SCIENZA2007 ARTE2007 MUSICA2007 TEATRO2007 ENOGASTRONOMIA2007 FOTOGRAFIA2007 NEWS2007 CINEMA2007 MODA2007
ARCHIVIO
DICEMBRE
IL 2008: ANNO DELLA TERRA
Grazie
all’UNESCO e all’Unione Internazionale delle Scienze Geologiche, che
avevano formulato una proposta in tal senso, l’Assemblea Generale delle
Nazioni Unite ha dichiarato il 2008 International Year of Planet Earth
(IYPE). Come si legge nel sito ufficiale (http://yearofplanetearth.org)
lo scopo fondamentale da perseguire nel 2008 sarà rendere consapevole
la gente delle conoscenze attuali sul nostro pianeta, risultato della
ricerca di circa 400.000 scienziati, e
di come tali conoscenze possono essere utilizzate per renderlo più sicuro e più
in buona salute, a vantaggio dei
nostri figli e dei nostri nipoti. Il programma scientifico, che sarà attuato in
circa 70 Paesi delle Nazioni Unite che finora vi hanno aderito, con il supporto
di un crescente numero di organizzazioni internazionali, prevede interventi su
molti temi: clima, salute, acque superficiali, oceani, suolo, interno della
Terra, megalopoli, rischi, risorse e vita. Prepariamoci dunque ad un anno molto
ricco di iniziative in proposito e mirato a coinvolgere noi abitanti del pianeta
Terra nel sostegno ai piani di sviluppo sostenibile.
(A.B)
Il
2008 vedrà le celebrazioni di numerosi anniversari importanti, molti dei quali
legati al mondo della scienza: ne citiamo solo alcuni. Un secolo fa riceveva il
Premio Nobel per la Chimica il neozelandese Ernest Rutherford, “per
la sua ricerca sulle disintegrazioni degli elementi e la chimica delle sostanze
radioattive”. Fu grazie al lavoro di
Rutherford e del suo gruppo di ricercatori a Manchester –
particolarmente importante il famoso esperimento del bombardamento di una
lamina d’oro con i raggi alfa, del 1911 -
che si arrivò a formulare il modello atomico planetario. L’atomo
cessava di essere “pieno” e diventava fondamentalmente “vuoto”, con un
nucleo piccolissimo di carica positiva al centro, intorno al quale orbitavano
gli elettroni negativi, come in un microscopico sistema solare. Questo modello
fu poi elaborato da Bohr alla luce della teoria quantistica, e successivamente
portò alla formulazione dell’atomo a orbitali. Quello stesso anno moriva il
fisico francese Antoine Henry Bequerel, cui tanto si deve per la ricerca sulla
radioattività. Il 30 giugno 1908 si verificò in Siberia il noto “episodio di
Tunguska”: un’enorme, misteriosa esplosione devastò più di 2000 km2 di
foresta. Ancora oggi ricercatori – geologi, astronomi, fisici, chimici -
si recano sul luogo per esaminare reperti e
chiarire definitivamente le cause del disastro, anche se sembrano
evidenti tracce che portano a un
nucleo cometario, esploso prima dell’impatto. Il 28 dicembre, alle 5.21 del
mattino, fu invece la Terra a tremare e a portare devastazioni: Messina e Reggio
Calabria furono distrutte da un violentissimo terremoto. Le vittime furono
80.000 a Messina (su 130.000 abitanti) e 15.000 a Reggio (su 45.000). Messina si
prepara a celebrare l’anniversario della catastrofe con mostre, convegni,
spettacoli teatrali e l’esecuzione di un Requiem appositamente composto.
28 dicembre Anna Busca
QUARANT’ANNI FA IL PRIMO TRAPIANTO CARDIACO
Il 2 dicembre 1967 al Groote Schuur Hospital di Città del Capo, in Sudafrica, un cardiochirurgo quarantacinquenne fino ad allora sconosciuto inaugurava un’era nuova nella storia dei trapianti d’organo: in un intervento durato circa nove ore, grazie ad un team di una trentina di medici e infermieri, Christiaan Barnard sostituì il cuore gravemente compromesso di un paziente diabetico, Louis Washkansky, con quello prelevato da una giovane donna, Denise Darvall, deceduta per un incidente automobilistico. Enorme fu l’impressione nel mondo: sembrava che il mito di Frankenstein diventasse realtà. Il trapiantato sopravvisse per diciotto giorni: la morte fu causata da un’infezione da Pneumocystis pneumoniae, che colpì Washkansky a causa della forte terapia immunosoppressiva cui era stato sottoposto. Un mese dopo Barnard trapiantò il muscolo cardiaco ad un altro malato, Philip Blaiberg, che morì un anno e mezzo dopo l’intervento. Nel 1969 fu operata Dorothy Fisher, che sopravvisse per ben ventiquattro anni. Dal 1984, grazie agli ultimi farmaci immunosoppressori, più efficaci, “eredi” della ciclosporina, più di due terzi dei pazienti trapiantati restano vivi e in buona salute a cinque anni dall’operazione. Il trapianto cardiaco oggi è quasi di routine e non suscita più alcun clamore. Stupiscono molto invece i trapianti della faccia o degli organi genitali, per esempio, e suscitano attualmente grandi dibattiti e speranze quelli delle cellule staminali. Sono trascorsi solo quattrocento anni dalla pubblicazione del testo De Curtorum Chirurgia per insitionem di Gaspare Tagliacozzi (1596), considerato il fondatore della chirurgia dei trapianti: egli riusciva a compiere con successo innesti di cute prelevata dallo stesso paziente, mentre falliva quelli che coinvolgevano altri donatori. Considerava il rigetto la prova inoppugnabile della “forza e potere dell’individualità”. Ma la ricerca scientifica e il coraggio dei pionieri della chirurgia dei trapianti hanno sconfitto molti ostacoli. A Città del Capo il Christiaan Barnard Memorial Hospital ricorda chi si impegnò in questa lotta fino a quando – ironia della sorte – un’artrite reumatoide gli impedì l’uso delle mani costringendolo ad abbandonare la sala operatoria nel 1983. Barnard morì nel 2001.
1 ottobre Anna Busca
NOVEMBRE
L’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro ha celebrato il 9 novembre la sua Giornata, con manifestazioni ed eventi in tutta Italia. Sabato 10, in venti città italiane, i ricercatori oncologici hanno incontrato il pubblico per esporre gli ultimi risultati dei loro lavori e per dibattere intorno al tema comune scelto quest’anno: L’ambiente da difendere è anche dentro di noi. La prevenzione passa dunque attraverso una sorta di approccio “ecologista” nei confronti del nostro ambiente interno, dove operano i nostri geni. Le cause all’origine del cancro sono da ricercare anche dentro il nostro organismo: fattori di rischio sono il fumo, le radiazioni solari, una cattiva alimentazione, l’inquinamento, ma anche geni “impazziti” che sfruttano in modo anomalo l’ambiente cellulare per sviluppare e alimentare il tumore. Fra pochi giorni sarà disponibile sul sito AIRC (www.airc.it) la registrazione dell’incontro di Roma, al Campidoglio, con Umberto Veronesi (Istituto Europeo di Oncologia di Milano), Paola Muti (Ist.Tumori Regina Elena di Roma), Riccardo Dalla Favera (Columbia University, New York), e il matematico Pier Giorgio Odifreddi. Sullo stesso sito sono disponibili interessanti lavori con schede e animazioni, Educational interattivi, sui diversi argomenti correlati: si può iniziare dal recentissimo La società delle cellule, per poi vedere i precedenti (I geni della cura, Il linguaggio delle cellule, La Postgenomica). La RAI fino all’11 novembre dedica numerose trasmissioni alla raccolta fondi per la ricerca, ospitando anche ricercatori e scienziati. Umberto Veronesi parteciperà ad Elisir, la serie televisiva di incontri dedicati alla salute. Anche il gioco del calcio sostiene le iniziative legate alla raccolta fondi. Per informazioni sul calendario si può consultare il sito www.airc.it
10 novembre (A.B.)
OTTOBRE
IL FESTIVAL DELLA SCIENZA A GENOVA
Ancora pochi giorni per approfittare delle numerose e interessanti proposte – conferenze, dibattiti, mostre, spettacoli, laboratori - in calendario nel Festival della Scienza 2007 del capoluogo ligure. L’iniziativa chiuderà infatti i battenti il prossimo 6 novembre, dopo l’inaugurazione del 25 ottobre, e molti sono ancora gli incontri previsti, mattina e pomeriggio. Si può partire ascoltando docenti e ricercatori sul tema dell’anidride carbonica e del riscaldamento globale (“ CO2: colpevole o innocente?”), per passare alla temperatura più bassa (“Verso lo zero assoluto”), fino a riflettere su questioni di bioetica come “Il testamento biologico” (1 Novembre). Per il 2 la scelta può spaziare dai “Cetacei” alle “Cellule staminali del sangue e del midollo osseo”; qualcosa di nuovo in “Curiosità e sorpresa nella vita quotidiana” e “Come ragioniamo”. Nei giorni successivi “La scienza nel braccio della morte”, “I robot del mare”, spettacoli come “Il naso di Darwin” o “Lo spettacolo della Fisica”. Per informazioni sul programma completo della manifestazione, con luoghi e orari, e per prenotare: www.festivalscienza.it.
(A.B)
SETTEMBRE
BERGAMO SCIENZA 2007
Parte lunedì 1 ottobre – per concludersi domenica 21 - la V edizione di questa interessante kermesse scientifica, che si avvarrà, come nelle passate edizioni, di conferenze, lezioni, laboratori interattivi, tavole rotonde, concerti, spettacoli teatrali, mostre: tutto all’insegna di un aggiornamento culturale rivolto a un pubblico affascinato dai grandi temi del dibattito scientifico attuale. I relatori sono soprattutto italiani e tra loro spiccano Piergiorgio Odifreddi, Luca Cavalli-Sforza, Edoardo Boncinelli, Giovanni Caprara; partecipano anche docenti e ricercatori del MIT di Boston, di università statunitensi, inglesi, tedesche, e il Premio Nobel 1981 per la Chimica, Roald Hoffmann, che è anche drammaturgo e scrittore. Qualche titolo: “Può l’uomo far ricrescere organi che hanno smesso di crescere?”, “Il genoma umano: dove siamo e dove andiamo”, “Riscaldamento del globo: stiamo aumentando la forza degli uragani?”, “Le fonti energetiche del futuro”, “La città cablata”, “Le scienze del restauro”, “Ingegnerizzare le cellule per scoprirne nuove funzioni”. Gli ingressi sono sempre gratuiti, fino ad esaurimento dei posti. Per il programma completo della manifestazione si può consultare il sito www.bergamoscienza.it
Milano, 29 settembre 2007 (A.B.)
ARRIVA ASTRONOMIX!
Prende oggi l’avvio ASTRONOMIX: per celebrare il quarantesimo anno dalla sua
fondazione, l’Unione Astrofili Italiani, con il patrocinio del Ministero della
Pubblica Istruzione, organizza quest’anno un raduno speciale per tutti gli
astrofili italiani.Non un semplice congresso scientifico ma una vera festa per
gli appassionati .Grazie alla collaborazione con il Gruppo Astrofili G.B.
Lacchini di Faenza, il Congresso si svolgerà presso la Fiera di questa città
dal 20 al 23 settembre 2007 e vedrà la partecipazione di illustri personaggi ed
importanti organizzazioni.
La Fiera, inaugurata da Margherita Hack, sarà
aperta al pubblico giovedì 20 settembre, ore 14:30 – 18:00, venerdì
21, ore 9:00 – 23:00, sabato 22 e domenica 23, ore 9:00 – 18:00. Oltre
al Ministero della Pubblica Istruzione, patrocinano l’evento molte altre
importanti Istituzioni come l’INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica),
l’ESA (Agenzia Spaziale Europea), l’ASI (Agenzia Spaziale Italiana), il CNR
(Consiglio Nazionale delle Ricerche), la SAIt (Società Astronomica Italiana),
l’ASSIL (Associazione Nazionale Produttori Illuminazione), nonché il Comune
di Faenza, la Provincia di Ravenna e la Regione Emilia Romagna. Alla Fiera
espositiva parteciperanno aziende di strumentazione astronomica, grandi aziende
aerospaziali impegnate nella ricerca astrofisica ed aziende illuminotecniche, il
cui ruolo è di fondamentale importanza per la sensibilizzazione del grande
pubblico alla problematica dell’inquinamento luminoso e del risparmio
energetico. Durante il Congresso interverranno numerosi relatori, tra cui Franco
Pacini (Osservatorio Astrofisico di Arcetri), Giovanni Fabrizio Bignami
(Presidente Agenzia Spaziale Italiana), Piergiorgio Odifreddi (Università di
Torino e Cornell University), Paolo
De Bernardis (Università di Roma “La Sapienza”). Gli interventi che si
terranno spazieranno su molti argomenti, dalle ricerche sul Sistema Solare
all’astronomia galattica ed extragalattica, dalle esperienze di didattica
dell’astronomia alla divulgazione di questa bellissima ed appassionante
scienza. Per maggiori informazioni http://astronomix.uai.it/
mail. astronomix@uai.it
20 settembre 2007, A.B.
SULLE SPALLE DEI GIGANTI
Riparte il ciclo di conferenze e incontri con i protagonisti della ricerca scientifica e tecnologica attuale, nella sede “storica” milanese del Museo “Leonardo da Vinci”, con ingresso libero (fino ad esaurimento dei posti) in via Olona 6 bis. Martedì 25 settembre, alle 18.30, parlerà il tenente colonnello dell’Arma dei Carabinieri Luciano Garofano, dal 1995 comandante del famoso RIS (Reparto Investigazioni Scientifiche) di Parma, laureato in Scienze Biologiche e specializzato in Tossicologia forense. L’analisi del DNA ha dato una svolta fondamentale alle modalità di conduzione di un’indagine riguardante un delitto o una violenza sessuale o altri casi giudiziari. Sono ormai moltissimi gli esempi da citare, dove le impronte biologiche hanno consentito di rivelare l’identità di una vittima sconosciuta, oppure di scoprire il colpevole di un omicidio, scagionando pertanto eventuali altri indagati. La cosiddetta “genetica forense”è oggetto quindi di grande interesse e sviluppi. La questione da dibattere è: si aprirà anche in Italia, come in Gran Bretagna e in altri Paesi, una Banca dati di DNA? Quale sarebbe la sua utilità? Si può ritenere una violazione della privacy del cittadino? In linea con questo tema le conferenze successive, tenute da Luigi L.Cavalli Sforza (“Il futuro del genoma e la diversità umana”, 24/10) e da Edoardo Boncinelli (“Scienza e società”, 20/11). Per informazioni: www.museoscienza.org
15 settembre (A.B.)
THE
FUTURE OF SCIENCE 2007
“The Energy Challenge”, “La
sfida energetica”, è il titolo scelto per la terza edizione del convegno
internazionale “The future of science”, che si terrà a Venezia dal
19 al 22 settembre.,organizzato dalle fondazioni Umberto Veronesi, Giorgio Cini
e Silvio Tronchetti Provera. La prima giornata sarà centrata sulla cerimonia
d’apertura; il 20 si discuterà di fonti energetiche attuali e future, il 21
di ambiente e salute, il 22 di etica, politica ed economia. Tra i relatori
spiccano il Nobel Carlo Rubbia, che parlerà di energie rinnovabili, James
Lovelock, che tratterà dell’uso dell’energia e degli effetti sugli animali,
Peter Atkins, che ha il compito di introdurre le conferenze con il tema “La
natura dell’energia”. Molto interessante sarà il dibattito sul
riscaldamento globale (ne parleranno in particolare Richard Lindzen, del MIT,
Richard Klausner, H.J. Schellnhuber) e sul mondo “post-Kyoto”. Ancora
troppo esiguo il numero di scienziate partecipanti, per cui il convegno è tutto
“al maschile”. Per il programma dettagliato, gli abstract degli
interventi e i profili dei relatori: www.thefutureofscience.org.
Tel.0276018187, info@thefutureofscience.org.
10
settembre (A.B.)
ANCHE BUFFON COMPIE TRECENTO ANNI
Il 7 settembre 1707, qualche mese dopo
Linneo, nasceva in Borgogna, a
Montbard, Georges Louis Leclerc, figlio di Benjamin, che dieci anni dopo sarebbe
diventato consigliere del parlamento a Dijon, e di Anne-Christine Martin. Dopo
aver studiato dai gesuiti, si dedicò al diritto per poi passare a studi di
matematica e botanica ad Angers. I suoi interessi
per le scienze l’avrebbero portato a diventare uno dei maggiori
naturalisti del Settecento, più noto sotto il nome di Buffon, con cui si fece
chiamare fin dal 1734 (divenne poi conte di Buffon, una località della signoria
di famiglia, nel 1773). Venne a contatto con importanti matematici del tempo,
viaggiando soprattutto in Svizzera e in Italia; a Parigi conobbe il filosofo
Voltaire. Giovanissimo, divenne membro dell’Accademia delle Scienze. Nominato
curatore del Jardin du Roi nel 1739, ebbe modo di occuparsi in modo
approfondito delle scienze naturali, alle quali consacrò tutto il suo lavoro.
Fondamentale la sua opera enciclopedica Histoire naturelle, générale et
particulière, in 36 volumi, pubblicati tra il 1749 e il 1789, che gli diede
fama e onore: dedicata al mondo vivente ma anche ai minerali e al pianeta Terra,
di cui Buffon immaginava l’origine legata a interazioni tra Sole e comete.
Riteneva anche che l’età della Terra fosse di diverse decine di migliaia di
anni, in contrasto con le convinzioni religiose
dell’epoca. Il termine “Histoire” si contrapponeva inoltre
ad un’idea fissista della natura, e questo lo poneva certamente in disaccordo
con Linneo, di cui non condivideva alcuni principi di classificazione degli
organismi. In effetti Buffon non era un sistematico, e nella sua monumentale
opera compaiono errori e idee che sono in realtà ancora retaggio aristotelico o
pliniano. Ciononostante la sua importanza per gli studi successivi resta
grandissima: Buffon getta infatti le basi per lavori di anatomia comparata che
saranno pilastri portanti delle teorie evolutive; la stessa ipotesi di un
cambiamento delle specie risulta innovativa per l’epoca. L’affermazione
“Le grand ouvrier de la Nature est le Temps” (Les Animaux sauvages, IR
VI, 1756), per esempio, comporta importanti implicazioni culturali, in primis
l’allontanamento dall’idea di
un Grand Ouvrier di natura
divina. Senz’altro i lavori di Buffon influenzarono il giovane Lamarck, che
per un breve periodo, nel 1781, fu anche precettore del figlio adolescente di
Buffon, Georges-Luis-Marie, detto Buffonet, che sarebbe poi morto tragicamente
durante il Terrore (ghigliottinato nel 1794, trentenne, nello stesso anno e
nello stesso modo in cui morì il grande chimico Lavoisier). A Buffon, che aveva
perso precedentemente una figlia in tenerissima età e l’amata moglie a soli
trentasette anni, fu almeno risparmiato il dolore della perdita dell’unico
figlio: era infatti già morto, sei anni prima.
Per approfondimenti, un sito molto interessante dedicato al grande
naturalista: www.buffon.cnrs.fr
6 settembre 2007, Anna Busca
In un incontro pubblico al Planetario
Hoepli di Milano, tenutosi il 3 settembre, sono stati annunciati ufficialmente i
nomi dei vincitori del prestigioso premio che da cinquant’anni viene assegnato
a scienziati, studiosi, artisti, scelti tra candidati segnalati da università,
istituzioni culturali e accademie di tutto il mondo. Tra le materie premiande,
scelte ogni anno, risultavano per il 2007 anche l’immunologia e la
nanoscienza, che hanno visto rispettivamente come vincitori lo statunitense
Bruce Beutler congiuntamente al francese Jules Hoffmann (nella foto), per gli
esiti dei loro studi sull’immunità innata, e il giapponese Sumio Iijima
(nella foto), per i suoi lavori sui nanotubi di carbonio a parete singola.
Autorevoli membri del Comitato Generale della Fondazione Balzan – tra cui il
professor Nicola Cabibbo, docente di Fisica alla Sapienza di Roma - hanno
illustrato le motivazioni dell’assegnazione dei premi, che hanno messo in luce
gli aspetti fondamentali delle ricerche e la loro importanza scientifica.
Beutler e Hoffmann -The Scripps Research Institute, La Jolla e Académie des
Sciences, Parigi- hanno saputo chiarire i meccanismi molecolari e genetici
dell’immunità innata degli insetti, isolando peptidi responsabili della
risposta immunitaria contro batteri e funghi, ed evidenziando anche i recettori
di tali molecole e i geni coinvolti. Hanno messo in luce gli stretti legami tra
l’immunità innata degli invertebrati e quella adattativa, più evoluta e
complessa, dei Vertebrati superiori. I loro lavori aprono la strada a studi
innovativi sui vaccini, sulle allergie, sulle malattie autoimmuni. Iijima (Meijo
University, Nagoya), ha lavorato su strutture costituite da atomi di carbonio
legati in strutture esagonali, che si avvolgono a formare fibre dello spessore
di nanometri e della lunghezza di millimetri o centimetri. Tali nanotubi, ad
alta resistenza, si prestano a varie applicazioni, per esempio per costruire
diodi, transistor, display o per rinforzare altri materiali. Il professor Paolo
de Bernardis ( nella foto), vincitore del Premio Balzan 2006 per “Astronomia e
astrofisica osservative”, ha poi tenuto una Lectio magistralis sul tema
“Archeologia dell’Universo”. Dal paradosso di Olbers, dovuto all’idea
newtoniana di spazio assoluto e universo statico,
fino alla sua soluzione grazie a nuovi strumenti rilevatori che hanno
consentire l’indagine nell’infrarosso e nelle microonde (come
nell’esperimento BOOMERang su pallone stratosferico in Antartide), passando
attraverso la teoria della relatività di Einstein, il red shift delle
galassie, la legge di Hubble, l’espansione dell’universo, la radiazione di
fondo, de Bernardis ha compiuto un viaggio nel tempo e nello spazio, chiudendo
l’affascinante lezione con l’immagine di un universo “neonato”-
luminosissimo se i nostri occhi potessero percepire le microonde - e con
l’enigma della materia e dell’energia oscure.
Di grande fascino anche il luogo in cui si è svolto l’incontro: il
Conservatore del Planetario, Fabio Peri, ha potuto mostrare il cielo di Milano
sottolineando l’effetto spiacevole dell’inquinamento luminoso, che impedisce
l’osservazione della maggior parte delle stelle; dopo aver ricordato che il
2009 sarà l’Anno Internazionale dell’Astronomia, ha ringraziato
l’Assessore alla Cultura Vittorio Sgarbi per il suo precedente intervento, che
suggeriva che la metà del Premio vinto per l’astronomia (e che
obbligatoriamente deve essere destinato dal premiato a progetti di ricerca)
potesse andare proprio al Planetario per l’acquisto di un nuovo strumento più
moderno. Tale proposta risultava anche in sintonia con quanto detto in apertura
dal Sindaco Letizia Moratti, che ha infatti auspicato una sinergia tra Comune di
Milano e Fondazione Balzan, per finanziare lavori di ricerca e studi scientifici
che possano avere ricadute importanti per la città. Il Sindaco ha ricordato che
Milano è l’unico Comune ad avere un Assessorato alla Ricerca e si pensa anche
ad un Polo del Farmaco, ad una collaborazione col Politecnico, e alla cablatura
della città, che consentirebbe anche, per esempio, di seguire corsi
universitari tramite una rete cablata del Comune. Sergio
Romano, Presidente del Comitato Generale Premi, insieme a Bruno Bottai,
Presidente della Fondazione, presentando origini e fini del Premio Balzan ha
espresso il suo parere favorevole, condividendo con soddisfazione quanto
proposto. Il Premio verrà consegnato ai vincitori il prossimo 23 novembre a
Berna. Per ulteriori informazioni www.balzan.it
4 settembre 2007, Anna Busca
MAGGIO
FESTIVAL DELLA BIODIVERSITA’
Fino al 5 giugno sono previste in tutta
Italia manifestazioni, mostre, iniziative dedicate soprattutto ai giovani,
mirate a sottolineare l’importanza della biodiversità. Questo termine
indica la varietà di specie presenti in un ecosistema: un alto numero di specie
appartenenti ad una comunità ecologica rappresenta un complesso equilibrio che
va preservato come patrimonio prezioso, ed è fonte di conoscenze sul mondo
vivente in quanto terreno fertile per i processi evolutivi. Sappiamo che gli
ambienti connotati da una straordinaria biodiversità sono la foresta amazzonica
e le barriere coralline, ma anche un bosco o uno stagno possono rivelare
la presenza di molteplici forme di vita. Gli ecosistemi devono essere
considerati risorse di valore
inestimabile, ma la pressione
antropica sull’ambiente è tanto elevata da non garantirne il mantenimento, e
il numero di specie in pericolo va aumentando. Molti Paesi si sono impegnati per
ridurre la perdita della biodiversità entro il 2010, ma tale obiettivo si potrà
raggiungere solo con un’effettiva azione governativa di protezione ambientale
unita alla sensibilizzazione di una larga fascia della popolazione sulle
tematiche ecologiche. Dopo la Giornata delle oasi, svoltasi domenica 20
maggio con l’apertura gratuita al pubblico delle Oasi naturalistiche del WWF
(grande l’affluenza di visitatori!), si continua con conferenze e incontri nei
Musei di Storia Naturale, nelle sedi universitarie e nei Parchi. A Milano la
sede preferenziale è il Parco Nord, dove si svolgeranno visite guidate, giochi
e laboratori creativi, dibattiti, accompagnati da eventi teatrali e
cinematografici; l’Università Bicocca organizza due convegni il 28 e il 29
maggio. Il 24 maggio si celebrerà la Giornata Europea dei Parchi, il 5 giugno
la Giornata Mondiale dell’Ambiente. Per maggiori informazioni
www.festivalbiodiversita.it,
www.wwf.it,
www.corpoforestale.it .
Milano, 21 maggio 2007 A. B.
LINNEO: UN “COMPLEANNO” DA
NON DIMENTICARE
Nel 2009 si celebrerà,
nei Musei di Storia Naturale di
tutto il mondo, il bicentenario della nascita di Charles Darwin, e già
associazioni e istituzioni scientifiche si sono mosse festeggiando a febbraio,
ormai da qualche anno, il Darwin day. Ma in questi giorni occorre
ricordare un altro illustre anniversario, e di un altro Carlo, che ha dato senza
dubbio un contributo grandissimo agli studi naturalistici, pur essendo un
convinto creazionista-fissista e quindi ben lontano dalle idee che, un secolo
dopo, sarebbero state sostenute con tanta risonanza e successo da Darwin.
Si tratta dello svedese Carl Nilsson, o meglio Linneo, così conosciuto
perché firmava i suoi lavori con il nome latinizzato “Carolus Linnaeus”. La
scelta di tale cognome trae origine
dal fatto che in una proprietà di famiglia crescevano numerosi tigli, chiamati
“Linn” nel dialetto locale, da cui derivava il nome della proprietà stessa
(“Linnegard”). Linneo
nacque il 23 maggio 1707,
esattamente trecento anni fa, in provincia di Rashult. Era figlio di un pastore
luterano, Nils Ingemarsson, appassionato di piante e giardini, e certamente gli
interessi botanici del padre coinvolsero il giovane Carl. Seguì – come fece
poi Darwin - studi di medicina, a vent’anni, prima a Lund e poi a Uppsala,
principalmente per il fatto che tale indirizzo consentiva di approfondire le
conoscenze sulle piante medicinali. Nel 1731 pubblicò un saggio sulla
classificazione delle piante, basata sui loro organi riproduttivi. L’Accademia
delle Scienze lo inviò in Lapponia e nella Svezia centrale a capo di spedizioni
scientifiche, col compito di studiare
la flora locale. Percorrendo circa 7000 chilometri, scoprì un centinaio di
nuove specie vegetali. Linneo si trasferì poi nei Paesi Bassi, dove conseguì
la laurea in medicina presso l’Università di Harderwjick. Qui ebbe modo di
conoscere diversi naturalisti importanti, come il medico-botanico Hermann
Boerhaave, e pubblicò la prima edizione del Systema Naturae
(1735). Il trattato classificava gli esseri viventi, suddivisi in due Regni – Animalia
e Plantae – e i minerali, considerati un terzo regno, secondo criteri
soprattutto morfologici, e si basava su lavori precedenti di un naturalista del
XVI secolo, Otto Brunfelds. Viaggiò in Francia e in Spagna tra il 1735 e il
1738 e poi ritornò in Svezia, dove esercitò la professione di medico, a
Stoccolma, specializzandosi nelle cure per la sifilide. Nel 1741, a soli
trentaquattro anni, ottenne la cattedra di Medicina all’Università di
Uppsala, e l’anno seguente quella di Botanica, che tenne fino alla morte. Nel
1747 fu nominato medico della Casa Reale di Svezia, e nel 1762 gli fu conferito
un titolo nobiliare (da
quell’anno assunse come nome Carl von Linnè). Morì nel 1778, e in seguito le
sue collezioni, i suoi manoscritti e la sua biblioteca furono acquistati dal
naturalista inglese Sir James Edward Smith, che
fondò la famosa Linnean
Society of London. L’opera fondamentale di Linneo, il Systema naturae,
ebbe numerose edizioni successive, in cui via via veniva migliorata la
classificazione precedente e
perfezionata la nomenclatura
binomia, tuttora usata dai biologi, ossia l’identificazione di una
specie mediante un primo nome, un sostantivo con l’iniziale maiuscola,
corrispondente alla categoria “genere”, e un secondo nome, scritto
minuscolo, per lo più un aggettivo, corrispondente alla categoria “specie”.
Entrambi i nomi erano scritti in latino e consentivano ai naturalisti un
riconoscimento più facile dei viventi, evitando la confusione che poteva
nascere dall’uso di nomi comuni nelle diverse lingue. Generi simili venivano
raggruppati in famiglie, le famiglie in classi, le classi in tipi, questi in
regni. Le classi degli animali erano sei: vermi, insetti, pesci, rettili,
uccelli e mammiferi. La tassonomia linneana, così gerarchica, ordinava
utilmente i viventi e rendeva più semplici le comunicazioni tra i naturalisti.
Le nuove specie scoperte, che per lo più arrivavano in Europa dagli altri
continenti, potevano essere denominate e inserite in un gruppo, come una scheda
in un archivio. Non sempre in realtà le suddivisioni operate da Linneo avevano
davvero valore scientifico: egli, per esempio, classificò gli
Aves in sei gruppi solo per creare armonia con i sei gruppi in cui
aveva diviso i Mammalia. Lo scopo di Linneo, dichiarato nella
presentazione dell’opera, era in effetti più filosofico-religioso che
scientifico: egli voleva, fondamentalmente,
mostrare l’ordine e l’armonia della creazione divina.
Paradossalmente, invece, fu proprio il suo meticoloso lavoro di classificazione
a creare i presupposti per le idee evoluzioniste. I naturalisti cominciarono
infatti a porsi sempre più spesso domande sulla complessità del mondo vivente,
sulle somiglianze tra specie di
continenti diversi, sui caratteri distintivi di organismi molto simili, sulle vestigia,
sul significato dei fossili, sul concetto stesso di specie. Inoltre Linneo,
classificando l’uomo come animale appartenente alla specie Homo sapiens,
l’aveva di fatto tolto da quella posizione di “supremazia” biologica
sostenuta dal pensiero aristotelico. E il problema dell’Origine (delle
specie, dell’uomo, della vita, della Terra…) si ripropose con maggior forza,
in un clima culturale reso intanto più vivace e razionale dall’illuminismo.
(Per maggiori informazioni sulle celebrazioni del 3° Centenario di Linneo: www.linnean.org
, sito della Linnean Society of London).
Milano, 10 maggio 2007 Anna Busca
UNA “PASSEGGIATA” ASTRONOMICA
La sera del 19 maggio, camminando per le
strade di qualsiasi città, si correrà il rischio di vedere qua e là crocchi
di persone con gli occhi al cielo. Staranno seguendo le indicazioni di qualche
esperto che indicherà loro pianeti e costellazioni e guiderà le osservazioni
con telescopi amatoriali, spesso costruiti con tubi di cartone. Nulla di
cui stupirsi: si tratta infatti di un’iniziativa tanto singolare quanto
lodevole, la 1st International Sidewalk Astronomy Night, ovvero la 1^
notte internazionale dell’astronomia “da marciapiede”, proposta dal
californiano John Dobson, l’inventore del telescopio dobsoniano (telescopio
newtoniano altazimutale) e fondatore dell’omonima associazione di San
Francisco dedicata proprio a questo tipo di approccio alle stelle, aperto a
tutti. Le associazioni astrofile sono invitate quindi a posizionare telescopi
portatili sui marciapiedi e ad aspettare che la gente si avvicini, incuriosita.
L’inquinamento luminoso non impedirà l’emozionante osservazione della Luna
(sarà una falce sottile) e di Saturno con i suoi anelli. Ricordiamo che il 22
maggio, a partire dalle h 21.40 circa, ci sarà una spettacolare occultazione
proprio di questo pianeta da parte della Luna: la si potrà seguire anche
tramite un collegamento in diretta grazie al sito www.uai.it,
in collaborazione con il Corriere della Sera.
8 MAGGIO A.B.
APRILE
IL PRINCIPIO D’INDETERMINAZIONE
COMPIE OTTANT’ANNI
Nato a Wurzburg nel
dicembre 1901, laureato in Fisica all’Università di Monaco nel 1923,
con risultati deludenti a causa del suo scarso interesse per la Fisica
sperimentale, Werner Heisenberg ha solo venticinque anni quando formula il suo
famoso Principio, una sorta di fondamentale spartiacque per tutta la
fisica teorica. E’ infatti il mese di marzo del 1927 quando il giovane Werner
– già assistente di Niels Bohr (foto in basso) a Copenhagen - spedisce
alla rivista Zeitschrift fur Physik l’articolo che contiene il
principio d’indeterminazione. Come dirà in seguito, fu in particolare una
frase di Albert Einstein - “E’
la teoria a decidere che cosa possiamo osservare” - a suggerirgli una serie di
riflessioni sulla natura del moto
dell’elettrone. Heisenberg si
chiede se la meccanica quantistica è in grado di rappresentare il fatto che un
elettrone di un atomo si trovi approssimativamente in un
punto dato e si stia spostando approssimativamente a una
velocità data. Inoltre, si
domanda se si è effettivamente in grado di calcolare posizione e velocità
dell’elettrone con sufficiente approssimazione, tale da non inficiare poi il
lavoro sperimentale. Nel mondo macroscopico, interpretato alla luce della fisica
classica, questa domanda ha una risposta affermativa, ma nel mondo della
meccanica quantistica l’idea di poter collocare esattamente gli oggetti cade.
Supponiamo che una particella in moto abbia una posizione x e un
momento p. Il momento (o quantità di moto) di un corpo è una grandezza
vettoriale pari al prodotto della sua massa per la sua velocità, e resta
costante in un sistema meccanicamente isolato. Se Dx
e Dp sono le incertezze nella misura
della posizione e del momento, il loro prodotto DxDp
risulta essere dell’ordine della costante di Planck h, ossia
maggiore o uguale al rapporto h/4p
(circa 10-35J-s). E’ questa relazione matematica nella
coppia di grandezze x e p
a costituire il fondamento del Principio. Una conseguenza di questa
relazione è infatti l’impossibilità di misurare contemporaneamente con la
massima precisione la posizione e il momento di un corpo; tanto più
accuratamente la posizione x è definita, tanto meno lo sarà il momento p
e viceversa. Nel mondo della
meccanica quantistica, quindi, non si può prevedere con certezza
dove sarà una particella, si potrà solo parlarne in termini statistici,
associando probabilità sempre inferiori al 100%. Un oggetto che avesse una
probabilità pari al 99% di trovarsi in un determinato punto, avrebbe anche la
probabilità dell’1% di trovarsi altrove! Il Principio deriva dalla
definizione matematica di operatore nella fisica quantistica rielaborato da
Dirac e Jordan (come operatore posizione e operatore momento). Entrambe le
variabili coniugate considerate risultano reciprocamente incontrollabili: la
natura impone dunque un limite intrinseco alla conoscenza, cioè alla
misurazione. Dato il valore del prodotto delle incertezze, esso diventa
significativo solo dove il valore dell’incertezza delle misure della posizione
e del momento è piccola, quindi nel mondo degli atomi e delle particelle
subatomiche. Nel mondo macroscopico l’effetto del principio
d’indeterminazione viene solitamente ignorato, in quanto trascurabile. Nel
mese di aprile, Heisenberg spedisce alla rivista Forschungen und Fortschritte
l’articolo”Sui principi fondamentali della meccanica quantistica”,
in cui fornisce la sua interpretazione del Principio. Sarà Bohr, nelle
settimane successive, a contestare alcuni punti del suo lavoro e a costringerlo,
a maggio, a inviare un post scriptum a Zeitschrift fur Physik.
Heisenberg deve riconoscere che l’indeterminazione
deriva dal tentativo di misurare fenomeni che comportano la
considerazione simultanea della natura corpuscolare e di quella ondulatoria
della materia, e non dalla discontinuità delle particelle. Fondamentalmente,
quindi, il Principio d’indeterminazione può
essere considerato il risultato del dualismo onda-particella - concetto
elaborato in particolare da De Broglie circa tre anni prima. Il Principio – e
anche Bohr ne è consapevole – sta per diventare un pilastro della meccanica
quantistica. E, neppure un anno dopo, Werner Heisenberg sarà in Germania il più
giovane professore ordinario di Fisica teorica, all’Università di Lipsia.
Milano, 15 aprile 2007 Anna Busca
RICERCHE SU NUOVE METODICHE
ESTRATTIVE DEL LICOPENE ALLA “SAPIENZA”
Dagli anni ’90 industrie chimiche e
alimentari, istituti universitari e di ricerca, come il CNR, hanno incrementato
progetti e studi sulle tecniche estrattive di diverse sostanze di origine
vegetale, in particolare di antiossidanti, tra cui il licopene, un carotenoide
precursore del beta-carotene, presente soprattutto nella buccia dei pomodori
maturi (vedi “A
proposito di licopene”, 24 marzo 2006, corrierebit/Scienza). Il
licopene – che prende il nome proprio dal pomodoro, Solanum lycopersicum)
vanta, lo ricordiamo, proprietà antitumorali e antiinvecchiamento. Il
Dipartimento di Ingegneria Chimica dell’Università “La Sapienza” di Roma
ha avviato una ricerca, coordinata dal prof. Roberto Lavecchia (roberto.lavecchia@uniroma1.it
), con l’obbiettivo di utilizzare gli scarti della lavorazione del
pomodoro – destinati in genere a diventare mangime animale o smaltiti come
inquinanti, a volte illecitamente, con gravi danni ambientali – per estrarre
il prezioso licopene. Il lavoro è stato condotto con il dr. Antonio Zuorro e ha
portato ad interessanti risultati. Si tratta di nuove tecnologie estrattive,
basate sull’impiego di composti e preparati in grado di rendere più facile
l’accesso di solventi alla matrice cellulare. Vengono usate infatti miscele di
numerosi enzimi con attività cellulasica, emicellulasica e pectinolitica: in
questo modo vengono degradate le pareti cellulari e la matrice vegetale.
Molecole polari come alcoli a corta catena sono poi aggiunte per provocare lo swelling,
cioè il rigonfiamento della matrice; si viene quindi a creare una sorta di
rete di canali attraverso i quali i solventi (esano o altri composti apolari
ammessi dalle normative europee) passano facilmente, solubilizzando meglio e più
rapidamente il licopene, per lo più contenuto nei cromoplasti. Data la maggiore
resa, tale processo è meno costoso rispetto a quelli tradizionali e
diventa competitivo anche nei riguardi delle tecniche estrattive più innovative
(basate non sui solventi organici ma sull’impiego di anidride carbonica in
fase supercritica). Il pigmento così
estratto mantiene inalterate struttura
e attività. Questa tecnica potrà essere sperimentata anche per altre tipologie
di rifiuti agroindustriali contenenti prodotti d’interesse farmaceutico,
alimentare o cosmetico.
In provincia di Lecce sarà avviato entro giugno, grazie alla società
BioLyco, il primo impianto industriale che utilizzerà questa tecnologia per
l’estrazione del licopene dai cascami della lavorazione del pomodoro.
