Sessantacinque anni, direttore d’orchestra e flautista con più di quattro decenni di concerti alle spalle in tutto il mondo, insegnante di flauto al Conservatorio di Parigi, didatta dello strumento di fama europea grazie ai numerosi manuali dedicati allo studio del flauto traverso: parliamo di Philippe Bernold, protagonista del recital che ieri, 15/04, nell’Auditorium del Conservatorio Cantelli ha avuto luogo nell’ambito del ventiduesimo Festivalfiati di Novara e dedicato alla memoria del Maestro Alberto Magnaghi, stimato docente di pianoforte al Cantelli e apprezzato concertista, recentemente e prematuramente scomparso.
La serata proponeva cinque autori, tutti francesi, o naturalizzati tali, come il venezuelano Raynaldo Hahn, il presunto amante di Proust. Come il concerto flautistico dello scorso martedì (vedi articolo dell’8/04), anche questo vedeva il flauto impegnato in un duo col pianoforte, alla cui tastiera sedeva ancora la brava accompagnatrice Gigliola Grassi. E come il concerto di martedì scorso, anche questo proponeva nell’impaginato la Fantasia op.79 di G. Faurè. Già con questo pezzo Bernold ha incantato il pubblico, catturandolo con un suono bellissimo, che unisce purezza cristallina, di tipica scuola francese, e un velo di soave malinconia, con un respiro lungo e un legato portentoso, nel tempo lento, per poi suonare il secondo movimento con un suono tutto particolare, che unisce chiarezza luminosa e una vena di sottile, quasi sensuale dolcezza, persino nei registri più acuti e nei passaggi più rapidi. I registri gravi erano di una morbidezza senza pari. Nella Reverie e Petite Valse di André Caplet (1878-!925), direttore e compositore vicinissimo a Debussy, accanto alle qualità anzidette Bernold ha cesellato un vibrato di altissima classe conferendo particolare forza espressiva alla prima delle due composizioni, mentre nella Petite Valse l’elemento dominante è stata un’elegante e raffinata energia di suono, ancora una volta di sapore tipicamente francese, specie nella chiusura delle frasi, talora con l’uso di armonici Tutte queste qualità che si combinano nel talento di Bernold hanno brillato nella Sonatine di Ravel, in trascrizione per flauto e pianoforte, la cui purezza apollinea delle forme non poteva trovar migliore interprete di questo Maestro francese, col suo suono chiaro e terso, il suo fraseggio di una perfezione insuperabile per intonazione e dinamiche, ottimamente accompagnato da una Grassi che riusciva a dare suggestiva sonorità clavicembalistica al pianoforte. Se di Raynaldo Hahn il flauto di Bernold trovava il suono e il timbro perfetti per le Variazioni su un tema di Mozart, per la loro soave trasparenza, sfoggiando tutta la sua sapienza tecnica nelle prove di agilità e virtuosismo dei numerosi abbellimenti e fioriture, eccellente, risultava, a conclusione del concerto, la Sonata per Flauto e pianoforte FP 164 di F. Poulenc, che ha
toccato il suo vertice nel Tempo centrale, Cantilena, dove il flauto conduce la melodia con una delicatezza di fraseggio e di timbro che sfuma nell’onirico. Non sembra lo stesso flauto che poi si scatena in una frenetica sovreccitazione nel Finale Presto giocoso, su ritmi scatenati da Café chantant, altro banco di prova della tecnica strumentale di Bernold. Con questo brano, applauditissimo, si chiudeva un concerto, che, ancora una volta ha riscosso un successo pieno da parte del folto pubblico in sala, con presenza straripante di giovani entusiasti, anche stranieri, evidentemente allievi della masterclass di Bernold. Bernold e Grassi hanno concesso tre fuori programma: un pezzo di Faurè, dalla melodia raffinata ed elegante e poi, con l’aggiunta di un secondo flauto, affidato a Paola Bonora (milanese, classe 1965, dal vertiginoso curriculum culminato in un lungo soggiorno di studi al Conservatorio di Parigi, ove ha conosciuto il Maestro Bernold, ora insegnante di flauto al Cantelli) due pezzi per due flauti e pianoforte di Mendelssohn. Concerto, quello di ieri sera, davvero da ricordare per la bellezza della musica, la bravura, la simpatia e la calda umanità degli interpreti.