Ritorna puntualmente il violinista Uto Ughi al Conservatorio di Milano, ospite dei concerti organizzati da Serate Musicali.
Insieme al pianista Leonardo Bartelloni, ha proposto un programma classico, con brani spesso già eseguiti sul palcoscenico della Sala Verdi, ma sempre apprezzati dal pubblico di appassionati. Il virtuoso bustocco, classe 1944 e da molti anni residente a Roma, calca i palcoscenici internazionali da oltre sessant’anni. Nella serata di ieri, ha aperto il concerto con la Ciaccona in sol minore per violino e basso continuo di Tomaso Antonio Vitali (1663–1745), una sua tipica introduzione, toccante per pregnanza espressiva.
È seguita la Sonata per violino e pianoforte di Georg Friedrich Händel (1685–1759), che ha mantenuto un raffinato clima settecentesco, ricco di variazioni e sfumature delicate. Il passaggio al romanticismo è avvenuto con la Meditation da Souvenir d’un lieu cher op. 42 di Piotr Ilič Čajkovskij (1840–1893), seguita dai Quattro pezzi romantici op. 75 di Antonín Dvořák (1841–1904): quattro semplici ma suggestive melodie, che esprimono il lato più folklorico e legato alla tradizione slava del compositore ceco.
A chiudere il programma ufficiale, la Fantasia da Concerto su Carmen op. 25 di Pablo de Sarasate (1844–1908), brano di grande virtuosismo che ha permesso a Ughi di esprimere tutto il suo lirismo. Sempre affiancato dalle armonizzazioni discrete, precise e attente di Bartelloni – pianista sensibile alle volumetrie del violino e perfetto nell’accompagnarvi ogni inflessione – Ughi ha regalato dinamiche raffinate e cantabili, nel solco della tradizione melodica che lo contraddistingue. Applausi convinti e, come bis, ancora Sarasate con la Romanza andalusa, salutata da un’ovazione meritatissima.
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