Milano, 13 aprile 2007 Anna Busca
MARZO
FESTIVAL “VEDERE LA SCIENZA”
allo Spazio Oberdan di Milano
Dal 26 marzo a domenica 1 aprile sarà
possibile assistere, allo Spazio Oberdan di viale Vittorio Veneto 2,
a film, documentari, conferenze e tavole rotonde che hanno la scienza
come denominatore comune. Si partirà con l’astronomia, e precisamente con due
documentari del 2005, uno inglese (La corsa nello spazio- Alla conquista
della Luna) e l’altro australiano (In viaggio verso i mari di Marte),
che verranno replicati nel pomeriggio di sabato 31, per passare poi attraverso
la robotica, la neurologia, la storia della fisica, le scienze della vita, i
grandi problemi legati all’energia, alle risorse e ai cambiamenti climatici
Tra i film in programma la sera da segnalare senz’altro Apollo 13 di
R.Howard, Contact di Zemeckis, L’ignoto spazio profondo di
Herzog e il recentissimo premio Oscar Una scomoda verità di D.
Guggenheim. Per informazioni www.brera.unimi.it/festival.
25 marzo (A.B.)
Dal 19 al 25 marzo si svolgerà la XVII Settimana della Cultura scientifica e tecnologica, rappresentata dalla V edizione della Primavera della Scienza. Come nelle passate manifestazioni, parteciperanno agli eventi musei, università, scuole, istituzioni scientifiche, che avranno aderito con diverse iniziative al tema di quest’anno: “La Natura e la civiltà delle macchine”. In numerose regioni italiane sono programmate conferenze, visite guidate, laboratori. Da segnalare a Pavia “Conoscere il mondo dei minerali”, al Museo di Mineralogia, e la relazione su “Sonno, sogno e creatività scientifica”. A Milano, il Museo della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” propone un’ampia scelta di attività per famiglie: tra queste l’interessante incontro con Isaac, il robot calciatore, nella sezione Robotica. A Trento, i giovanissimi (e non solo!) potranno costruire aerei di carta seguendo le leggi fisiche dell’aerodinamica, potranno avvicinarsi senza timori al mondo delle api, o tuffarsi nell’astronomia (Pianeti giganti, Stella stellina). Domenica 18 marzo si celebra anche la XVII Giornata Mondiale dei Planetari.
Per gli orari e i luoghi degli eventi, www.laprimaveradellascienza.it.
18 marzo 2007, A.B.
L’ECLISSE TOTALE
DI LUNA DEL 3 MARZO
A due anni e mezzo dall’ultima eclisse
(accadde il 28 ottobre 2004), la notte di sabato 3 marzo sarà possibile
osservare nuovamente l’evento della “luna rossa”. Il nostro satellite
naturale si troverà infatti nella fase di plenilunio, quindi in opposizione al
Sole, e sulla linea dei nodi, cioè sulla retta d’intersezione tra il piano
dell’orbita lunare e quello dell’orbita terrestre. In questo modo,
l’allineamento Sole-Terra-Luna consentirà a quest’ultima di entrare nel
cono d’ombra della Terra e di restarne pertanto oscurata. Non si tratta quindi
di un’occultazione (come per l’eclisse di Sole), e neppure di un totale
oscuramento: per effetto di fenomeni di rifrazione della luce solare dovuti
all’atmosfera terrestre, infatti, la Luna apparirà rossastra. Il fenomeno avrà
inizio alle 22.30; alle 23.43 inizierà la totalità, che sarà al massimo alle
00.20. La Luna tornerà a essere perfettamente visibile alle 02.11. Per
osservare l’eclisse non è necessario uscire di casa: per chi non potesse
farlo, infatti, è prevista “l’eclisse in diretta” in collegamento con www.corriere.it.
Per saperne di più: www.uai.it.
2 marzo 2007, A.B.
FEBBRAIO
CONFERENZE
AL DARWIN DAY
DI MILANO
Un
pubblico numeroso, costituito in particolare da insegnanti di scienze, studenti
liceali, ricercatori universitari, ma anche da persone semplicemente interessate
alla questione “evoluzione”, ha riempito la sala del Museo di Storia
naturale di Milano per ascoltare le conferenze del Darwin Day. Venerdì
pomeriggio i relatori hanno parlato soprattutto dei rapporti tra Charles Darwin,
il suo ambiente culturale e scientifico, e
la geologia del suo tempo: l’amicizia con Lyell e la lettura dei suoi Principles
of Geology hanno sicuramente costituito una base importante per i suoi studi
geologici. Liz Hide ha ricordato, parlando dei quaderni che il naturalista
portava sempre con sé durante le uscite “in campo”, che Darwin raccomandava
di “scrivere sempre quello che si vede”, per non dimenticare particolari che
possono rivestire importanti significati. E gli appunti meticolosi, corredati da
disegni di campioni di rocce e di fossili, tanto importanti per la stesura dei
suoi lavori, sono una prova della validità del suo metodo. Gian Battista Vai,
geologo dell’Università di Bologna, considera Darwin una sorta di precursore
della teoria della tettonica delle placche, perché aveva intuito i notevoli
cambiamenti subiti dalla crosta e dai continenti. Vai però, nella seconda parte
del suo intervento, ha sottolineato che l’evoluzione, pur essendo “un dato
di fatto”, non può più essere considerata “darwiniana”: ha citato la
teoria degli equilibri punteggiati di Stephen Jay Gould e si è anche riferito
ad una sorta di revival di Lamarck, “…come dimostrato dalla
diffusione di siti su quest’ultimo, come il sito del prof. Corsi”. Pietro
Corsi, storico della scienza, ha scosso il capo ribattendo con veemenza che
ideare un sito su Lamarck non significa affatto essere “lamarckiano”,
e ha anzi ribadito di essere “darwiniano”. E’ nata quindi
un’interessante discussione in cui Corsi ha ripreso alcuni aspetti del
dibattito sull’evoluzione: ha chiarito la posizione di Lamarck, sostenitore
dell’”eternalità” della vita e della Terra (per approfondimenti si può
consultare il suo eccellente sito www.lamarck.cnrs.fr
, in francese e in inglese) ed ha affermato che è un grave errore parlare, a
proposito di Darwin, di “selezione del più adatto”. Gi individui che
presentano un corredo di caratteri più favorevoli in un certo ambiente avranno
semplicemente una maggiore probabilità di riprodursi, avranno più figli di
altri: l’evoluzione si fonda su potenziali riproduttivi diversi, non viene
“eliminato” chi non è “adatto”. Ha anche accennato alla questione
spinosa del rapporto scienza/religione, sostenendo che la Chiesa può dire
“dove va l’anima”, ma non può affermare nulla sull’evoluzione
biologica, di cui si deve occupare la ricerca scientifica. Sabato si sono invece
susseguite conferenze su temi più specifici di geologia e di biologia marina.
Giorgio Pasquarè, vulcanologo, ha parlato degli studi di Darwin sulla lava, che
gli consentirono di individuare le differenze tra vulcanesimo esplosivo e
vulcanesimo effusivo. Il suo viaggio sul Beagle gli permise di osservare
numerosi vulcani, alcuni dei quali in eruzione, e di formulare ipotesi sull’Origine
delle isole vulcaniche (è anche il titolo di un suo
saggio). Nell’intervento di Giuseppe Orombelli, geomorfologo, sono invece
emersi i contributi di Darwin agli studi sui ghiacciai: nel rilevare la presenza
di massi erratici e di rocce striate ed erose, Darwin intuì l’estensione di
ampie coltri glaciali dovute a grandi
variazioni climatiche del passato. Orombelli
ha poi approfondito l’aspetto paleoclimatico della ricerca sui ghiacci polari:
questo ghiaccio, a differenza di quello che si trova sulle montagne, non fonde
mai, quindi conserva quanto ha preso dall’aria circostante nel momento in cui
si è formato il cristallo di neve che l’ha generato. Ecco perché gli studi
effettuati a partire dagli anni ’60 hanno consentito di ottenere dati
importanti sull’atmosfera nelle ultime centinaia di migliaia di anni. Molto
interessante anche la conferenza, centrata sulla biodiversità e sulle
interazioni tra specie, del biologo marino Marco Oliverio: esperto di
gasteropodi, ha parlato di Toxoglossi, in particolare delle 500 specie di
Conus, che predano pesci utilizzando il rostro per bloccarli, per poi
paralizzarli e ucciderli con dardi velenosi, tramite un tentacolo (un
impressionante filmato mostra un pesce, in acquario, letteralmente ingoiato da
un Conus nascosto nella sabbia). Le molecole in gioco sono oggetto di
studio per ricavare anestetici e altri tipi di farmaci.
Esistono anche gasteropodi, come le Coralliofile, che si nutrono
di coralli, riuscendo ad evitarne l’effetto tossico-urticante degli
cnidoblasti. E’ chiaro che anche questo particolare adattamento ha suscitato
l‘ìnteresse dei ricercatori , soprattutto in ambito biochimico. Infine, ecco
i vampiri degli oceani: specie ematofaghe di gasteropodi, come la Colubraria
o la Cancellaria, che utilizzano la proboscide per succhiare sangue ai
pesci, inserendola nelle branchie. Producono sostanze specifiche con effetto
anestetico e anticoagulante. Oliverio ha concluso rimarcando che le simbiosi
sono una delle ragioni del successo evolutivo. Il
relatore seguente, lo zoologo Gabriele Gentile, ha “portato” il
pubblico alle isole Galapagos, vero “libro di ecologia in tre dimensioni”,
mostrando l’origine vulcanica dell’arcipelago e mettendo in evidenza le
differenze tra le coperture vegetali dovute
all’influenza degli alisei, venti costanti umidi, differenze notate
naturalmente già da Darwin. Anche il gigantismo di alcune specie animali, in
particolare tartarughe, è stato sottolineato ed è stato poi anche oggetto di
un intervento da parte di un
botanico presente tra il pubblico. Nel dibattito in chiusura della giornata è
da segnalare una domanda interessante giunta tramite Internet: “La
radioattività naturale può essere considerata causa di mutazioni? E’
maggiore nelle zone vulcaniche?”. La risposta è arrivata da Oliverio e da
Gentile: il primo ha riferito di una ricerca dell’Università La Sapienza
di Roma, non ancora pubblicata, svolta in una zona del Viterbese. Qui
esistono formazioni di tufo con una concentrazione di radon superiore alla media
e sembra che le popolazioni di anfibi che vi vivono ne subiscano un effetto
mutageno. Gentile ha affermato che studi simili hanno portato a concludere che
le mutazioni indotte sono per lo più negative, con maggiore incidenza sulle
zone del DNA ad alta ripetizione di coppie di basi.
Milano,
11 gennaio 2007 Anna
Busca anna.bus@tiscali.it
In attesa della grande festa per il
bicentenario della nascita di Charles Darwin, che cadrà tra due anni (nacque
infatti il 12 febbraio 1809), continuano in tutto il mondo le celebrazioni
annuali in suo onore, nate nel 2004 come eventi importanti per riunire a
discutere esperti di evoluzionismo e per parlare di evoluzione al grande
pubblico. A Milano la sede principale dei diversi convegni è il Museo di Storia
Naturale di corso Venezia, ma collaborano alla manifestazione anche altre
istituzioni lombarde, come l’Orto Botanico di Bergamo, il Museo Civico di
Storia Naturale di Cremona, il Liceo classico Zucchi di Monza, la Biblioteca
Civica di Arcore, l’ANISN. Il tema di quest’anno è “Darwin geologo e
l’evoluzione della Terra”. Sappiamo che Darwin era grande amico di Charles
Lyell, autore del famoso “Principi di geologia” considerato testo
fondamentale dell’attualismo. E fu proprio la lettura di questo libro
che portò Darwin ad appassionarsi alla geologia, scienza che aveva deciso
inizialmente di ignorare, dopo aver seguito le lezioni insopportabilmente noiose
del geologo Jameson. Nell’ultimo
capitolo de “L’origine delle specie” Darwin scrive: “...con la
luce che la geologia oggi proietta e continuerà a proiettare sui passati
cambiamenti del clima e del livello della superficie terrestre, noi saremo
sicuramente in grado di tracciare in modo mirabile le passate migrazioni degli
abitanti di tutto il globo”. Per Darwin la geologia è una “nobile
scienza”, poco documentata però, data al grande incompletezza dei fossili,
(“perde gloria”, afferma) ma si intuisce che la considera assolutamente
fondamentale per ricostruire la storia della Terra, e quindi tutto il
processo evolutivo. Aprirà i lavori il Nobel Rita Levi Montalcini; il
primo relatore sarà lo storico della scienza Pietro Corsi, docente a Oxford,
che tratterà il tema “Storia della vita e storia della Terra prima di
Darwin” (h14.30, Museo di Storia Naturale, Milano). Seguiranno gli interventi
di Sandra Herbert e Liz Hide sui rapporti tra il giovane Charles e i suoi studi
geologici, e di Gian Battista Vai sull’”originalità geologica” di Darwin.
Di rilievo, tra le altre, le conferenze del vulcanologo Giorgio Pasquarè
(“Darwin e i vulcani”) e del geomorfologo Giuseppe Orombelli (“800mila
anni di storia del clima e dell’atmosfera registrate nelle calotte glaciali
polari”), quest’ultima decisamente attuale per il suo collegamento al
problema del riscaldamento globale, che si terranno sabato mattina. Nel
pomeriggio di sabato si parlerà del mare (con una “tappa” alle Galapagos),
ambiente in cui si ritiene ebbe inizio l’evoluzione biologica.
Dibattiti e tavole rotonde chiuderanno le giornate del convegno; per
domenica 11 febbraio, a partire dalle 9.30 fino alle 15, è previsto un incontro
con Edoardo Boncinelli, a cura dell’Anisn, seguito da una serie di attività
didattiche per ragazzi e famiglie, organizzate dal Museo.
Per il programma completo si può consultare il sito www.pikaia.eu
. Da questo stesso sito è possibile seguire in diretta le conferenze on
line. Per assistere alle conferenze l’ingresso al museo è libero, fino ad
esaurimento dei posti.
Milano, 7 febbraio 2007 Anna Busca
GENNAIO
In questi giorni a Parigi sono riuniti in convegno duemila esperti mondiali del Comitato intergovernativo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Ipcc). Argomento centrale del dibattito, che dovrebbe servire a trarre conclusioni importanti in merito a direttive ambientali di ordine generale, è l’effetto serra: sembra che sei anni fa, all’epoca dell’ultima riunione dei climatologi ONU, siano state decisamente sottostimate le conseguenze cui avrebbe portato l’aumento dell’anidride carbonica nell’atmosfera. L’effetto serra, come ormai tutti sanno, è dovuto all’assorbimento di energia radiante alle lunghezze d’onda dell’infrarosso da parte dei cosiddetti gas serra, tra i quali spicca la CO2. In questo modo viene “intrappolato” calore, il che è senz’altro positivo perché consente temperature compatibili con la biosfera: ma se il calore aumenta, la Terra si riscalda eccessivamente e i problemi diventano gravissimi. Considerevoli cambiamenti climatici su scala mondiale appaiono piuttosto evidenti anche ai più scettici, che continuano a pensare che possano far parte di fisiologiche fluttuazioni, dovute a cause anche astronomiche e comunque non necessariamente solo antropiche: ma gli scienziati in genere sono concordi nel presentare come reale la correlazione tra l’aumento costante del diossido di carbonio e il riscaldamento del nostro pianeta. D’altra parte, non è certo un discorso nuovo: nel numero di Le Scienze del marzo 1978 (quasi trent’anni fa!) veniva pubblicato un articolo di George M. Woodwell, direttore dell’Ecosystems Center del Marine Biological Laboratory di Woods Hole nel Massachussetts, dal titolo ”Il problema dell’anidride carbonica”. Lo scienziato scriveva che “…permanendo le tendenze attuali, entro l’anno 2020 il contenuto atmosferico di anidride carbonica potrebbe arrivare a sfiorare il raddoppio rispetto ai valori presenti (…) L’umanità si trova quindi di fronte a un dilemma storico. Le attività umane, che stanno producendo un continuo aumento del contenuto atmosferico di anidride carbonica, lasciano presupporre un generale riscaldamento del clima nel corso dei decenni a venire (…) La più ovvia delle azioni correttive consisterebbe in una più drastica riduzione del consumo di combustibili fossili…”. Woodwell ipotizzava conseguenze destabilizzanti, sconvolgimenti dei modelli consolidati di sviluppo sociale ed economico, pesanti alterazioni delle condizioni umane. Dal 1959 l’andamento del contenuto atmosferico della CO2 veniva monitorato all’osservatorio di Mauna Loa alle Hawaii da Charles Keeling dello Scripps Institution of Oceanography. In questo stesso istituto insegnava oceanografia Roger Revelle, che nel 1957 aveva dimostrato che il tasso di assorbimento dell’anidride carbonica dell’aria da parte degli oceani era molto più basso di quanto si fosse ritenuto fino a quel momento. Anche Revelle, in un articolo comparso su Le Scienze nell’ottobre 1982, scriveva che “l’uomo sta conducendo senza saperlo un grande esperimento geofisico che, se fosse adeguatamente documentato, potrebbe portare a un nuovo livello di comprensione dell’oceano e dell’atmosfera. Non è da escludere che si risolva invece in mutamenti climatici che potrebbero essere molto rovinosi”. Revelle si era nel frattempo trasferito come professore di politica demografica alla Harvard University. Qui, tra gli studenti, ebbe Al Gore, futuro senatore del Tennessee nonché futuro mancato Presidente degli Stati Uniti, sconfitto da Bush junior per pochi voti di svantaggio nel collegio della Florida, nelle ultime elezioni presidenziali. E proprio Al Gore, colpito da quanto ascoltato durante le lezioni di Revelle, si fece promotore di campagne di sensibilizzazione sui temi ambientali, portando nel Congresso, fin dagli anni ’80-’90, proposte di interventi in ambito agricolo, dei trasporti, dei consumi energetici. In questi giorni è nelle sale cinematografiche italiane un suo film-documentario, Una scomoda verità, che vuol essere un messaggio non solo politico, ma anche etico, diretto a tutti noi. Forse non è più possibile chiudere gli occhi davanti ai ghiacciai che si dissolvono, ai laghi che si prosciugano, alla desertificazione che avanza nel Darfur, ai disastri provocati da uragani sempre più frequenti e violenti. Forse non si deve più accusare di “catastrofismo” chi parla di riscaldamento globale e delle sue conseguenze. Ognuno di noi, intanto, può fare qualcosa: il decalogo da seguire, che il film, ben documentato, suggerisce, è qui riportato. Per approfondimenti www.climatecrisis.com.
“Dieci cose da
fare. Vuoi fare qualcosa per fermare il riscaldamento globale? Cambia
la luce. Sostituisci una lampadina normale con un’altra
fluorescente (a basso consumo) per risparmiare 68.039 g di diossido di carbonio
l’anno. Fai a meno dell’auto. Cammina, prendi la bici,
condividi l’auto o prendi i mezzi pubblici più spesso. Risparmierai 454 g di
diossido di carbonio ogni 1.61 km non percorso in auto. Ricicla. Puoi
risparmiare 1.088.622 di CO2
l’anno riciclando anche solo la metà dei tuoi rifiuti. Controlla le gomme.
Tenere sotto controllo la pressione dei pneumatici permette di ridurre
l’emissione di gas del 3%. Risparmia l’acqua calda. Installa un
rubinetto a getto ridotto per risparmiare 158.757 g di CO2 l’anno e
lava i vestiti in acqua fredda o tiepida per risparmiarne altri 226.796 g
l’anno. Evita grandi imballaggi. Puoi risparmiare 544.311 g di diossido
di carbonio riducendo i tuoi rifiuti del 10%. Regola il termostato di casa.
Sposta il tuo termostato di 2 gradi in meno d’inverno e 2 in più d’estate.
Puoi risparmiare circa 907.185 g di diossido di carbonio l’anno Pianta un
albero. Un solo albero assorbe almeno 1 tonnellata di
CO2 nella durata della sua vita. Prendi parte al progetto.
Leggi e informati sul sito www.unascomodaverita-ilfilm.it.
Spargi la voce!
Milano, 30 gennaio 2007
Anna Busca anna.bus@tiscali.it
FESTIVAL DELLE SCIENZE A ROMA
All’Auditorium del Parco della Musica si
sta svolgendo, dal 15 gennaio, la seconda edizione del Festival delle Scienze di
Roma, che si concluderà domenica 21. Il ciclo di incontri, attività e
conferenze ha come affascinante tema “Le età della vita”. Psicologi,
scienziati, filosofi della scienza, molti dei quali provenienti da università e
centri di ricerca di diversi Paesi,
contribuiscono ad accendere il dibattito sulle tappe dello sviluppo dell’uomo,
dalla nascita alla morte: si parla dell’evoluzione
del pensiero e delle capacità psico-motorie, delle emozioni, delle complesse
problematiche dell’infanzia e dell’adolescenza, fino a toccare questioni di
bioetica molto attuali. Tra seminari di Tai Chi, caffè scientifici e concerti,
si potrà ascoltare una Lectio Magistralis di Massimo Ammaniti e Vittorio
Gallese dal titolo “Nella mente delle madri” (19 gennaio), nonché alcune
conferenze sulla genesi della parola, lo sviluppo del linguaggio, le interazioni
cervello-ambiente (20 gennaio), “I limiti della vita”, “La vita, la
malattia e il diritto di morire”, “Vita senza fine? La scienza e
l’immortalità” (21 gennaio).
L’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti. Per il calendario degli
incontri: www.auditorium.com, per
informazioni 0680241281.
19 gennaio (A.B.)
ARCHIVIO CORRIEREBIT ARTE 2007
Vado
Ligure (SV), Museo di Villa Groppallo
6
dicembre 2007 - 8 marzo 2008
A
sessant’anni dalla sua scomparsa questa mostra rappresenta il tributo di Vado
al grande maestro trevigiano che trovò nella cittadina ligure il conforto degli
affetti e l’ambiente dove conobbe i suoi più felici momenti creativi.
Sono le vicende del primo conflitto mondiale a portare nel 1916 Arturo Martini in Liguria, prima a Genova, impegnato nell’industria bellica come tornitore e fonditore di proiettili e quindi a Vado Ligure come operaio specializzato presso l’officina Senigaglia. A Vado lo scultore si trasferisce dal 1920, anno del suo matrimonio con Brigida Pessano, dalla quale avrà due figli, Maria (Nena) e Antonio. Nonostante la sua permanenza nella cittadina ligure, dopo i primi anni, sia saltuaria, Martini non interrompe mai i contatti con Vado, cui lo legano la famiglia e la casa scelta come ricovero alle sue opere, che resterà un punto fermo nella sua vita irrequieta. Nel periodo ligure il linguaggio plastico di Martini giunge a piena maturazione, l’esempio antiaulico e anticlassico della sua scultura depurata d’ogni particolare esornativo dal linguaggio della stilizzazione popolare, è destinato a lasciare implicazioni sulle successive vicende artistiche italiane. La mostra, promossa dal Comune di Vado e curata da Cecilia Chilosi presenta un significativo nucleo di opere, che ben testimoniano delle diverse tappe del suo percorso creativo e dei differenti materiali da lui interpretati: gesso, bronzo, terracotta e marmo. Verrà allestita nel Museo di Villa Groppallo le cui sale conservano in permanenza alcune opere di Arturo Martini tra cui i quattro magnifici gessi preparatori per il Monumento ai Caduti (inaugurato nel 1924), la prima commissione pubblica che Martini riceve nel 1923, e il Benefattore, monumento funebre in terracotta di don Cesare Queirolo eseguito tra il 1932 e il 1933. A Vado Martini, in uno dei suoi più felici momenti creativi, da lui stesso definito del "canto", porta a maturazione nella sperimentazione della terra il suo linguaggio. E' con le opere realizzate in questo periodo che egli ottiene il massimo riconoscimento che gli sarà tributato in vita: il primo premio alla Quadriennale di Roma del 1931.
CENTO - LA MADONNA DEL PRESEPE
“La
Madonna del Presepe da Donatello a Guercino” è il titolo di una preziosa
e sorprendente mostra in programma alla Pinacoteca Civica di Cento (FE) dal 2
dicembre al 13 aprile 2008, che rievoca e rende omaggio alla storia
misconosciuta di una immagine mariana di intensa devozione e di straordinaria
importanza per la città di Cento, divenuta nei secoli fonte di ispirazione per
artisti dal talento geniale come Donatello e Guercino.
Curata da Giuseppe Adani, Giancarlo Gentilini, Fausto Gozzi e Cristina Grimaldi
Fava, la mostra è promossa dal Comune di Cento e dall’Associazione
Amici della Pinacoteca Civica di Cento, con il patrocinio del Ministero per i
Beni e le Attività Culturali e le Arcidiocesi di Bologna e Ferrara –
Comacchio, e il sostegno di Cassa di Risparmio di Cento (main sponsor),
Fondazione Cassa di Risparmio di Cento, Associazione Imprenditori Centesi per la
Cultura, Borghi International Spa.“La Madonna del Presepe” è un magnifico
bassorilievo in stucco policromo dipinto, recentemente riscoperto nella chiesa
dei SS. Sebastiano e Rocco a Cento, che giunse nella cittadina ferrarese nel
lontano 1516 come dono di una munifica famiglia locale al Convento di Santa
Caterina.
Il bassorilievo si presenta come una composizione singolare, ardita e davvero
magistrale, sia nella virtuosa modellazione a “stiacciato” prospettico,
nell’intensità espressa delle figure e nella loro calibrata disposizione, sia
nella originale invenzione iconografica, dove l’umanità sapida di un tema
particolarmente caro alla devozione popolare si coniuga con colte allusioni
antiquarie.
ll’inizio del XVII secolo Guercino rese omaggio a questo soggetto sacro
fissandolo per sempre in un disegno di eccezionale modernità e scioltezza di
tocco, aggiungendo al tema iconografico originario due splendidi angeli che
porgono alla devozione dei fedeli l’immagine della Madonna.
Dal piccolo capolavoro grafico del Guercino, ritenuto irrimediabilmente perduto
ma da poco rinvenuto e nuovamente visibile in questa occasione, derivarono nei
secoli XVII e XVIII incisioni, cartapeste, terrecotte, stampe e una cospicua
produzione di canzonette spirituali; testimonianze preziose espresse attraverso
i diversi linguaggi dell’arte, della poesia e della musica che sono ampiamente
documentate in mostra, unitamente a documenti di archivio.
Dopo la soppressione del Convento di Santa Caterina all’inizio del XIX secolo,
lo stucco venne relegato nella piccola Chiesa dei SS. Rocco e Sebastiano, dove a
poco a poco la devozione e la fama di prodigiosi miracoli si spensero.
Nel 1987 un intervento di restauro riportò a nuovo splendore la qualità
artistica originale dello stucco, pesantemente ridipinto nel corso dei secoli,
consentendo agli studiosi nuove indagini stilistiche storiche e documentarie che
hanno portato ad attribuirne la realizzazione a Bartolomeo Bellano, il discepolo
prediletto di Donatello a Padova e suo collaboratore nel completamento dei
pulpiti di San Lorenzo a Firenze. Il Bellano avrebbe quindi tratto ispirazione
dal genio donatelliano, elaborando una composizione di commovente tenerezza
materna, unita ad una grande forza espressiva.
La mostra rappresenta dunque un’occasione unica e rara per ripercorrere la
suggestiva storia di questa immagine dal fascino immutato, approfondendo con
rigore scientifico la genesi e l’importanza artistica dell’opera attraverso
una accurata analisi comparativa con gli altri esemplari superstiti di questa
medesima tipologia, tra cui due importanti rilievi che si devono alla mano di
Donatello stesso, con opere provenenti da collezioni private, chiese e
importanti musei italiani ed esteri, come il Museo Bardini di Firenze e il
Victoria and Albert Museum di Londra.
A conclusione della mostra, “La Madonna del Presepe” verrà traslata nella
Chiesa parrocchiale di San Pietro a Cento, dove potrà rinnovarsi l’antica
devozione di fedeli e pellegrini.
Catalogo Minerva Edizioni, con testi di Card. Carlo Caffarra, Antonio Paolucci,
Giuseppe Adani, Cristina Grimaldi Fava, Don Pietro Mazzanti, Salvatore Baviera,
Marco Cecchelli, Rodolfo Papa, Renza Bolognesi, Giancarlo Gentilini, Alessandra
Sarchi, Luigi Samoggia, Anna Valentini
NUOVO MUSEO DEL DUOMO DI MONZA
MUSEO POLDI PEZZOLI - LA RACCOLTA MARIO SCAGLIA
L’incontro con un restauratore milanese, negli anni della prima giovinezza, segna in modo determinante la passione di Mario Scaglia per il mondo dell’arte, e in particolare per le opere d’arte antica. Negli anni Sessanta l’imprenditore milanese inizia a formare la sua raccolta di cui oggi, a quarant’anni di distanza, una raffinata selezione è esposta al Museo Poldi Pezzoli, dal 30 ottobre 2007 al 30 marzo 2008, nella mostra L’ARTE DEL COLLEZIONARE. La raccolta Mario Scaglia. Dipinti e sculture, medaglie e placchette da Pisanello a Ceruti.La mostra costituisce la quinta tappa di un percorso che, dopo le rassegne dedicate alle opere del Museo Jacquemart-André di Parigi, del Principe del Liechtenstein, della famiglia Borromeo Arese e dei dipinti ottocenteschi scelti da Gian Giacomo Poldi Pezzoli, indaga le diverse sfaccettature del collezionismo privato. Un progetto che esprime, ancora una volta, l’identità del Museo Poldi Pezzoli. La passione per l’arte, la ricerca dell’eccellenza e l’impegno civico verso il patrimonio artistico sono gli elementi che hanno ispirato le scelte di Poldi Pezzoli e che oggi guidano il nuovo corso espositivo della casa-museo. Un progetto che si traduce nell’esposizione di raccolte rivelatrici di un modello virtuoso di collezionismo, realizzate da coloro che accanto alla qualità delle opere hanno scelto l’impegno in favore del patrimonio artistico della collettività. Brillante imprenditore nel settore metalmeccanico, Mario Scaglia, già Presidente dell’Accademia Carrara dal 1982 al 1993, è attualmente Presidente dell’Associazione per la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea (GAMEC) di Bergamo.La sua raccolta si propone all’attenzione del pubblico con una mostra varia, imprevedibile e preziosa. La conoscenza ravvicinata dell’artefice del progetto collezionistico e della sua personalità haconsentito di portare alla luce una raccolta molto originale, in cui spiccano prevalentemente due filoni: l’amore per l’arte lombarda e la predilezione per il manufatto di piccole dimensioni ma di squisita fattura. Opere scelte in modo attento e mai convenzionale da un amatore che ha rinnovato costantemente la sua collezione, all’insegna della curiosità e del diletto.Curata da Andrea Di Lorenzo, conservatore del Museo Poldi Pezzoli, e da Francesco Frangi, Professore di Storia dell’Arte Moderna dell’Università di Cremona, la mostra si snoda in un percorsospositivo, scandito in tre sezioni, che propone circa 90 pezzi tra dipinti, sculture, medaglie e placchette.
Il 30 ottobre apre la mostra
dedicata a Emlio Tadini. Un
centinaio di opere esposte
negli spazi espositivi delle fondazioni Marconi e Mudima e nella Sala
Napoleonica dell’Accademia di Brera. Alla Fondazione Mudima sono in
visione opere che vanno dal 1965 al 195. Il percorso parte da Le vacanze
inquiete e La famiglia irreale d’Europa, nei quali già si può notare le
caratteristiche che rimarranno tipiche della pittura di Tadini: il clima
fantastico e surreale e la costruzione mentale del soggetto. Alla Fondazione
Marconi sono esposte le opere realizzate nel decennio 1975-1985. Il testo
diventa protagonista di alcune delle tele esposte, Testo
appare come titolo dell’opera, come segno grafico e come e vero e proprio
testo che, stretto tra penna e pennello e circondato da macchie di colore, svela
la doppia identità dell’artista pittore e scrittore. Nella Sala Napoleonica dell’Accademia
di Brera è esposta l’opera, L’occhio della pittura del 1978. Una tela
dalle dimensioni monumentali sulla quale compaiono tutti gli elementi che
caratterizzano la produzione dell’artista.
In occasione di questa mostra è stato stampato da Skira editore un bel volume di oltre 300 pagine con un testo introduttivo di Vittorio Fagone e con un’ampia selezione di testi critici dell’epoca e successivi riguardanti l’opera di Tadini dagli inizi fino al 1985.
POMODORO - CATALOGO RAGIONATO DELLA SCULTURA
Con saggi di Giovanni Carandente, Gillo
Dorfles, Sam Hunter, Arturo Carlo Quintavalle
Arnaldo Pomodoro, figura eccellente della scultura internazionale, è
protagonista di un percorso espressivo ormai più che cinquantennale. Dopo
l’esordio nel clima di superamento dell’informale, Pomodoro matura un’idea
di scultura in cui il paradigma geometrico tridimensionale è alla base di
numerosi filoni operativi. Da un canto, il dissolvimento della perfezione
geometrica in virtù di una sorta di erosione dovuta a trame segniche complesse
e di forte spessore simbolico, che porta l’artista a interrogare anche, in
modo specifico, il valore della scultura come topos
architettonico, dalla colonna alla stele. D’altro canto, la capacità di
quelle stesse partiture segniche di recuperare, dell’identità sorgiva della
scultura, il valore di frontalità, di superficie articolata, di luogo proprio
d’una grafia che si dispiega per iterazioni e varianti continue.Celeberrime
sono molte delle opere dell’artista, dalla Sfera
grande per l’Expo di Montréal, ora collocata a Roma, Ministero degli
Affari Esteri, alle versioni di Sfera
con sfera per il Cortile della Pigna in Vaticano e per la sede delle
Nazioni Unite a New York, dalla monumentale Papyrus
per Darmstadt a Novecento,
collocata di recente a Roma, EUR.Il Catalogo generale di Arnaldo Pomodoro,
frutto di un pluriennale lavoro di catalogazione sistematica di tutta la sua
opera scultorea, documenta il complesso delle opere realizzate dall’artista
dal 1953 al 2003, affiancando loro la prima compiuta ricerca documentaria su
tutta la bibliografia esistente.L’opera, coordinata da Flaminio Gualdoni,
direttore della Fondazione Arnaldo Pomodoro, è frutto degli studi
dell’Archivio Arnaldo Pomodoro e rappresenta la prima tappa della
catalogazione complessiva dell’opera dell’artista, che proseguirà con la
catalogazione di tutta la sua attività scenica, dell’arte applicata e
dell’opera grafica.Il volume di circa 700 pagine, edito da Skira, comprende i
saggi introduttivi di studiosi autorevoli – e storici compagni di strada
dell’artista – come Giovanni Carandente, Gillo Dorfles, Sam Hunter e Arturo
Carlo Quintavalle; un’ampia sezione di tavole a colori che documentano le
opere più significative di Pomodoro; la prima compiuta ricostruzione
bio-bibliografica del suo lavoro; e le schede scientifiche di tutte le opere
dell’artista.
Ottocento
Novecento. Arte a Lodi tra due secoli
Il progetto propone un itinerario espositivo che presenta 120, tra dipinti e sculture, di 40 tra i più importanti artisti operanti nell’arco dei due secoli nel Lodigiano, quali Francesco Hayez, Enrico Scuri, Angelo Pietrasanta, Mosè Bianchi da Mairago, Angelo Prada, Osvaldo Bignami, Giorgio Belloni, Stefano Bersani, Ettore Archinti, Enrico Spelta, Giuseppe Vajani, Vitaliano Marchini, Giuseppe Novello, Cristoforo De Amicis, Giovanni Vigorelli. Per la maggior parte, le opere mancano dai circuiti espositivi pubblici da parecchi decenni e sono il frutto di ritrovamenti recenti; alcune di esse sono state valorizzate da impegnative operazioni di restauro, finanziate dal Comune di Lodi, che le h anno riportate all’originario splendore. Per saldare ancora di più la mostra con il territorio che la ospita, dipinti e sculture saranno collocati in tre importanti luoghi cittadini secondo una ripartizione cronologica. Nella Sala Espositiva del Centro Direzionale della Banca Popolare di Lodi, la sezione dedicata all’Ottocento; nel Tempio Civico dell’Incoronata, gli otto bozzetti di Enrico Scuri per i dipinti che decorano la volta del tempio stesso; nell’ex Chiesa dell’Angelo I lavori, provenienti dalle più importanti collezioni pubbliche e private italiane, saranno presentati in un percorso espositivo cronologico e ripercorreranno la grande stagione vissuta da Lodi e dal suo territorio, soprattutto dopo l’Unità d’Italia, in grado di ripercorrere gli ormai lontani fasti del Rinascimento. Infatti, parallelamente al crescente sviluppo del tessuto sociale ed economico della borghesia dei commerci e delle imprese e del primo proletariato urbano, le città di Lodi e, sia pure in dimensione minore, di Codogno, Melegnano, Casalpusterlengo e Sant’Angelo Lodigiano, sono state animate dalla presenza di non pochi artisti attivi per la committenza locale sia pubblica – civile e religiosa – che privata. Il percorso espositivo prenderà avvio dall’età della Restaurazione, quando il chimico e possidente Francesco Cavezzali faceva della sua villa al Tormo un punto di riferimento per gli artisti più affermati del momento e si registrava l’arrivo di maestri dall’esterno, coinvolti in alcune importanti imprese di decorazione ad affresco, come il cremonese Antonio Bottazzi e il milanese Mauro Conconi presso la Cattedrale e il bergamasco Enrico Scuri presso il Tempio Civico dell’Incoronata. Poco più tardi, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, all’Accademia di Brera, sotto la guida di Francesco Hayez prima e di Giuseppe Bertini poi, si formarono quelli che sarebbero stati i protagonisti delle arti in loco, come i pittori Angelo Pietrasanta e Mosè Bianchi da Mairago - così chiamato per distinguerlo dall’omonimo artista monzese - e lo scultore Giuseppe Bianchi, sensibili sia allo storicismo di derivazione letteraria sia alle prime caute analisi del vero. Nel fervido cantiere dell’Accademia di Brera si formò anche Stefano Bersani (1872-1914), di cui viene esposta Sul declivio, una tela ritrovata soltanto a pochi giorni dall’apertura della mostra e di cui a lungo si erano ormai perse le tracce. Accompagna l’iniziativa un bel catalogo edito da Skira.
Lodi dal 27 ottobre al 16 dicembre 2007
L’esposizione
Collezioni in dialogo. Da Vincenzo Vela a
Cuno Amiet segna il ritorno di una selezione di opere della Collezione
Civica a Villa Malpensata, già sede del Museo di Belle Arti della Città di
Lugano dal 1912 al 1933, prima del suo trasferimento negli spazi di Villa Ciani.
La Collezione Civica può senza dubbio essere considerata la più ricca in
Ticino per quanto attiene alla realtà artistica locale e lombarda che dalla
metà dell’Ottocento va fino ai primi anni venti del Novecento, esito felice
di una politica di acquisizione seguita sin dall’inizio e a cui nel tempo si
sono aggiunte rilevanti opere in deposito di proprietà della Confederazione,
della Fondazione Gottfried-Keller e una serie di importanti donazioni, tra cui
le donazioni Milich-Fassbind e Chiattone. Il percorso espositivo che da Vincenzo
Vela a Cuno Amiet propone un viaggio
nella storia dell’arte dalla fine dell’Ottocento ai primi tre decenni del
Novecento è stato realizzato mettendo in dialogo una selezione di oltre
cento opere della Collezione Civica
con importanti apporti provenienti in primo luogo dal Museo
Cantonale d’Arte di Lugano e dal Museo
Villa dei Cedri di Bellinzona.
Museo d'Arte Moderna, Lugano (28 ottobre 2007 – 30 marzo 2008)
Il
Palazzo della Ragione di Verona ospita una grande mostra promossa e realizzata
dalla Fondazione Cariverona. La mostra,
visibile dal 20 ottobre al 3 febbraio 2008, è
una rassegna di ottanta dipinti della Pittura Italiana nelle collezioni
del Museo Pushkin dal Cinquecento al Novecento. La mostra è quindi un
appassionante viaggio nella pittura italiana degli ultimi cinque secoli con
alcuni straordinari capolavori, è una mostra importante sia per la qualità in
senso assoluto delle opere esposte, ma anche perché la maggior parte varcano
per la prima volta i confini della Russia per essere di nuovo ammirate dove sono
state concepite e realizzate. E’ divisa in 6 sezioni: cinquecento . seicento
.- pittura di genere e nature morte - barocco e settecento – le
vedute – ottocento e novecento. Giulio Romano e Bronzino. Lorenzo Lotto,
Tintoretto e Paolo Veronese. Guercino, Guido Reni,Tiepolo, Canaletto e Bellotto,
Guardi Andrea Appiani, Giorgio De Chirico Funi, Severini e Casorati. Tanto
per citare alcuni dei nomi più famosi. La scelta dei dipinti è frutto di un
approfondito lavoro di confronto e di studio che vede impegnate Vittoria
Markova, conservatrice della sezione italiana del Museo Pushkin e Paola Marini,
direttrice del Museo di Castelvecchio in qualità di consulente e consigliere
della Fondazione Cariverona. catalogo edito da Marsilio articolata proposta
didattica rivolta ai giovani e alle scuole, oltre a garantire l'ingresso
gratuito per i ragazzi sotto i 18 anni e per le scolaresche.
