antiossidanti, tra cui il
licopene, un carotenoide precursore del beta-carotene, presente
soprattutto nella buccia dei pomodori maturi (vedi “A proposito di
licopene”, 24 marzo 2006, corrierebit/Scienza). Milano, 13 aprile 2007 Anna Busca MARZO FESTIVAL “VEDERE LA SCIENZA” allo Spazio Oberdan di Milano Dal 26 marzo 25 marzo (A.B.) Dal 19 al 25 marzo si svolgerà la
XVII Settimana della Cultura
scientifica e tecnologica, rappresentata dalla V edizione della Primavera
della Scienza. Come Per gli orari e i luoghi degli eventi, www.laprimaveradellascienza.it. 18 marzo 2007, A.B. L’ECLISSE TOTALE
DI LUNA DEL 3 MARZO A due anni e mezzo dall’ultima
eclisse (accadde il 28 ottobre 2004), la notte di 2 marzo 2007, A.B. FEBBRAIO CONFERENZE AL DARWIN DAY
DI MILANO Un pubblico numeroso, costituito in particolare da
insegnanti di scienze, studenti liceali, ricercatori universitari, ma
anche da persone semplicemente interessate alla questione
“evoluzione”, ha riempito la sala del Museo di Storia naturale di
Milano per ascoltare le conferenze del Darwin Day. Venerdì
pomeriggio i relatori hanno parlato soprattutto dei rapporti tra Charles
Darwin, il suo ambiente culturale e scientifico,
e la geologia del suo tempo: l’amicizia con Lyell e la lettura
dei suoi Principles of Geology hanno sicuramente costituito una
base importante per i suoi studi geologici. Liz Hide ha ricordato,
parlando dei quaderni che il naturalista portava sempre con sé durante le
uscite “in campo”, che Darwin raccomandava di “scrivere sempre
quello che si vede”, per non dimenticare particolari che possono
rivestire importanti significati. E gli appunti meticolosi, corredati da
disegni di campioni di rocce e di fossili, tanto importanti per la stesura
dei suoi lavori, sono una prova della validità del suo metodo. Gian
Battista Vai, geologo Milano, 11 gennaio 2007 Anna Busca
anna.bus@tiscali.it In attesa della grande
festa per il bicentenario della nascita di Charles Darwin, che cadrà tra
due anni (nacque infatti il 12 febbraio 1809), continuano in tutto il
mondo Milano, 7 febbraio 2007 Anna Busca GENNAIO In questi giorni a Parigi sono
riuniti in convegno duemila esperti mondiali del Comitato intergovernativo
delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Ipcc). Argomento centrale
del dibattito, che dovrebbe servire a trarre conclusioni importanti in
merito a direttive ambientali di ordine generale, è l’effetto serra:
sembra che sei anni fa, “Dieci cose
da fare. Vuoi fare qualcosa per fermare il riscaldamento
globale? Cambia la luce. Sostituisci una lampadina
normale con un’altra fluorescente (a basso consumo) per risparmiare
68.039 g di diossido di carbonio l’anno. Fai a meno
dell’auto. Cammina, prendi la bici, condividi l’auto o prendi i
mezzi pubblici più spesso. Risparmierai 454 g di diossido di carbonio
ogni 1.61 km non percorso in auto. Ricicla. Puoi risparmiare
1.088.622 di CO2
l’anno riciclando anche solo la metà dei tuoi rifiuti. Controlla le
gomme. Tenere sotto controllo la pressione dei pneumatici permette di
ridurre l’emissione di gas del 3%. Risparmia l’acqua calda. Installa
un rubinetto a getto ridotto per risparmiare 158.757 g di CO2 l’anno
e lava i vestiti in acqua fredda o tiepida per risparmiarne altri 226.796
g l’anno. Evita grandi imballaggi. Puoi risparmiare 544.311 g di
diossido di carbonio riducendo i tuoi rifiuti del 10%. Regola il
termostato di casa. Sposta il tuo termostato di 2 gradi in meno
d’inverno e 2 in più d’estate. Puoi risparmiare circa 907.185 g di
diossido di carbonio l’anno Pianta un albero. Un solo albero
assorbe almeno 1 tonnellata di CO2
nella durata della sua vita. Prendi parte al progetto. Leggi
e informati sul sito www.unascomodaverita-ilfilm.it.
Spargi la voce! Milano, 30 gennaio 2007 Anna Busca anna.bus@tiscali.it FESTIVAL DELLE SCIENZE
A ROMA All’Auditorium del Parco
della Musica si sta svolgendo, dal 15 gennaio, la seconda edizione del
Festival delle Scienze di Roma, che si concluderà domenica 21. Il ciclo
di incontri, 19 gennaio (A.B.) DICEMBRE EVENTI ASTRONOMICI DEL 2007 Il 2007 potrebbe essere chiamato
“l’anno della Luna”. E’ il nostro satellite naturale infatti il
protagonista di alcuni degli eventi più interessanti in ambito
astronomico. Il 3 marzo sarà osservabile un’eclisse totale di Luna, il
22 maggio Saturno ne sarà 29 dicembre (A.B.) ALLA RICERCA DI NUOVI PIANETI
EXTRASOLARI E’ partito nel primo pomeriggio del
27 dicembre, dal cosmodromo di Baikonur, in Kazakhistan,
lanciato dalla Soyuz, il satellite CoRoT
(Convenction Rotation & planetary Transits). 29.12.2006 Anna Busca NOVEMBRE
La
Radiazione Cosmica di Fondo di
Marco A.C. Potenza e M.G Giammarchi Sappiamo
che quando osserviamo oggetti celesti lontani, a causa della velocità
finita di propagazione della luce, li osserviamo come erano nel momento in
cui hanno emesso la luce: al crescere della loro distanza da noi, quindi,
osserviamo oggetti sempre più “giovani”, che hanno emesso radiazione
in tempi sempre più lontani nel passato. Sebbene il non poter vedere
l’Universo come si presenta oggi possa sembrare limitante, ad
un’analisi più approfondita questa si rivela come una grande opportunità
per gli astronomi. Se guardiamo la galassia di Andromeda
ad esempio, che dista da noi 2.7 milioni di anni luce, riveliamo la
luce emessa 2.7 milioni di anni fa, quando la galassia era in una
condizione simile a quella in cui si trova oggi (qualche milione di anni
è ancora un tempo breve sulla scala cosmica). Ma con l’impiego dei
telescopi più potenti (per non parlare del Telescopio Spaziale Hubble) ci
siamo spinti ad osservare galassie a miliardi di anni luce di distanza,
galassie giovani, che magari non hanno ancora terminato la loro
formazione. Ecco quindi che la velocità finita della luce si trasforma in
uno “strumento” per osservare l’Universo come era nel passato. Ma
quanto possiamo andare indietro nel tempo ad indagare l’Universo?