FONDAZIONE FERRERO:DAL DUECENTO A CARAVAGGIO A MORANDI
Nelle sale della prestigiosa Fondazione Ferrero, lo storico dell’arte Roberto Longhi (1890-1970) è tornato nella città natale, Alba, attraverso 71 opere della sua collezione privata. Le opere saranno visibili dal 13 ottobre al 10 febbraio 2007. Con questa nuova mostra , la Fondazione Ferrero conferma il carattere distintivo delle sue proposte culturali: esposizioni di grande prestigio, allestite con cura, accompagnata da cataloghi approfonditi e rivolte a tutti, grazie anche all’ingresso gratuito. Tavole e tele sono esposte secondo criteri d’arredamento domestico. Opere che arredano abitualmente la villa “Il Tasso”, la dimora fiorentina del Longhi, sono proposte ad Alba seguendo un orine cronologico. Il percorso è articolato in sette sezioni: I primitivi del Due e del Trecento, Il Tardogotico, Quattro e Cinquecento, Il Cinquecento , Il Seicento. Il Settecento’ e infine la mostra approda alle opere di Carà De Pisis e Morandi. Il bel catalogo è curato da Mina Gregori e Giovanni Romano. Per maggiori informazioni: www.fondazioneferrero.it
VENARIA REALE CAPOLAVORO RESTAURATO
Inaugurata l’apertura della Reggia di Venaria Reale alle porte di Torino, uno dei più significativi esempi della magnificenza e dell’architettura barocca internazionale del XVII e XVIII secolo. Eccezionale per complessità e dimensioni, “La Venaria Reale” dal 1997 rappresenta il più rilevante programma di conservazione e valorizzazione di un bene culturale in Europa. Una monumentale opera di restauro durata otto anni, che dopo due secoli di abbandono ed usi impropri ha rappresentato una grande sfida che ha coinvolto 800 persone per il ripristino, 100 progettisti, 80 tecnici di settore, per un totale di 50 cantieri. . Dal 13 ottobre 2007 al 30 marzo 2008, la mostra farà luce sulla storia di una dinastia protagonista delle vicende politiche e militari europee dell’epoca, mentre attraverso tecniche d’avanguardia l’allestimento del regista Peter Greenaway restituirà voci e volti alla dimensione quotidiana della storia. La mostra presenta 450 opere d’arte, provenienti da 40 tra i più prestigiosi musei internazionali. Il complesso della Venaria Reale è un unicum ambientale architettonico dal fascino straordinario,uno spazio immenso, vario e suggestivo, è il Borgo Antico cittadino, è l’imponente Reggia di Venaria Reale che, con i suoi vasti Giardini, rappresenta uno dei più significativi esempi della magnificenza dell’architettura e dell’arte barocca; è il Parco La Mandria, una della maggiori realtà di tutela ambientale europea in cui vivono liberamente numerose specie di animali selvatici e domestici. La Venaria Reale, con le altre residenze sabaude, nel 1997 è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Per informazioni: www.lavenariareale.it
CASTAGNOLI: BIENNALE INTERNAZIONALE D’ARTE
Il prossimo 14 ottobre a Rocca di Castagnoli si aprirà “ARTISTI A CASTAGNOLI” una rassegna biennale di arti visive che si svolgerà nel borgo miedievale nel cuore del Chianti Classico, sede dell’ omonima Azienda Agricola. Questa prima edizione sarà dedicata all’Arte Contemporanea Sudafricana.
Artisti a Castagnoli nasce da un’idea di Calogero Calì, patron dell’Azienda Agricola Rocca di Castagnoli cha ha sede a Gaiole. L’evento apre un ciclo di mostre biennale intese sia alla valorizzazione di un territorio che da sempre dichiara interesse verso il nuovo, dimostrando capacità di confronto con realtà internazionali ma anche alla promozione della cultura e la tradizione vitivinicola del Chianti, in stretta connessione con l’arte contemporanea internazionale.
Gli artisti sono accomunati da una chiara intenzione comunicativa. Cresciuti artisticamente durante gli anni dell’apartheid, portarono la loro protesta all’interno di atelier e studi fotografici concependo immagini di lotta, raccolti visivi sulla realtà quotidiana . Le opere, molte delle quali verranno realizzate appositamente per la mostra sono circa un centinaio fra fotografie, disegni, sculture e installazioni.
La mostra rimarrà aperta dal 14 ottobre al 14 novembre. Per maggiori informazioni tel. 057773110004 www.roccadicastagnoli.com
L'ORO DEL PERU' NELL'ORO DI VICENZA
Esposti per la prima volta in Europa, arrivano a Vicenza 75 capolavori dell’arte orafa peruviana preispanica raccolti nella mostra “L’Oro del Perù. Gioielli, simboli e leggende di civiltà scomparse”. La mostra, presentata in anteprima a Vicenzaoro autumn, la manifestazione internazionale orafo-gioielliera in programma alla Fiera di Vicenza dal 15 al 19 settembre sarà in seguito trasferita e aperta al pubblico presso le sale del Museo Civico di Palazzo Chiericati di Vicenza dal 22 settembre al 21 ottobre. Grazie alla Fiera di Vicenza, i preziosi reperti, selezionati dal professor Antonio Aimi dell’Università degli Studi di Milano, diventano rare testimonianze dell’abilità degli orafi dell’antico Perù nella lavorazione dell’oro e nella creazione di particolari combinazioni alchemiche le quali conferiscono
Palazzo Chiericati, Museo Civico, 22 settembre - 21 ottobre
TIZIANO. BELLUNO L’ULTIMO ATTO
La Città di Belluno ospiterà dal prossimo 15 settembre un grande evento: la mostra “Tiziano. L’ultimo atto”. Sede della mostra sarà Palazzo Crepadonna che farà rivivere l’ultima parte dell’esistenza di questo grande artista, evidenziando l’intreccio tra territorio, artista e uomo. La mostra è curata da Lionello Puppi ed è allestita dal grande architetto ticinese Mario Botta. "Tiziano. L'ultimo atto" rappresenta senza dubbio una delle esposizioni più attese dell’anno. Circa 100 i dipinti esposti, provenienti dai maggiori musei europei, molti i disegni e le incisioni. Saranno esposti anche numerose opere di artisti che collaborarono con Tiziano.
Milano - Palazzo Visconti - 13 giugno 2007 ago
Per
la mostra di Trento sono stati selezionati oltre 350 tesori (e in questo caso il
termine non è affatto abusato). Giungerà al Buoncosiglio anche, e del tutto
eccezionalmente, una parte importante della cosiddetta “Camera d’oro”
dell’Historical Tresaures Museum, insieme a reperti che sono patrimonio
dell’Archeological Institute, dal National Historical Museum of Ucraine di
Kiev e dall’Archelogical Museum di Odessa: meravigliosi manufatti in oro e
argento, status symbol creati per esibire l’alto rango e il ruolo dominante
dei principi delle tribù nomadi che per circa due millenni primeggiarono nella
grande steppa.
Diademi, pettorali, bracciali e altri monili ma anche
armi da parata e magnifici finimenti per i cavalli. Meraviglie spesso cesellate
finemente con figure di animali con significati simbolici. Il filo conduttore
della mostra è costituito dallo splendore sfavillante dei gioielli che
rispecchiano il variare delle mode, e dalla potenza di armi impreziosite
dall’oro e da gemme e dalla sontuosità del vasellame cerimoniale da
banchetto, segni del prestigio e del potere dei cavalieri dominatori delle
steppe dal primo millennio avanti Cristo al dodicesimo secolo dopo Cristo. Un
arco di tempo lunghissimo che sino alla fondazione e allo sviluppo del
Principato Rus’ di Kiev vide il succedersi di popolazioni nomadi che in
alterna misura hanno influenzato la storia dell’Occidente: Cimmeri, Sciti,
Sarmati, Avari, Uno, Goti e poi i Pecenighi e i Polovzi.
Ma le meraviglie in metalli preziosi realizzate dai
maestri delle steppe o da grandi orafi greci che per alcuni secoli influenzarono
l’arte degli Sciti saranno precedute da simboli dei ceti superiori delle
popolazioni stanziali del IV-II millennio avanti Cristo. Da questa età remota
giungeranno a Trento oggetti sorprendenti per fascino: capolavori d’argilla
raffiguranti case o santuari, immagini di animali, figure stilizzate maschili e
femminili che costituiscono una delle grandi novità proposte dalla mostra. Sono
preziose testimonianze del tutto ignote al grande pubblico europeo che la mostra
di Trento avrà il merito di far finalmente conoscere. Catalogo: Silvana
Editoriale.
Trento, Castello del Buonconsiglio, dal
1 giugno al 4 novembre 2007.
Dal 4 maggio all’8 luglio 2007, la
Fondazione Brescia Musei propone, a Santa Giulia, un’ampia sequenza di opere e
testimonianze garibaldine tratte dalla Collezione Tronca, sino ad oggi mai
esposta al pubblico.
Il primo contatto con un cimelio garibaldino segna, per il dottor Francesco
Paolo Tronca, l’avvio di una passione che lo ha portato a raccogliere oltre
500 testimonianze di un Eroe e un’epopea che divennero mito in Italia, ma
anche in molti altri Paesi.
“Trent'anni addietro - ricorda il dottor Tronca, oggi Prefetto di Brescia -
ebbi occasione di apprezzare, al tatto, il calore proveniente dal manico in osso
di un singolare coltello e tale era più che un vero e proprio pugnale, sia pure
di foggia e materiali pregevoli. Era la «lama da combattimento» del Capitano
dei Garibaldini Gaetano Criscione, lasciata in eredità, unitamente al
cannocchiale, al nipote, peraltro figlioccio di battesimo: mio nonno. L'emozione
provata era diversa da quella che avvertivo da bambino quando ascoltavo da mio
nonno, nella sua casa di Palermo, i racconti dell’entrata dei Mille nella
«capitale» ed i ricordi tramandati a lui dallo zio Capitano e dai genitori,
testimoni diretti di quella lontana giornata del 27 giugno 1860. Per me questi
non erano più vecchi cimeli di famiglia bensì testimonianze vive, immediate,
della lotta per l'Unità d'Italia”.
Brescia, Museo di Santa Giulia, dal 4 maggio a l'8 luglio 2007.
AMERICA! Storie di pittura dal Nuovo Mondo
Per la prima volta in Italia verrà
presentata, con una mostra molto ampia forte di circa 150 dipinti anche di vasti
formati, la pittura americana del XIX secolo. Un grande progetto culturale che
sarà affiancato anche da un convegno internazionale sullo stesso tema e da una
serie di approfondimenti sulla letteratura americana del medesimo periodo.
L’esposizione, curata da Marco Goldin che così porta a compimento alcuni anni
di studio sul tema e molte visite alle collezioni pubbliche statunitensi, si
avvale della collaborazione, in termini di prestiti, di tutti i maggiori musei
americani, a cominciare dal Museum of Fine Arts di Boston che invierà a Brescia
un nutrito gruppo di capolavori, da Thomas Cole fino a Sargent e Whistler. Ma
non si può non segnalare la presenza di due tra le Istituzioni americane che
promuovono la conoscenza dell’arte americana, come Terra Foundation di Chicago
e lo Smithsonian di Washington. Sulla base di tutte queste collaborazioni
prestigiose, la mostra di Brescia si candida a diventare un preciso punto di
riferimento in Europa per gli studi del settore, anche in considerazione del
fatto che i saggi in catalogo saranno opera dei principali curatori americani.
La rassegna sarà divisa in quattro sezioni, che consentiranno di ripercorrere
un secolo intero di pittura, il XIX, che porta l’arte del Nuovo Mondo a
livelli di incanto e magia assolutamente non immaginabili per il pubblico
italiano, che sostanzialmente non conosce nulla o quasi di questa situazione.
Poiché neppure i nomi più celebri, da Cole a Church, da Bierstadt a Heade, e
poi al tempo dell’impressionismo d’oltreoceano da Hassam a Cassatt e da
Sargent a Whistler, hanno avuto una particolare circolazione nel nostro Paese.
Certo Mary Cassatt ha lavorato accanto agli impressionisti in Francia, e in modo
particolare con Degas, ma non si può dire che il suo nome sia tra quelli
maggiormente noti. Forse Sargent, anche per il suo essere nato in Italia e
l’aver sempre avuto un rapporto particolare con il nostro territorio, può
essere un nome appena più noto. Ma la peculiarità di questa mostra sarà
proprio quella di spargere bellezza a piene mani con il privilegio di una
inedita conoscenza da parte del visitatore.
Brescia, Museo di Santa Giulia, dal 24 novembre 2007 al 4 maggio 2008
ARTE E’ PASSIONE. DA FUNI A CAPOGROSSI
A comporre l’evento che avrà luogo negli spazi del Bipitalia City (Lodi)dal 15 aprile al 20 maggio 2007 sono un centinaio di opere rappresentative degli autori protagonisti delle oltre cinquanta mostre curate da Gipponi, delle pagine di critica e delle presentazioni: un percorso che lega, nella proposta espositiva e nel catalogo, l’amore per l’arte con quello per la scrittura, primi ambiti di espressione della passione per la cultura divenuta per Gipponi forma esistenziale e comunicata in forma totalmente disinteressata. Ricordi di incontri con artisti principalmente di tradizione lombarda ma non solo, passioni per opere e movimenti, curiosità legate al contesto artistico dei protagonisti esposti è quanto offre la rassegna lodigiana. Ogni opera è come una finestra che si apre su storie da raccontare, lo simboleggia anche l’immagine coordinata che il curatore ha scelto per rappresentare la mostra La finestra di Achille Funi. “Arte è passione. Da Funi a Capogrossi” il titolo della mostra, articolata nelle sezioni di pittura, scultura e grafica. Muovendo dall’opera di due maestri del gruppo novecentista come Achille Funi e Pietro Marussig, l’itinerario si snoda fino ai nostri giorni rispecchiando gli incontri e le scelte del collezionista-curatore e divenendo nel contempo qualificata documentazione del panorama italiano con le diverse personalità ed espressioni artistiche. Il Chiarismo di Francesco De Rocchi e Adriano di Spilimbergo, la pittura d’azione di Roberto Crippa sono seguiti dalle opere degli anni Cinquanta con il naturalismo materico di Ennio Morlotti, la piena maturità informale di Alfredo Chighine e di Giuseppe Capogrossi. Due dipinti appartenenti alla fase dei “cicli” documentano la ricerca solitaria di Franco Francese, mentre le opere di Mario Tozzi rievocano gli esordi di Gipponi quale curatore di mostre al salone dei Notai del museo civico di Lodi nel 1968: la prima di una stagione di rassegne dedicate tra gli altri anche ad Arturo Bonfanti e Cristoforo De Amicis, a Gianfranco Ferroni, a Giuseppe Guerreschi e alla poetica di Attilio Rossi, tra lirismo e razionalità. Momenti pittorici di Bruno Cassinari e Renato Guttuso, Piero Dorazio, Giulio Turcato, Emilio Scanavino e Mario Schifano, Trento Longaretti, Enrico Della Torre e altri completano il panorama nazionale.
MOSTRE:
PIERO DELLA FRANCESCA E LE CORTI ITALIANE
La
Mostra rappresenta un affascinante viaggio che, partendo dai luoghi d’origine
dell'artista, accompagnerà il visitatore tra le corti del Rinascimento,
ricostruendone clima, cultura, protagonisti, scambi e incontri, attraverso la
figura del maestro e gli echi della sua arte.
Dalla casa a Sansepolcro alla corte dei Baglioni a Perugia, come collaboratore
di Domenico Veneziano; dal soggiorno nella Firenze di Cosimo il Vecchio con la
visione della corte bizantina, alla permanenza presso la corte estense di
Ferrara, con la sua influenza su artisti coevi come i Lendinara e i maestri
dello studio di Belfiore; dall’arrivo a Rimini alla corte dei Malatesta, al
contatto diretto con Roma dove soggiorna tra il 1458-59 lavorando per Pio II in
Vaticano. Il viaggio di Piero prosegue alla volta di Urbino, presso la corte dei
Montefeltro, dove si dedica alla scrittura del trattato sulla prospettiva ed il
cui passaggio lascerà riflessi nell’opera di Giovanni Santi, in quella del
Laurana. Infine presso i della Rovere, ove dipinge la splendida Madonna di
Senigallia.
Un artista itinerante Piero della Francesca; la Mostra ne ricostruisce quindi il
viaggio grazie ad opere straordinarie come il Ritratto di Sigismondo
Pandolfo Malatesta, il San Girolamo con Girolamo Amadi, il Dittico
dei duchi d’Urbino, la Madonna di Senigallia, e a dipinti e
tavole di artisti a lui coevi come Pisanello, Rogier van der Weyden, Domenico
Veneziano, Fra Carnevale, Luca Signorelli.
Arezzo offre inoltre la possibilità di ammirare, nel Duomo e nella Basilica di
San Francesco, altri celebri capolavori dell’artista come la Maria
Maddalena e il ciclo della Leggenda della Vera Croce.
Piero della Francesca sentiva un profondo e intenso legame con le sue terre, ove
tornòpiù volte lasciando alcuni dei suoi più importanti capolavori. Dopo
Arezzo l'itinerario si dipana quindi nella valle superiore del Tevere, a
Sansepolcro ed a Monterchi, il primo, borgo natale del Maestro che custodisce il
Polittico della Misericordia, la Resurrezione, il San
Giuliano e il San Ludovico, il secondo, piccolo centro che serba
un altro straordinario affresco di Piero della Francesca, la Madonna del
Parto. Colori e ritmi delle terre di Arezzo rivivono nelle opere del
maestro e solo in questi luoghi possono essere pienamente comprese.
Arezzo
- Museo Statale D'Arte Medievale e Moderna - 31 marzo/22 luglio
CHIARA DYNYS - LUCE NEGLI OCCHI
La luce che modifica la realtà e la percezione: questo il tema della mostra CHIARA DYNYS - Luce negli occhi / Light to the eyes promossa dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Milano. La mostra, a cura di Maurizio Sciaccaluga e Steve Della Casa, presenta opere significative del percorso artistico di Chiara Dynys, i cui lavoriinducono a una riflessione sul concetto di spazio inteso come elemento geometrico, psicologico e storico. In tutte le installazioni la luce e il colore costituiscono elementi centrali e indispensabili per la percezione dell'ambiente, concepito dall'artista come zona mentale più che fisica. Sedici installazioni, prodotte dagli inizi degli anni Novanta sino ad oggi, di cui cinque lavori inediti realizzati appositamente per questa mostra, costituiscono un percorso allestito all’interno della Rotonda, dando origine a una sequenza di ambienti che avvicinano il visitatore a una nuova dimensione sensoriale e mentale. Si attraversano stanze che mutano colore secondo un ritmo che ognuno fa proprio, si interagisce con muri specchianti che recano impercettibili parole antitetiche e fondamentali, quali "tutto-niente" o "buio-luce". Ci si sofferma davanti a intere pareti contrassegnate da elementi lenticolari che cambiano col mutare del punto di vista, come avviene nella stanza Don’t move, in cui a ogni minimo spostamento corrisponde una radicale modifica percettiva dell'immagine: un ponte affollato di persone improvvisamente crolla e si ricostituisce, il tetto di una chiesa d’un tratto cade e poi si ricompone al passaggio del pubblico. In mostra è proiettato il cortometraggio dal titolo Made in China, scritto e diretto da Chiara Dynys nel 2005 con l'amichevole presenza dell'attrice Milena Vukotic.Accompagna la mostra un catalogo edito da Electa a cura di Maurizio Sciaccaluga, con testi di Maurizio Sciaccaluga, Steve Della Casa, Dieter Ronte, Daniel Sherer, Giorgio Verzotti e una relazione di Paolo Bercah sul progetto dell'allestimento.
Milano
- Rotonda di via Besana - 31 marzo/1 giugno
MOSTRE:
ANTONIO DONGHI 1897 –1963
Dopo 14 anni dall’ultima rassega (Spoleto e Roma 1993), la Mostra dedicata ad uno fra i pittori più originali dl XX secolo, vuole presentare al grande pubblico la personalità di un pittore esponente di quel “realismo magico” che alla fine degli anni ’20 si ricollega alla tradizione figurativa della classicità rinascimentale italiana approdando ad una rappresentazione meticolosamente realistica del mondo quotidiano fissato attraverso un linguaggio raffinato, immenso in un’atmosfera sospesa tra attonita immobilità ed incanto rarefatto. La mostra, realizzata e prodotta da Palazzo Reale , ripercorre attraverso circa 90 olii, pastelli e disegni ‘intero cammino dell’artista romano, dalle opere giovanili ai capolavori degli anni Venti e Trenta, dalle sottili indagini sul paesaggio e la pittura di genere svolta negli anni del dopoguerra , fino alla produzione degli ultimi anni. Fra le opre esposte, provenienti da collezioni pubbliche e private, spicca come corpus principale della Mostra l’intera collezione Donghi di proprietà di Banca di Roma, corpus da 22 olii, 4 segni e due pastelli. La mostra è visitabile a Palazzo Reale dal 27 marzo al 13 maggio.
Milano - Palazzo Reale - 26 marzo 2007
Al Mart di Roverto, fino l 3 giugno, è visitabile una interessante mostra di design. I curatori hanno selezionato 380 oggetti, prodotti dal 1890 ad oggi, con uno sguardo che non si limita a pittura, scultura, fotografia e disegni architettonici, ma che spazia dai mobili alle creazioni in vetro, dalla moda alla ceramica. Le opere, in arrivo da collezioni pubbliche e private italiane e internazionali, ricostruiscono negli spazi del Mart, la complessità di quel particolare clima creativo che ha contraddistinto l’Italia nel corso del Novecento. La creatività italiana, , si è rivelata capace di anticipare gusti e tendenze che si sono poi espressi al massimo nel design, ma anche nella pittura e nella scultura. Se tutte le arti, nel corso del Novecento, hanno contribuito all’apertura dell'Italia alla modernità, nel design, in particolare, il nostro paese ha conquistato un ruolo di leader a livello mondiale a partire dal secondo dopoguerra. L’indagine de “Il Modo Italiano” scaturisce dalla scelta del Mart di presentare progetti espositivi che facciano dialogare le varie arti, nella consapevolezza che non c’è un’unica “via maestra” della cultura e dell’esperienza artistica. Nel percorso espositivo le opere d'arte sono messe in relazione con oggetti che, scaturiti dal talento di progettisti particolarmente attenti alle ricerche artistiche, sono entrati nella produzione industriale di massa, per poi penetrare la sfera del vivere quotidiano. Questi percorsi mostrano come molto spesso la vena creativa non sia stata appannaggio esclusivo dell'arte tradizionalmente intesa, ma sia passata con grande forza anche nell'oggetto di uso comune, che in ultima analisi ha ereditato il valore aggiunto della sperimentazione artistica. In un periodo di crescita industriale e innovazioni tecnologiche questo ha permesso una transizione virtuosa dall’oggetto artigianale – unico e irripetibile – al design industriale che riproduce la bellezza in quantità virtualmente infinite. Il catalogo della mostra, edito da Skira, è stato ben curato da Giampiero Bosoni. Per maggiori informazioni: www.mart.trento.it e www.skira.net
Palazzo Reale presenta, dal 10 marzo al 24 giugno 2007, la mostra Kandinsky e l’astrattismo in Italia. 1930 – 1950, curata da Luciano Caramel. L’esposizione, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano, è prodotta da Palazzo Reale in collaborazione con la Fondazione Antonio Mazzotta. Hanno contribuito all’evento anche alcune importanti realtà private come Vodafone Italia e The Westin Palace. L’11 gennaio del 1947 si apriva sempre a Palazzo Reale di Milano la grande rassegna Arte astratta e concreta: la prima grande mostra in Europa di arte astratta dopo la fine della guerra, dove Kandinsky era uno dei maestri europei presenti, accanto agli italiani Bassi, Bonini, Licini, Mazzon, Munari, Rho, Ettore Sottsass e Veronesi. L’esposizione stimolò il dibattito sull’astrattismo, che si opponeva ai realismi allora largamente fortunati in Italia. Dopo esattamente 60 anni il Comune di Milano vuole rendere omaggio con questa mostra al grande artista russo e nello stesso tempo analizzare e dimostrare i suoi forti legami con l’arte astratta in Italia tra il 1930 e il 1950. Wassily Kandinsky (Mosca 1866 - Neuilly-sur-Seine/Parigi 1944) è stato infatti un punto di riferimento fondamentale per l’arte astratta italiana degli anni Trenta (in particolare tra il 1934 e il 1935) e Quaranta (soprattutto tra il 1947 e il 1950), fino all’inizio degli anni Cinquanta, nonostante i suoi rapporti con l’Italia e l’arte italiana siano stati sporadici, così come i suoi viaggi. Per la prima volta una mostra ricostruisce questo legame attraverso uno straordinario nucleo di 42 opere di Kandinsky (oli su tela, acquarelli e pastelli) realizzate negli anni del suo insegnamento al Bauhaus, fino alla sua chiusura nel 1933, e successivamente durante il periodo parigino, fino alla sua morte nel 1944.
Giovanni
Cannovali detto il Piccio, sacro e romantico ritrattista
Considerato pittore lombardo doc , Giovanni
Cannovali, detto “Il Piccio” ritorna a noi nella bellissima esposizione
aperta a Cremona in questi giorni.
Mostra così ben recensita sul Corriere della Sera dal mio professore
Raffaellino De Grada. Leggendo il suo articolo mi sono tornate alla mente le sue
vivaci e delicate spiegazioni di tanti anni fa all’Accademia di Belle
Arti di Brera sull’arte italiana dell’800 e il Piccio era proprio uno dei
suoi cavalli di battaglia. Senza dubbio Giovanni Cannovali è uno di quegli
artisti della metà dell’800 che più ci può incantare: la sua delicatezza
nei ritratti, nei quadri sacri, nei quadri di genere, ma soprattutto il suo
tocco in quei mirabili disegni lo fanno essere la punta di un iceberg del genere
ottocentesco italiano. L’artista, nato nel 1804 a Montenegrino, vicino a
Luino, morì, purtroppo, annegato a Coltaro, vicino a Cremona, nel luglio 1874.
Si dedicò, all’inizio della sua attività in particolare alla pittura sacra,
realizzando molte pale d’altare, tra le quali la più discussa fu
l’”Educazione della vergine”, per la chiesa parrocchiale di Almenno San
Bartolomeo (Bg) e in seguito realizzando moltissimi ritratti. Ritratti
che lo resero famoso già in vita. Tra di essi spiccano la serie di
autoritratti: quello del 1835; quello del ’36; l’autoritratto con la
tavolozza del ’41, con i capelli mossi, di grande intensità espressiva;
quello coi capelli lunghi del ’46 e ancora l’autoritratto del ’54 e quello
del ’59; quello del 1868 e concludendo quello dell’’82, di profilo con il
pennello in mano. E ritratti per
amici e parenti e signori del temo, come quelli di Anastasia Spini del 1840, di
Gian Maria Scotti del 1948 splendido per realismo con una barba riccia dalla
pennellata vibrante,e di Gina Caccia del ’62, carico di romanticismo, del
Conte Giuseppe Manara realizzato con alle spalle un lettore di colore e tanti
altri. Ma quello che fa ritenere il nostro artista “il pittore romantico per
eccellenza” sono i suoi splendidi bozzetti a carattere sacro, le sue
crocifissioni, le sue piccole tavole raffiguranti presepi e deposizioni o opere,
sempre piccole tipo “La morte di Abele”, “Susanna e i vecchioni” e i
suoi grandi paesaggi dall’atmosfera
reale e di sogno, vedasi “Mattino sulle Prealpi” del 1863 o “Mosè salvato
dalle acque”, dove tutta la scena si svolge in prossimità dell’acqua e il
tutto sembra avvolto da un’aria magica.L’esposizione
di Cremona al Centro culturale Santa Maria della Pietà ,aperta al pubblico fino
al 10 Giugno 2007 ricorda per ampiezza e ricchezza di temi quella storica del
1974 a Bergamo,e la visita dell’attuale mostra renderà soddisfatto il
visitatore per la comprensione dell’opera del grande artista lombardo di
nascita ma senza dubbio di respiro internazionale.
Milano -23 febbraio 2007- achille guzzardella
PICCIO: L’ULTIMO ROMANTICO
Cremona – Centro culturale Santa Maria della Pietà – 24 febbraio / 10 giugno
La mostra si presenta come la prima iniziativa monografica dedicata al maggior pittore dell’Ottocento italiano da più di trent’anni a questa parte, essendo stata l’ultima esposizione di significativa importanza quella realizzata a Bergamo nel 1974. L’attività artistica del Piccio, presentata rispettando il percorso cronologico e stilistico della sua evoluzione, è scandita da alcuni temi portanti che ne caratterizzano le scelte iconografiche (le bagnanti, Agar...) e permette l’individuazione di significativi confronti con artisti coevi a lui legati da rapporti di amicizia o affinità. L’interesse del Comitato Scientifico si è soffermato sulle opere più significative della produzione del Carnovali e di altri artisti come Diotti, Trécourt, Coghetti..., concentrando la scelta su dipinti e disegni dei musei di Milano, Bergamo, Cremona e Pavia, oltre che di prestigiose collezioni pubbliche e private, sia italiane che europee (fra le quali il Museo del Louvre). Eccezionale evento la ricostruzione della cosiddetta “Sala ovale” della famiglia Berizzi, con il confronto tra quattro diverse interpretazioni del tema paesistico ad opera di quattro diversi artisti, tra cui il Piccio stesso. La mostra, costituita da 148 dipinti, disegni e bozzetti, si articola su nove sezioni che individuano nella cronologia dell’attività del Piccio alcuni temi iconografici fondamentali.
DARIO BALLANTINI: "Ti ascolto"
“Ti ascolto” è il titolo della nuova mostra che arriva a Milano dopo la presenza ad Art Verona su invito della fiera stessa, negli stand di Artesanterasmo. Sono in mostra a Milano una quarantina di dipinti su tavola, acrilici e pastelli, dai colori vividi e dal tratto netto che definisce e al tempo stesso confonde tra le cose lo spazio dell’umanoide. Che non ha scampo se continua a guardare fuori di sé, ma il titolo apre uno spiraglio all’angoscia e al pessimismo cosmico spostando l’attenzione dentro di sé. “Ti ascolto è il tentativo di trovare nuove risposte ascoltando l’Io cosciente, visto che dall’esterno arrivano solo segnali caotici e confusi.”, afferma Dario Ballantini, “L’arte per me è una necessità che ritorna, una momentanea forma liberatoria che ha però l’urgenza di ripetersi all’infinito, proprio ogni volta che mi sembra di essermi liberato.” Dopo la mostra milanese del 2003, Ballantini ha esposto in tutta Italia. Nel luglio 2004 ha partecipato - presso la Casa Natale Modigliani di Livorno diretta da Giorgio Guastalla - alla mostra permanente "Modigliani e i suoi amici di oggi", un omaggio al grande artista da parte di pittori di varie generazioni, tra cui Bay, Guttuso, Rotella e Kostabi. www.darioballantini.it
UN’ICONA DELL’ART DECO': TAMARA DE LEMPICKA
Dopo una proroga di più di un mese e un notevole successo di pubblico, si è chiusa il 18 febbraio la mostra milanese di Tamara De Lempicka a Palazzo Reale. La pittrice, di origine polacca (Maria Gorska il suo vero nome), vissuta tra il 1898 e il 1980, di famiglia più che benestante, ebbe una vita degna di un romanzo: dalla personalità forte ed eccentrica, amante del piacere e anticonformista, seppe stupire, scandalizzare, affascinare il bel mondo parigino degli anni Venti-Trenta. E anche chi ha visitato la mostra e l’ha “riscoperta” non può essere rimasto indifferente: i suoi ritratti sono straordinariamente moderni e sensuali, i visi hanno magnifiche espressioni beffarde o ammaliatrici, la scelta cromatica – spesso un solo colore brillante, bluette, verde, rosso, rosa, che spicca su uno sfondo grigio/nero – stupisce per la sua raffinatezza. Si coglie l’attenzione per la moda dell’epoca, per le forme futuriste, e nello stesso tempo emergono richiami alla pittura rinascimentale. Tamara, che aveva già dato prova del suo carattere quando, a soli diciannove anni, era riuscita a riportare in libertà il marito Tadeusz Lempicki, arrestato dai bolscevichi durante la Rivoluzione russa del ’17, studiò prima in Svizzera, a Losanna, e poi a Parigi, presso l’Academie de la Grande Chaumière, dove ebbe come maestri Maurice Denis e André Lothe, teorizzatore del cubismo sintetico. A Parigi conobbe Picasso, Cocteau, Gide. La sua prima importante mostra fu però proprio a Milano, nel 1925, nella galleria del conte Castelbarco in via Montenapoleone, grazie all’intermediazione di Marinetti; per questa occasione dipinse ben ventotto ritratti in sei mesi. Il 1925 è anche l’anno dell’ Exposition Internationale des Arts Decoratifs et Industriels Modernes a Parigi, che diede il nome allo stile eclettico in voga già da qualche anno e che da allora si chiama appunto Art Dèco, di cui la De Lempicka è senz’altro da considerare tra gli artisti più rappresentativi. La pittura, la vita mondana spregiudicata e le molteplici relazioni amorose, con uomini e con donne, assorbirono la bellissima De Lempicka al punto da farle trascurare non solo il marito, che alla fine l’abbandonò – inseguito inutilmente da lei per mezza Europa - ma anche l’unica figlia, la piccola Kizette, per lo più affidata alla madre Malvina. Quest’ultima arrivò addirittura a bruciare, per dispetto, nel 1929, la preziosa collezione di cappellini d’alta moda di Tamara, che aveva fatto sapere di non poter partecipare al pranzo di Natale con loro (Kizette, tuttavia, compare in numerosi, splendidi ritratti; e sarà accanto a lei nei suoi ultimi anni, fino al letto di morte). Nel 1933 il secondo matrimonio, con il Barone Kuffner; scelta che rafforzò la sua posizione in società; sei anni dopo, la decisione di lasciare l’Europa, alla vigilia del secondo conflitto mondiale, per gli Stati Uniti. Forse, se fosse rimasta a Parigi, la sua fama si sarebbe consolidata, invece finì per avere un effimero successo nell’ambiente di Hollywood e di Beverly Hills, senz’altro ricco di dollari ma povero culturalmente. Alla fine, una deludente mostra a New York, nel 1962, la convinse addirittura a ritirarsi e a non esporre più i suoi quadri. Morì a Cuernavaca, in Messico; le sue ceneri furono sparse, come da sua volontà, nel vulcano Popocatepetl dal conte italiano Giovanni Agusta. Certamente l’anziana pittrice conosceva la leggenda azteca: del guerriero Popocatepetl, caduto privo di vita per il dolore di aver perso la promessa sposa Iztaccihuate, morta a sua volta per aver appreso la falsa notizia della sua uccisione in battaglia.. E gli dei avevano trasformato gli sfortunati amanti in montagne vicine: lei, la donna addormentata, lui, la montagna che emette vapori, un vulcano che erutta lava infuocata per l’ira terribile di aver perduto per sempre, per una crudele menzogna, la fanciulla amatissima.. E in una montagna sacra, ricca di santuari e luoghi di antico culto, dove si formano rocce nere e lucide come le ossidiane e dove la lava scende e zampilla come un fuoco rosso, nel cielo blu cobalto del Messico, Tamara De Lempicka ha voluto mescolarsi al tutto, come i colori di una tavolozza da pittore.
Milano - Palazzo reale - 20 febbraio - A.B.
MOSTRE:
TURNER E GLI IMPRESSIONISTI
La
grande storia del paesaggio moderno in Europa
Brescia - Museo di Santa Giulia – fino al 9 aprile
CORRIEREBIT MUSICA vedi archivio2007
CORRIEREBIT TEATRO ARCHIVIO 2007
TEATRO
ARSENALE: "LA CANTATRICE CALVA & C"
Eugène Ionesco, drammaturgo francese di origine rumena, scrive La cantatrice calva nel 1950, anno della sua prima disastrosa rappresentazione al Thèatre des Noctambules di Parigi. Il lavoro – considerato inizialmente dai critici privo di significato e in seguito rivalutato come capolavoro di Ionesco e di grande successo - trae origine dalla lettura di un manuale di conversazione in inglese, i cui protagonisti sono gli immancabili Mr e Mrs Smith, il cui frasario è involontariamente comico e da “teatro dell’assurdo”. Ionesco compie la geniale operazione di riprendere la struttura “didattica” del manuale per trasporla in ambito teatrale, creando personaggi-marionette che ripetono schemi di frasi e situazioni nonsense in cui tuttavia gli spettatori possono riconoscersi, perché la banalità del quotidiano, soprattutto nei salotti piccolo-borghesi, è spesso infarcita delle stesse espressioni e della stessa vuotezza. Il dialogo tocca l’apice dell’insulsaggine quando i coniugi Smith discutono di Bobby Watson e dei suoi famigliari, che si chiamano tutti Bobby Watson, per cui la confusione e l’incapacità di comprendere di chi e di che cosa si parla raggiungono il massimo. I rintocchi della pendola scandiscono le parole, sintatticamente ordinate ma vuote, come puri suoni (e tali diventano nel delirio verbale dell’ultima scena). Perfino il titolo stesso della pièce è paradossale, perché la cantatrice calva non esiste come personaggio: viene solo citata in uno scambio di battute (“E la cantatrice calva?” “Si pettina sempre allo stesso modo”). La critica dell’Autore al conformismo e alla follia nascosta nella vita di ogni giorno, la volontà di creare una sorta di “anti-teatro” in opposizione al teatro classico o psicologico, rappresentando in scena quasi un vuoto metafisico, appare chiara nei personaggi degli amici degli Smith, i coniugi Martin, che hanno perfino dimenticato, in un assoluto e terrificante oblio, di essere marito e moglie. E ha ragione l’eccellente regista dello spettacolo, Marina Spreafico, quando afferma che l’insensatezza dell’opera di Ionesco è solo illusoria, perché cela “una lucida e luminosa analisi della vita umana e dell’appena trascorso mondo del secondo ‘900”. In perfetta sintonia con questo pezzo anche il meno noto La ragazza da marito, conversazione tra un uomo e una donna, finti spettatori, che parlano di temi attuali (cambiamenti climatici, la violenza, la guerra) in modo banale, usando luoghi comuni e affermazioni lapalissiane, che appaiono in tutta la loro irrazionalità ma che appartengono purtroppo al nostro vissuto. Si ride, infine, proprio di noi stessi. Ottima la compagnia di attori, tra i quali spicca la bravissima Maria Eugenia d’Aquino. Da vedere.
Fino al 19
dicembre (e poi dal 10 giugno al 5 luglio 2008). Per info: www.teatroarsenale.org.
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI: BALLETTO DEL TEATRO NAZIONALE DI PRAGA (il 17 dicembre) Il Balletto del Teatro Nazionale di Praga ha una storia luminosa che affonda le sue radici nel 1881 e si affaccia alla ribalta contemporanea come una delle più versatili compagnie per il repertorio classico e contemporaneo, sotto la direzione artistica di Petr Zuska. Le tre coreografie che questo spettacolo presenta sono un omaggio al genio di Jiřà Kylián, uno dei coreografi più famosi nel mondo. Kylián, dopo il diploma alla facoltà di Danza del conservatorio di Praga, ha collaborato con lo Stuttgart Ballet, il Royal Ballet di Londra, e quindi col Nederlands Dans Theater (NDT) come co-direttore e coreografo (1975-1977), direttore artistico (1978-1999) e dal 1999 come coreografo principale. Nel 1986, all’Aja, ha dato vita alla Fondazione Kylián, che dal 1991 è diventata sezione del Prague Theatre Institute. Le tre coreografie, molto differenti tra loro, sono momenti peculiari della sua creatività artistica. Stamping Ground, del 2003, su musiche del messicano Chávez (Toccata per strumenti a percussione), trae ispirazione da un viaggio in Australia e mutua le tecniche e la forza comunicativa delle danze rituali aborigene. Petite Mort, del 1991, su musiche di Mozart (i movimenti lenti dei celebri concerti per pianoforte K488 e K467), fu presentato per la prima volta al Festival di Salisburgo il 23 agosto 1991 al Kleines Festspielhaus per il bicentenario mozartiano, mentre il suo debutto americano avvenne al City Center di New York nel 2003 con l'American Ballet Theatre.
TEATRO SAN BABILA: "PLAZA SUITE" con Corrado Tedeschi dal 4 dicembre
“Questa
commedia, che ho scritto a quarant'anni, costituisce il mio passaggio alla
maturità”. Così un Neil Simon in veste autobiografica ricorda la messa a
punto di questo ben riuscito congegno teatrale che ha visto tre coppie alle
prese con difficoltà e incertezze matrimoniali affollare la lussuosissima suite
del Plaza Hotel di New York. Cocktail drammaturgico sfavillante, seppur a tratti
tra l’agro e il dolce, “Plaza Suite”, scritta nel 1968, fu da subito un
successo storico di Broadway. Oltre mille furono infatti le repliche del primo
allestimento. Il testo si rivela infatti ancora oggi uno strepitoso meccanismo
teatrale, dotato di scrittura arguta, invenzioni comiche e battute
irresistibili, che, insieme, compongono una moderna e sofisticata commedia
brillante. Ed ecco le vicende, incorniciate in tre saporiti e distinti episodi.
Ne l’ “Anniversario di matrimonio”
la prima coppia si ritrova nella stessa suite della luna di miele. Ma il tempo
ha appoggiato polvere mai rimossa sulle spalle dei due, scivolati pian piano
nell'assenza di colloquio e nel pressoché muto egoismo. Per “Il
produttore di Hollywood” la seconda coppia ci racconta dell’incontro tra
un famoso produttore hollywoodiano e una sua vecchia compagna di scuola. Sin
dall’inizio emerge sottile il sarcasmo tra i due: è un vero scontro tra
il carattere fanfarone e narciso di lui e l’immagine di casalinga
inquietamente insoddisfatta di lei. Infine la terza coppia, a suo tempo
interpretata da Spencer Tracy e Katharine Hepburn, ne “Il
padre della sposa”, si trova nella stupenda suite per le nozze
dell’amata figlia, che però non ne vuol più sapere di sposarsi.
La memoria correrà all’intramontabile film, così come a quella
immaginifica stanza del Plaza di New York, in cui, assieme all’onnipresente
cameriere, alle tappezzerie e ai mobili in stile, tornano situazioni comiche a
retrogusto acre. Per l’occasione interpretate dall’irresistibile aplomb
scenica del protagonista Corrado Tedeschi, impareggiabile mattatore che
consentirà di cavalcare sempre l’onda del divertimento genuino, da gustare a
divertenti e talvolta perfidi morsi. (F.M.P.)
TEATRO MANZONI: "IL LAUREATO" dal 4 dicembre
Attori:
Giuliana De Sio, Giulio
Forges
Davanzati
Regia di Teodoro Cassano
“Il laureato” adattato da Terry Johnson, basato sul romanzo di Charles Webb e sulla sceneggiatura cinematografica di Calder Willingham e Buck Henry, è divenuto celebre grazie all’omonimo film con Dustin Hoffman. La versione italiana dello spettacolo è stata curata da Antonia Brancati e Francesco Bellomo. Protagonista, nei panni dell’indimenticabile personaggio della signora Robinson, Giuliana De Sio, che torna a teatro dopo il recentissimo successo televisivo di “Caterina e le sue figlie 2”. Nel ruolo del giovane laureato Benjamin troviamo l’emergente Giulio Forges Davanzati proveniente dall’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica e scelto fra numerosi candidati; ad interpretare Elaine sarà Alessia Cardella, già fra gli interpreti a teatro di “Liolà” e “Il giorno della civetta” e in tv di “San Pietro”, mentre il noto caratterista Pietro De Silva, fra i protagonisti della fiction tv “Il Capo dei Capi”, sarà invece Mr Braddock. La storia racconta di Giudith Robinson, un’affascinante donna quarantenne, che mal sopporta il conformismLo ancora imperante nel 1967 e si rifugia abitualmente nell’alcool per estraniarsi dalla claustrofobica realtà che la circonda. Anche il giovane Benjamin Braddock, rampollo di una ricca famiglia americana, è insofferente allo status in cui si ritrova a vivere e del tutto indifferente ai progetti che i suoi genitori hanno per lui. Alla grande festa organizzata in occasione della sua laurea, Benjamin, infastidito, preferisce isolarsi in una stanza: qui viene raggiunto dalla signora Robinson, moglie del capo di suo padre, che gli chiede di accompagnarla a casa sua dove tenta di sedurlo. Fra i due inizia una singolare relazione, che non ha nulla di sentimentale, ma è piuttosto un confronto fra solitudini, un rifugio, dove la differenza d’età ha ben poco valore. La natura anomala del rapporto vira, poi, verso l’assurdo quando Elaine, figlia dei Robinson, torna dal college e s’innamora, ricambiata, di Benjamin…La regia è firmata da Teodoro Cassano che ha già legato il suo nome ad alcuni successi teatrali degli ultimi anni come “Uno sguardo dal ponte” di A. Miller, “Fiori d’acciaio” di R. Harling e “Il treno del latte non si ferma più qui” di T. Williams. Lo scenografo è Carmelo Giammello, che vanta una decennale esperienza al Teatro Stabile di Torino, dove ha firmato numerosi bozzetti per il grande regista Luca Ronconi e ultimamente per Gabriele Lavia. Teresa Acone, la costumista, esperta professionista che spazia con la sua attività dal cinema al teatro, alla televisione, ha invece realizzato un “atelier” di costumi che rappresentano un autentico spaccato dell’epoca.La colonna sonora, con brani di Paul Simon a Art Garfunkel, è di Renato Giordano, autore, regista, musicista che vanta numerose esperienze anche in ambito cinematografico.Stefano Pirandello, il direttore della fotografia, è uno dei più apprezzati light-designer del teatro italiano.
TEATRO CARCANO: "OTELLO" con Andrea Giordana dal 20 novembre
È ora, forse, di dare a questa meravigliosa tragedia una sua liceità intimista, una sorta di passaporto per l'inferno dei sentimenti, la straziata sensazione che la diversità regala alle persone che giorno dopo giorno, da ogni angolo della terra, popolano terre a loro sconosciute e si presentano a coloro che dovranno accoglierli e dovranno decidere del loro futuro, Otello ama una donna da cui è riamato, Otello non viene comandato, ma comanda, Otello non crede a tutti questi privilegi che lo investono.Per amare il prossimo egli deve amare se stesso, cosa che non gli riesce appieno e che genera mostri dell'inconscio in cui Jago ha facile accesso, ingenerando nella sua mente, subornata dalla fortuna, la quasi certezza che tutti quelli che lo stimano, lo sopportano e lo odiano, e tutti quelli che lo amano, lo tradiscano. Tragedia di un Io diviso dal desiderio di credere e dalla certezza che chiunque lo apprezzi sia più conquistato dalla sua forza che dal suo cuore.Otello come una sorta di capitano Nemo che comincia a odiare gli uomini perché lo hanno tradito, deriso, blandito, hanno fatto finta di accettarlo, per poi distruggerlo per una vile storia di letto, solo perché la sua donna, bella e giovane, ha scelto lui, nero e avanti negli anni. Jago chiede ad Otello cosa voglia dire un bacio dato di nascosto … ecco per il Moro prendere forma la paura, l’abbandono, la solitudine, la perdita di qualcosa che nessuno potrà più restituirgli una volta persa. Perdere Desdemona è come dire addio all’illusione di una vita fatta di passioni, a cui sembrava aver rinunciato da tempo. Otello è innamorato della vita fatta d’amore, che è l’unica vita che ti dà l’illusione della giovinezza.Un Otello maturo, quello interpretato da Andrea Giordana e messo in scena da Giancarlo Sepe, per una lettura che non ha bisogno né di attualizzazioni né di rispettose ambientazioni d'epoca.
TEATRO
STREHLER: " TRE SORELLE " di
Anton Cechov
Il fondamentale testo di
Cechov, messo in scena per la prima volta nel 1901, rientra nell’ambito di un
ciclo di spettacoli che il Piccolo dedica al teatro russo: due lavori recitati
in lingua (Il revisore di Gogol, e Vita e destino di Grossman ),
prodotti da due teatri di San Pietroburgo, e Svet-La
luce splende nelle tenebre di Tolstoj, del Teatro Stabile di Genova. Tre
sorelle è una produzione del Teatro di Roma, con la regia dell’ottimo
Massimo Castri. La scena è fissa e spoglia– un tavolo rotondo con una dozzina
di sedie – ma riesce a subire straordinarie metamorfosi grazie alle luci di
sfondo, che cambiano nei tre atti: un azzurro cielo iniziale, poi un cupo color
brunastro, un giallo quasi spettrale alla fine. Il pavimento è in realtà anche
un terreno ghiacciato: esterno-interno si fondono continuamente. Siamo in una
provincia russa, anonima, senz’anima, dove trova stanza una brigata
dell’esercito: e con gli ufficiali intessono relazioni sociali Olga, Masa
e Irina, sorelle di Andrèj Sergèevic Prozorov, “esiliate” in questo luogo
sperduto pur essendo nate e cresciute a Mosca, a causa del trasferimento del
padre, generale dell’esercito, morto un anno prima. La vicenda ha inizio
proprio nel giorno del primo anniversario della morte del padre, il 5 maggio,
onomastico di Irina, la sorella più giovane. La data, non casualmente, coincide
con quella della morte di Napoleone, e frequenti sono, nel testo, i richiami
alla passata guerra contro i francesi. Irina è felice: è lei la festeggiata,
la morte del padre è ormai lontana; ha
vent’anni, è bellissima, aspetta l’amore con trepidazione, e vuole tornare
a Mosca, dove forse lo incontrerà. Masa,
bella e colta, veste ancora di
nero, ma il suo lutto in realtà è legato al matrimonio infelice, che la tiene
prigioniera, con Fèdor, un suo ex professore di ginnasio, persona mediocre, che
fa sfoggio vuoto e inutile del suo sapere. Anche Olga, la sorella maggiore,
nubile, insegna al ginnasio femminile, ma ne ricava solo emicranie e
insoddisfazioni, anche se poi finirà per accettare l’incarico di Direttrice
della scuola. Il fratello Andrèj – debole e sognatore - fantastica di
diventare docente universitario a Mosca; ma incautamente sposerà Natasa,
borghese, ignorante e meschina, di cui si è innamorato, che lo tradirà
spudoratamente e gli impedirà di esaudire i suoi sogni. Nessuno di loro tornerà
a Mosca: continueranno a rimandare la partenza, e le valigie immobili sulla
scena diventano simboli di un desiderio di fuga, di una speranza di cambiamento,
che non si avverano mai. Masa si
innamora di un ufficiale, sposato anch’egli infelicemente, che poi partirà
quando tutta la brigata lascerà la città, abbandonando la giovane alla sua
sorte. Un senso profondo di tristezza permea tutto il dramma cechoviano: la
festa e la speranza nell’amore della gioventù lasciano presto il posto alla
disillusione, alla desolazione, alla solitudine. Un grigio lavoro – come
telegrafista, impiegata comunale, insegnante, membro del Consorzio – è il
destino comune di Irina, Olga e Andrei, e in fondo è il destino di tutti. Il
matrimonio porta all’infelicità, così come l’assenza di un amore: ma non
sono forse la stessa cosa? Il messaggio di Cechov è amarissimo e sconvolgente,
suggellato dalla tragedia finale. Tutto resta congelato e statico, la Russia non
ha speranza nel futuro, forse neppure il mondo intero. Molti gli applausi
all’ottima compagnia: da Barbara Valmorin (Anfisa, vecchia balia), a Miro
Landoni (Ferapont, vecchio guardiano del consorzio), e naturalmente alle
bravissime protagoniste Bruna Rossi, Laura Pasetti, Alice Torriani (Olga, Masa,
Irina), a Mauro Malinverno (Andrej), Roberto Salemi (Nikolaj), Renato Scarpa
(Ivan Romanovic) e a tutti gli altri. Da vedere assolutamente (si replica fino
al 2 dicembre).
TEATRO
STUDIO: Conclusa con successo Maria
Stuart di Schiller
Si
è conclusa con successo al Teatro Studio la
messinscena di Maria Stuart, testo teatrale di Schiller nella traduzione di
Nanni Balestrini e produzione del
Mercadante Teatro Stabile di Napoli. L'avvincente regia di Andrea De Rosa
presenta rigore stilistico reso in modo pregnante da tutti gli attori nalle
sobrie ma valide scena di Sergio Tramonti. Particolarmente riusciti i ruoli
dalle due protagoniste: Maria Stuart, la cattolica regina di Scozia,
nell'interpretazione della fascinosa e dolcemente umana Frédérique Loliée ed
ElisabethTudor, la protestante regina d'Inghilterra, ben resa
dall'ottima Anna Bonaiuto. Il momento centrale del dramma è
rappresentato dall'incontro delle due donne in un parco del castello dove Maria
Stuart è stata rinchiusa per diciotto anni, incontro nella realtà mai avvenuto
ma voluto da Schiller per ampliare la possibilità di invenzione poetica e per
mettere a confronto caratteri umani, politico e religiosi differenti. La fine
dell'incontro, iniziato con una richiesta di perdono da parte di Maria Stuart
per ritrovare la libertà, terminerà con la netta riaffermazione
dei propri ruoli che risultano antitetici. Questi
porteranno alla condanna a morte della regina di Scozia, personaggio che
per la valenza dei sentimenti espressi nella condizione di prigioniera
ingiustamente condannata, risulta positivo. Nell'ultima scena Elisabeth, figura
negativa e regina senza più rivali verrà abbandonata anche dai più fidati
collaboratori. Bravi anche gli altri attori e soprattutto Andrea Calbucci e
Fabio Bonacci. Prossima rappresentazione del Teatro Studio Natura morta in un
fosso di Fausto Paravidino per la regia di Serena Sinigaglia dal 20 al 25
novembre . Per informazioni: www.piccoloteatro.org
Milano - 19 novembre 2007 C.G.
TEATRO STREHLER:
VITA DI GALILEO
Un umanissimo Galileo quello splendidamente interpretato da Franco Branciaroli, nello spettacolo tratto dal lavoro di Brecht, con la regia di Antonio Calenda. Un Galileo “gioviale e dal giocondo aspetto”, come veniva descritto dal suo ultimo allievo, il Viviani, nella famosa biografia pubblicata nel 1717, ma anche un Galileo pensoso e disilluso, scienziato moderno, che vede la scienza commercializzata, usata e abusata, scienza, d’altra parte, da lui stesso sfruttata per pagarsi da vivere. Ed ecco la “truffa” del telescopio, inventato dagli olandesi ma da lui “perfezionato” e venduto a Venezia come strumento per la flotta; e dalla truffa al tradimento finale, all’abiura delle sue idee filocopernicane, bollate dalla Chiesa come eretiche. Che cosa sarebbe stata la scienza se Galileo non avesse ceduto alla paura e alle pressioni del suo ambiente e non avesse abiurato? Se avesse continuato a sostenere a testa alta, sfidando torture e prigionia, che è la Terra insieme agli altri pianeti a ruotare intorno al Sole e non viceversa, come le sue osservazioni al cannocchiale dimostravano? Sarebbe stato un inno alla Scienza per l’Umanità, un inno alla Ragione contro l’oscurantismo clericale, contro l’ottusa cecità di chi seguiva per comodo i dogmi aristotelici e non voleva vedere la luce della verità, e non voleva neppure che altri la vedessero; sarebbe stata la vittoria dell’Etica della Scienza… “Infelice quella Nazione che ha bisogno di eroi”, dice amaramente Galileo, e in questa frase trapela la sua visione del mondo, pragmatica e disincantata. E’ vivo, e questo è ciò che importa; continuerà a dedicarsi agli studi scientifici, di nascosto, come continuerà a credere ad un universo eliocentrico e non più geocentrico, ma senza dichiararlo apertamente. Nella scena iniziale campeggia la nota equazione di Einstein E=mc2, che rivela che la massa non è altro che una forma di energia; equazione di cui lo stesso Einstein inizialmente non aveva compreso le applicazioni pratiche, ma che poi fu una pietra miliare nello studio del nucleo atomico e dell’energia nucleare. E nella scena finale, a conclusione del dialogo tra il vecchio Galileo, cieco e profetico, e la figlia-guardiana Virginia, un’esplosione scuote il pubblico: l’immagine angosciante della bomba atomica, frutto abominevole della scienza, riempie gli occhi e la mente.
Fino all’11
novembre. Per informazioni: www.piccoloteatro.org.
TEATRO MANZONI: E' PERMESSO? dal 6 novembre
“…è
permesso?” prosegue idealmente la strada aperta da Enrico Montesano e Vaime
con “Trash” nel 1994, anticipatore del dibattito poi svoltosi negli anni
successivi. Allora il trash era un sostantivo, non un termine alla moda.
“Trash” è stato un grande successo teatrale, portato poi in televisione
(per Rai Uno ne è stata realizzata una versione televisiva in due puntate nel
2004) con un felice risultato sia di ascolto che di gradimento. Scritto dallo
stesso Montesano con Enrico Vaime, Adriano Vianello e la collaborazione di Max
Greggio e David Lubrano, il titolo, “…è permesso?” dice già tutto o
quasi, esprime dubbi sulla effettiva libertà di fare o dire quello che
ci passa per la testa, rappresenta una sfida.
“E’ permesso?” è la
frase che l’attore pronuncia entrando in scena. Chiede “è permesso…?”
non solo per iniziare, ma anche per essere libero di dire qualcosa che va oltre
il politicamente corretto.Montesano afferma:
“Con questo spettacolo siamo “on time” – come si dice in italiano,
l’argomento è caldo! …diciamoci la verità: quanto è noioso il
politicamente corretto…!”. E’ proprio per combattere
questa insopportabile noia che l’attore cercherà di uscire dalla gabbia del
politicamente corretto con irriverenza, allontanandosi il più possibile da
perbenismo e ipocrisia e, per dirla con un’espressione ora di moda…dal
buonismo imperante! Al Buonismo noi preferiamo il Cattivismo! -
continua l’attore - Il
Buonismo, il Politically correct…con l’annesso e connesso relativismo
pervade ogni aspetto della nostra società, ci condiziona non poco, infatti
qualcuno inizia a domandarsi se si debba o no continuare su questa strada…
Provare ad essere cattivi, non è facile! In
quest’opera di recupero del sano “Cattivismo” lo spettacolo ha bisogno
della complicità e della
collaborazione del pubblico, che verrà coinvolto per offrire, finalmente, un
po’ di sano, sacrosanto, onesto peggio di sé. In un rigurgito di correttezza,
nel finale, tutto ciò verrà vanificato e il pubblico stesso avrà la
possibilità di riscattarsi.
TEATRO SAN BABILA: IL TEATR0 COMICO DI CARLO GOLDONI dal 6 novembre
Nel tricentenario dalla nascita di Carlo Goldoni (Venezia 1707 – Parigi 1793) il Teatro San Babila ne propone la commedia manifesto della riforma teatrale. Il Goldoni aveva già cominciato ad affascinare il pubblico veneziano con una forma di teatro rinnovata e moderna ma è proprio con il suo “Teatro Comico”, scritto in forma drammatica come “prefazione di commedia”, che segna una distanza profonda dalla tradizione. Il testo è l’introduzione del grande autore veneziano al programma delle 16 nuove commedie composte per la stagione 1750-1751 per il pubblico del Teatro S.Angelo di Venezia: “questa, ch’io intitolo Il Teatro Comico, piuttosto che una Commedia, prefazione può dirsi alle mie Commedie”. Così Carlo Goldoni presentò l’opera in tre atti messa in scena per la prima volta anche a Milano nell’estate dello stesso anno. Col risultato ancora sorprendentemente moderno del gioco del “teatro nel teatro” il testo presenta gli attori della compagnia di Girolamo Medebac - della quale l’Autore fu drammaturgo stabile - intenti a provare una farsa intitolata Il padre rivale del figlio. Durante le prove si affrontano dibattiti sul cattivo gusto secentesco, sui lazzi delle commedie e sul passaggio dalla Commedia dell’Arte alla riformata commedia di carattere. Grazie a questa raffinata messa in scena metateatrale Goldoni difende quindi appassionatamente la propria filosofia drammaturgica, dando al tempo stesso vita a un vero gioiello che ci permette di osservare il backstage di una celebre compagnia veneziana del ‘700 nel momento più vivace delle tensioni creative.
TEATRO CARCANO: LE NOZZE DI FIGARO dal 7 novembre
Certamente
una delle commedie più complesse e vivaci del teatro francese, Le nozze
di Figaro è l’ultimo grande testo teatrale prima della Rivoluzione
Francese, definito dal regista Matteo Tarasco “un’allegra commedia in
un mondo che crolla”: un’anticipazione di tempi nuovi, dunque, il simbolo
della lotta del Terzo Stato contro una classe sociale e politica che chiude per
sempre l’ancient régime. Nei panni di Figaro un inedito e
“rivoluzionario” Tullio Solenghi.Capolavoro di Pierre-Augustin Caron
de Beaumarchais, l’autore considerato il “figlio teatrale” di Molière,
dal quale eredita la genialità, e il “padre teatrale” di Feydeau, al quale
insegnerà l’arte del vaudeville, La folle giornata, ovvero Le nozze di
Figaro venne scritta nel 1778 come secondo capitolo della cosiddetta
“trilogia di Figaro” (comprendente anche Il barbiere di
Siviglia e La madre colpevole). Tre anni dopo, nel 1781, venne
presentata agli attori della Còmedie Francaise, che la accettarono per
“acclamazione”. Re Luigi XVI la censurò per immoralità, vietandone la
rappresentazione per tre anni. Nonostante ciò, a Parigi si formò un partito
pro-Figaro capeggiato addirittura da Maria Antonietta, ansiosa di veder
rappresentato il nuovo lavoro di Beaumarchais. La commedia debuttò poi con
esito trionfale nel 1783. Il successo dei lavori di Beaumarchais deriva dalla
vivacità delle situazioni, dal linguaggio franco e spiritoso e soprattutto
dalla forte satira sociale. Essi segnano una netta rottura con la tradizione del
teatro contemporaneo borghese, basato su personaggi e trame convenzionali,
generalmente subordinati a intenzioni morali e edificanti.
La
vicenda narrata è il seguito de Il barbiere di Siviglia. Sono passati
tre anni e Rosina è diventata la Contessa D’Almaviva, ma il Conte, stanco
della vita coniugale, fa la corte alla cameriera della moglie, Susanna, prossima
sposa di Figaro. Figaro è indignato, la Contessa è rattristata
dall’atteggiamento del marito e turbata per l’amore del paggio Cherubino.
Sfruttando la gelosia del Conte per Cherubino, le due donne e Figaro si beffano
di lui: Susanna finge di dare al Conte un appuntamento, al quale si reca invece
Rosina nei panni della cameriera. Figaro, credendosi ingannato dalla fidanzata,
si apposta per sorprendere Susanna con il Conte. Incontra però Susanna, vestita
con gli abiti della contessa, che gli racconta l’inganno. All’arrivo del
Conte ogni equivoco è dissipato: il Conte si pente, la Contessa ritrova
l’antica tenerezza per il marito, Figaro può sposare Susanna.
TEATRO CARCANO:
DIALOGHI CON SOCRATE
dal 24 ottobre
Primo
dei due appuntamenti di “Viaggio nel pensiero della Grecia antica”presenti
nella stagione 2007/2008 del Teatro Carcano (il secondo dei quali si terrà per
tre lunedì a gennaio/febbraio e si intitolerà I grandi scontri),
Dialoghi con Socrate è una lettura-spettacolo - condotta da Giulio
Bosetti con Alberto Mancioppi, Francesco Migliaccio e Giuseppe Scordio –
che verte sulle eterne domande: perché le cose cambiano? esiste qualcosa di
costante nel continuo mutarsi e trasformarsi della vita? L’esistenza
dell’uomo è destinata a esaurirsi con la morte, o si può trasformare in
un’anima immortale? La vita ha un senso, magari un destino, o è un futile
agitarsi per nulla? L’Apologia
è il monologo-testamento di Socrate di fronte alla giuria ateniese: la difesa
ironica di un condannato che argomenta con lucido rigore le proprie scelte.Nel Critone,
Socrate, chiuso in carcere, aspetta il suo turno di morte. Un amico influente
gli si presenta ad offrirgli l’evasione ma il vecchio filosofo, in un
appassionato dialogo, riesce a convincerlo che fuggire da Atene sarebbe ingiusto
e sbagliato. Il Fedone è la drammatizzata confessione di Socrate della
sua unica certezza: l’eternità dell’anima.Questi tre dialoghi di Platone
non finiscono mai di stupirci per la loro disarmante naturalezza, per la
profondità e attualità dei temi trattati, per la vivezza di un linguaggio
profondamente teatrale. Le più vertiginose questioni filosofiche fluiscono
nelle cadenze del domandare e del rispondere. Platone, come un moderno
drammaturgo, pensa e scrive per immagini. In figurazioni perfette per cadenza
letteraria, Platone riproduce gli intercalari, le battute, le pause di sorpresa,
le accelerazioni, i momenti sospesi del dubbio, i magici silenzi… Ironia e
saggezza. Un ritmo di scrittura ora struggente, ora vivace. Platone, sommo
filosofo, grande scrittore, con un linguaggio sobrio e toccante ci fa rivivere
le ultime ore di Socrate. Nella cella, il vecchio filosofo tiene la sua estrema
lezione, l’ultimo suo canto. Ma come il cigno (che non canta di dolore quando
muore) anche Socrate accetta con serenità la morte, perché essa è la
sospirata tappa per l’autentico sapiente, la felice terapia alla futilità
dell’esistenza mondana.
TEATRO SAN BABILA: LA NUOVA COMPAGNIA LEGNANESE dal 2 ottobre
Sfavillanti
scenografie, splendidi costumi, coreografie inimitabili e trascinanti saranno in
scena al Teatro San Babila, nel cuore di Milano, dal 2 Ottobre al 4 Novembre,
con la rivista "Olé! Miseria, rogna e dispiase’", della
Nuova Compagnia Legnanese
Con “La Rina” (Rino Maraschi) e “L’Eleonora” (Mario Lino), torna inossidabile la formula del musical all’italiana, ovvero di quella rivista dialettale che appartiene ormai al patrimonio teatrale lombardo, con personaggi che vivono fra la gente e ne coltivano le tradizioni, interpretandone le più genuine espressioni ed esprimendone caratteri, speranze e delusioni. Anche in scena il classico "cortile" è popolato ormai da una variegata umanità multietnica: lombardi e meridionali, musulmani e cinesi. Numerosissimi e spumeggianti ne sono, al solito, i personaggi: dalla Giulia, madre dell’Eleonora, al celebre avvinazzato Pietro suo marito (Augusto Carraro), che, tra miserie e difficoltà a sbarcare il lunario, vedono arrivare La Rina, come un fiume in piena, irrompere nella routine della famigliola sconvolgendola con l’arrivo dell’olio nero. Questo sì che sembra un vero e proprio miracolo economico !….Ma, ovviamente, il petrolio è uscito dal buco della nafta… Il sogno di tutti dunque svanisce e riporta le protagoniste nell’angusta vita di ringhiera. Frattanto tra sorprese, colpi di scena e il coupe de thèàatre finale si parla, o si straparla, di fitness, di yoga e persino di aerei, computer
TEATRO MANZONI: SARTO PER SIGNORA con Zuzzurro e Gaspare dal 9 ottobre
Primo grande successo di Georges Feydeau, “Sarto per signora” fu accolto, sin dalla sua prima rappresentazione nel 1887, da un grande consenso di critica e di pubblico. Da allora questa esilarante pièce non ha smesso di divertire grazie ad un meccanismo comico perfetto, un congegno ad orologeria che strappa risate a getto continuo. Tutta la vicenda gravita intorno al dottor Moulineaux il quale, per coprire un tentativo di scappatella extra-coniugale, inventa bugie sempre più inverosimili finchè, invischiato nelle sue stesse finzioni, si trova obbligato a farsi passare come “sarto per signora”. Attorno a lui agiscono e si dibattono la moglie ingenua e fragile, la pedante suocera, il candido domestico, una sua potenziale amante, un marito tradito…Le avventure-disavventure dei personaggi sembrano svilupparsi spontaneamente, come in un gioco del caso che l’autore si diverte ad osservare assieme allo spettatore. In realtà, ad una lettura più attenta, ci si accorge che Feydeau, come un gran burattinaio, obbliga i propri personaggi ad una travolgente danza degli equivoci, sempre più intricata. Nulla è lasciato al caso. Tutti i personaggi interagiscono tra loro, incontrandosi e sfuggendosi, creando situazioni ad incastri, sempre più sorprendenti, quasi a disegnare una tela di ragno tessuta da una raffica di battute, in uno scoppiettante fuoco di artificio. Ma prima ancora che un teatro di battute questo è un teatro di situazione, dell’equivoco all’ennesima potenza. Il lieto fine di questa farsa non è così scontato, i personaggi, una volta calmate le acque, sono pronti a ricominciare i loro intricatissimi imbrogli. La farsa è figlia del suo tempo: ci offre un esempio della borghesia cinica, disincantata e bigotta. Siamo in piena Belle Epoque, ma la borghesia di oggi non è così dissimile: è come trovarsi di fronte ad uno specchio deformante in cui osservare i nostri molti vizi e le nostre poche virtù. Maestri della battuta a ritmo serrato e del travolgente gioco degli equivoci, Zuzzurro e Gaspare, ovvero Andrea Brambilla e Nino Formicola, e un nutrito cast di attori, animeranno senza risparmiarsi le intricate vicende che il testo propone.
TEATRO
CARCANO: SUL LAGO DORATO con Arnoldo
Foà dal 10 ottobre
Scritto
da Ernest Thompson nel 1979, Sul lago dorato narra di un
professore in pensione che alla vigilia dei suoi ottant’anni ospita la figlia
e il nipotino nella sua villa nel New England. Tra il vecchio e il bambino, dopo
le schermaglie iniziali e l’immancabile conflitto generazionale, nasce un
grande affetto che continuerà ben oltre quell’estate.La commedia divenne
celebre nel 1981, quando il regista Mark Rydell ne trasse un film interpretato
da due mostri sacri, Henry Fonda e Katharine Hepburn – entrambi premiati con
l’Oscar – oltre che da Jane Fonda. In Italia fu portata in teatro nella
traduzione e adattamento di Nino Marino con protagonista Ernesto Calindri,
affiancato prima da Olga Villi, poi da Liliana Feldmann. Sul
lago dorato è una
commedia sentimentale che interessa tre generazioni. La ricchezza dei dialoghi,
scaturita dalla situazione “affettuosamente” conflittuale tra i personaggi,
e il linguaggio del protagonista maschile, completamente spiazzato del nuovo
lessico adottato dal nipote, creano situazioni di continuo, divertito conflitto
tra gli antagonisti. Con eleganza e arguzia la commedia tratta un tema
importante, la difficoltà di comunicazione tra familiari, nonostante
l’affetto: padre e figlia non riescono a parlarsi, a lasciarsi andare, perché
in fondo sono simili e “testoni”, come li definisce la madre. In definitiva,
un affettuoso sguardo a mondi diversi che si ritrovano al di là delle
convenzioni sociali e delle età. Arnoldo Foà, che già incantò il pubblico
del Carcano tre stagioni fa con una memorabile interpretazione di Novecento
di Alessandro Baricco, gareggia a distanza con Henry Fonda, regalando al suo
personaggio una leggerezza, un’autoironia, un sarcasmo schiettamente italico
che, battuta dopo battuta, allontana dai riferimenti cinematografici, per
calarci in una qualità recitativa di altissima scuola .
MITTELFEST 2007: PRESENTATO IL CARTELLONE
Giunto alla sua
16a edizione Mittelfest, che si
svolgerà dal 14 al 22 Luglio nella suggestiva cornice di Cividale del Friuli,
è ormai annoverata tra le manifestazioni festivaliere più rilevanti del
panorama internazionale, punto di incontro e scambio fra le diverse culture
della vasta area che si estende dal Baltico al Mediterraneo attraversando
idealmente il cuore della Nuova Europa. Come
già nelle precedenti edizioni, Mittelfest
2007
non ha voluto identificarsi nella scelta di un unico tema. Tra tutte, però, una
tematica si è imposta con la sua forza civile e di attualità: questa edizione,
infatti, ruoterà intorno ai Diritti Umani, così come sono stati definiti nella
Dichiarazione
Universale del 1948.
Attorno ai Diritti verteranno alcuni degli appuntamenti più attesi di questa
edizione, a cominciare dallo spettavolo-evento sulla rievocazione della
Rivoluzione Francese proposta in "Natura morta per i diritti umani. Appunti
sulla rivoluzione" firmata da Roberto
Andò
e caratterizzato dall'interpretazione di un'icona della cinematografia francese,
Isabelle
Huppert
affiancata da Ruggero
Cara
e Moni
Ovadia.
Seguiranno poi nel corso della settimana altri spettacoli ed eventi di prosa,
musica, danza, poesia, arti visive e marionette dei Paesi della MittelEuropa.
Hanno presenziato per la presentazione del Cartellone 2007, che si è svolta al
Forum Austriaco di Cultura di Milano il Presidente dell'Associazione Mittelfest Furio
Honsell,
il Vice Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Carlo
Monai,
l'Assessore Regionale alla Cultura Roberto
Antonaz
e il Direttore Artistico Moni
Ovadia
mentre il Console Generale d'Austria Signora Eva
Maria Ziegler
ed il Direttore del Forum Signora Stella
Avallone
hanno rivolto un personale saluto ai rappresentanti della stampa intervenuti
numerosi alla conferenza.
Mittelfest
è un festival estivo che non solo resiste ma cresce nel tempo per il forte
impegno degli Enti che lo sostengono e per l'adesione entusiasta del pubblico,
degli artisti e degli operatori culturali che vi si confrontano. Informazioni:
www.mittelfest.org
Milano - Forum Austriaco di Cultura - Giugno 2007 AMont*
IL
TEATRO DI VERDURA: UNA
VETRINA DEL BEL TEATRO ITALIANO
Allestito
nella magnifica cornice del giardino della Fondazione
Biblioteca di via Senato,
in uno spazio di suggestiva bellezza nel centro di Milano, il Teatro
di Verdura
è giunto al suo decimo anno di attività ed in questi giorni è stata
presentata alla stampa la rassegna degli spettacoli per la stagione Giugno/Settembre
2007.
Il sottotitolo della rassegna è Libri
in scena, e intende porre l'accento sulla volontà della stagione teatrale
di portare in scena la rappresentazione di autori classici o moderni, sempre nel
rispetto del testo letterario originale dal quale gli spettacoli sono
tratti.Portare in scena i libri rispecchia proprio la finalità della Fondazione
di divulgare e promuovere la cultura con tutti gli strumenti a disposizione: i
fondi moderni e antichi della biblioteca, le mostre allestite stabilmente presso
i propri spazi espositivi, le letture e le conferenze programmate lungo l'arco
dell'anno, in aula magna e nel teatro. La stagione 2007 del Teatro
di Verdura intende, in linea con le precedenti, proporre una variegata
offerta di poesia, prosa, musica classica e musica jazz con allestimenti sempre
nuovi e particolari che diano risalto al testo proposto di volta in volta sulla
scena. Come
ogni anno, verrà presentata una speciale rassegna teatro-ragazzi che intende
avvicinare i più giovani ai grandi classici della letteratura con allestimenti
fedeli ai testi originali, ma attenti alle esigenze dei ragazzi, così da far
apprezzare loro tutta la magia del teatro "dei grandi". Sempre attento
anche ai più importanti anniversari legati al mondo della cultura, inoltre, il Teatro
di Verdura,
quest'anno, in particolare, propone alcune serate in omaggio al grande maestro
Toscanini, in occasione del cinquantenario della morte di questa importante
personalità che tanto ha dato alla città di Milano. Per omaggiare il maestro,
la Fondazione propone anche la Mostra
Toscanini
tra note e colori, un'esposizio ne che ricostruisce la collezione d'arte del
maestro, grande figura poliedrica, amante dell'Arte in tutte le sue forme. Per
la sua decima stagione, ancor più delle stagioni precedenti, il Teatro
di Verdura
intende dare spazio ai grandi nomi, personaggi, figure letterarie, ma
soprattutto interpreti che hanno fatto (e ancora oggi fanno) grande il Teatro di
sempre.
TEATRO PARENTI:
" IL TEATRINO DELLE MERAVIGLIE " di Miguel de Cervantes
Ancora
il 30 e 31 maggio 2007 al “Teatro Parenti” nella sede Temporanea di via
Cadolini, 19 si terrà “Il
teatrino delle meraviglie” di
Miguel de Cervantes per la regia
di Andrea
Dalla Zanna con con Alessio Cogliati,Camilla Pedesin, Ludivine Bréard, Annalisa
Calanducci Deborah Bertagna,
Giorgio Secoli, Carlo Musetto, Francesco Cevaro, Daniele Mauri, Francesco
Pellino, Alessandro Nicosia Nel Teatrino
delle Meraviglie, considerato un piccolo capolavoro, Miguel
de Cervantes mette a nudo la tragica realtà del pregiudizio e della
rimozione, che consiste nella scelta consapevole di vedere quello che non c’è
e non vedere quello che c’è. Siamo in un epoca di macchinosi processi sulla
purezza della razza cristiana e di spietate persecuzioni razziali contro ebrei o
ebrei convertiti, detti “Marrani”. Due astuti commedianti girovaghi portano
in un paesino di provincia il loro
“Il teatrino delle meraviglie”, avvertendo però il pubblico che le
meraviglie del loro show potranno essere viste solo da chi non abbia una sola
goccia di sangue ebreo tra i suoi ascendenti. Giunta la sera della
rappresentazione si accendono le luci sul palco e i due gigioni incominciano ad
evocare una serie di strabilianti visioni inesistenti. Davanti al sipario aperto
sul nulla accade l’impensabile: tutti i presenti, a partire dalle autorità,
nel timore di compromettere la propria reputazione, asseriscono di vedere ciò
che non esiste, facendo a gara per convincere anche i più scettici. Nel rapido
variare delle finte figure, con abile orchestrazione psicologica, i comici
trascinano presto l’intera comunità in una delirante grottesca esperienza di
allucinazione di massa, portata alle sue estreme conseguenze. ORARI SPETTACOLI
Martedì e Sabato ore 19,30 Mercoledì, Giovedì e Venerdì ore 20,30
Domenica ore 16,00 PREZZI Intero €
22,50 ridotto under 18 € 8,00
ridotto under 26 € 15,00 ridotto
over 60 € 11,00 Informazioni allo
02.599944700 info@teatrofrancoparenti.com
Milano - 30 maggio - la redazione
DANZA:
PUROSANGUE
Pura
come l’energia del movimento. Sanguigna come la linfa vitale che scorre nelle
vene. PuroSangue
come il cavallo di razza pronto a correre e segnare il traguardo. Da queste
impellenti necessità nasce la prima edizione della Rassegna Internazionale di
Nuove Drammaturgie Coreografiche PuroSangue. Dalla volontà di portare alla
ribalta nuovi talenti ancora sconosciuti ma che scalpitano per tagliare il
nastro di partenza. Scovati nei più importanti centri di formazione
coreografica europea, adottati da una nuova “scuderia”, Accademia Danza, che
ha da poco avviato le sue corse, i giovani artisti invitati alla rassegna
mordono il freno per presentare in anteprima le loro nuove creazioni. E lo fanno
a Milano, con il sostegno del Teatro
Franco Parenti – Associazione Pier Lombardo e con il patrocinio e il
contributo del Comune di Milano, Assessorato
al Tempo Libero, da sempre sensibile alle esigenze delle nuove generazioni
nel campo artistico, attribuendo così alla città il ruolo di crocevia delle
esperienze di ricerca finalizzata alla drammaturgia coreografica. Gli artisti e
le compagnie ospiti confermano di saper costruire, con il solo movimento, con
l’ausilio del video o delle arti visive, con la parola o con elementi scenici,
quell’architettura coreografica che attribuisce allo spettacolo un contesto
emotivo/razionale, vero unicum artistico. E come per altri appuntamenti
importanti, anche questa volta Artemide,
da sempre compagna di viaggio delle più emozionanti avventure del Teatro Franco
Parenti, illumina il percorso dei giovani artisti PuroSangue.