Rispondere a questa domanda non è facile: è necessario uno sguardo alla
moderna cosmologia per capire cosa accade, almeno in linea di principio,
quando si getti lo sguardo sempre più lontano, sempre più indietro nel
tempo, lungo la storia dell’evoluzione cosmica. E curiosamente scopriamo
che il percorso che fornisce risposte a queste domande è lo stesso che
hanno seguito i cosmologi nel ventesimo secolo durante la loro attività
di ricerca, e che ha portato ai lavori per i quali è stato assegnato il
Premio Nobel di quest’anno. dicembre
2006
...per l'articolo completo
... IL POLONIO-210 L’assassinio a Londra dell’ex
colonnello del KGB Alexander Litvinenko, avvelenato con una massiccia dose
di Polonio-210, ha suscitato raccapriccio e preoccupazione in tutto il
mondo e ha portato tristemente alla ribalta questo elemento, ai più quasi
sconosciuto. Correva l’anno 1898 quando a Parigi Maria Sklodowska Curie,
insieme al marito Pierre (nella foto) 28 novembre Anna Busca GIORNATA PER LA RICERCA SUL CANCRO Il 24 novembre, con una cerimonia al
Palazzo del Quirinale, sarà celebrata la Giornata AIRC per la ricerca
oncologica: ma ben tutta la settimana dal 20 al 26 sarà
dedicata a manifestazioni, 10 novembre (A.B.) 7-8 Novembre 2006:
SEMINARIO APERTO AL PUBBLICO “L’Energia per il futuro: Nucleare e
Fonti Rinnovabili” Con lo scopo di sensibilizzare le persone su un tema
centrale per l’umanità, nei due pomeriggi dei giorni 7 e 8 Novembre
2006, presso il Dipartimento di Fisica dell’Università degli Studi di
Milano, in http://www.mi.infn.it/energiaperfuturo/ 2 novembre Simone Coelli OTTOBRE Conferenza Scientifica
dagli
Istituti Weizmann di Scienze (Israele) e Mario Negri (Italia) Mercoledì,
18 Ottobre 2006
- Robert Parienti,
Delegato Generale per l’Europa dell’Istituto Weizmann e del Comitato
Negri Weizmann, dopo aver aperto i lavori della annuale Conferenza
Scientifica organizzata per illustrare ai sostenitori di Musica
e Ricerca insieme per la salute i progressi della ricerca condotta
in collaborazione dagli Istituti Negri e Weizmann, ha introdotto la
presentazione di un nuovo progetto di ricerca europeo, che vede assieme
gli Istituti Pasteur,
Weizmann, Negri, Cajal, Born Bunge, svolta dal
Presidente di Pasteur-Weizmann, Michel
Goldberg. Lo studio condotto dai cinque, prestigiosi Istituti
riguarderà i processi infiammatori che influenzano e favoriscono le
malattie neurodegenerative.
Silvio Garattini
(nella foto) 19
ottobre la redazione Dal CERN di Ginevra al Gran Sasso: 730 km in 3 millisecondi! di Lino Miramonti e Marco G. Giammarchi Lo scorso Agosto un fascio di neutrini muonici creato negli acceleratori di
particelle del CERN (Centro Europeo per la Ricerca Nucleare) di Ginevra è
stato “sparato” verso i laboratori sotterranei del Gran Sasso situati
a 730 km di distanza. In questo progetto, denominato CNGS (CERN Neutrino
to Gran Sasso), qualche migliaio di miliardi di neutrini ha percorso il
tragitto in meno di 3 millesimi di secondo. La carta d’identità dei neutrini L’attuale modello che spiega di cosa la materia è costituita e come questa interagisce è il cosiddetto “Modello Standard”. Nell’ambito di questo modello, il mondo che ci circonda è costituito da tre famiglie di leptoni e da altrettante famiglie di quarks. Queste particelle interagiscono scambiandosi “quanti” di interazioni come il fotone, i bosoni vettori intermedi ed i gluoni. Non è pero’ questa la sede giusta per approfondire queste tematiche in modo molto più rigoroso. Per i lettori che intendono proseguire lungo questa ardua ma affascinante strada suggeriamo come possibile punto di partenza il bellissimo sito internet http://www.infn.it/multimedia/particle/paitaliano/adventure_home.html). ...per l'articolo completo ... ottobre 2006 Altri articoli 1) Da fantascienza a scienza applicata: storia e gloria dei Neutrini di Lino Miramonti e Marco G. Giammarchi
|