Informazioni:
www.accademiadanzamilano.it
PICCOLO TEATRO STREHLER: " IL CAMPIELLO " di Goldoni-Lassalle
La commedia
“Il campiello” è stata scritta da Carlo Goldoni, grande drammaturgo
e riformatore del teatro italiano, nel 1756. E’ indimenticabile la messinscena
che fece Giorgio Strehler a metà anni ‘70. Il regista francese Jacques
Lassalle con la Comédie-Française di Parigi ha ripreso il testo goldoniano
scritto in due lingue distinte - l’italiano (toscano), la lingua ufficiale
parlata da Fabrizio e dal Cavaliere, ed il veneziano parlato da
tutti gli altri protagonisti - utilizzando invece il francese nella traduzione
di Ginette Herry e Valeria Tasca. Il lavoro, in scena al Teatro Strehler
fino al 27 maggio in lingua francese ma con preziosi sottotitoli in italiano, è
di qualità molto alta con una validissima compagnia teatrale che ha in tutti
gli interpreti i punti di forza: da Christine Fersen e Catherine Hiegel, Donna
Catte e Donna Pasqua, ad Anne Kessler, la giovane Gasparina, a
Jérôme Pouly, Anzoletto a
Denis Podalydès, il Cavaliere, ma anche Michel
Favory, lo zio Fabrizio, Julie
Sicard, Gnese, Léonie Simaga, Lucietta, Thomas Blanchard, Zorzetto,
Grégory Gadebois, Sansuga, Claude Mathieu, Orsola. Quello che
risalta in questo contesto di piccola piazza veneziana, il campiello appunto,
nella garbata ma molto efficace scenografia di Antonio Fiorentino, è la capacità
di evidenziare in modo ritmicamente perfetto tutti i caratteri dei personaggi
che, nel loro modo determinato di rapportarsi, ci mostrano un mondo che anche
con tutti i difetti è genuino e ricco di valori. Determinante è il positivo
ruolo del borghese nobile napoletano Cavaliere che interponendosi in quel
mondo popolaresco magistralmente descritto da Goldoni,
ci mostra come si possano rafforzare rapporti umani che in certi momenti
sembrano irrimediabilmente deteriorati. Il lieto fine della commedia, dove tutto
si aggiusta, porta ad una carica
positiva anche nel pubblico presente in teatro. Al termine della
rappresentazione dello splendido
lavoro di Lassalle lunghi e calorosi applausi
per tutti. Fino al 27 maggio.Da non perdere. www.piccoloteatro.org/
TEATRO PARENTI: Un “DITTICO”
di Massimo
Sgorbani
Nella Sala di via Cadolini,
fino al 27 maggio, è possibile assistere a due interessanti atti unici del
giovane autore Sgorbani, con la regia di Andrée Ruth Shammah.
Nel primo, Dove ci porta questo treno blu e veloce, una commovente
Sabrina Colle interpreta con bravura e grande partecipazione emotiva una giovane
prostituta kosovara, in un disperato e quasi cantilenante monologo, a volte
paradossalmente simile a una cupa ninna-nanna dal linguaggio poetico e infantile
insieme. Lo spettatore ripercorre le tappe di una tragedia che sembra una Via
Crucis, una strada di dolore senza fine: la guerra, la fame, le fosse comuni
del Kosovo, lo stupro, la prostituzione, il parto in solitudine e l’abbandono
del neonato sulle scale dell’ospedale di Pristina. Ma in tanto buio, una luce:
l’immagine di Madre Teresa, la Beata, unita
alla speranza della Terra Promessa, come canta Eros Ramazzotti,
anzi, Amore Ramazzotti. Il soldato che l’ha messa incinta le aveva
promesso, prima di partire, che sarebbe tornato a riprenderla, con un treno blu
veloce…Lo stesso treno che la giovane promette al suo bimbo, il suo fagottino,
prima di lasciarlo. E in realtà, tra lo squallore e la desolazione, tra i
rifiuti e l’oscurità, l’unica luce è proprio lei, la fanciulla kosovara,
che nel suo martirio ha mantenuto candore e spirito puro, come in un alone di
santità. Il secondo lavoro, Le cose sottili nell’aria, dà il titolo
al “dittico”. La scena è doppia: un povero soggiorno, dove una vecchia
infagottata davanti a un televisore parla col marito morto, e una strada di
periferia, dove il suo unico figlio
Mirko sta agonizzando, pestato a sangue, tra la spazzatura, sotto la pioggia. I
due monologhi – madre e figlio - sono paralleli e si alternano rivelando il
passato di una famiglia sfortunata e, alla fine, le cause atroci della fine
violenta di Mirko. E mentre i due parlano, i loro ricordi diventano anche
memoria dello spettatore: la guerra del Vietnam e la terribile fotografia della
bimba vietnamita che corre a braccia aperte ustionata dal napalm, il
primo allunaggio dell’Apollo 11 e Neil Armstrong che scende sulla Luna, il
Carosello, Aldo Moro in mano ai brigatisti, Alfredino nel pozzo di
Vernicino…Gli anni ’60 e ’70 corrono come flash davanti agli occhi,
insieme alla vita della donna, madre depressa e crudele,
e di suo figlio, vittima di traumi infantili e della violenza del mondo.
Il linguaggio usato a volte diventa sgradevole, perfino ripugnante, con parole o
frasi che sembrano pugni nello stomaco. Splendida Ivana Monti, applauditissima,
ottimo anche Mario Sala. Spettacolo
intelligente, forte, che commuove e fa pensare. Da non perdere.
http://www.teatrofrancoparenti.com/
Milano - 20 maggio 2007 - Anna Busca
Camminando
con Shakespeare: quattro
incontri attraverso le parole di William Shakespeare
Mercoledì
9, 16, 23 e 30 maggio 2007 alle ore 18.00 presso
l'Atelier di Via Melone 2 (angolo via Brera) propone una maniera diversa di
confrontarsi con il mondo del più grande drammaturgo inglese i tutti i tempi:
William Shakespeare. I
quattro incontri, condotti dal regista ed autore Gaetano Sansone, si
distinguono per la profonda attenzione all'universo del drammaturgo che diventa
lo spunto per parlare di noi stessi, di quanto i problemi dei suoi personaggi
siano ancora attuali e quotidiani anche dopo cinquecento anni. Durante il
percorso, ad ingresso gratuito, si
partirà da una frase, da un momento, da un'azione e, muovendo dalle suggestioni
di tale poesia, si arriverà a scandagliare noi stessi . Il Teatro farà da
Cicerone, mentre la forma colloquiale e le piccole improvvisazioni guideranno i
partecipanti attraverso questo mondo affascinante.
Ingresso libero fino
a esaurimento posti. Info
e prenotazioni allo 02 45487990
Atelier.viamelone@fastwebnet.it
TEATRO
OSCAR: " TRAPPOLA PER TOPI "
Nel 1950 la sessantenne Agatha Christie, creatrice di personaggi famosi come l’investigatore Hercule Poirot e la deliziosa Miss Marple, e autrice di capolavori della letteratura noir britannica come “Assassinio sull’Orient Express” e “Assassinio sul Nilo”, pubblica “Three blind mice and other stories” (Tre topolini ciechi e altri racconti). Dal primo racconto che dà il titolo alla raccolta trae una versione teatrale – The Mousetrap, “Trappola per topi”- che ha grande successo, tanto che dal 1952 viene rappresentata ininterrottamente a Londra. La storia si svolge in un piccolo albergo appena inaugurato, Monkswell Manor, una casa antica ricevuta in eredità e ristrutturata come pensione da una coppia di giovani coniugi alquanto inesperti. Cade una fitta nevicata, mentre la radio trasmette la notizia di un omicidio misterioso avvenuto nella vicina Londra. Intanto arrivano alla spicciolata i primi ospiti, alcuni attesi e altri inaspettati. L’albergo resta isolato dalla neve, qualcuno fischietta o canticchia il motivo inquietante della canzoncina infantile “Tre topolini ciechi” e si viene a sapere che tra i presenti si cela proprio il folle omicida, che sta pensando alla prossima vittima…Lo spettacolo al Teatro Oscar è prodotto – e rappresentato da nove stagioni - dal Teatro Stabile Privato Torino Spettacoli, con la regia di Pietro Nuti, che interpreta anche il ruolo dell’indecifrabile Paravicini. Bravissima Adriana Innocenti nella parte dell’acida e lamentosa signora Boyle e convincente anche Franco Vaccaro (Maggiore Metcalf). Buone le prove degli altri attori, in particolare Domenico Berardi (Christopher Wren). Il lavoro, pur dignitoso e condotto nel pieno rispetto del testo, risulta tuttavia più una commedia leggera che un vero giallo: manca la suspense, lo spettatore non riesce a cogliere una reale atmosfera thrilling, che il ritmo un po’ lento poteva proprio contribuire a far crescere. Si replica fino al 20 maggio.
14 maggio 2007 (A.B)Una originale Sonata a Kreutzer di Beethoven-Tolstoj al Filodrammatici
Fino al 31 maggio è di
scena al Teatro Filodrammatici Sonata a Kreutzer , un’originalissima
trasposizione in chiave teatrale-musicale del racconto di Lev Tolstoj,
che trasse ispirazione dalla celebre sonata di L.v. Beethoven. Due i
protagonisti presenti in scena:
la voce intensa ed espressiva di Gian Carlo Dettori, nella parte di Pozdnysev,
e la drammatica musica di Beethoven,
interpretata dalla brava pianista Vicky Schaetzinger e dal
valente violinista Piercarlo Sacco. In quest’alternanza
di recitazione ed esecuzione musicale si dipana la triste vicenda di un
uomo che per gelosia ucciderà la moglie, brava pianista, accusata di un
tradimento, probabilmente mai avvenuto, con
il violinista che insieme a lei interpreta la celebre sonata. Il testo di
Tolstoy viene recitato in modo mirabile da Dettori: le parole, alternate o
sovrapposte alla musica, in modo da integrare i ritmi e i toni drammatici
teatrali con quelli musicali, rendono molto godibile allo spettatore il celebre
racconto. Ai momenti più appassionatamente intensi della prima parte e del
finale del racconto, in relazione al primo e terzo movimento della sonata, fa
contrasto una più “leggera” parte centrale accompagnata dal più cordiale
secondo movimento. Il risultato sinergico della relazione testo-musica, grazie
soprattutto all’abilità del protagonista e alla bravura degli interpreti
musicali, rendono questo lavoro particolarmente valido ed il pubblico presente
in teatro il giorno della prima ha dimostrato di apprezzare il lavoro,
tributando ai protagonisti calorosissimi applausi. L’adattamento e la regia
sono di Claudio Beccari. Al Filodrammatici fino al 31 maggio.
www.teatrofilodrammatici.it
t. 02 8693659
11 maggio Cesare Guzzardella
TEATRO SAN BABILA: " VUOTI A RENDERE " (da l'8 maggio)
di Maurizio Costanzo con Valeria Valeri e Paolo Ferrari
Federico e Isabella sono sfrattati dal figlio da quel tetto coniugale che li ha visti protagonisti per più di vent’anni. Come “vuoti a rendere”, mamma e papà sono spediti in campagna. Il trasloco è dunque la metafora del cambiamento di rotta, l’occasione per il bilancio di una vita passata tra sogni non realizzati. E insieme ai bauli che si chiudono, pronti per il viaggio, i due coniugi celebrano il tempo che fu, stretti sempre e comunque da un affettuoso legame che li ha visti percorrere insieme i difficili sentieri della vita. La commedia diverte e sorprende il pubblico in un abbraccio commovente.
TEATRO MANZONI: " LA COMMEDIA DEGLI ERRORI " (da l'8 maggio)
Chiaramente
ispirato al modello plautino
dei “Menecmi”, la
“Commedia degli errori”
si colloca come una delle prime commedie scritte da Shakespeare.
Lontano
dall’idea di ricalcare il plot originale, Shakespeare amplifica e raddoppia il
“doppio” dei due gemelli. Ai due Antifoli
si affiancano infatti, in una giornata di progressivi e folli equivoci, due
servi anch’essi gemelli e non distinguibili, che accrescono la comicità e la
confusione.
L’involontaria
comicità degli scambi di persona, delle incredibili e quasi astratte situazioni
in cui le due coppie di gemelli si vengono a trovare, si innesta in una Efeso
magica e surreale dove le rincorse dei personaggi, che non trovano mai una
logica alle loro azioni e alle loro spiegazioni, diventano, metaforicamente,
incomunicabilità angosciosa e malinconica.
Nella
storia delle rappresentazioni della “Commedia",
i due Antifoli e i
due Dromi sono sempre
stati interpretati da attori somiglianti. Nel nostro spettacolo, gli Antifoli
saranno interpretati da un solo attore e così i due servi gemelli; questo,
oltre al gesto istrionico dell’interpretazione, al fine di rendere ancora più
rilevanti, ma soprattutto comicissimi, i loro scambi di persona.
Perfettamente
uguali, ma diversi nei rispettivi caratteri: Antifolo
di Siracusa è intellettuale, colto, un po’ sussiegoso, direi quasi
dominato da un “aplomb”
inglese, schivo ma nello stesso tempo assetato di nuove esperienze. Antifolo
di Efeso è un solido mercante con le gambe ben piantate per terra,
passionale e iracondo. I due servi fanno il verso ai rispettivi padroni
imitandone i vezzi.
La moglie di Antifolo di Efeso,
Adriana, ironica e
sprezzante, ma anche inesorabilmente innamorata del marito, combatte contro i
pregiudizi del maschilismo dominante che la sorella Luciana
difende come ineluttabile. L’ira ossessiva e eccitata di Adriana
si scambia con l’infatuazione dell’altro Antifolo
per la sorella. Verrà sottolineata l’unità temporale della giornata di
follie, che Shakespeare qui
rispetta allo scrupolo. Dall’alba con la condanna a morte di Egeone,
quasi un incipit tragico, al tramonto, quando l’agnizione finale vedrà i due
gemelli confrontarsi come in un unico specchio.
Unità
di tempo, sì, ma anche tempo impazzito, una frantumazione temporale che va di
pari passo con l’alienante contrappunto delle reciproche incomprensioni.
Sarà
uno spettacolo quasi onirico, acido, ritmico, incalzante, scandito da luci
violente e colorate che accompagneranno in un clima di sogno l’andamento della
commedia.
TEATRO CARCANO: " COSI' E' SE VI PARE " con Giulio Bosetti (dal 2 maggio)
Ultimo appuntamento del cartellone 2006/2007, viene ripreso per due settimane di repliche straordinarie COSI’ E’ (SE VI PARE) di Luigi Pirandello che torna a Milano dopo una tournée che quest’anno ha toccato, tra le altre, le città di Parma, Agrigento, Palermo, Cremona, Torino. Dal suo debutto nell’ottobre 2004 questa produzione della Compagnia del Teatro Carcano diretta e interpretata da Giulio Bosetti ha ottenuto nel corso delle tre tournée effettuate risultati strabilianti per uno spettacolo di prosa. I numeri parlano da soli: 293 repliche, 171 mila spettatori e oltre 2 milioni di euro di incassi ne hanno fatto uno degli spettacoli di prosa maggior successo degli ultimi anni, per il quale è prevista una quarta tournée nella stagione 2007/2008. Lusinghieri i giudizi della critica, che ha speso parole di plauso per la raffinata sobrietà dell’allestimento e le classe misurata della recitazione. Nel 2005 lo spettacolo ha ricevuto il prestigioso Premio Persefone per la miglior regia, per la miglior interpretazione femminile (a Marina Bonfigli) e per la miglior scenografia (a Nicola Rubertelli).
Il grande regista di teatro ed opera svizzero Claude Stratz si è spento improvvisamente a causa di una crisi cardiaca lo scorso 4 aprile al termine di una recita presso il Théatre de la Parfummerie di Ginevra . Nato il 7 maggio 1946 a Zurigo all'età di sette anni si trasferisce con la madre a Ginevra compiendo poi degli studi di psicologia con Jean Piaget . In seguito insegna drammaturgia e interpretazione all' Ecole Supérieure d'Art Dramatique de Genève . Dal 1981 al 1988 è assistente di Patrice Chéreau al Théatre des Amandiers di Nanterre, dal 1989 al 1999 dirige la Comédie de Genève succedendo a Benno Besson . Dal 1999 al 2001 diventa direttore dell'Ecole Supérieure d'Art Dramatique di Ginevra per infine essere dal 2001 un ottimo , riconosciuto e stimato direttore del Conservatoire National Supérieur d'Art Dramatique di Parigi (CNSAD, sito www.cnsad.fr). Molteplici gli autori affrontati e studiati, da Buchner, Max Frisch, Ibsen , Kleist, Paul Claudel a Pirandello e Nathalie Sarraute passando per Eurpide, Marivaux, Molière e Shakespeare . Nella primavera del 2001 Jean - Pierre Miquel, direttore della Comédie – Française gli commissiona l'elaborazione del “Malade imaginaire” di Molière poi creato con grande successo nella Salle Richelieu della Comédie . Nello stesso anno Catherine Tasca, allora Ministro della Cultura e della Comunicazione, gli affida appunto la direzione del prestigioso ed antico Conservatoire parigino dove succede a Marcel Bozonnet . Nel 2003 debutta anche nel teatro lirico con grande successo creando una memorabile “Bohème” di Giacomo Puccini all'Opéra di Losanna . L'attuale Ministro della Cultura e della Comunicazione Renaud Donnedieu de Vabres ha reso subito omaggio ad un “artista completo e brillante teorico che sapeva insegnare la drammaturgia e l'interpretazione sapendo trasmettere la verità dei testi ed il mistero dei corpi”. Ampio e partecipe il lutto nel mondo teatrale europeo .
21 aprile G.D.V.
PICCOLO TEATRO: “Il povero
Piero” di Achille Campanile
Fino al 29 aprile è di
scena al Teatro Strehler “Il poveroPiero”, divertente commedia di
Achille Campanile tratta dall’omonimo romanzo scritto nel 1959. L’ironia di
Campanile, ricca di graffiante humour è messa
in risalto da un’ottima compagine di primi attori come Giulio Brogi, Piero,
Magda Mercatali, Teresa, Rosalina Neri, Jone madre di Teresa,
Nicola Pistoia, Marcantonio, Anna Gualdo, Clelia, Aldo Ralli, Luigi,
Massimo de Rossi, Demagisti, Eleonora Vanni, Lola, e molti altri.
I personaggi sono diretti da Pietro Carriglio del Teatro Biondo Stabile di
Palermo. La divertente commedia, con lungo finale a sorpresa, , anche se può
sembrare un po’ datata nel modo di fare comicità, è ricca di trovate
geniali, paradossali e surrealiste e rivelano Campanile caposcuola della comicità
surreale del ‘900. Il numeroso pubblico presente in sala ha mostrato di
apprezzare l’ottima professionalità degli attori e le belle scene di Pippo
Spicuzza curate da Antonino Ficarra. Per informazioni e biglietti:
www.piccoloteatro.org/
20 aprile 2007 C.G.
TEATRO SAN BABILA: " NUNSENSE LE AMICHE DELLE SUORE " (dal 10 aprile)
Musical di Dan Goggin, con orchestra dal vivo, Compagnia della Rancia. Nel convento delle Piccole Sorelle del Certosino Zelo, Suor Giulia, addetta alle cucine, avvelena incolpevolmente e inesorabilmente le consorelle. Le poche suore rimaste in convento devono quindi provvedere alla cerimonia funebre ma i costi sono così alti!…. La soluzione è mettere in scena uno spettacolo di beneficenza, con protagoniste le suore stesse, per dare degna sepoltura anche alle ultime quattro sorelle, messe nel congelatore del Convento. Dopo questo “assurdo” ed ironico antefatto va in scena lo spettacolo delle suore, che è quel cui appunto il pubblico assisterà.
TEATRO MANZONI: "QUELLI DEL PIANO DI SOPRA" (da l'11 aprile)
“Quella
del piano di sopra”, la commedia brillante di Pierre Chesnot, testo sulla
solitudine e sul pudore dei sentimenti, muove le mosse dai divertenti e goffi
tentativi d’intesa di due single vicini di casa. Due personaggi in crisi
esistenziale al giro di boa dei quarant’anni che fanno i conti con il loro
passato e si interrogano sulle aspettative del futuro. Una prospettiva fatta di
solitudine e incomunicabilità che li accomuna loro malgrado in quel torrido
agosto in cui sembrano gli unici superstiti di una città deserta. Dopo un
tragicomico tentativo di suicidio che si trasforma in una grottesca richiesta
d’aiuto, “l’inquilina del piano di sopra” accetta, come ultimo
tentativo, la sfida dell’amica: rendere felice un uomo, il primo che le capiti
a tiro. Un modo per dare un senso alla propria vita nutrita esclusivamente dalla
monotonia. L’incontro è inevitabile: lui, “l’orso scontroso del piano di
sotto”, unico scapolo disponibile, diventa il protagonista involontario della
vicenda. Inizia così il gioco dell’innamoramento in un alternarsi di stati
d’animo che trascinano i due dal pianto al riso mentre si scoprono simili più
di quanto appaia: insieme trovano la capacità di sdrammatizzare le piccole
tragedie quotidiane per affrontare con leggerezza e lucidità la paura della
solitudine.
Lo spettacolo ruota intorno alla presenza costante in scena di una collaudata
coppia di attori: L’estroso Pino Quartullo che a dispetto del suo personaggio,
caratterizzato da mille stranezze, si diverte a giocare in palcoscenico e col
pubblico, e Sandra Collodel spigliata e autoironica, perfettamente a suo agio
nella parte della vicina depressa.
La bella e funzionale scena costruita su due piani da Alessandro Chiti consente
alla regia di Gigi Proietti, volta ad esaltare abilmente i caratteri bizzarri
dei protagonisti, di creare un effetto cinematografico nel passaggio da un
appartamento all’altro.
TEATRO CARCANO: “
PROCESSO A DIO ” con Ottavia
Piccolo
Nato nel 1975 a Firenze, Stefano Massini ha vinto il Premio Pier Vittorio Tondelli - il maggior riconoscimento italiano per la nuova drammaturgia - nell’edizione 2005 del Premio Riccione. I suoi testi sono tutti incentrati sui temi della solitudine, delle paure, della ricerca della felicità e di un senso della vita, con una particolare passione per la storia e la rilettura in chiave teatrale di famose biografie di artisti. Processo a Dio (2005) affronta il tema della Shoa e ricrea uno dei processi contro Dio che gli ebrei tennero dopo la fine della Seconda guerra mondiale e la liberazione dei campi di sterminio nazisti. La protagonista è Elga Firsch, un’attrice di origini ebraiche deportata al campo di Maidanek. Straordinariamente sopravvissuta alla catastrofe, Elga decide di portare Dio alla sbarra per la sofferenza del suo popolo. E così, in una baracca di legno prima dell’alba, cinque personaggi (tra i quali il vecchio rabbino Nachman) tengono il loro drammatico processo davanti a un ufficiale nazista prigioniero. Ottavia Piccolo, che negli ultimi anni si è dedicata a un teatro politico volto alla denuncia delle barbarie più recenti e, a riconoscimento della sua attività, è stata da poco insignita dell’onorificenza di Cavaliere della Repubblica, è l’intensa protagonista dello spettacolo diretto da Sergio Fantoni e, nei panni di Elga, istruisce un’istruttoria incalzante nella speranza, attraverso la denuncia, di sospingere l’inchiesta fino alle sorgenti della spiritualità. Spiega l’autore: “La parola chiave di questo testo non è il dolore dell’Olocausto, bensì il non-senso: quella nebbia fitta che avvolge il presente, quella insignificante banalità che muove la storia con il tragico sconcerto di chi ne è vittima. Se l’uomo è un burattino, chi lo muove? E quale logica segue il teatrino del mondo? Sono queste le domande che, come un magma, muovono il testo dal suo interno. Elga Firsch accusa Dio con la voce, in fondo, dell’umanità intera: l’umanità di ogni epoca e bandiera. E vale forse, come esempio, una battuta del rabbino Nachman: “Il processo a Dio non lo facciamo noi: non si è mai chiuso. Da cinquemila anni”.
TEATRO NUOVO: "
SQUALI , una storia vera, un sogno "
Alberto Luca Recchi,
classe 1955, laureato in Giurisprudenza, ha da vent’anni un “ufficio”
molto particolare: il mare. Appassionato di fotografia subacquea, si è
“innamorato” di squali e capodogli e li ha cercati nelle acque di tutto il
mondo, con reportage emozionanti, rischiando la vita per inseguire un sogno.
Mentre sul grande schermo si susseguono filmati emozionanti e splendide
fotografie di pesci della barriera corallina, Alberto (Al) parla della sua vita,
delle difficoltà a conciliare la sua invincibile passione con la famiglia –
ha una bimba cui è molto legato - della paura che lo attanaglia quando si trova
nel buio, in mezzo agli squali, e sa che potrebbe essere l’ultima volta. Si
svela dialogando con uno strano personaggio, che alterna irrisione a momenti di
riflessione – e che non è altro che un pescecane in sembianze umane - e con
la moglie, che finora lo ha aiutato condividendo il suo amore per il mare ma
adesso lo invita a restare a casa, a non cedere più al canto ammaliante delle
sirene. Ed ecco che gli spettatori, inondati a tratti da fasci abbaglianti di
luci verdi e azzurre, immersi in un mare virtuale, passano dal
racconto-confessione di Recchi a balletti di fanciulle-sirene, a canzoni, a
piccoli sketch. Alla fine, sopra le loro teste nuoterà un gigantesco squalo, ed
è quasi un peccato che sia solo un pallone trainato da una fune. “E’ meglio
sognare e perdere che non sognare affatto”, conclude Al. E forse è proprio
così. Si replica fino all’8 aprile. Per info e prenotazioni: www.squaliateatro.it.
Milano, 25 marzo 2007 Anna Busca
TEATRO ARSENALE:
" Il dilemma del prigioniero "
Nell’ambito della rassegna
“Teatro e Scienza” è in scena all’Arsenale, fino al 1° aprile – ma sarà
ripreso dal 21 giugno al 7 luglio – un lavoro di Riccardo Mini, con la regia
di Valentina Colorni, il cui titolo (“Il dilemma del prigioniero”) prende
spunto da un gioco proposto negli anni Cinquanta da Albet Tucker, come problema
della Teoria dei Giochi. Quest’ultima si può definire come quella
scienza matematica che analizza situazioni conflittuali cercando soluzioni
tramite modelli; è la “scienza delle decisioni”, applicabile in campi che
spaziano dalla biologia comportamentale all’economia, dalle strategie militari
alle pratiche sportive. Anche i giochi “veri”, naturalmente, come gli
scacchi o i giochi di carte, possono
essere studiati alla luce delle equazioni che rappresentano i diversi modelli.
Tra i matematici che si sono occupati con successo di questi argomenti troviamo
John Forbes Nash, alla cui biografia si è ispirato il bellissimo film di Ron
Howard “A Beautiful Mind”. Nel gioco che presta il titolo al lavoro
teatrale vi sono due prigionieri, in due celle diverse, che non si conoscono né
possono comunicare; sono accusati entrambi di un reato; sanno solo che, se
confessano entrambi, saranno condannati a 6 anni di carcere, se invece non
confessa nessuno dei due, a un anno. Se uno solo confessa, questo sarà
liberato, mentre l’altro dovrà scontare 7 anni. Quale decisione dovrà
prendere ciascuno dei due? La teoria dei giochi affronta matematicamente la
questione proponendo diverse soluzioni. Lo spettacolo all’Arsenale propone
anch’esso, almeno apparentemente, il caso di due prigionieri, accusati di un
delitto, che si difendono accusandosi a vicenda. In realtà, come verrà
rivelato alla fine (ma lo spettatore lo intuisce ben presto) l’omicida è uno
solo, un uomo dalla doppia personalità: appare inizialmente come marito
premuroso ed equilibrato nonché padre addolorato per la morte prematura del
figlio, e invece non è altro che l’assassino della moglie e il responsabile
della morte del figlio. E la moglie, che inizialmente sembrava impazzita per il
dolore e incapace di elaborare il lutto per la morte del ragazzo, è invece solo
la vittima della follia del coniuge. Il
lavoro, ben recitato da Riccardo Magherini e Maria Eugenia D’Aquino, si avvale
di una scenografia interessante e delle musiche
di Maurizio Pisati.
Tuttavia, è un lavoro riuscito a metà: come “giallo” è abbastanza
insignificante, e come riferimento alla Teoria dei Giochi è poco
rappresentativo. Qual è il dilemma del prigioniero, in questo caso?
Quale decisione deve prendere? Forse l’unico dilemma è in effetti quello
dello spettatore, che alla fine applaude con qualche perplessità.
TEATRO OSCAR: XANAX
Il titolo del lavoro teatrale di Angelo Longoni (presentato in prima nazionale nel 2001 al Festival di Todi) non è altro che il nome di uno psicofarmaco, un ansiolitico per il trattamento del disturbo da attacchi di panico, del gruppo delle benzodiazepine. Questo curioso palindromo è ben noto quindi a chi soffre di ansia associata a depressione. E i protagonisti dello spettacolo in scena al Teatro Oscar fino al 1° aprile ne fanno uso, anzi abuso, insieme al Prozac – il terzo farmaco più venduto al mondo – e al Maalox, in un alternarsi di gocce e compresse che provocano continui up and down, nella claustrofobia situazione in cui si trovano (prigionieri di un ascensore guasto in un palazzo di soli uffici, deserto per il week-end). L’affiatata coppia Amanda Sandrelli - Blas Roca-Rey interpreta in modo convincente il ruolo di Laura e Daniele, costretti per una settantina di ore in una dimensione spazio temporale fissa e invalicabile, che finisce per essere un non-luogo e un non-tempo. L’ascensore bloccato diventa la metafora della sospensione delle loro vite, apparentemente “normali”, divise banalmente tra casa e ufficio. In realtà entrambi rivelano insoddisfazioni e frustrazioni sia lavorative che coniugali e si mostrano in tutta la loro fragilità, legata alla farmacodipendenza che paradossalmente li accomuna. Finiranno anche per lasciarsi andare ad amplessi passionali, quasi come naufraghi che si aggrappano l’un l’altro per non affondare. Nel loro isolamento coatto, nella loro impotenza, in preda alla fame, alla sete, ai bisogni corporali, a dolori muscolari e tremori che sembrano appartenere a crisi d’astinenza, Laura e Daniele si mettono a nudo, anima e corpo, per poi ritornare nei loro ruoli - e nei loro abiti, un po’ stazzonati – non appena un uomo delle pulizie si accorge di loro, il lunedì mattina, ponendo fine alla loro prigionia. Angelo Longoni, cinquantenne autore e regista teatrale tra i più sensibili alle problematiche del nostro tempo –indimenticabili Naja e Uomini senza donne - si avvicina quindi al tema attuale dell’Homo chimicus, della vita scandita da farmaci, droghe e integratori, dominata dalla “cultura dell’additivo” e dall’impossibilità di risolvere in altro modo l’ansia del vivere, le delusioni e le inevitabili sconfitte. Molti gli applausi, per un lavoro intelligente e meditato che merita sicuramente di essere visto. Info www.teatrooscar.it
Milano - 18 marzo 2007 - Anna Busca
TEATRO MANZONI: SCUOLA DI BALLO ACCADEMIA TEATRO ALLA SCALA
In scena i giovani allievi della prestigiosa scuola, nata nel 1813, in cui si sono formate stelle di oggi come Roberto Bolle e Alessandra Ferri. Quattro coreografie, di difficoltà, gusto e soggetto diversi, mettono alla prova gli allievi in un confronto fra più visioni del balletto e della danza: Napoli, Polonaise, La Bella Addormentata, il Ballo dei Cadetti. Apre un “divertissement” gioioso dal balletto del 1842 di August Bournonville, Napoli, capolavoro romantico danese. Segue una brillante coreografia della Polonaise di Ciaikovskij firmata da Biagio Tambone, primo ballerino e maître del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala, autore di numerosi lavori per la Scuola di Ballo. Si prosegue con una versione moderna della Bella Addormentata, riletta da Mats Ek nel 1999. Il coreografo svedese ha concesso a Pompea Santoro, ex danzatrice del Cullberg Ballet di riproporre e rileggere in alcune parti il celebre balletto, che vede una giovane eroinomane, Aurora, sprofondare nel sonno dell’overdose. Un balletto educativo sul dramma della droga, risolto da Mats Ek con una danza di straordinario potere espressivo. Un capolavoro del balletto moderno che rappresenta una sfida importante per la Scuola milanese, per la prima volta impegnata nel repertorio dell’artista, ex direttore del Cullberg Ballet. Si chiude con un classico del 1940, il Ballo dei Cadetti, una sorta di “grand divertissement”, su musica di Johann Strauss, riorchestrata da Anton Dorati. Firmato originariamente da David Lichine, ballerino e coreografo di origine russa, formatosi con Lubov Egorova e Bronislava Nijinska, questo divertente titolo in un atto, viene rivisitato da Tatiana Nikonova e Leonid Nikonov. Toni burleschi e scherzosi fanno da commento ad un ballo di Fine Anno, dallo spirito adolescenziale, organizzato a Vienna tra le ragazze di un Istituto Femminile e i Cadetti di un’Accademia Militare. (spettacolo 25-26 marzo)
TEATRO
CARCANO;
“QUESTI FANTASMI”
di E.De Filippo
(dal 21 marzo)
con : Tonino Taiuti, Carlo Di Maio, Mimma Lovoi, Daniela Marazita
“…
In un appartamento di un grande palazzo secentesco vengono ad abitare Pasquale
Lojacono e la sua giovane moglie Maria. Pasquale lascia la moglie all’oscuro
dell’accordo tra lui e il proprietario per cui, in cambio della permanenza
gratuita, dovrà sfatare le dicerie sull’esistenza di fantasmi nella casa …
Pasquale si imbatte in Alfredo, amante della moglie, e suggestionato dalla
situazione, lo scambia per un fantasma. Pasquale si ferma più volte a
conversare con il suo dirimpettaio, il professor Santanna, silenzioso testimone
di ciò che accade in casa. Alfredo provvede al mantenimento della coppia con
continui regali e Pasquale, sentendosi beneficiato dal fantasma, vive senza
porsi troppe domande. Non sopportando più la situazione d’indifferenza
dimostrata dal marito, Maria decide di fuggire con Alfredo. Ma i familiari di
Alfredo scoprono il tradimento e decidono di dire tutto a Pasquale che,
suggestionato dall’inquietante presenza della famiglia, è indeciso se
crederli fantasmi o persone vive. Passano due mesi. Alfredo torna con la moglie
e Pasquale continua a vivere nel suo appartamento con Maria, senza però
ricevere più regali. Pasquale è ridotto in miseria e spera di rivedere il suo
fantasma benefico. Alfredo, desideroso di rivedere Maria, incappa in Pasquale
che gli si getta ai piedi rivelandogli l’amore per la moglie e la sua
incapacità di assicurarle una vita dignitosa. Alfredo, commosso da quelle
parole, sta al gioco, e decide di regalargli il denaro desiderato”. (da Lezioni
di teatro a cura di P. Quarenghi)
TEATRO SAN BABILA: " SABRINA " (dal 6 marzo)
Di fronte ad una bella e famosissima commedia come si deve comportare chi ha deciso di metterla in scena? Se poi si tratta di Sabrina, con precedenti illustri e celebrate icone (come Audrey Hepburn, Humpery Bogart e Billy Wilder o più recentemente Harrison Ford e Julia Ormond), ci si ritira in buon ordine o si cerca una strada almeno diversa dai predecessori?Abbiamo ricordato sempre l’introversa infanzia di Sabrina su e giù per gli alberi di casa Larrabee da dove spia la famiglia dei ricchi e dei potenti, lei orfana di madre e figlia dell’autista di casa. Proprio questa piccola vedetta di Long Island si contrappone alla Sabrina che dopo cinque anni si ripresenta cambiata in bellezza, fascino, sicurezza acquistati in Europa: a Parigi.Dall’albero è scesa fino al centro del prato, dove diventa il perno di tutte le storie d’amore di denaro e di relazione che animano casa Larrabee; andrà avanti navigando a vista fino a laurearsi a pieni voti nel corso accelerato di vita pratica e sentimentale in modo romantico ma concreto e non certo convenzionale.La scelta di accentrare il mondo femminile in questo particolare personaggio comportava la prelazione proprio di questo ruolo attivo della protagonista che si rapporta così, esclusivamente ai personaggi della casa dei ricchi industriali: il burbero patriarca, i due figli diversi ma analoghi, la zia svampita e il padre di lei, chauffeur di casa bizzarro e riguardoso deus ex machina della fiaba a senso unico.Tutte le altre persone sono come eclissate dal ritorno di Sabrina; si parla di loro come di personaggi secondari, mentre i rapporti tra la giovane e gli altri sono trama e racconto insieme, tramutando il giardino di delizie e dei ricordi, in un giardino di supplizi, dove amore e matrimoni spesso non vanno a braccetto, lasciando il passo agli affari e alla pratica ostinata del cinismo che maschera però a sua volta una voglia di affetti di verità.Sabrina, come la Sabrina dei versi di J. Milton, è salvatrice, illumina angoli bui delle vite, con un’allegra autocoscienza imprendibile da parte degli “uomini” perché privi dell’entusiasmo della vita che la giovane ormai ”donna” Sabrina, ha capito e afferrato, non permettendo in futuro un legame di routine con i ruoli già predefiniti. Sabrina sceglierà autonomamente ma dentro le regole del gioco “a suo modo”, con dei “distinguo”. Basterà per una quasi felicità?Abbiamo quindi deciso per una messa in scena tutta giocata sul filo dei sentimenti contrastanti. Uno spettacolo che mette sotto i riflettori gli attori, chiamati non soltanto a “interpretare” un ruolo ma anche a dare spessore e credibilità a storie e vicende che solo apparentemente sono ambientate nel 1940. Romanticismo, cinismo, idealismo e concretezza fanno parte della vita di tutti, in ogni epoca. Ma Sabrina è anche e soprattutto una favola. Una dolce avventura romantica che ci suggerisce che in fondo non si deve mai smettere di sognare. Massimo Natale
TEATRO
MANZONI: " DUE PARTITE
"
Siamo negli anni Sessanta, quattro donne si ritrovano ogni giovedì per giocare a carte in un elegante appartamento borghese. Si riuniscono per fare una partita, chiacchierare, passare il pomeriggio. Portano con sé le loro bambine che giocano nella stanza accanto. Sono amiche da molti anni, nessuna lavora e il loro ruolo è quello di mogli e madri. Una di loro è in attesa del primo figlio. Il primo atto della commedia racconta le loro storie tra comicità e emozioni, scandito dalle doglie della partoriente e dal tema più forte, quello della maternità, dei vari modi d'intenderla. Secondo atto, oggi. Sono passati quarantacinque anni, quattro donne s'incontrano in un'altra casa, sono vestite di scuro. Si sono riunite dopo il funerale di una delle loro madri che si è suicidata. Capiamo che sono quelle bambine che nel primo atto giocavano nella stanza accanto. A poco a poco, per rassomiglianza o per contrasto, le colleghiamo una dopo l'altra alle madri. A differenza di loro tutte lavorano e sono più consapevoli. Due epoche, due modi di essere donne. Sono più felici queste donne, più realizzate? La solitudine interiore e le frustrazioni delle madri si contrappongono alle loro inquietudini di donne moderne, alla confusione dei ruoli, agli interrogativi irrisolti nei confronti dell’universo maschile. L'identità stessa femminile sembra a tutte loro qualcosa di indefinibile e perciò perennemente a rischio, oggi come ieri. Una specie di energia, di follia che non vuole farsi disarmare, che risorge sempre dalla morte per dare la vita. Avvezza ad esplorare l’animo umano soprattutto quello femminile, Cristina Comencini, autrice e regista di “Due partite”, non a caso ha volutamente inserito nello spettacolo i due eventi della nascita e della morte, perché nello svolgimento di questo ciclo vitale si sviluppano tutte le problematiche femminili, dalla sessualità alla maternità. Alle amiche prestano il volto quattro grandi attrici italiane per delineare altrettanti diversi caratteri di donne: Margherita Buy disegna il personaggio di una donna impulsiva che ama troppo, Isabella Ferrari un’idealista che vuol credere assolutamente nel matrimonio, Marina Massironi è una perenne ottimista, mamma felice, inconsapevole dei tradimenti del coniuge, e Valeria Milillo, la più moderna e sensuale del gruppo, l’amante per antonomasia.
TEATRO CARCANO: "LA TRILOGIA DELLA VILLEGGIATURA" (dal 7 marzo)
I Teatri Stabili del Veneto e di Catania sono i produttori de La Trilogia della villeggiatura, il grande affresco goldoniano in tre “puntate” costituito da altrettante commedie: Smanie, Avventure e Ritorno. Come già avvenuto in occasione di altri due importanti allestimenti - quello di Strehler del 1954, riallestito poi a Vienna e Parigi nella seconda metà degli anni 70, e di Missiroli nella tournée invernale del 1980 - Luca De Fusco sceglie di rappresentare in un’unica soluzione questo capolavoro assoluto della produzione goldoniana, giocando la carta dell’attualizzazione della vicenda. La Trilogia racconta una grande storia: ritrae una classe sociale nell’attimo del suo apogeo, ovvero all’inizio del suo declino, incentrando la vicenda sulla triste educazione sentimentale di quattro ragazzi, cogliendo - secondo la lezione strehleriana - nelle Smanie la giovinezza, nelle Avventure la maturità e nel Ritorno la vecchiaia. La regia mantiene nelle Smanie un’appena accennata ambientazione settecentesca, nelle Avventure comincia una più marcata attualizzazione e la vicenda si trasforma in un film in bianco e nero anni ’60; nel Ritorno si va ancora oltre e l’atmosfera diventa quella di uno strano film noir. L’ambientazione non è però frutto di un capriccio o della voglia di scandalizzare: lo slittamento temporale permette infatti al testo di parlare più direttamente, di presentare un Goldoni contemporaneo incorniciando la storia in uno scenario marino e mediterraneo, più vicino all’attuale idea della villeggiatura. La borghesia goldoniana è una classe assai ricca ma che ha assunto molti dei difetti dell’aristocrazia e si avvia verso passaggi molto più oscuri, esattamente come la borghesia italiana della metà degli anni ’60 che, orgogliosa di sé e del boom appena prodotto, non è consapevole di avere davanti gli anni di piombo. All’allegra confusione delle Smanie si sostituisce la profonda malinconia - ben rappresentata dalle canzoni di Paoli, Tenco, Lauzi - delle Avventure, cui si sovrappone nel Ritorno una vera e propria ansia hitchcockiana.
TEATRO
PARENTI: "PALCO APERTO"
“PALCO
APERTO”Nasce nel 2005 come
appuntamento settimanale del Cicco Simonetta in zona Conca del Naviglio.
“Non è una coincidenza” direbbe il mio analista , forse non a torto, visto
che solo 500 metri più in là,
oltre I giardini di Via Arena, nel ‘93 nacque lo Scadasole… La matrice è
indiscutibilmente quella….“Palco Aperto” raccoglie
lo spirito Live della sperimentazione dei diversi stili di narrazione
comica e quindi con Monologhi, improvvisazioni, battute, sketch, musica
d’autore, teatro-canzone e poesie,
racconta l’attualità, il nostro tempo. Ogni Lunedi a partire dal 5 Febbraio
faremo il solletico a Milano condotti da Rafael Didoni e Germano Lanzoni
con ,tra gli altri,Paolo Casiraghi, Flavio Pirini,
Enrico Veronica, Angelo Ciccognani, W. Leonardi, G. De Angelis, G.
Pozzoli…
Per informazioni: www.laboratorioscaldasole.com
TEATRO CARCANO: " IL GIORNO DELLA CIVETTA " (dal 14 febbraio)
Il giorno della civetta (1961) è il primo romanzo di Sciascia: un giallo anomalo, amaro e “laico”, osservarono i critici. La trama ruota intorno all’uccisione di un piccolo impresario edile, Salvatore Colasberna, e del potatore Paolo Nicolosi. Le indagini, svolte dal capitano Bellodi, carabiniere originario di Parma, affiancato da uno scrupoloso maresciallo, mettono in moto una serie di rivelazioni in una difficile lotta contro il muro di gomma dell’omertà, fra depistaggi e squarci di verità che condurranno a un amaro finale. Lo spettacolo, diretto da Fabrizio Catalano (nipote del grande scrittore) pur rispecchiando fedelmente lo spirito del romanzo, privilegia la chiave del giallo, ricercando, attraverso un’indagine sull’indagine, le ragioni che avevano spinto Sciascia a trattare un tema così complesso come quello della giustizia, del potere e dei poteri. Secondo il regista “Il più grande peccato della Sicilia è stato ed è sempre quello di non credere alle idee. Ora, siccome questa sfiducia nelle idee, anzi, questa mancanza di idee, si proietta su tutto il mondo … la Sicilia ne è diventata la metafora”. La Sicilia di questo spettacolo è un luogo dell’anima prima ancora che un elemento geografico, nebbioso avamposto in cui l’Europa, l’Africa e l’Oriente si incontrano e si confrontano. I carabinieri cercano invano di ritrovare la via della giustizia nel labirinto dell’omertà, invano provano ad avanzare contro l’impetuoso vuoto orizzontale della Sicilia. Ed i mafiosi de Il giorno della civetta non potrebbero forse essere degli industriali, dei ministri, dei presidenti dei giorni nostri?
TEATRO SAN BABILA: " STORIA STRANA SU UNA TERRAZZA NAPOLETANA"
Luigi De Filippo nasce a Napoli da Peppino e Adele. E’ nipote di Edoardo e Titina, ma anche di Vincenzo Scarpetta. Inutile quindi dire quanto l'ambiente familiare lo abbia condizionato e influenzato nelle scelte. Il suo debutto avviene infatti, giovanissimo, nella compagnia del padre, col quale istaura un lungo e proficuo sodalizio. Parte così una carriera quanto più ricca di successi che lo vede approdare nei teatri più importanti d’Italia e anche al Teatro San Babila di Milano, dove l’anno scorso la sua interpretazione di “Non ti pago” fu accolta in modo addirittura trionfale. Per la Stagione 2007 Mario Maramotti e Gennaro D’Avanzo ospitano quindi “Storia strana su una terrazza napoletana”, di cui Luigi De Filippo è anche autore. E’ questa una divertente commedia – originariamente recitata da Peppinoe Luigi assieme – che, pur restando profondamente radicata nella tradizione della sottile ironia defilippiana, è anche una piéce anticonformista e originale dove si ride, si riflette, si sogna e si spera. Al debutto di allora, al teatro Parioli, la critica scrive che Luigi e Peppino “gareggiano in bravura”. Ambientata su una di quelle terrazze situate nel centro storico di Napoli e dalla quale si gode il magico panorama del Golfo, la commedia snoda la sua trama attorno alle vicende causate da uno spettatore apparentemente innocuo e insospettato delle azioni, anche più segrete, dei protagonisti: lo strabiliante cane “Scugnizzo”. Che parla, o meglio abbaia, in maniera incomprensibile per tutti, ma non per il padrone Luciano. E “parla” in maniera talmente loquace da mettere a nudo scottanti verità che indispettiscono tutti, diventando, dalla terrazza di famiglia, il testimone di un campionario umano di personaggi surreali eppure autentici che rivelano gli istinti meno nobili e più nascosti, i peccati veniali, le tentazioni e i desideri. Gli insoliti avvenimenti danno vita a situazioni comiche e paradossali che portano allo spassoso finale a sorpresa. La terrazza diventa quindi teatro e palcoscenico prediletto da De Filippo, maestro di quell’arte che fa del riso un invito alla riflessione, e che anche in questa sua commedia dimostra di avere appreso il segreto di costruire situazioni, comicità e caratteri in un mix di sempre vera e genuina umanità, rivelandosi degno erede e interprete moderno di una grande e quanto mai storica tradizione teatrale italiana. dal 6 febbraio
Ogni
Lunedì a partire dal 5 Febbraio in seconda serata (ore 23,00) approda al Teatro
Franco Parenti uno spettacolo-Laboratorio in collaborazione con gli artisti dell’Associazione
Culturale Laboratorio Scaldasole.
“PALCO
APERTO”Nasce nel 2005
come appuntamento settimanale del
Cicco Simonetta in zona Conca del Naviglio. “Non è una coincidenza” direbbe
il mio analista , forse non a torto, visto che solo 500 metri
più in là, oltre I giardini di Via Arena, nel ‘93 nacque lo
Scadasole… La matrice è indiscutibilmente quella….
“Palco
Aperto” raccoglie lo spirito Live
della sperimentazione dei diversi stili di narrazione comica e quindi con
Monologhi, improvvisazioni, battute, sketch, musica d’autore, teatro-canzone e
poesie, racconta l’attualità, il nostro tempo. Ogni
Lunedi a partire dal 5 Febbraio faremo
il solletico a Milano condotti da Rafael Didoni e Germano Lanzoni con ,tra gli
altri,Paolo Casiraghi, Flavio Pirini, Enrico
Veronica, Angelo Ciccognani, W. Leonardi, G. De Angelis, G. Pozzoli… www.laboratorioscaldasole.com
Direzione artistica :Rafael Didoni
TEATRO DELLA LUNA: " CABARET " con Micelle Hunziker (dal 1° febbraio)
Rappresentato un po’ ovunque in Europa, attualmente è in scena sia in Francia che in Inghilterra, arriva anche in Italia il famoso musical "Cabaret", rappresentato per la prima volta nel’66 a Broadway. La Compagnia della Rancia presenta una versione italiana frizzante che accompagnerà con leggerezza gli spettatori a un finale di grande emozione. Micelle Hunziker, affiancata da un grande cast e da un’orchestra dal vivo, torna a teatro con un o spettacolo accattivante : Sally Bowles, una ragazza ingenua e piena di sogni, ma anche frivola ed eccentrica. Per info: www.musical.it e www.rancia.com. Per info su biglietti e prenotazioni i biglietti: www.teatrodellaluna.com . Anche per Cabaret, come per il resto del calendario 2006-2007 del Teatro della Luna, ci saranno le preview. Si tratta di spettacoli veri e propri che, dopo la prova generale, precedono,per un periodo la prima rappresentazione,consentendo agli artisti di testare la resa. Le preview di Cabaret inizieranno il 26 gennaio a prezzo ridotto. Nelle foto alcuni momenti della presentazione dello spettacolo alla stampa, avvenuta il giorno del trentesimo compleanno di Michelle.
Milano - Hotel Visconti Palace - 24 gennaio 2007 - agostino guzzardella
TEATRO
MANZONI: " BELLO DI PAPA’
"
con Vincenzo Salemme
Dopo il grande successo di pubblico de “La gente vuole ridere ancora”, che nella scorsa stagione teatrale ha annoverato numerosi sold out in molti teatri italiani e un posto d’onore nella top ten degli spettacoli più visti, Vincenzo Salemme torna sulle scene italiane con un nuovo lavoro dal titolo “Bello di papà”. Anche questa volta, il commediografo partenopeo - premiato in passato con ambiti riconoscimenti come il Premio Totò, Premio Vittorio Gassman e con una menzione speciale lo scorso settembre alla XXII edizione del Premio Sele d’Oro Mezzogiorno per aver saputo portare il teatro napoletano al cinema e in tv, trattando temi d’impegno sociale e di profondità psicologica con impronta comica - riveste le triplici vesti di autore, regista e attore, con un testo teatrale che racconta in maniera surreale il difficile rapporto tra genitori e figli. In “Bello di papà” Vincenzo Salemme, fiancheggiato dalla sua compagnia - che vede la presenza di Massimiliano Gallo, Antonella Elia, Marcello Romolo, Biancamaria Lelli, Adele Pandolfi, Rosa Miranda, Domenico Aria, Roberta Formilli, Antonio Guerriero, si cimenta nel complesso mondo dei rapporti generazionali, giostrando abilmente tra la personalità di figli che non sono più figli e di padri che hanno paura di essere padri, concedendosi vibrazioni sentimentali sui bisogni contemporanei di paternità, di familiarità e di affetto, giocando su una girandola di colpi di scena con scambi di ruolo. Tutto questo viene, ovviamente, raccontato con lo stile che da anni contraddistingue i lavori di Vincenzo Salemme, dove il ritmo della farsa si affaccia continuamente a disturbare il veloce ritmo della commedia .
TEATRO CARCANO:
"ANTIGONE" con Giulio Bosetti
(dal 31 gennaio)
Torna al Carcano per due settimane di repliche straordinarie dopo il debutto nazionale dello scorso aprile l’ultima produzione della Compagnia del Teatro Carcano Antigone di Sofocle per la regia di Giulio Bosetti, anche interprete nel ruolo di Creonte. Lo spettacolo, unanimemente apprezzato per l’intensità dell’interpretazione e la suggestiva austerità dell’allestimento, oltre che per la poetica versione di Giovanni Raboni tutta incentrata sulla valorizzazione della parola. Antigone racconta l’ultimo atto del mito tebano che, insieme a quello argivo, fu oggetto di ispirazione per Eschilo (I Sette contro Tebe), Sofocle (Edipo re, Edipo a Colono, Antigone) e Euripide (Le Fenicie).Come è noto, Edipo, del tutto inconsapevole, si unisce incestuosamente alla madre Giocasta e da questa unione nascono due femmine (Antigone e Ismene) e due maschi (Eteocle e Polinice). Già in Edipo a Colono risulta chiaro il rapporto radicalmente diverso che si instaura fra Edipo e i suoi quattro figli nati dall’incesto: di amore e dolcezza per le due figlie, che si occupano amorosamente di lui fino alla sua scomparsa, e di odio e disprezzo per i due figli maschi che, essendo bramosi solo di ottenere il potere in Tebe, egli non esita a maledire per sempre.Tuttavia, nonostante il loro desiderio di ascendere al trono, né Eteocle né Polinice vi riusciranno perché si uccideranno vicendevolmente in duello. Nel corso di questa lotta fratricida Creonte, fratello di Giocasta e quindi in qualche modo zio dei quattro giovani, aveva preso il potere in Tebe nell’intento di sostenere Eteocle contro il fratello Polinice. Pertanto, alla loro morte, Creonte non esita a far seppellire Eteocle con tutti gli onori e maledice invece Polinice per essere andato contro la sua stessa città spalleggiato da un manipolo di sette eroi della città di Argo. Creonte dunque ordina che il corpo di Polinice, che giace fuori dalle mura di Tebe, resti insepolto e sia dato in pasto agli uccelli rapaci e ad altri animali bramosi di carogne umane. A questo punto della vicenda interviene Antigone, che non accetta le disposizioni di Creonte e, a insaputa di quest’ultimo, seppellisce il fratello Polinice sottraendolo allo strazio che ne avrebbero fatto cani e uccelli. Come sempre nella tragedia greca, i fatti non sono mai da interpretare letteralmente, ma emblematicamente. La sepoltura o non sepoltura di Polinice, che era andato contro la sua stessa città pur di ottenere il potere, diventa metafora di un quesito che accompagna da sempre l’uomo durante la sua esistenza: è giusto o no sovvertire le leggi dello Stato? Facendolo, è giusto o no proporre nuovi ordinamenti che si sostituiscano ai precedenti? Creonte e Antigone si scontrano violentemente su questo tema e tutta la vicenda, con quanto di tragico essa comporta, prenderà spunto proprio da questo loro insanabile contrasto.
TEATRO CARCANO: "SEI BRILLANTI-GIORNALISTE NOVECENTO"
Il nuovo spettacolo di Paolo Poli, che torna al Carcano, da l'11 gennaio, dopo il grande successo de Il ponte di San Luis Rey di due stagioni fa, è incentrato su sei brevi racconti pubblicati, in un periodo che va dagli anni ’20 agli anni ’80, da altrettante celebri firme del giornalismo al femminile del Novecento: Mura (Maria Volpi Nannipieri) Paola Masino, Irene Brin, Camilla Cederna, Natalia Aspesi, Elena Gianini Belotti. Mura ci trasporta nel chiuso di una esperienza erotica tutta femminile dal titolo Perfidie; Masino con Fame ci descrive la crisi del ’29 e Brin nelle sue Visite racconta le allucinate miserie del dopoguerra. Nella seconda parte dello spettacolo Cederna con il suo Lato debole del 1960 ci parla di moda e modi di vivere; Aspesi in Lui visto da lei ci prospetta la figura dello scapolo in rapporto alla famiglia italiana e Belotti con Adagio un poco mosso presenta una figura di vecchietta serena e risentita.Le voci di queste giornaliste si alternano variamente in un gioco frizzante e imprevedibile sostenuto da una narrazione caustica ma emblematica di una società in continua evoluzione. A fare da contrappunto ai vari episodi drammatici è la musica, le canzoni delle varie epoche evocanti il tabarin, l’infanzia abbandonata, la voce della radio, il mercato nero, le saghe popolari, la ricostruzione, il mondo degli animali e i caserecci festival canori. Le scenografie di Luzzati si ispirano ai maestri della pittura novecentesca.
TEATRO SAN BABILA: "COME DUE GOCCE D'ACQUA" di e con A.Benvenuti
Fausto e Saraceno sono esattamente il contrario di due gocce d’acqua. Fausto e Saraceno, infatti, non hanno niente in comune. Fausto è alto, Saraceno è basso. Fausto parla poco è cupo, pensoso; Saraceno è logorroico, è sempre alla ricerca di una “battuta divertente”. Fausto è toscano, Saraceno è calabrese. Il caso li ha messi assieme costringendoli a lavorare fianco a fianco nell’arco di una giornata. Fausto e Saraceno sono due tecnici di teatro (uno elettricista, l’altro macchinista) impegnati a montare la scena di uno spettacolo (“Aspettando Godot”) allestito da una compagnia polacca. Per la precisione “assieme” li ha messi un fantomatico Mario, presente solo attraverso il telefono perché impegnato nell’allestimento di una sfilata di moda. Infatto lo “stronzo” ha preferito “le fighe ai rompicazzi dei polacchi” come sostiene la brutale e diretta esemplificazione di Saraceno. Inizialmente il rapporto tra i due somiglia a una partita senza “avversario”, il silenzioso Fausto mette in atto la difesa passiva dell’estraniamento lasciando campo libero all’onda anomala di Saraceno. Presto succede qualcosa di non spiegabile, Saraceno firma una cantinella col soprannome di “Pazzesco” e subito gli occhi di Fausto non riescono a nascondere una rabbia dolorosa; come se qualcosa si stesse “rompendo” nella sua mente. Questo “turbamento” è il primo tassello misterioso di un puzzle che si costruisce gradualmente, sempre sul filo di una suspence minimalista ma avvincente, come un duello occulto che segue le regole precisate di un triller. Un triller dove la strada di campagna con l’albero spoglio dipinta sul fondale della scena beckettiana, torna come un ossessivo flash-back nella mente di Fausto svelandosi solo nella soluzione finale. Un triller dove la storia di un tecnico soprannominato “il topo” che si è impiccato alla graticcia del teatro diventa elemento destabilizzante, spunto per allucinazione, e alla fine gioco crudele ai danni di Saraceno da parte di Fausto. “ Due gocce d’acqua” si articola in un crescendo calcolato di indizi e sospetti, un intreccio di piste inquietanti che emergono dal passato dei protagonisti, schegge di un mistero che fanno intuire tra Fausto e Saraceno molte più cose in comune di quanto fosse sembrato all’inizio. La conclusione completa il disegno del puzzle, rivelando i contorni di un dramma umano dove il dolore di un padre per la perdita della figlia involontariamente uccisa in un regolamento di conti tra bande rivali si traduce in vendetta verso l’unico testimone che si è nascosto dietro un colpevole silenzio. riflessioni sullo spettacolo di Ugo Chiti
TEATRO CARCANO: "SEI BRILLANTI - GIORNALISTE NOVECENTO"
Il nuovo spettacolo di Paolo Poli, che torna al Carcano dopo il grande successo de Il ponte di San Luis Rey di due stagioni fa, è incentrato su sei brevi racconti pubblicati, in un periodo che va dagli anni ’20 agli anni ’80, da altrettante celebri firme del giornalismo al femminile del Novecento: Mura (Maria Volpi Nannipieri) Paola Masino, Irene Brin, Camilla Cederna, Natalia Aspesi, Elena Gianini Belotti.Mura ci trasporta nel chiuso di una esperienza erotica tutta femminile dal titolo Perfidie; Masino con Fame ci descrive la crisi del ’29 e Brin nelle sue Visite racconta le allucinate miserie del dopoguerra. Nella seconda parte dello spettacolo Cederna con il suo Lato debole del 1960 ci parla di moda e modi di vivere; Aspesi in Lui visto da lei ci prospetta la figura dello scapolo in rapporto alla famiglia italiana e Belotti con Adagio un poco mosso presenta una figura di vecchietta serena e risentita.Le voci di queste giornaliste si alternano variamente in un gioco frizzante e imprevedibile sostenuto da una narrazione caustica ma emblematica di una società in continua evoluzione. A fare da contrappunto ai vari episodi drammatici è la musica, le canzoni delle varie epoche evocanti il tabarin, l’infanzia abbandonata, la voce della radio, il mercato nero, le saghe popolari, la ricostruzione, il mondo degli animali e i caserecci festival canori. Le scenografie di Luzzati si ispirano ai maestri della pittura novecentesca e i costumi rutilanti di Calì sottolineano spiritosamente gli ironici arrangiamenti musicali di Perrotin. Accanto a Poli appare un gruppo di attori abilmente mossi dalle coreografie di De Filippis. (spettacolo dall' 11 gennaio)
TEATRO SAN BABILA: "COME DUE GOCCE D'ACQUA" di e con A.Benvenuti
Fausto e Saraceno sono esattamente il contrario di due gocce d’acqua. Fausto e Saraceno, infatti, non hanno niente in comune. Fausto è alto, Saraceno è basso. Fausto parla poco è cupo, pensoso; Saraceno è logorroico, è sempre alla ricerca di una “battuta divertente”. Fausto è toscano, Saraceno è calabrese. Il caso li ha messi assieme costringendoli a lavorare fianco a fianco nell’arco di una giornata. Fausto e Saraceno sono due tecnici di teatro (uno elettricista, l’altro macchinista) impegnati a montare la scena di uno spettacolo (“Aspettando Godot”) allestito da una compagnia polacca. Per la precisione “assieme” li ha messi un fantomatico Mario, presente solo attraverso il telefono perché impegnato nell’allestimento di una sfilata di moda. Infatto lo “stronzo” ha preferito “le fighe ai rompicazzi dei polacchi” come sostiene la brutale e diretta esemplificazione di Saraceno. Inizialmente il rapporto tra i due somiglia a una partita senza “avversario”, il silenzioso Fausto mette in atto la difesa passiva dell’estraniamento lasciando campo libero all’onda anomala di Saraceno. Presto succede qualcosa di non spiegabile, Saraceno firma una cantinella col soprannome di “Pazzesco” e subito gli occhi di Fausto non riescono a nascondere una rabbia dolorosa; come se qualcosa si stesse “rompendo” nella sua mente. Questo “turbamento” è il primo tassello misterioso di un puzzle che si costruisce gradualmente, sempre sul filo di una suspence minimalista ma avvincente, come un duello occulto che segue le regole precisate di un triller. Un triller dove la strada di campagna con l’albero spoglio dipinta sul fondale della scena beckettiana, torna come un ossessivo flash-back nella mente di Fausto svelandosi solo nella soluzione finale. Un triller dove la storia di un tecnico soprannominato “il topo” che si è impiccato alla graticcia del teatro diventa elemento destabilizzante, spunto per allucinazione, e alla fine gioco crudele ai danni di Saraceno da parte di Fausto. “ Due gocce d’acqua” si articola in un crescendo calcolato di indizi e sospetti, un intreccio di piste inquietanti che emergono dal passato dei protagonisti, schegge di un mistero che fanno intuire tra Fausto e Saraceno molte più cose in comune di quanto fosse sembrato all’inizio. La conclusione completa il disegno del puzzle, rivelando i contorni di un dramma umano dove il dolore di un padre per la perdita della figlia involontariamente uccisa in un regolamento di conti tra bande rivali si traduce in vendetta verso l’unico testimone che si è nascosto dietro un colpevole silenzio. riflessioni sullo spettacolo di Ugo Chiti (spettacolo dal 9 gennaio)
CORRIEREBIT ENOGASTRONOMIA2007
HA
80 ANNI IL CONSORZIO DEL VINO CHIANTI
In
occasione del suo 80°
Anniversario (1927-2007) il Consorzio Vino Chianti
ha organizzato un importante incontro di degustazione all'Hotel
Four Seasons di Milano
dopo la grande manifestazione di Ottobre
all'Hotel Parco dei Principi di Roma.Occhi
puntati sul Chianti dunque, quest'anno in particolare.Un anniversario importante
che viene celebrato non con una singola festa, ma con più eventi che hanno in
comune un solo filo conduttore: la qualità del prodotto all'interno di una
varietà territoriale straordinaria. All'Hotel
Four Seasons
erano presenti 50 Aziende ed oltre 100 vini delle varie zone di produzione del Chianti
d.o.c.g., Colli Aretini, Colli Fiorentini, Colli Senesi, Colline Pisane,
Montalbano, Montespertoli, Rufina e Superiore,
accompagnati dai migliori prodotti tipici della gastronomia toscana.Olio
extravergine di oliva, prodotti di razza suina Cinta Senese, pane casereccio,
formaggio pecorino a latte crudo, marroni, fagioli, miele e tante altre
specialità regionali. Nell'incontro stampa sono state sottolineate le
importanti iniziative del Consorzio, come gli interventi finanziari per il
rinnovo dei vigneti del Chianti;
il decreto legge Erga Omnes
che conferisce al
Consorzio l'incarico di autentico controllore della Denominazione di Origine
Controllata e Garantita "Chianti";
il patto di stabilità sui prezzi, che consente di tenere sotto controllo il
costo finale del prodotto per il consumatore. Un anno di celebrazioni dunque il
2007. E un anno fondamentale in quel percorso di rilancio del vino
Chianti che
ha visto il Consorzio grande protagonista con iniziative di promozione ma anche
di concreta e importantissima attività a favore delle oltre 2600 aziende
associate. Per un Chianti
sempre più apprezzato e sempre più di fama e di consumo internazionale.
SACLA'
RISCOPRE GLI ANTICHI SAPORI DELLA TRADIZIONE
Dalla
grande tradizione dei sapori del Monferrato,
nascono in
casa Saclà
due nuovi prodotti, il
Bagnèt Verd
e il
Bagnèt Ross
per portare sulle nostre tavole tutta la cultura gastronomica piemontese. Saclà,
Azienda di Asti, cuore del Monferrato,è
da sempre legata al proprio territorio e per questo ha scelto di riscoprire e
diffondere i sapori antichi della propria terra, sorprendentemente unici e
originali. Il
Bagnèt Verd
e il Bagnèt
Ross
sono due specialità tipiche piemontesi, salse ideali per impreziosire secondi a
base di carne e per accompagnare il bollito e i formaggi. Delizioso con il pesce
e le verdure, il
Bagnèt Verd
è ottimo per accompagnare il Gran
Bollito Misto,
ricco piatto caratteristico del Piemonte ,composto da ben sette varietà di
carne bollita. Il
Bagnèt Ross
base di pomodoro, peperone rosso, cipolla e prezzemolo, è eccellente per
accompagnare formaggi freschi e verdure fritte. I
Bagnèt Saclà
sono garantiti dal Consorzio
Alta Qualità Piemontese,
un'organizzazione che tutela e promuove la cultura e la cucina piemontese. Un'
ulteriore conferma del forte legame tra Saclà
e i suoi splendidi luoghi, che l'azienda astigiana intende far conoscere
attraverso la tipicità e l'originalità di questi prodotti.
L'incontro con la stampa per presentare questi due nuovi prodotti del gusto
autentico piemontese è avvenuto al Ristorante
Le Langhe
che da molti anni rappresenta la cucina piemontese a Milano.
Milano, Novembre 2007 AMont*
LA
NUOVA GUIDA DE IL SOLE 24 ORE DEL "GASTRONAUTA" DAVIDE PAOLINI
E'
stata infatti presentata all' Hotel
Principe di Savoia di Milano,
l'edizione
2008 della
"Guida
ai Ristoranti de il Sole 24 Ore",
la bibbia dei gastronauti che accompagna gli appassionati alla scoperta dei
locali che meritano una visita e che premia le eccellenze in tutte le varie
tipologie di ristorazione: ristoranti "top", trattorie, osterie,
pizzerie, enoteche e street food, il cosidetto cibo di strada. La guida curata
dal Gastronauta
Davide Paolini
seleziona e premia i migliori locali per ogni tipologia, senza assegnare voti o
stabilire graduatorie, ma seguendo un criterio di eccellenza. Ogni locale,
accuratamente descritto e segnalato con tutte le informazioni pratiche, viene
accompagnato da un simbolo che ne evidenzia le peculiarità: dai ristoranti
"Intoccabili"
grazie ai loro grandi chef, ai classici intramontabili "Vai
sul sicuro",
fino alle nuove scoperte segnalate per la prima volta "Caramba
che sorpresa".
Unica nel suo genere, la guida premia anche i locali "extra
-large",
ossia quelli che offrono un'ottima cucina e un servizio di qualità per un
numero elevato di coperti. Nell'assegnazione dei premi ai ristoratori,
Bolzano
è la migliore provincia italiana per la ristorazione 2008 mentre tra le regioni
più premiate emergono quest'anno la Campania
e la Lombardia.
L'edizione 2008 della Guida ai
Ristoranti de Il Sole 24 Ore
si presenta in una nuova veste grafica, con un nuovo formato e con una maggiore
leggibilità che la rende un' utile compagna di viaggio, per tutti i gusti e per
tutte le tasche.
IN
ARRIVO IL 1°ANNUARIO DELLA RISTORAZIONE MODERNA BY RISTORANDO
L'ultima
fatica della divisione "Libri
di Ristorando"
è in dirittura di arrivo: l'Annuario
2008 della Ristorazione Italiana
sarà a disposizione dei lettori nei primi mesi dell'anno nuovo.Il volume sarà
diviso per aree tematiche con sezioni dedicate alla ristorazione collettiva,
commerciale ed in concessione, on board, buoni pasto, associazioni di categoria
ed appuntamenti fieristici nel corso dell'anno sia in Italia che
all'estero.All'interno di ogni segmento saranno inserite le schede tecniche dei
diversi operatori, con la loro carta d'identità, i loro dirigenti, i dati dei
fatturati e molto altro ancora.
Per informazioni: info@edifis.it
WINE
DAY: LOMBARDIA TERRA DI PRIMATI ENOLOGICI
13
vini premiati con i "3 bicchieri",
tre in più rispetto all'edizione 2007; 158 aziende presenti e recensite.Il
premio come migliori bollicine dell'anno alla
Collezione Brut Esclusiva 1999 di Cavalieri,
più il riconoscimento a Mattia
Vezzola (Bellavista)
come enologo dell'anno.Sono queste le premesse che vedono la
Lombardia
come una delle Regioni più premiate dalla guida Vini
d'Italia 2008,
il classico appuntamento di Gambero
Rosso e Slow Food
con il meglio dell' enologia italiana. I protagonisti di questo exploit lombardo
si sono dati appuntamento al Circolo
della Stampa di Milano,
in occasione dell'ottava
Giornata dei Vini di Lombardia,
ormai consueta rassegna del vino lombardo , organizzata dalla Regione
Lombardia
e da Ascovilo-Associazione
Consorzi Vini Lombardi.Tra
l'élite del bere bene italiano, che gli ormai famosi "3
bicchieri"
consacrano a livello internazionale, compaiono in fatti aziende della Franciacorta,
della Valtellina,
dell'Oltrepò
Pavese e
del Garda,
ma in guida vengono toccate anche altre realtà lombarde, da San
Colombano alla
Valcalepio,
ai Colli
Mantovani.Nel
corso della giornata al banco d'assaggio, nelle diverse sale messe a
disposizione dal Circolo della Stampa, i cultori del buon bere hanno avuto
l'occasione di degustare anche i vini, tra gli altri, dell'aziende vitivinicole Travaglino,
Bellavista, Antica Tesa e del Castello di Grumello.L'ottava
Giornata dei Vini di Lombardia
è stata anche occasione per un richiamo a tutti gli addetti ai lavori affinchè
il patrimonio di qualità della produzione regionale sia sempre di più
conosciuto e apprezzato dai consumatori lombardi. L'evento è stata anche
l'occasione per presentare la guida "Vini
d'Italia 2008" del
Gambero
Rosso-Slow Food Editore.
A moderare l'incontro Vittorio
Ruffinazzi
presidente dell' Ascovilo;
mentre sono intervenuti Viviana
Beccalossi,
vice presidente e assessore regionale all'agricoltura, Daniele
Cernilli e Marco Sabellico
del
Gambero Rosso, Giacomo Mojoli e Gigi Piumatti di Slow Food.
L'UNION
DES GRANDS CRUS DE BORDEAUX HA PRESENTATO A MILANO IL MILLESIMO 2005
Lunedì
12 Novembre, all'Excelsior
Hotel Gallia di Milano,
oltre 80
Chateaux
hanno partecipato all'appuntamento. Un'occasione offerta agli invitati per un
contatto diretto con i produttori che hanno presentato i risultati di
quest'annata leggendaria: il Millesimo
2005.In
degustazione, i vini delle più prestigiose aziende collocate nelle più vocate
aree "d'appellation": Médoc,
Saint Estéphe, Haut Médoc, Pauillac, Saint Julien, Listrac-Médoc, Moulis en Médoc,
Margaux, Pessac Léognan, Graves, Pomerol, Saint Emilion Grand Cru, Sauternes e
Barsac.
La
degustazione dei Millesimi
2005
è stata anche l'occasione per conoscere la sintesi della migliore produzione
bordolese e le espressioni di un'annata straordinaria, caratterizzata da un
clima ideale, particolarmente secco durante l'inverno e l'autunno, con una
primavera mite e un'estate calda e soleggiata ma senza particolari eccessi. I
bianchi, i rossi e le vendemmie tardive
hanno indistintamente tratto beneficio dall'ottimale andamento climatico che ha
determinato una resa inferiore rispetto all'annata precedente ma nel contempo lo
sviluppo di uve ricche di zucchero, fruttate, caratterizzate da buona acidità,
tannini morbidi e spiccate note cromatiche. Ai professionisti del vino, ai
ristoratori e alla stampa Italiana, l'Union
des Grands Crus de Bordeaux ha
dedicato una tappa del tour mondiale che, ogni anno, nelle principali capitali
d'Europa e del mondo, vede impegnata buona parte dei 131
membri dell'Union
nella promozione del più blasonato rosso francese.
GOLOSARIA
2007: OMAGGIO ALLE COSE BUONE E VERE
"Gualtiero
Marchesi
è Maestro del cuoco italiano perchè nella sua attività c'è l'arte, la
musica, il colore, il gusto... e la famiglia. Senza questi ingredienti Marchesi
non sarebbe stato quel che è stato". Con queste parole Paolo
Massobrio
insieme con Marco
Gatti
autori della Guida
Critica Golosa
alla Lombardia, ha reso omaggio al cuoco che più di tutti ha innescato una
straordinaria rivoluzione in cucina. Gualtiero
Marchesi
è lo chef italiano più conosciuto nel mondo. Il
primo ristorante a ricevere le "tre stelle" della guida Michelin
Italia nel 1985.
Innovatore, intuitivo, amante della buona cucina come delle arti. Nella sua
cucina si sono formati molti degli chef italiani tra i più affermati.L'omaggio
a Marchesi
è stato l'apice di Golosaria,
la manifestazione che celebra il best seller Il
Golosario
(guida
alle cose buone d'Italia)
che si è svolta all'Hotel
Mèlia a
Milano, partecipata da migliaia di consumatori attenti, soci del
Club di Papillon e
operatori, che si sono ritrovati per assaggi, ma anche per sostare nella
Latteria milanese del futuro o per disquisire su come dovrebbe essere il negozio
di quartiere. Francesco
Alberoni,
intervenuto alla presentazione del libro per la famiglia Adesso,
365 giorni da vivere con gusto,
ha ricordato la straordinaria valenza culturale del posto a tavola. Grande
successo inoltre per le premiazioni dei Top
Hundred 2007
(i cento migliori vini d'Italia selezionati da Paolo
Massobrio e Marco Gatti),
mentre durante l'incontro dedicato ai microbirrifici, con l'intervento di Kuasca,
esperto assaggiatore,
è emerso, anche in riferimento al libro "Beer
(Eyewitness Companions)"
di Michael
Jackson,
che l'Italia compare al sesto posto per la qualità della produzione di questa
apprezzata bevanda. Per informazioni: www.golosaria.it
VINOVINO
E' IN SANT'ALESSANDRO
Gigliola
Bozzi
ha inaugurato ufficialmente, con una serata ad inviti, la sua Enoteca
in piazza Sant' Alessandro 3,
che segna un totale rinnovamento nella continuità dell'insegna VinoVino
aperta con il marito Luigi
Gaviglio nel 1967.
Una struttura nuova, ma anche una filosofia diversa e più moderna di enoteca,
non più semplicemente un luogo del vino, ma un luogo in cui si incontrano
amicizia, emozioni, senso piacevole della vita e le indispensabili informazioni
che il Cliente desidera ottenere varcando la soglia di un negozio a cui
richiedere anche consulenza.L'inaugurazione è stata anche una piacevole
occasione per presentare agli invitati un nuovo spumante secco "Perle
d'Uva", Collio Cormon, dell'Azienda Vitivinicola G.Buscemi,
enologo artigiano.Gigliola
Bozzi Gaviglio:
una appassionata Donna del Vino, mai definizione, Donna del Vino, è stata più
appropriata riferita a lei.Fra le sue benemerenze: la presenza come Consigliere
dell'Associazione Nazionale Le Donne del Vino e dell'Assofood Milano dell'Unione
Commercianti:
dall'Aprile
del 2003 al 2005 Presidente della Vinarius
(Associazione Enoteche Italiane).Nel 1989 è stata insignita dell'onorificenza di
Cavaliere al merito della Repubblica Italiana.Sempre
nel 2003 viene nominata "Musa
del vino"
premio indetto dalla Maison
Pommery
riservato a sei donne che si sono distinte nelle loro attività
artistico-lavorative. Lunedì 14 Novembre è stato avviato l'interessante Calendario
delle Degustazioni
dell'Enoteca
con una serata d'Autore: ChocoRelax
di Vanini, Cinque Sensi d'Autore
con la collabora zione di ChocoClub.Personale
specializzato ha accompagnato i fortunati ospiti in una Degustazione ludica e
sensoriale del cioccolato Vanini,
premiato con il Superior Taste Award 2007.
PRESENTATA
ALLA REGIONE LOMBARDIA LA 2a EDIZIONE DI GOLOSARIA
Presso
la Sala
Pirelli
della Regione Lombardia
ha avuto luogo la Conferenza stampa di presentazione della decima edizione del
volume "Il Golosario"
e della 2a edizione della
rassegna "Golosaria",
in programma dal 10 al 12 Novembre presso l'Hotel
Convention Center Melià a Milano.Sono
intervenuti: Viviana Beccalossi,
vicepresidente della Regione Lombardia; Bruna
Brembilla,
assessore all'Ambiente, Risorse Naturali della Provincia di Milano; Tiziana
Maiolo,
assessore alle Attività produttive del Comune di Milano; Alfredo
Zini,
consigliere della Camera di Commercio di Milano e vicepresidente Epam; Paolo
Massobrio,
presidente dei Club di Papillon
mentre ha moderato il dibattito Marco
Gatti,
giornalista. A conclusione della Conferenza, Davide
Oldani Chef del noto Ristorante D’O di Cornaredo e
migliore tavola della Provincia, ha offerto agli intervenuti una sua
interpretazione di tradizionali ricette lombarde abbinate ai vini dell'Oltrepò
Pavese.
Il "Golosario 2008" di
Paolo Massobrio,
mille pagine con il meglio di prodotti, vini, ristoranti e cose buone del
Belpaese, è già in distribuzione in tutt' Italia. Per informazioni www.clubpapillon.it
ALLA
FONDAZIONE COLOGNI PRESENTATO CORVITIS ROSSO RISERVA 2005
Nel
suggestivo contesto della Fonderia
Napoleonica Eugenia di Milano,
Fondazione
Cologni dei Mestieri d'Arte con
Spirito diVino e Monsieur,
hanno presentato Corvitis
Riserva Speciale 2005.
Per il secondo anno consecutivo, i connoisseurs di Milano sono stati invitati a
scoprire questo vino unico fatto "a regola d'arte" e dopo il grande
successo della Riserva 2004. Sotto le antiche volte della Fonderia,
un menù semplice ma raffinato, proposto da
Walter Della Pozza,
ha accompagnato la scoperta di Corvitis
Rosso Riserva 2005:
un vino che sa esaltare i sapori più corposi e tipici della tradizione
gastronomica lombarda. Corvitis
Rosso Riserva 2005,
in produzione limitata e millesimata dell'Azienda
Cabanon di Elena Mercandelli,
manifesta tutte le sue più pregiate proprietà organolettiche anche dopo un
periodo di affinamento relativamente breve, e come tutti i grandi rossi, la sua
vena alcolica ne indica la costante e pregevole acquisizione di carattere con
l'invecchiamento in bottiglia .Nessun passaggio in barrique, solo grandi botti
di rovere per questo vino dal colore rosso rubino intenso. Corvitis
Rosso Riserva 2005
è presentato in un'esclusiva confezione regalo: una cassa in legno da sei
bottiglie, impreziosita dal nuovo volume di Paolo
Massobrio:
"Adesso
2008. 365 giorni da vivere con gusto".
Un
grande rosso oggi, un nettare squisito domani, fatto con la sapienza di ieri. A
Milano
sarà disponibile in esclusiva da Peck,
celebre tempio della gastronomia meneghina.
Milano, Novembre 2007 AMont*
PRESENTATA
DAL TCI LA GUIDA 2008 ALBERGHI E RISTORANTI D'ITALIA
La
XV guida Alberghi
e Ristoranti d'Italia
è stata presentata alla stampa dal Presidente
del Touring Roberto Ruozi,
dal gastronomo Luigi Cremona,
curatore del volume e da Andrea
Cerni, Country manager Italia del Gruppo Marazzi,
che ha collaborato a quest'edizione dell'ormai storica pubblicazione Touring.
Nel
corso della presentazione è avvenuta anche la consegna dei Premi legati alla
guida: I Top di domani, Stanze
Italiane e Buona Cucina.
Quattro
sono quest'anno i ristoranti Top
selezionati a rappresentare i vertici assoluti della ristorazione italiana che
si sono aggiudicati le 3 medaglie
Touring
conseguendo così il Premio Buona
Cucina 2008: La Torre di Brondello (CN), Osteria Numero Sette di Pianoro (BO),
il Cantico di Ferentillo (TR), e La Maschera di Avellino.
L' opera si fonda complessivamente su una raccolta di dati, sono 7.853
gli esercizi segnalati, e su un' indagine capillare condotta dagli TCI,
con il sostegno e segnalazioni dei suoi Consoli e Soci nel corso dell'Estate
2007. Per rendere la consultazione, da parte del lettore, agevole ed immediata,
un diverso colore distingue gli Alberghi
(verde)
dai Ristoranti (rosso).
Per
ogni struttura sono forniti innanzi tutto i principali dati anagrafici, dall'
indirizzo al numero telefonico, al sito internet o all'e-mail. Una sintetica ma
accurata descrizione, infine, mette in luce tutte le particolarità di ambiente
ed atmosfera di ciascun albergo e ristorante citato.
La
guida è già in distribuzione nei 32
punti Touring.
Per informazioni: www.touringclub.com
Milano, Novembre 2007 AMont*
TRE
NUOVE GRANDI AZIENDE ENTRANO IN ALMAVERDE BIO
Almaverde
Bio Italia,
la società consortile che gestisce l'omonimo marchio, leader di mercato nel
settore dei prodotti biologici, registra l'ingresso
di tre nuovi e importanti partner:
la società Novissime del Gruppo
Eurovo,
la più importante impresa europea di produzione di uova e ovoprodotti con un
fatturato di 500 milioni di euro, primo produttore italiano di uova biologiche; Organic
Oils, società del Gruppo Bioera
(azionista di controllo della Famiglia Burani), specializzata nella produzinne
di oli vegetali biologici e quotata al mercato Expandi; il
Pastificio Zanellini di Mantova,
tra i più importanti produttori italiani di pasta biologica. "La gamma dei
prodotti Almaverde Bio si amplia e si qualifica ulteriormente - dichiara Renzo
Piraccini, Presidente di Almaverde Bio Italia
- La partecipazione di questi nuovi partner non solo allarga il paniere dei
prodotti, ma sarà un valore aggiunto per le nostre strategie future. Si tratta
di aziende, con provata esperienza nel biologico, che hanno creduto nel nostro
progetto di cooperazione su un marchio comune". Prossima tappa della
strategia di Almaverde Bio è lo
sviluppo in Germania,
partendo dall'area di Berlino,
dove verrà realizzato un test che, se dovesse avere un riscontro positivo, sarà
la base di lancio per una politica di marca in un paese che vede il mercato del
biologico in continua crescita. Inoltre al via un
Concorso
a premi per i consumatori dal mese di Ottobre
fino ad Aprile 2008:
Almaverde Bio
premierà i propri consumatori italiani con 50 week-end per due persone. Per
informazioni: www.almaverdebio.it
Ottobre
2007
AMont*
I RISTORANTI DI VERONELLI 2008
Collana Le Guide Oro Edizione Trentesima Curatore Gian Arturo Rota
Pagine 840, a colori, con cartine geografiche Prezzo 22,00
Indici Alfabetico dei ristoranti; elenco dei comuni per provincia con distanza chilometrica dal capoluogo
Trent’anni e... lode! Un traguardo importante per questa guida critica ai migliori ristoranti, trattorie e osterie d’Italia e dei luoghi di confine (Canton Ticino, Engadina, Istria, Slovenia, Tirolo). Più di 2100 Case descritte con le massime completezza e precisione possibili. Di ciascuna, oltre ai dati anagrafici completi, sono indicati tra l’altro: il tipo di ambiente; l’anno di fondazione; gli orari di apertura; i responsabili di cucina e sala; l’elenco dei piatti e dei dolci di migliore esecuzione; l’offerta, quando al meglio, di salumi, formaggi e olio d’oliva; la scelta dei vini e delle acqueviti; le notizie, quando ci sono, insolite e/o curiose; l’eventuale pernottamento. Inoltre, gli Allungo: scritti, di Veronelli in buona parte, ad arricchire - ora curioso, ora affettuoso, ora provocatorio - il racconto. Tra le novità di questa edizione: le Buone segnalazioni sono arricchite - nei casi di più sicura attendibilità - da un commento, quando non un testo vero e proprio; una formula che vivacizza e “attualizza” la segnalazione stessa. Sistema di valutazioneIn Stelle (&&& di cucina e “regìa” eccellenti; && ottime, & molto buone)
METRO
ITALIA: ALIMENTI PER LA SALUTE
E'
stata presentata nel corso della seconda edizione di METRO
Exhibition
una guida per il consumatore curata dal Prof.
Massimo Cocchi,
Presidente ARNA, dal Prof.
Marco Tassinari
e con il contributo di Claudio
Truzzi,
Direttore Qualità di METRO Italia. Nel volume sono analizzati centinaia di
alimenti e le loro proprietà nutrizionali e vengono dati preziosi consigli su
come conservarli e cucinarli al meglio. Sono tutti alimenti e nutrienti
strategici sulla quale METRO
Italia Cash & Carry
investe scientificamente per garantire un consumo di alimenti eccellenti sia dal
punto di vista gastronomico che nutrizionale. METRO
Italia
ha realizzato questo volume con l'obiettivo di far conoscere ai propri clienti
le proprietà e le caratteristiche nutrizionali degli alimenti affinché la
piacevole sensazione del "mangiare" sia accompagnata anche dalla
saggia conoscenza di "ciò che si sta mangiando". Questa guida, con
una prima tiratura
di 10.000 copie,
sarà distribuita a breve e gratuitamente nei punti vendita METRO
Italia Cash & Carry.
Ottobre 2007 AMont*
INAUGURATO
A MILANO IL NUOVO "GLOBE"
Il
nuovo Globe,
restaurant e lounge bar, ha riaperto i battenti a metà Settembre dopo una
totale ristrutturazione, avvenuta in contemporanea a quella dell'intero stabile
del Coin
di P.za
Cinque Giornate
e della facciata, che ospiterà il
più grande maxischermo d'Europa.
Il Globe
da sempre gode di una posizione unica in città con il doppio affaccio sulla
Piazza e sul Corso
di Porta Vittoria
e ora offre, attraverso le nuove facciate completamente vetrate, anche una
suggestiva vista.La nuova ampia terrazza permette un servizio estivo all'aperto
e, insieme ai nuovi ambienti interni, ampi, accoglienti e informali, innovativi
e ricercati, rende il
nuovo Globe unico
nel suo genere per Milano, rivolto ad una clientela che non insegue le mode, ma
che ama star bene dalla colazione al dopocena. Grande novità del nuovo
Globe è
il banco del crudo all'italiana, dove vengono proposti pesci freschi di giornata
come tonno ricciola, spada, scampi, mazzancolle di Sicilia, e carni della
migliore qualità, come i carpacci di carne cruda de "la Granda" e gli
ottimi salumi affettati al momento. Ogni giorno il locale apre alle 11,30 con
servizio di caffetteria e prosegue con il pranzo. Il pomeriggio accoglie il
pubblico per il the e, dalle 19.00 alle 21.30 propone aperitivi completati con
piatti preparati direttamente dallo Chef di sempre Gianfranco
Semenzato.Le
serate poi continuano fino alle 02.00 di notte con gli speciali cocktails
preparati dal barman Aibes
Sebastiano Pollina.
Per
informazioni: www.globeinmilano.it
Ottobre 2007 AMont*
CONGUSTO
ALTA SCUOLA DI CUCINA E FISIOLOGIA DEL GUSTO
Proseguono
con grande interesse e partecipazione i
corsi di Congusto,
scuola di cucina e fisiologia del gusto che festeggia i suoi primi cinque anni
di attività con una rosa di nuove proposte per deliziare i palati più esigenti
e con l'apertura in contemporanea di 4 nuove Sedi in città italiane: Torino,
Treviso, Roma e Catania.
L'arte del buon ricevere e della buona cucina supera così i confini della
capitale lombarda per andare incontro anche alle esigenze dei gourmet di tutta
Italia. Le lezioni si tengono in moderne cucine e si basano
su format new generation
dove l'apprendimento risulta immediato grazie anche alle dimostrazioni pratiche.Lo
Chef Star di Congusto Dario Biotti
insegnerà ad abbinare i cibi al suo giusto contenitore, per esaltare fin dalla
cottura i sapori, senza togliere le proprietà di frutta, verdura, carni e
pesci.Davvero interessante il
corso Cucina d' Autunno
con zucca, funghi e castagne che si esaurirà in un' unica serata. Tra i
prestigiosi sponsor
di Congusto
(S.Giorgio, Garofalo, Mutti, Nuncas e Luminarc) una "new entry",il
Caffè Vergnano,
che si propone con un testimonial veramente di talento: il famoso attore
americano Dustin
Hoffman.
Caffè
Vergnano
che dal 1882
soddisfa gli appassionati del caffè espresso garantendo gusto e qualità, è
oggi veramente un caffè da Oscar.
Per
informazioni: info@congusto.it
Siamo a ottobre e fra poco
saremo immersi nella tipica atmosfera di fine anno. Molti di noi sono
contemporaneamente consumatori ed operatori dell’alimentare, spesso anche
appassionati gourmet alla ricerca di qualcosa di eccezionale. Da un lato
vorremmo offrire in dono ai nostri cari sapori dal gusto indimenticabile, in
grado di comunicare affetto ed gratitudine e dall’altro vorremmo consolidare i
rapporti commerciali proponendo ai clienti specialità alimentari
particolarmente preziose perché
ricche di un contenuto intrinseco così “particolare” da non avere
prezzo. Le specialità alimentari a marchio
Jada, distribuite da Bisol, sono la giusta risposta alle
aspettative di un pubblico raffinato e composito
particolarmente esigente. Prelibatezze rare preparate con passione e
sapienza artigianale in laboratori che ripropongono le migliori
ricette venete degli avi, rappresentano una selezione rigorosa di quanto
di meglio possa offrire la gastronomia veneta. Le specialità Jada
non sono né potrebbero mai essere alimenti dal gusto anonimo perchè
portano con sé i profumi delle vigne, delle erbe e dei fiori, e le tradizioni
del territorio in cui sono stati create. Sono proposte in confezioni
regalo di grande impatto, con una veste grafica di estrema
eleganza, tanto ricca di armonia e colore da impreziosire anche a livello
emozionale il proprio gustoso contenuto. Perfette come regali per le feste, le
specialità alimentari Jada possono essere acquistate singolarmente o composte
in pacchi dono insieme ad alcune
bottiglie di Prosecco Bisol. Grazie all’aspetto particolarmente accattivante
delle confezioni arricchiscono di colore ed allegria le vetrine
di un negozio di gastronomia di alta gamma o di un’enoteca mentre per
la ristorazione rappresentano, con il
loro gusto semplice e nello stesso tempo raffinato e inconsueto, un elegante e
pratico complemento del menu.
Le specialità alimentari Jada
sono nelle migliori gastronomie ed enoteche.
Jada - S. Stefano di Valdobbiadene (Tv) tel. 0423900213 e 0423900399
Le Etichette del Vino
Quotidiano - Trenta i vini lombardi premiati
Presso
il Lingotto di Torino si è tenuta la presentazione della sesta edizione della Guida
al Vino Quotidiano – I migliori vini d’Italia a meno di 8 euro di Slow
Food Editore, alla presenza dei curatori, Tiziano Gaia e Giancarlo Gariglio, e
di Carlo Petrini, presidente internazionale di Slow Food.
Si tratta di una pubblicazione importante per l’associazione, che richiede uno
sforzo editoriale ragguardevole. In questi anni è riuscita a conquistare un
notevole prestigio tra lettori curiosi del mondo del vino, non impegnati
soltanto nella ricerca di etichette blasonate, ma anche desiderosi di apprezzare
bottiglie dal convincente rapporto qualità/prezzo o di tipologie e stili nuovi,
denominazioni emergenti o aziende di recente costituzione.
Per facilitare la consultazione, quest’anno all’interno di ogni regione le
cantine sono elencate in ordine alfabetico e a ciascuna è dedicata una breve
descrizione. Solo nel caso in cui il vino meriti l’Etichetta (segnalazione di
un rapporto qualità/prezzo molto favorevole), c’è anche una descrizione
organolettica. Così si vuole mettere maggiormente in risalto la cantina,
espressione di un lavoro complessivo, rispetto al singolo vino.
Il numero delle aziende recensite è di circa 2000, i vini che hanno ricevuto
l’etichetta sono 540: primeggiano come ovvio Piemonte e Toscana,
incalzate dal Sud, dove Puglia, Campania, Calabria e Sicilia compiono balzi in
avanti significativi.
Torino - 27 ottobre 2007 -
Si svolgerà dal 2 al 5
novembre presso il Palazzo dei Congressi di Darfo Boario Terme la
quarta edizione di Expo Sapori di Montagna, collaudata rassegna di Sycomor
Events, dedicata ai prodotti tipici della montagna. Viene ripresentata al
pubblico questa passerella tra i sapori dove per gli appassionati oltre alle
numerose degustazioni di prodotti, è prevista la partecipazione di laboratori
con chef e maestri pasticceri che insegneranno a preparare prelibate ricette
della tradizione alpina. L’ingresso è gratuito. Per maggiori
informazioni: www.sycomor.it
Milano - 23 ottobre 2007 - ago
IL
RISTORANTE ROMANI APRE LE PORTE AI GOURMET MILANESI
E'
stato inaugurato in questi giorni, completamente rinnovato negli spazi e nei
sapori, lo storico Ristorante
Romani che
con un esclusivo cocktail su invito, ha offerto ai suoi ospiti un assaggio della
nuova atmosfera del locale. Conclusi i lavori di rinnovamento voluti dall'
intraprendente padrona di casa Maria
Ciaramella, il Ristorante Romani
ha riacquistato tutto lo splendore di cui godeva un tempo. Nato nel 1937 come un'antica
Trattoria Toscana e
gestito per anni dalla famiglia Romani, negli anni difficili della guerra, è
sempre stato molto amato dai milanesi e riconosciuto come uno dei ristoranti
migliori della città. Il progetto di ristrutturazione seguito dallo studio di
architettura "Progetto
Bilo",
ha ridisegnato gli ambienti e gli spazi interni del ristorante: totalmente
rinnovata l'illuminazione, le pavimentazioni e le pareti, i colori e i
materiali, al fine di creare un
ambiente nuovo, molto luminoso, classicamente moderno.
"L'ambiente è rimasto di tono, vecchio stile, caratterizzato da un design
moderno ma allo stesso tempo accogliente e funzionale. Le sale spiccano per le
rifiniture in legno caldo articolato e contrappuntato da bordure più scure, le
tovaglie chiare sono impreziosite da eleganti coprimacchia di lino, comode sedie
in pelle bordeaux sono poste attorno a tavoli di legno" - afferma Maria
Ciaramella.
L'accoglienza e l'impeccabile servizio sono affidati ad un giovane staff garbato
ed efficiente mentre la cucina si avvale dell'abilità del giovane ma già
esperto Chef
Ciro Pannella.
Una grande carta dei vini, con prestigiose etichette delle più rinomate
cantine, accompagna un completo e raffinato menu. Nel corso dell'inaugurazione
è stato proposto agli ospiti in degustazione anche un rosso di nuova
produzione, annata 2006, delle tenute dei Marchesi
de' Frescobaldi:
il
Cenajo, Costa di Nugola,
con frutto dolce e maturo e con l'eleganza che caratterizza i vini della costa
Toscana.
Il
Ristorante
Romani
si trova in Via
Zebedia,
nello splendido scenario del centro storico di Milano tra Piazza Missori e
Piazza S.Alessandro. Un luogo piacevole, dove trovarsi e ricevere: raggiungibile
con comodità, di indiscutibile tono, di sicuro successo. Per informazioni: www.ristoranteromani.net
A Valdobbiadene nasce una
nuova proposta di consumo per gli appassionati del vino spumante di qualità.
Una novità glamour e alla moda, proposta dalla storica azienda Valdo Spumanti,
che n linea con il trend della miniaturizzazione dei prodotti e all’insegna di
un consumo disimpegnato e sempre “a
portata di mano”, propone il Prosecco Extra Dry nelle nuove, pratiche ed
eleganti bottiglie mignon in vetro. Bottiglie da 200 ml che consentono di
consumare, il Prosecco Extra Dry Valdo Spumanti ovunque: a casa al wine bar, in
giardino, in barca, versandolo nei bicchieri, sorseggiandolo direttamente dalla
bottiglia o con una cannuccia. Per informazioni: www.valdo.com
Milano - 20 ottobre 2007 - ago
UN'EDIZIONE
DA RECORD: 100 ANNI PER LA MOSTRA DEL BITTO
100
anni di storia e 100 anni di tradizione: così si presenta la Mostra
del Bitto
che si svolgerà a Morbegno,
in Valtellina dall'11 al 14
Ottobre.Organizzata
da Eventi Valtellinesi
con Provincia, Comune di Sondrio
e Regione Lombardia,
propone percorsi culinari, degustazioni guidate in ristoranti con piatti della
tradizione: i pizzoccheri, gli sciatt (pastella di Bitto fritta in padella), la
bresaola e soprattutto il Bitto. E tutti i piatti saranno accompagnati dai
prestigiosi vini rossi di Valtellina. Un vero e proprio festival del gusto dove
i visitatori avranno l'opportunità di assaggiare e di degustare, di scoprire
sapori e di appassionarsi agli aromi, di riscoprire i piatti della tradizione e
di incontrare le nuove creazioni dei giovani chef perchè questa Mostra nasce
sotto il segno della cucina d' autore e di grandi protagonisti sono come sempre
i prodotti tipici di Valtellina e
Valchiavenna,
vanto dell'enogastronomia locale. "Valorizzare i prodotti di ciascuna zona
attraverso i piatti significa esaltare storia, cultura e tradizioni di
Valtellina e Valchiavenna - evidenzia l'Assessore
Provinciale all'Agricoltura Severino De Stefani
- Questo progetto è in linea con le iniziative di educazione alimentare che
come Provincia promuoviamo in collaborazione con la Regione
Lombardia."
Nel corso della Mostra saranno premiati i migliori Bitto
d'alpeggio,
un formaggio unico ed inimitabile che dagli antichi Celti è giunto fino a noi.
Informazioni:
Eventi Valtellinesi – www.mostradelbitto.it
L’ORPI
a Catania, alla scoperta delle Strade dei Vini dell’Etna
E’
stata organizzato dall’Assessorato all’Agricoltura e Foreste della Regione
Sicilia, dal 2 al 4 ottobre a Catania, I
ristoratori del mondo - Vini e grappe di Sicilia”, evento
internazionale che, alla sua seconda edizione, ha visto l’incontro tra
l’ORPI – ordine ristoratori italiani professionali – i viticultori delle
Strade del Vino dell’Etna e numerosi giornalisti
e operatori internazionali
del settore vitivinicolo. Finalità dell’Orpi, associazione senza scopo di
lucro nata a Milano nel 1984, è da sempre quella di promuovere, presentare,
divulgare e tutelare, a livello nazionale ed internazionale i valori più
autentici della nostra tradizione culinaria, fatta di ricette e prodotti tipici
regionali e ricca di profumi e sapori che nascono in contesti irripetibili. Una
missione che l’Orpi ha portato avanti con ostinazione e perseveranza anche
grazie ai numerosi ristoratori italiani qualificati che rappresentano
l’associazione all’estero, diventati in pochi anni i più validi
ambasciatori della cucina italiana nel mondo.Oggi sono più di 90 i Ristoranti
Orpi in Italia, sono una decina in Europa, una decina in America e altrettanti
in Asia. Strenui difensori dell’autenticità dei prodotti made
in Italy i ristoratori ORPI sono dunque
i professionisti più vocati a raccontare con i fatti in Italia così
come all’estero le mille sfaccettature della nostra ricca e variegata
eno-gastronomia.
ENOTECA
VINO VINO: UN TRASLOCO PRESTIGIOSO
La
storica enoteca milanese Vino
Vino si
è trasferita, dopo 40 anni di attività, da Via
Speronari
nella nuova e prestigiosa location di Piazza
S. Alessandro.
La nuova enoteca ha una superficie di 160 mq. circa e con un'ampia cantina a
volte dedicata all'esposizione di vini pregiati, mentre l'assortimento
complessivo è di oltre 1500
etichette.
Sovrintende Gigliola Bozzi Gaviglio,
Past
President Vinarius, che organizzerà a breve le Giornate
del Vino,
abbinando alla degustazione di buone bottiglie d'annata proposte da importanti
Aziende vitivinicole, anche la degustazione di prodotti tipici del territorio.
Per ora, in attesa dell'inaugurazione ufficiale di Novembre
l'enoteca propone, ai suoi amici e clienti, la degustazione di vini
del Salento,
bianchi, rossi e rosati, delle Aziende
Tormaresca e Valle dell'Asso.
Claudio Sadler, noto Chef stellato e da oltre dieci anni un autentico punto di riferimento dell’alta ristorazione a Milano, oggi è anche una nuova realtà: SADLER INCONTRI. Una cucina che si caratterizza per il connubio tra piacere e salute: è il filo conduttore che da anni contraddistingue la vita professionale di Claudio Sadler, che al ruolo di “star” preferisce di gran lunga quello di amico della propria clientela. Afferma Sadler: “Una serata al mio ristorante deve restare un buon ricordo e soprattutto deve creare il presupposto per tornarci una o più volte ancora… ritrovare un rifugio tranquillo ed accogliente dove il cibo, i vini e il servizio professionale e attento, senza troppi eccessi, possano completare in positivo un’ottima giornata oppure diano la possibilità di farla diventare migliore.” La cucina di Sadler affonda le sue radici nei prodotti tipici del patrimonio gastronomico e culturale italiano: non è una cucina degli eccessi, ma una cucina delle sensazioni, piacevolmente moderna, che a volte può arrivare a catturare i ricordi dell’infanzia, a volte entrare in uno spazio inesplorato…Ma alle spalle di tutto ciò vi è grande ricerca e cura dei dettagli. Come la cucina del nuovo Ristorante, una Molteni, ridisegnata da Claudio Sadler per soddisfare le sue esigenze di “incontaminazione”. Ha un solo fronte di cottura, mentre il lato opposto, senza fuochi o fonti di calore, è dedicato esclusivamente a impiattare le pietanze cucinate.
Milano - via Ascanio Sforza 77 -
Un autunno caldo,
frizzante, variegato. Una stagione all’insegna del buongusto, delle scoperte e
delle riscoperte: l’arcobaleno è assicurato, qualsiasi tempo farà in cielo.
E’ la stagione di “Crete d’autunno”, la manifestazione
cornice della XXII Mostra del Tartufo Bianco delle Crete. Senesi, che anche
quest’anno accomunerà i cinque comuni della suggestiva “terra di luna” a
sud di Siena Tra il 3 novembre ed il 2 dicembre 2007, Asciano,
Buonconvento, Monteroni d’Arbia e Rapolano Terme si affiancheranno a San
Giovanni d’Asso nelle celebrazione del pregiato tubero, ma anche di molto
altro.
Milano - Hotel AC - 5 ottobre 2007 -
I
GRANDI VINI DELLA REGIONE SICILIANA A MILANO MODA DONNA
La
Regione Siciliana
anche quest'anno e come nelle precedenti edizioni di Milano
Moda Donna,
ha organizzato un salone dedicato alla produzione enologica di qualità,
griffata Sicilia, per consentire agli esperti di questa importante
manifestazione la degustazione dei grandi vini delle sue Provincie. Sono state
30 le Cantine presentate, Donna
Fugata, Firiato ed altre prestigiose, con
diversi importanti etichette ed oltre 600 le bottiglie di vini bianchi e rossi
stappate ed offerte in degustazione ai visitatori del Salone o nel corso delle
serate organizzate dagli Stilisti. E' stato inoltre presentato un nuovo e
piacevole vino bianco da dessert e da meditazione, con uve al 100% Moscato
di Siracusa,
con etichetta denominata Aulos,
dell'Azienda Vitivinico la Blundo.
Le degustazioni sono state accompagnate da alcuni prodotti tipici regionali come
i salumi punta di coltello, il formaggio ragusano dop e le mandorle di Siracusa,
i pistacchi di Bronte ed i biscottini di mandorle e cannella. Sovraintendeva
alla degustazione, con la consueta professionalità, Roberto
Ingrao dell'Associazione Italiana Sommelier.
Settembre 2007 AMont*
QUANDO
IL DESIGN SEDUCE IL PALATO: INAUGURATO ALTA MODA CAFFE' E CASTELLINARIA FUSION
& RESTAURANT
L'audacia
di AltaModa e l'estro e la creatività di Castellinaria si incontrano per creare
il primo showroom fuori dagli schemi. Nel
cuore di Brera, in Via Ponte Vetero al n°14
nasce una nuova filosofia, una nuova identità capace di proporre l'arredamento
ed il design sotto forma di relax, atmosfera, ottimo cibo e caffetteria di prima
qualità. L'estro
di Francesca Mondini ha scelto AltaModa
per rinnovare il suo concept store che si diversifica dai classici showroom
monomarca di mobili e complementi d'arredo. Francesca
Mondini,
designer e arredatrice milanese, ha saputo creare un luogo magico dove il
connubio cibo/arredamento è il protagonista indiscusso. E' il traguardo di un
percorso ideato e realizzato da lei nel corso degli anni dedicato ai cinque
sensi. La ricerca di qualcosa di straordinario, qualcosa che colpisce e che
rimane. Oggetti unici, ricercati, da vedere, toccare, comprare. Profumi
nell'aria armonici e rilassanti. Suoni, musiche per scandire momenti di puro
piacere e un'attenzione straor dinaria al palato. Nasce così un bar elegante e
di tendenza, un ristorante fusion con una cucina raffinata diversa ogni giorno
in un locale firmato
Castellinaria
dove l'arredamento e il marchio AltaModa
non veste semplicemente l'ambiente ma si trasforma in un vero e proprio showroom
dove gli articoli si possono comprare, ordinare, dove si può ricevere
consulenza e suggerimenti anche per la propria abitazione. Ed ecco come il
fascino di seducenti complementi di arredo e accessori per la casa, impreziositi
da piume di struzzo, strass, marabout, gemme di cristallo e tessuti glitter,
invitano ad entrare nel più estroverso ed insolito showroom/ bar/ristorante
della città. AltaModa
Caffè e Castellinaria Fusion&Restaurant
sono un luogo assolutamente emozionale dove niente è lasciato al caso, a
disposizione di tutti coloro che amano il bello. Milano, capitale della moda e
del design, zona Brera, quartiere simbolo dell'arte e della creatività
milanese, diventa la perfetta collocazione, il cuore pulsante di quello che è
solo il primo di un progetto ambizioso che aspira a diffondere la filosofia
cibo/design attraverso un percorso di realtà firmate Castellinaria
e AltaModa,
in Italia e nel mondo.
Settembre 2007 AMont*
E' stato inaugurato domenica sera un nuovo ristorante in via Friuli 77 a Milano. Luogo elegante, ben visibile con le sue numerose vetrine DA BENNY il lato piacevole del pesce!, come recita lo slogan, è aperto tutti i giorni tranne la domenica. Oltre al pesce è possibile gustare una gran quantità di prelibati manicaretti. Vaso è l'assortimento di vini, grappe, ecc...
Milano - 2 settembre 2007
ENERGY
GROUP ITALIA
- Launch
Party Ed Hardy
Energy Group Italia ha presentato in anteprima in Italia il nuovo energy drink Ed Hardy, affermato brand tra le celebrities dello show biz, che ha esteso il proprio marchio al settore beverage. Ed Hardy Energy Drink, caratterizzato da un accattivante packaging, e’ ispirato alle grafiche realizzate da uno dei più noti tatuatori a livello internazionale, Don Ed Hardy. Il brand nasce proprio dall’incontro sinergico tra lo stilista Christian Audigier e il tatuatore californiano. Christian Audigier, definito “re del jeans”, dopo aver lavorato con alcuni brand come Levi's, Fiorucci, Diesel, XOXO, Bisou Bisou e più recentemente Von Dutch, ha deciso di lanciare nel 2004 una collezione interamente ispirata alle grafiche di Ed Hardy realizzando t-shirt, maglie e cappellini caratterizzati da stampe e ricami di altissima qualità con teschi, tigri, iconografie rock e ispirazioni orientali, indossati da personaggi come Madonna, Shakira, Victoria Silvstedt, Mickey Rourke, Paris Hilton, e moltissimi altri. Durante l’evento Ed Hardy, organizzato in collaborazione con la trasmissione Reality Game nella esclusiva location del Beach Club, sono stati presentati i capi della nuove collezione di Ed Hardy e di Christian Audigier, ricreando la suggestiva atmosfera di Los Angeles. Madrina della serata è stata Francesca Lodo. Erano inoltre presenti Luca Dorigo, Franklin Santana, Ludmilla Radchenko, Amalia Roseti, Rosy Dilettuso, Terry Schiavo, Valentina Gioia, Cristina Quaranta, Michael Kenta, Francesco Lucchi, Karim Capuano e FernandoVitale. www.donedhardy.com
Milano - Beach Club - luglio 2007
E'
stato presentato al Circolo della Stampa di Milano il primo "Premio
Montana alla Ricerca Alimentare"
istituito da Montana
Alimentari,
società del Gruppo
Cremonini,
per sostenere giovani ricercatori italiani, incoraggiare la ricerca scientifica
sull'alimentazione e superare gli attuali confini delle conoscenze in questo
settore. Il premio per un
valore di 100.000 Euro, è stato assegnato all'Ing.
Sara Spilimbergo,
33 anni, ricercatrice in Impianti Chimici presso il Dipartimento di Ingegneria
dei Materiali e Tecnologie Industriali della Facoltà di Ingegneria
dell'Università di Trento, responsabile del progetto di ricerca "La
pastorizzazione alternativa al processo termico".
Il Premio verrà suddiviso in parti uguali tra la ricercatrice e il Centro di
Ricerca di riferimento. La vincitrice è stata scelta da una Giuria scientifica
indipendente, presieduta dal Prof.
Giulio Testolin,
Ordinario di Nutrizione Umana presso l'Università
degli Studi di Milano,
che ha selezionato circa 30 ricerche provenienti da università e centri di
eccellenza di tutta Italia. Alla cerimonia di premiazione hanno
partecipato il Cav. Luigi Cremonini,
Presidente dell'omonimo Gruppo, e il Dr.
Giorgio Pedrazzi, Presidente di Montana Alimentari. "Siamo
particolarmente soddisfatti per l'assegnazione del primo Premio Montana. Vista
la qualità delle ricerche pervenute - ha spiegato Giorgio Pedrazzi, Presidente
di Montana Alimentari la Giuria ha dovuto fare un approfondito lavoro di
selezione per scegliere il vincitore. La decisione di assegnare anche due
menzioni speciali ad altri due Gruppi di ricerca testimonia la validità
dimostrata dai ricercatori che hanno partecipato, singolarmente o in gruppo, al
Premio". Montana
Alimentari SpA,
società del Gruppo Cremonini, è tra i leader del settore della produzione,
commercializzazione e distribuzione di salumi, snack e gastronomia pronta, con
oltre 230 prodotti. Montana Alimentari è anche tra i principali operatori nel
mercato delle carni in scatola in Italia, con una quota di oltre il 22%.
Per
informazioni: www.montanafood.it
"Italiani
sinceri, ma non troppo"
è il titolo della curiosa indagine che, scandagliando fra coscienza e
interiorità, porta alla luce il livello di onestà intellettuale, di
correttezza sociale, di autenticità relazionale che caratterizzano il nostro
modo di pensare, di agire, di rapportarci
con gli altri.“Birra
Moretti
ha fatto della sincerità il proprio cavallo di battaglia e proprio il gusto per
la sincerità l'ha portata al successo e a vendite da primato" - afferma Peter
Heilbron,
Amministratore Delegato Heineken
Italia,
proprietaria del marchio Birra
Moretti e
portatrice degli importanti investimenti che, in poco più di dieci anni, hanno
consentito di superare la soglia dei 200 milioni di litri annui e facendone la
birra più venduta nel nostro Paese - "Questo
concetto è per noi sinonimo di genuinità, autenticità, fedeltà alle origini
e a una ricetta studiata molti anni fa per soddisfare il gusto e il palato degli
italiani".
Venendo ai dati della ricerca salta subito agli occhi che l' Italia è un Paese
spaccato a metà per quel che riguarda il gusto per la sincerità: il 50,4%
della popolazione adulta afferma che "nella vita è giusto essere sinceri
sempre e con chiunque", mentre il 48,2% sostiene che sia opportuno esserlo
solo "a certe condizioni". Esiste poi un piccolo partito con 700.000
aderenti (l'1,4/ della popolazione adulta) che teorizza l'indispensabilità
della menzogna "sempre e con tutti". A detta degli italiani va senza
alcun dubbio a Paa
Benedetto
XVI
la palma di personaggio "più sincero". Sul variegato podio della
sincerità, con medaglia d'argento Rita
Levi Montalcini
e, con quella di bronzo, Gerry
Scotti,
che proprio su un'immagine pulita e schietta ha costruito la sua straordinaria
carriera televisiva. A rivelarcelo è questa corposa ricerca demoscopica voluta
da Birra
Moretti
e finalizzata a fotografare la sincerità degli italiani. E Gerry
Scotti,
presente alla conferenza stampa di presentazione della ricerca, sale addirittura
al primo posto di questa speciale classifica se si considerano solo i pareri dei
giovani (ovvero coloro che rientrano nella fascia di età 18-24 anni). La
ricerca demoscopica è stata effettuata da
Astra Ricerche
di Milano.
Milano, Giugno 2007 * G.H.Westin Palace A. Montonati
DA "VERO ITALIANO" UNO YOGURT PRELIBATO
Sano, semplice, buono è
lo Yogurt Vero
Italiano, prodotto unicamente con latte proveniente da allevatori italiani,
per garantire tutta l'eccellenza delle sue proprietà nutrizionali.La
sua altissima qualità nasce dall'alimentazione delle mucche, rigorosamente
italiane, nutrite solo con cereali italiani senza OGM e allevate con metodi
tradizionali che salvaguardano il loro benessere. Per questo lo Yogurt
Vero
Italiano
è indicato a tutte le età e perfetto anche per lo svezzamento.Gustoso,
genuino, cremoso: dall'esperienza degli allevatori Vero
Italiano
nasce uno yogurt prelibato, arricchito con fermenti lattici vivi e probiotici,
che aiutano il corretto funzionamento dell'intestino e del sistema immunitario.
Disponibile nei gusti bianco, ciliegia, fragola, banana e pesca lo Yogurt
Vero
Italiano
è un sapiente mix di genuinità e freschezza, che conserva inalterato, oltre il
suo caratteristico sapore, quello inconfondibile del latte Vero
Italiano.
Allo Yogurt
Vero Italiano
è collegato il progetto "Mucca
Ercolina Educational"
che coinvolgerà i ragazzi delle scuole elementari attraverso un originale
spettacolo teatrale ed un avvincente cartone animato e gli insegnanti grazie ad
un apposito kit didattico. "Mucca
Ercolina Educational"
è un progetto che pone al primo posto i saperi e i sapori della cultura
agricola italiana e si inserisce nel Piano
Nazionale per il Benessere Dello Studente
promosso dal Ministero della Pubblica Istruzione, piano che ha tra i suoi
obiettivi la prevenzione dell'obesità e dei disturbi alimentari, collegando così
l'educazione alimentare alla valorizzazione e al recupero del patrimonio
alimentare. La Conferenza stampa è avvenuta in questi giorni presso il G.H.Westin
Palace di Milano
con l'intervento del Sig.
Vilmare Giacomazzi,
Presidente della Società Vero
Italiano
e del Direttore Marketing Dr.ssa Valentina
Vidor;
la Dr.ssa Caterina
Sacchi
Responsabile di Echo Comunicazione e R.P. ha coordinato l'organizzazione
dell'evento.
Milano, Giugno 2007 AMont*
APERITIF
A LA FRANCAISE: GUSTO FRANCESE, PIACERE TUTTO ITALIANO
Si
è festeggiato in questi giorni a Milano, presso il
Fioraio Bianchi Caffè di
via Montebello, un luogo dove è possibile ritrovare la tipica atmosfera del
midi francese immerso in splendide composizioni floreali, l'Apéritif
à la française,
un appuntamento internazionale per conoscere ed assaporare tutto il piacere dei
buoni prodotti alimentari francesi. Apéritif
à la française
significa convivialità, semplicità dello stare insieme buon umore e durante
questa occasione, tutte queste caratteristiche si sommano dunque al piacere di
riscoprire i sapori e i profumi legati alla Francia: un Paese con cultura
gastronomica ricca e variegata, sempre più apprezzata anche dal consumatore
italiano. La serata è stata un'occasione per incontrare giornalisti,
buyers ed opinion leaders, oltre che per presentare il programma di promozione
legato all'iniziativa. Infatti la serata di inaugurazione non sarà l'unica
occasione per gustare i prodotti francesi: dal
6 Luglio al 2 Agosto in 42 punti vendita selezionati della catena Metro
Cash & Carry i clienti potranno visitare "un'
isola Francia" in cui sarà disponibile il meglio dell' offerta
enogastronomica francese. Da
quest' anno quindi anche l'Italia si unisce
ai festeggiamenti dell' Apéritif
à la française,
un evento giunto alla sua quarta edizione e che sino ad oggi ha coinvolto ben 24
Paesi nel mondo passando dall'Europa agli Stati Uniti, dall'Asia al Medio
Oriente. Ogni Paese partecipante propone il proprio "apertivo" che si
distingue da tutti gli altri per una differente tradizione locale, ma che
insegue la stessa filosofia nel mondo: la scoperta e la curiosità verso nuove
proposte, con piacevolezza e gusto. La campagna Apéritif
à la française
è organizzata da Sopexa in collaborazione con il Ministero dell'Agricoltura
francese e le aziende importatrici, nel quadro di un sempre più crescente
interesse per l'alimentazione, un settore in cui la Francia come l'Italìa, è
un oggetto di riferimento. Per la circostanza Madame
Marie
Noelle Guerin,
responsabile Relazioni Esterne, Cultura e Alimentazione Sopexa
Group di Parigi e
il Dr.
Ettore
Zanoli,
Direttore Marketing Sopexa
Italia
hanno accolto e salutato gli ospiti della serata illustrando nel contempo il
significato di questo eccezionale incontro. Massimo
Calcagno,
Chef del Ristorante, ha deliziato con le sue specialità gastronomiche gli
invitati che hanno brindato, al felice evento, con Champagne Maison
Laurent-Perrier, GH.Mumm e Taittinger.
E'
in libreria la 4a edizione della
Guida Go Wine,
già presentata prima a Roma e poi in questi giorni all'Hotel
The Westin Palace di Milano,
dal Presidente Massimo
Corrado
dedicata alle Cantine Italiane che valgono il viaggio: 450 cantine consigliate
per l'enoturista e aperte anche nel Week-end, oltre 1300 vini segnalati, 900
indirizzi utili per pranzare e dormire, 23 cartine geografiche di consultazione,
regione per regione. Una Guida a tutto campo, dunque, che evidenzia
fin dal titolo e senza giri di parole, il destinatario dell'opera ideata e
realizzata da Go
Wine,
l'Associazione
Nazionale di consumatori turisti del vino.
Le 450 cantine italiane sono state selezionate sulla base di due requisiti
fondamentali: l'apertura della cantina per le visite nei giorni di sabato e/o
domenica e la disponibilità a vendere in cantina il vino ai visitatori. Oltre,
ovviamente, ad una valutazione attenta sulla qualità complessiva della Cantina,
dei suoi vini e sulla bellezza del sito. Ad ogni Cantina è dedicata una pagina
ricca di notizie: è presentato il profilo storico dell'Azienda, indicazioni sul
vino top, su quello che esprime il miglior rapporto qualità-prezzo, sugli altri
vini da scoprire, il "vigneto
da camminare",
le motivazioni che hanno portato alla segnalazione. E inoltre l'indicazione di
luoghi e monumenti " da vedere nei dintorni". Hanno partecipato alla
serata ed animato il banco d'assaggio 20 importanti aziende italiane, recensite
all'interno del volume che hanno promosso in degustazione i vini più
rappresentativi della loro produzione: Astoria di Refrontolo, Bellenda di
Vittorio Veneto, Caminella di Cenate Sotto, Cantamessa Giorgio di Casorzo,
Casale del Giglio di Le Ferriere, Cecchetto Giorgio di Tezze di Piave, Corte
Moschina di Roncà, Fazi Battaglia di Castelplanio, La Gironda di Nizza
Monferrato, Lunae Bosoni di Ortonovo, Maculan di Breganze, Medici Ermete &
Figli di Reggio Emilia, Monte del Fra' di Sommacampagna, Morisfarms di Massa
Marittima, San Gervasio di Palaia, Tenuta Corini di Montegabbione, Tenuta la
Giustiniana di Gavi, Tondini Antonio di Calangianus, Trabucchi di Illasi, Ciccio
Zaccagnini di Bolognano.
Cantine
d'Italia 2007
* Guida
per il Turista del Vino A
cura di M. Corrado e M. Zanichelli 552 pagine - Euro 14,00 Per
informazioni: www.gowinet.it
Nuovo look delle bottiglie per lo storico prodotto di punta, il Martini, del Gruppo Bacardi-Martini che ha subito un reistyling veramente innovativo Lo scopo del nuovo design del packaging è di riaffermare una leadership internazionale del marchio, differenziandolo visivamente dalle parecchie imitazioni. Per questo lo studio delle nuove bottiglie è stato affidato allo“Studio Robilant Associati di Milano” Una nuova campagna pubblicitaria per il mercato europeo mette insieme i nomi più importanti del mondo cinematografico ed artistico, ponendo al centro del marchio il Piacere di Vivere, la socialità e lo stile. Interprete dello spot, girato d Robert Rodriguez, è George Clooney.
Milano - Terrazza Martini - 6 giugno 2007 - a.g.
Vinix
il Social network Wine & Food
E' nato il primo network sociale dedicato agli operatori e agli appassionati del settore Wine & Food. Progetto avviato nel 2002 come motore di ricerca, è stato radicalmente ristrutturato e trasformato in una vera e propria piattaforma di social networking. Con Vinix è possibile ottenere gratuitamente contatti nel mondo del vino, della ristorazione, della distribuzione, della vendita, della stampa specializzata e del consumo ed è possibile farlo in senso bidirezionale: dall’azienda all’appassionato e viceversa. Con le nuove funzionalità introdotte è inoltre possibile creare e pubblicare contenuti: annunci, immagini, degustazioni, recensioni nonché aprirsi un blog aziendale / personale in modo semplice e veloce. Siamo orgogliosi di questo lavoro perché è un progetto totalmente italiano che, oltre a coinvolgere sempre più numerosi appassionati, offre alle aziende uno strumento davvero facile (e gratuito !) per gestire un proprio blog, per divulgare le proprie immagini, per comunicare i propri eventi, le proprie esperienze e creare, in definitiva, una cerchia di contatti che possano nel tempo trasformarsi in relazioni, riflettendosi positivamente nel lungo periodo anche sul lavoro. Come ogni grande progetto, Vinix ha richiesto studio e tempo per la sua realizzazione, migliaia e migliaia di righe di codice, pazienza e controlli costanti ma i primi risultati in termini di visite e di utilizzo, fanno sperare che il modello di business ad esso sottostante, basato esclusivamente sul traffico generato, possa effettivamente ambire a risultati di rilievo. www.vinix.it
SETTE STELLE PER ORNELLAIA
Ornellaia ha inaugurato con un evento esclusivo al Town House di Milano, il primo albergo a sette stelle d’Europa, l’unico appuntamento meneghino concesso in virtù della parteniship che prevede la presenza delle migliori annate del rosso bolgherese nelle cantine delle 25 suites dell’esclusivo hotel.La ricerca della perfezione e la cura dei particolari, imperativo su cui si basa la filosofia del Town House, si riflette, quindi, anche nella scelta della Tenuta dell’Ornellaia, azienda che negli anni ha confermato l’elevato standard qualitativo dei suoi vini imponendosi all’attenzione internazionale di intenditori sempre più esigenti e raffinati. In questa occasione Tenuta dell’Ornellaia presenta “Millennium Collection 2001 – 2004”, una raccolta di quattro annate creata lo scorso anno per la prima volta in edizione limitata e andata subito a ruba. E proprio il successo suscitato da quel primo debutto, ha convinto Tenuta dell’Ornellaia a concedere, in via del tutto eccezionale, il bis. Le annate protagoniste di questa nuova, e ultima, “scatola delle meraviglie” saranno dalla super premiata 2001, ormai introvabile, fino alla 2004, attualmente in commercio, passando per altre due significative prove, la 2002 e la 2003. Il prezioso scrigno infatti custodisce ben 12 bottiglie del famoso IGT Toscana, ogni annata in tre esemplari. Un’ esperienza che va oltre la degustazione, perché promette ai fortunati titolari, di sentire nel bicchiere il tempo che scorre nella tenuta: un’oasi intatta dove 97 ettari di vigneti si alternano alla più selvaggia macchia mediterranea.Prodotte in soli 600 esemplari, sul mercato da novembre 2007, le casse di rovere massello della Millennium Collection 2001- 2004 sono intarsiate e laccate a mano e sono tutte rigorosamente numerate, singole bottiglie comprese. Il compito di questo “scrigno”, creato della stessa materia delle barrique dove Ornellaia matura, è di trasportare intatta l’anima di questo vino dalla cantina storica dove viene custodito nelle migliori condizioni di temperatura e umidità, fino alle tavole più importanti del mondo. E di farlo con l’eleganza degna del suo contenuto.Presentazione e degustazione, sono state accompagnate dalle note di “Bell’Aria”, concerto per quartetto d’archi e voce recitante creato per il ventennale del primo vino della Tenuta e “Bellaria”, luogo dove sorge la storica quercia di Ornellaia, ma anche “Bell’Aria”, soave melodia.
Milano - 16 maggio 2007 - Town House Hotel -
APPUNTAMENTO
CON SUPERWHITES A MILANO
I
grandi vini bianchi del Friuli
sono approdati, questo mese, per la quarta volta nel capoluogo lombardo, al Four
Seasons Hotel.
SuperWhites
ha così offerto un'occasione unica all'ormai affezionato
pubblico milanese per confrontare le caratteristiche di 160 grandi vini bianchi
del Friuli
proposti in degustazione da 56 Aziende selezionate tra cui Borgo
delle Oche, Borgo San Daniele,
Collavini,
Livio Felluga, Mario Schiopetto e Dario Coos,
vignaiolo in ramandolo. In abbinamento ai SuperWhites,
dalle varietà autoctone - ribolla gialla, malvasia, verduzzo friulano,
ramandolo, picolit, tocai friulano - ai vitigni internazionali come pinot
grigio, pinot bianco, chardonnay e sauvignon, i milanesi hanno anche gustato
l'eccellenza gastronomica della regione prosciutto del Consorzio
di San Daniele,
salame del Collio
friulano e prosciutto Praga con osso di Morgante,
formaggio Montasio
del Consorzio Latterie Friulane e le specialità gastronomiche d'oca della Jolanda
de Colò.Le
Aziende selezionate sono state individuate in base a criteri di eccellenza e di
continuità nella produzione di vini bianchi in seguito agli assaggi ripetuti
negli anni dai degustatori di Slow
Food.
SuperWhites
è un progetto nato dalla collaborazione tra Slow
Food
e alcuni produttori friulani di vino di qualità ed ha l'obbiettivo di
promuovere nel mondo l'immagine dei vini loca li, testimoni di un territorio
quello del Friuli
Venezia Giulia
particolarmente vocato alla produzione enologica di eccellenza, cui si
affiancano specialità gastronomiche di pari valore. Questo evento dedicato agli
amanti del buon bere è stato organizzato da Slow
Food Friuli in
collaborazione con Slow
Food Milano.
I
VINI D'ALSAZIA TORNANO A MILANO
Per
replicare il successo della prima edizione 2006, alla quale avevano partecipato
più di 200 professionisti del vino, il CIVA,
Conseil Interprofessionel des Vins d'Alsace,
è ritornato lunedì scorso al Grand
Hotel Westin Palace
di Milano. Anche quest'anno presente con una delegazione di 20 produttori per
far condividere ai professionisti italiani la passione per i loro vini.Tutti i
piaceri dei sensi erano presenti all'appuntamento: l'inconfondibile bottiglia
slanciata, riconoscibile tra mille, gli aromi fruttati così tipici, le infinite
sorprese gustative. Una gamma unica che si ritrova nei vini secchi e leggeri di
questa regione come in quelli più opulenti e robusti. I vini della AOC
Alsace, Alsace Grand Cru
et Crémant
d'Alsace
sono ottimi alleati della grande gastronomia ma anche del pasto più semplice o
di un momento di relax tra amici. Offrono armonie insospettate, che vanno dalle
ricette esotiche al pollame, passando per i frutti di mare e il pesce, il foie
gras, la cacciagione, i formaggi senza dimenticare l'aperitivo. Un vero e
proprio viaggio enogastronomico alla scoperta di un selezionato mondo di
sapori.Tra le Maison "new entry" di quest'anno Marcel
Deiss,
Domaine
Fernand Engel
e Maison
Heartweg.I
vini d'Alsazia devono essere serviti freschi e mai ghiacciati. Il sapore,
l'eleganza e il bouquet sono maggiormente valorizzati nei calici a tulipano e,
per i Crémant
d'Alsace,
in lunghi flute di cristallo fine. I loro aromi si sprigionano ancora meglio se
si ha cura di non colmare il calice. L'evento è stato gestito con esperienza da
Sopexa
Italia
per conto di CIVA,
per l'occasione rappresentato dal suo enologo Thierry
Fritsch.
FOOD IN FILM FESTIVAL
Sensi indispensabili di sopravvivenza e piacere, bisogni primari dell’essere umano, a confronto nella raffinata cornice dei Comuni di Langa e del Barolo. Cinema d.o.c.g., come i vini preziosi che si producono su queste colline, abbinato a insoliti percorsi enologici e gastronomici da guardare e da gustare senza fretta e senza obbligarsi a rituali mondani, come richiede la sobrietà e l’eleganza della zona. Cinema Terre e Gusto: una kermesse completa per saziare i palati più esigenti; una maratona cine-gastronomica per assaporare raffinatezze registiche e piatti succulenti. Gustare è un fatto sociale e culturale. Appartiene ad un linguaggio complesso e millenario, che tutti parlano ma pochi sanno trasformare in arte, proprio come il cinema. In concorso pellicole inedite, scelte con attenzione, presentate in lingua originale e sottotitolate, “adottate” e proiettate nelle cantine e nelle sale comunali. Itineranti, come itinerante era il cinema degli inizi. Sezioni collaterali e retrospettive sotto i castelli, in splendidi notturni d'autore, un convegno, incontri editoriali, percorsi didattici, performances teatrali, concerti ed eventi a tema, ne fanno un calendario ricco e ghiotto per tutti i gusti! Il Food in Film Festival parla anche dei mondi e dei modi di produrlo; di fame; di beni esistenziali primari violati e mercificati; di eresie, come necessità di nuove possibilità e capacità sociali, mostrando tutto questo. Con il tempo per bere e incontrarsi. Senza la veloce necessità di consumare. Per maggiori informazioni: www.foodinfilmfestival.it
GLI
SPUMANTI D'
ITALIA:
PIU' CHE
UNA GUIDA, UN LIBRO CHE GUIDA
Veronelli
Editore, storica Casa Editrice della Collana Le Guide Oro, pubblica questo nuovo
volume che non è soltanto un ricco catalogo dei migliori produttori italiani,
ma anche una guida di consultazione per sapere tutto ciò che sia utile nella
scelta, nell'offerta, nel ricevere, nello stappare, nel servire, nel descrivere
e nel degustare uno spumante italiano. La guida si divide in due parti: una
prima, discalica e informativa, di facile e immediata lettura; una seconda
costituita dall'elenco delle aziende e dei loro vini, rigorosamente elencati per
Regione e Comune di appartenenza. Di ogni Azienda si forniscono i dati
anagrafici per poterla facilmente raggiungere, contattare e visitare, mentre è
assolutamente nuovo il metodo di descrizione dei vini con i commenti dei
degustatori riuniti in un unico testo. Il pool dei degustatori (Andrea
Alpi,
Luigi
Bortolotti,
Antonio
Paolini,
Roger
Sesto
e, unica donna, Michéle
Shah)
ha degustato ben 1386 di vini recensendone 592, le Aziende inserite sono 261 e
le valutazioni sono state espresse utilizzando le foglioline della vite, per
qualità da una a cinque. La novità evidente di questa guida è che le varie
opinioni dei degustatori, sempre più di uno per ogni vino, non sono state
armonizzate dal curatore, Nichi
Stefi,
ma giustapposte in modo che emergessero eventuali differenze di valutazione.Oggi
lo spumante non è più solo il vino della festa o della seduzione ma si può
bere anche durante il pasto o con uno spuntino.Perfetto come aperitivo o come
bottiglia da stappare in qualsiasi momento o quando arriva un ospite
improvviso.Di fatto questo volume rappresenta un "numero zero” perchè è
ancora lungo il percorso per cambiare il modo di consumare e giudicare uno
spumante. Gli spumanti italiani rappresentano una invidiabile risorsa e una
varietà di gamma così elevata che non può essere ridotta solamente a tante
evanescenti bollicine ed ad un tappo che salta. La Guida è stata presentata ad
operatori, enologi e stampa specializzata nella Sala Teatro dell'Angelicum di
Milano.
IL CHIARETTO E' FRA I MIGLIORI AMBASCIATORI DELLA ZONA DEL GARDA "Prodotti tipici e territorio, un binomio perfetto per esaltare un comparto, quello agro-alimentare, che in Lombardia raggiunge livelli qualitativi d'eccellenza e primati produttivi superiori ad ogni altra regione italiana". L'affermazione è della vicepresidente della Regione Lombardia e assessore all'Agricoltura, Viviana Beccalossi che, nell'ambito dell'iniziativa "Primavera, il profumo dei Chiaretti", in programma il 25 e 26 maggio a Gardone Riviera, in provincia di Brescia, ha spiegato come, secondo un sondaggio effettuato dalla Regione, il 22% dei lombardi abbia, almeno una volta, partecipato a eventi percorsi prettamente dedicati al vino. "Tradizione, vino e territorio - ha detto Viviana Beccalossi - trovano piena espressione in momenti di confronto come quelli organizzati a fine mese a Gardone Riviera, nei quali è possibile apprezzare, oltre a vini tipici del Garda, la cultura e i sapori di una territorio unico nel suo genere." E a proposito del rapporto tra 'vino-turismo' va sottolineato che la Lombardia può contare su oltre 1.100 chilometri di 'Strade del Vino e dei Sapori' che richiamano mediamente ogni anno circa 500.000 visitatori. "E il Garda Classico - ha aggiunto Viviana Beccalossi - ben si inserisce in questo contesto, con 550 ettari vitati ed oltre 2 milioni di bottiglie, ed in particolare un vino come il Chiaretto, fresco, di ottima qualità e particolarmente apprezzabile in primavera ed estate". "Il Chiaretto - ha concluso Viviana Beccalossi - è fra i primi vini in Italia ad aver ottenuto, nel 1967, il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata, garantendo attraverso il proprio disciplinare una produzione regolata da precise norme a tutela di qualità e tipicità".
Brescia - 11 maggio 2007 - &nbs
CORRIEREBIT FOTOGRAFIA ARCHIVIO 2007
BINARIO 21 – AL CONFINE TRA CITTA’ E CAMPAGNA
Alla Stazione Centrale di Milano, al Binario 21, esposte 50 fotografie in grande formato dei due maestri italiani Gabriele Basilico e Gianni Berengo Gardin, che illustrano il variegato paesaggio del Parco Agricolo Sud di Milano. Il lavoro, commissionato dalla Provincia e dal Touring Club Italiano, in collaborazione con Grandi Stazioni, ha fatto da cornice alla presentazione della nuova Carta Turistica del Parco Sud, edita dal Touring. Le fotografie di Basilico e Berengo Gardin, in un impeccabile bianco e nero, ci restituiscono l’atmosfera della campagna, degli allevamenti, delle corti, dei grandi cascinali agricoli di fine ottocento e primi del novecento, che ancora circondano Milano. Un ritratto della provincia agricola lombarda che suscita forti emozioni.
©Armando Melocchi
Provincia Milano m.portaluppi@provincia.milano.it - Comunicazione TCI ufficio@comunicazione@touringclub.it
DAVID
LA CHAPELLE - Palazzo Reale a Milano
A Milano una monumentale rassegna, di oltre 300 immagini, dedicata al più famoso e discusso fotografo del XXI secolo: David La Chapelle. Palazzo Reale è la vetrina di questo evento contraddistinto da 13 sezioni iconografiche tra le quali una serie inedita di immagini ispirate al Diluvio Universale della Cappella Sistina di Michelangelo. Diluvio/Deluge. In questa sezione sono esposti gli ultimi lavori di LaChapelle. Oltre al citato “Diluvio”, segue l’opera Museum in cui viene messo in discussione il sistema dell’arte ed il concetto di proprietà, Cathedral in cui denuncia la perdita del senso della spiritualità ed infine la serie degli Awakened (Risvegliati) in cui LaChapelle afferma che la possibilità di una rinascita universale passa per i destini individuali.
Dal
Paradiso all’Inferno/Heaven to Hell. La
sezione trae il nome dall’ultima pubblicazione dell’artista, e presenta una
serie di tre fotografie in cui si affronta il tema della morte.
Meditazione/Meditation.
La
propensione di LaChapelle per i temi trascendentali, quali la presenza del
divino tra gli spazi del quotidiano o l’ineludibile momento della morte che
tutti attende, è ben rappresentata da questa sezione.
Ricordi
americani/Recollections in America. Si
tratta di fotografie risalenti agli anni Settanta con gruppi di amici riuniti in
casa in occasione di feste e commemorazioni varie. LaChapelle, che le ha
manipolate mediante l’inserimento di oggetti e personaggi estranei al contesto
originale, analizza con ironia la crisi della “middle class” americana e dei
suoi valori.
Dopo
la Pop/After Pop. Per
LaChapelle la cultura pop trova un’immediata corrispondenza con un linguaggio
indirizzato al largo pubblico. In alcuni dei suoi lavori qui presentati la
relazione con la Pop Art e l’iconografia di Andy Warhol, è esplicita.
Accumulazione/Accumulation.
La
spinta al benessere, indotta dal capitalismo avanzato, crea le condizioni per
una sorta di nevrosi compulsiva volta all’accumulo: acquistare, collezionare
oggetti d’ogni tipo, comportamenti che David ritrae con occhio impietoso e
ironico.
Il
sogno evoca il surrealismo/Dream Evokes Surrealism.
In questa sezione, La Chapelle, raccoglie alcune delle immagini più
marcatamente irreali, in cui il fantastico si coniuga con il paradosso poetico.
Distruzione
e disastri/ Destruction and Disasters. La
sezione raccoglie una serie di visioni apocalittiche e di distruzioneViolenza
come intrattenimento/Violence as Entertainment
LaChapelle
ricostruisce liberamente alcune delle sequenze più famose tratte da due film
cult, Taxi
Driver (1976)
di Martin Scorsese e Scarface
(1983),
per la regia di Brian De Palma. Le immagini sono specchio di una società
violenta in cui emarginazione e frustrazione procedono su piani paralleli
Plastic
People. La
sezione mostra il tema del culto del corpo, la passione per il fitness, il
body-building portata all’eccesso, degenerante in sindrome ossessiva.
Consumo/Consumption.
Se
uno dei motori della vita è il desiderio, il “consumo” – che
nell’idioma anglosassone è anche sinonimo di “consunzione” – è dunque
principio e fine di una dinamica sociale che rende l’individuo sempre più
incline all’acquisizione di beni materiali e al tempo stesso, sempre più
divorato dalla sua stessa ossessione di possesso.
Eccesso/Excess.
La
sezione presenta, reinterpretandoli in chiave glamour, vizi e ossessioni che
affliggono il rutilante mondo dei personaggi celebri.
Star
System.
L’immagine
pubblica costituisce per ogni personaggio noto il più importante contrassegno
d’identità. LaChapelle lo sa e punta a cogliere quegli aspetti della
personalità che descrivono in modo esuberante e incisivo la natura narcisista,
l’attitudine esibizionista di chi appartiene allo starsystem. La normalità è
out, ogni forma di eccesso è la vera attrattiva. La
mostra è la più grande rassegna mai realizzata sul lavoro di David La Chapelle
e rende omaggio alla sua particolare ricerca artistica che lo pone come
principale testimone dei controversi e complicati risvolti sociali e spirituali
degli ultimi quarant’anni.
DOVE:
Plazzo Reale, Piazza del Duomo, Milano. QUANDO: dal 25 settembre al 25 novembre
2007.
INFO: www.davidlachapelle.it
– www.comune.milano.it/palazzoreale
Armando
Melocchi
armando.melocchi@tin.it
GIAN
PAOLO BARBIERI – Dal Glamour alle Galapagos
Negli
anni settanta, quando la contestazione giovanile arrossava le piazze e la
“Beat Generation” era sopraffatta dalla politica, un giovane fotografo
milanese, Gian Paolo Barbieri, si
affacciava sulla più prestigiosa vetrina della moda internazionale: la rivista
VOGUE. Le foto di Barbieri rivoluzionavano la fotografia glamour portando le
“mannequin” fuori dalla passerella e dall’ambiente consueto, costruendo
attorno a loro scenari surreali che esaltavano le forme e i colori. Barbieri
iniziava così la splendida carriera che lo ha visto protagonista della
fotografia di moda dell’ultimo trentennio. Fotografo raffinato, ha contribuito
al successo di grandi stilisti come Valentino, Versace e Ferrè, interpretando
le loro creazioni indossate dalle più affascinanti modelle e attrici. Sono gli
anni ottanta, quelli della “Milano da bere”, quando lo stile del
pret-a-porter italiano si appresta a conquistare il mondo. Gian Paolo Barbieri
è pronto ad immortalare in immagini suggestive, diventate icone, le muse
ispiratrici e gli interpreti di quella moda. L’artista Gian Paolo, con la
magia della macchina fotografica, rapisce per sempre l’anima dei suoi
personaggi e li trasferisce nell’Olimpo del glamour trasformandoli in dei
immortali. Negli anni novanta, la stessa magia pervade i reportage di viaggio
che Barbieri compie alle isole Galapagos, Seychelles, Tahiti e Madagascar.
Milano rende oggi omaggio a Gian Paolo Barbieri con una mostra antologica nella
splendida cornice di Palazzo Reale. La Federico Motta Editore ha confezionato il
raffinato e monumentale catalogo curato da Martina Corgnati. Una retrospettiva
con 140 fotografie in grande formato che presentano in tutta la loro bellezza il
mondo di Gian Paolo Barbieri attraverso i ritratti di personaggi quali Audrey
Hepburn, Sofia Loren, Monica Bellucci e Rudolf Nureyev.
DOVE:
Palazzo Reale, Sala delle Colonne, Piazza del Duomo a Milano
QUANDO:
20 settembre al 11 novembre 2007-09-20 INFO:
mostragianpaolobarbieri.it
©Armando Melocchi 19-09-2007
ASTRAZIONE
E INTUIZIONE nelle immagini di LUCIANO ALDO FOFFA
Allo
Spazio Tadini, in Via Jommelli 24 a Milano, sono in mostra le fotografie di
Luciano Aldo Moffa, fotografo dal 1984, giornalista, artista e dal 1998
professore di fotografia e tecnica della comunicazione. Fotografie, dicevamo, ma
è più appropriato dire immagini. L’artista ha disegnato con la luce il
proprio immaginario giocando con forme e colori. La sua sensibilità artistica
è messa a nudo attraverso una serie di tratti policromi astratti, ricami
luminosi che emozionano. Da non perdere.
©Armando
Melocchi 19-09-2007
CON MELANIE PULLEN LA MORTE SI FA BELLA
Alla Galleria MiCamera, esposte le immagini della giovane fotografa americana Melanie Pullen che, cavalcando la popolarità della serie televisiva “C.S.I.” e la diffusa passione per il thriller, ha fotograficamente messo in scena una serie d’efferati delitti. Unico indizio per lo spettatore/investigatore, l’abito o l’accessorio firmato. Melanie, dopo ricerche effettuate negli archivi sui delitti effettivamente commessi a Los Angeles, seguendone le trame, ha messo in posa modelli e modelle riproducendo le scene del crimine. Nasce così il progetto “High Fashion Crime Scenes” dove la fotografa, con abilità nella composizione e sapienza di cromie e chiaroscuri, ha saputo dare risalto alle forme e concentrare l’attenzione sui capi indossati dalle vittime. Una nuova e interessante interpretazione della fotografia glamour.
DOVE: High Fashion Crime Scenes alla MiCamera-photography and lens-based arts, via Medardo Rosso 19, Milano
QUANDO: dal 19 settembre al 17 novembre 2007 INFO: www.micamera.com
Armando Melocchi 18-09-2007
CELEBRITA’
DIETRO L’OBIETTIVO a Cesano Maderno
Presentata dal Sindaco Paolo Vaghi e da Enrica Viganò,
nelle splendide sale di Palazzo Arese Borromeo a Cesano Maderno, è aperta al
pubblico la mostra fotografica “Celebrità dietro l’obiettivo”. La
rassegna, già reduce d’entusiastici consensi a Madrid nell’ambito di Photo
Espana 2007, giunge in Italia grazie all’abile organizzazione di Admira e
della sua curatrice Enrica Viganò, che hanno radunato un centinaio d’opere di
21 personaggi famosi. Possiamo quindi ammirare le fotografie scattate da Richard
Gere in Tibet, di Jeff Bridges
sui set dei suoi film, la New York surreale ripresa da Lou
Reed, la Sicilia immortalata da Giuseppe
Tornatore, i ritratti fatti da Yul
Brynner che, anche sui set cinematografici, girava sempre con una Leica al
collo. Interessanti le fotografie di fine ottocento e primi novecento di Edgar
Degas, principale esponente dell’impressionismo francese, che si cimentò
abilmente anche con il mezzo fotografico. Leonard
Nimoy, il celebre Spock di Star Treck, si cimenta con il mezzo fotografico
ritraendo poetici nudi femminili, il cantante americano Graham
Nash ritrae i colleghi Neil Young e Joni Mitchell, il ballerino Mikhail
Baryshnikov interpreta con un
sapiente uso del “panning” e del colore, le movenze della danza in tutte le
sue espressioni. Esposte anche le immagini realizzate dai registi Luchino
Visconti, Pedro Almodòvar e Stanley Kubrick, dagli scrittori Giovanni
Verga, Emile Zola e Allen Ginsberg, scrittore della “Beat Generation”
che, grazie alle sue fotografie, ci da uno spaccato della cronaca intellettuale
dell’America descritta da Jack Koruac. Una rassegna fotografica che copre un
secolo d’immagini, da fine ottocento con le foto di Degas e Zola, fino ai
giorni nostri con Aldomòvar e Lou Reed. Tante le impressioni e le sensazioni
che questa mostra sollecita nello spettatore ed è curioso vedere come
personaggi che normalmente stanno dall’altra parte dell’obiettivo, hanno
trovato nella fotografia un mezzo per esprimersi, per esternare le loro fantasie
o per raccogliere momenti significativi della loro vita.
©2007Armando Melocchi
A
Cesano Maderno, Palazzo Arese Borromeo, fino al 7 ottobre 2007.
Per
info: www.cesanofotoephoto.it – www.admiraphotography.it
FERDINANDO CIOFFI - FOTOGRAFO LUMINISTA
Transitato giovanissimo dagli studi newyorkesi dei grandi maestri Richard Avedon e Irving Penn, da cui ha appreso i segreti del ritratto fotografico, Ferdinando Cioffi, fotografo luminista, sviluppa ben presto una particolarissima sensibilità nel trattamento della luce. Al pari dei soggetti che ritrae, questa è protagonista indiscutibile di ogni sua immagine. Definisce con profusione di particolari il modellato di figure che si stagliano sul fondo assumendo un tono eroico e solenne. Nei ritratti di Cioffi, l’ambiente concorre in misura determinante a descrivere il profondo di ogni soggetto umano. Anziché stagliarsi contro lo sfondo omogeneo e neutro di uno studio di posa, molti sono ripresi nei luoghi dove abitano o svolgono la propria professione. Talvolta si confondono con lo spazio delimitato dall’inquadratura. Poi la scena viene riempita con oggetti appartenenti alla biografia di ciascuno. Come nelle opere indimenticabili di Arnold Newman, spesso si tratta degli oggetti che utilizzano per il proprio lavoro, o sono il frutto di quel lavoro. Funzionano come didascalie. Dichiarano indubitabilmente di chi si tratta senza usare parole. Così Fernando Botero è sovrastato dalle ipertrofiche sculture che ha realizzato per i musei e le città di tutto il mondo, Boltanski è in piedi di fronte ai propri struggenti bianchi e neri, Michelangelo Pistoletto ha alle spalle una serie di specchi che moltiplicano lo spazio in cui si trova. La pratica del ritratto implica un rapporto di forza fra fotografante e fotografato. Dalla propria posizione privilegiata Cioffi sceglie di rendersi invisibile per lasciare emergere l’anima di chi, giorno dopo giorno, osserva per un istante attraverso il mirino della propria macchina fotografica.
La mostra rimane aperta dal 29 giugno al 26 agosto allo SPAZIO FORMA. Info: www.formafoto.it
RANCINAN
– La trilogia del Sacro Selvaggio.
Gèrard
Rancinan, fotografo francese nato a Talence nel 1953, ha riunito in una
trilogia, chiamata “del Sacro Selvaggio”, i progetti fotografici dedicati
all’Arte, all’Altro e alla Fede. Nell’Arte, l’opera di Gèrard spazia in
una serie di ritratti dissacranti, a volte ironici, a volte violenti, dove il
filo conduttore è l’interpretazione dell’universo creativo di alcuni degli
artisti più significativi del panorama contemporaneo, quali Damien Hirst, Paul
McCarthy, Andrea Serrano, Maurizio Cattelan e molti altri. Nell’Altro,
Rancinan, sembra immedesimarsi in uno specchio dinanzi al quale scorre un lungo
reportage sull’essere diverso, sulle figure umane trasfigurate dagli handicap,
mostrate abbracciando il loro corpo, partecipando alla loro diversità. Si
specchiano, nella macchina fotografica di Rancinan, personaggi quali l’uomo
lupo, affetto da ipertricosi, oppure la donna obesa dal peso di 250 chili e
l’atleta mutilata da una meningite. I ritratti li mostrano in pose orgogliose,
serene, quasi fieri del loro handicap, a volte con il sorriso beffardo della
Gioconda di Leonardo a significare la sfida che la vita li ha chiamati ad
interpretare. La terza serie di ritratti è dedicata al mondo della Fede
Cristiana. Gèrard, ispirandosi alle tele di Diego Velàzquez, ha messo in posa
davanti all’obiettivo le persone più influenti della Chiesa Cattolica, i
Cardinali. Come un pittore di corte, Rancinan, ha creato una galleria di
porporati fissandone le personalità attraverso la loro postura, i paramenti e
lo sguardo. L’accostamento di queste tre serie di ritratti forma la trilogia
esposta dal 26 giugno al 2 settembre 2007 alla Triennale Bovisa di Milano.
Accompagnata dallo splendido catalogo di Federico Motta Editore con le
interviste di Virginie Luc, la mostra rappresenta un’analisi dei sentimenti
profondi dell’Uomo uniti nel Sacro e divisi dal Selvaggio, come il bene e il
male che è presente in tutti noi e con cui dobbiamo confrontaci in questa vita
terrena.
Il
fotografo Gèrard Rancinan è rappresentato in Italia da Grazia Neri, per
informazioni www.triennalebovisa.it.
LE PASSIONI FELINE DELLE CELEBRITA' IN 120 ANNI DI FOTOGRAFIE D'AUTORE
Passioni feline, passioni di celebrità che hanno deciso di condividere il loro amore con i gatti, compagni preziosi della loro vita come splendidi diamanti di una collezione. La carica del mistero di questi intriganti animali ritratti in attimi unici attraverso le immagini create dai grandi maestri della fotografia e custodite da uno degli archivi fotografici più prestigiosi del mondo: quello dei Fratelli Alinari, dal 1852 nell’ambito della comunicazione visiva. La storia dell’amore per i gatti ripercorsa attraverso le grandi star dello spettacolo lungo 120 anni di immagini uniche: rappresentazioni giapponesi di fine ottocento e personaggi del panorama cinematografico italiano ed internazionale dagli inizi del secolo scorso fino ai giorni nostri. Immagini rubate alla quotidianità da maestri fotografi come Sam Shaw, egli stesso produttore e regista di straordinarie pellicole, o espressamente realizzate in posa per valorizzare il gatto, amico amato, trasposizione del proprio essere, parte integrante dell’uomo che lo ama. Passioni Feline mette in mostra le star del cinema intimamente immortalate con l’amico a quattrozampe: un profondo Alberto Lattuada sdraiato accanto al proprio gatto e John Cassavetes provoca il suo, giocando con un filo d’erba in mano. Ai ritratti di vita quotidiana, si affiancano le opere d’arte fotografica che raccontano un amore intenso, come Io+Gatto dell’artista triestina d’avanguardia Wanda Wulz, raffigurazione di una passione che diventa simbiosi e poesia. Da Woody Allen a Ursula Andress, da Romy Schneider a Gustav Klimt: un percorso emozionante di immagini indimenticabili tutte da scoprire
Milano - 20 giugno 2007 - Casello del Pane di Porta Venezia -
WORLD PRESS PHOTO 2007
Esposte
alla Galleria Carla Sozzani, in Corso Como 10 a Milano, le fotografie
protagoniste dell’ultima edizione del Word Press Photo, il più prestigioso
premio internazionale di foto-giornalismo giunto alla cinquantesima edizione. La
foto premiata come “Foto dell’anno 2006” è l’originale scatto del
fotografo Spencer Platt che ritrae giovani libanesi a bordo di una lussuosa
“cabriolet” passare attraverso le rovine di Beirut appena conclusi i
bombardamenti israeliani durante il conflitto con gli Hezbollah. L’immagine
sintetizza la tragica commedia della vita attuale, dove il lusso e il
“glamour” spesso convive con le brutture di un conflitto. Un analogo
contrasto lo evidenzia la foto di Arturo Rodiguez (2° premio People in News
Stories) dove una bagnante in bikini soccorre un naufrago immigrante africano
sulla spiaggia di Tejita a Tenerife. Naturalmente non mancano gli avvenimenti
sportivi come la testata di Zidane ai Campionati Mondiali di Calcio 2006 (foto
di Peter Schols, primo premio Sports Action Stories) e la bella foto
dell’italiano Max Rossi (primo premio Sport Action Singles) ritratta ai
Campionati Mondiali di Ginnastica in Danimarca. Certo le scelte della giuria del
World Press Photo Foundation di Amsterdam sono, a volte, discutibili, ma da
cinquant’anni sono autorevolmente riconosciute come le migliori immagini dei
fotoreporter di tutto il Mondo. La selezione presentata da Grazia Neri ed
esposta alla Galleria Sozzani, con il contributo di Canon e il coordinamento
d’Elena Ceratti, è un’occasione unica per vedere raccolte le immagini più
belle e rappresentative che hanno accompagnato, documentato e illustrato gli
avvenimenti di quest’ultimo anno sui giornali di tutto il Mondo.Alla
Galleria Carla Sozzani fino al 27 maggio 2007, per info: www.worldpressphoto.nl
– www.grazianeri.com.
FRANCO
PAGETTI A MONTEFALCO…TRA IL TIGRI E L’EUFRATE,
IRAK, UNA GUERRA SENZA FINE
A
Montefalco, incantevole borgo umbro a pochi chilometri da Perugia, nella
splendida cornice della Chiesa Museo di San Francesco, è ospitata una Mostra
Fotografica di 70 scatti realizzati tra il 2003 e il 2007 dal fotografo Franco
Pagetti inviato in Iraq. La
mostra, organizzata a cura di Enrica Viganò e con il patrocinio della Regione
Umbria, della Provincia di Perugia e del Comune di Montefalco, si presenta come
un percorso espositivo che
illustra una civiltà ormai quasi totalmente distrutta dalla guerra in cui tutti
quelli che ne sono coinvolti diventano vittime. La speranza che la situazione
potesse migliorare dopo la fine della dittatura di Saddam Hussein, è stata
vanificata dal nascere di nuovi conflitti e atti terroristici che hanno fatto
precipitare il paese in una guerra civile apparentemente senza fine. Franco
Pagetti ha testimoniato con le sue immagini, affrontando situazioni di vero
pericolo, come la guerra, che all’inizio doveva portare pace, ha trasformato
il paese in un inferno dove le persone o emigrano in altri paesi o più spesso
scompaiono per sempre. I suoi scatti ci narrano la storia recente di queste
genti, una volta protagoniste di civiltà quali quella sannita e sciita, e ora
coinvolte in scontri sanguinari e fratricidi. Un’occasione da non perdere per
vedere il vero volto del conflitto che ha visto anche i nostri soldati
coinvolti.
La mostra
sarà aperta fino al 26 agosto 2007.
©Armando Melocchi 2007 armando.melocchi@tin.it
Elliot
ERWITT. Io e gli altri.
Allo
spazio “FORMA”, a Milano, in Piazza Tito Lucrezio Caro, una mostra curata da
Alessandra Mauro, ci introduce nell’ironico universo del fotografo americano
di origine russa, Elliot Erwitt. Famoso per i suoi ritratti che accostano i cani
con i loro padroni, evidenziandone la somiglianza somatica, Elliot è un
fotografo dalla tecnica e dall’ironia raffinata. La mostra, in corso fino al
17 giugno, ci presenta i suoi migliori ritratti raccolti in decenni di
girovagare per il Mondo come fotografo della leggendaria agenzia Magnum. Elliot
Erwitt ha ripreso personaggi famosi quali Marylin Monroe, Che Guevara, Marlon
Brando o Grace Kelly, con una forma di casualità, di soppiatto, come nascosto
da una tenda o dietro l’angolo, per non disturbare. Il risultato sono
espressioni insolite e naturali, sguardi che rivelano una profonda umanità,
molto distanti dall’immagine stereotipata del personaggio famoso. Come lo
stesso fotografo ha scritto: “Forse
il più grande complimento che ho ricevuto è stato quando mi hanno detto
che nelle mie foto c’è un elemento di gentilezza”, le foto in mostra sono,
per l’appunto, gentili, rispettose del personaggio ritratto, e, proprio per
questa singolare predisposizione, capolavori della fotografia di reportage.
Erwitt appare spesso nelle sue immagini, traspare dagli occhiali a specchio di
un soldato mentre lo fotografa, lo vediamo in un autoritratto truccato da
pagliaccio dietro la macchina fotografica e ci mostra persino una sua fotografia
all’età di 5 anni vestito da marinaio in una Milano che lo ha ospitato negli
anni della sua infanzia. Un modo per far parte di quel mondo gentile e ironico,
ma anche sarcastico e disincantato, che il suo lavoro ci rappresenta.
©Armando Melocchi 2007 armando.melocchi@tin.it
JAMES HILL, TRA GUERRA E PACE.
Mai come negli ultimi tre
lustri il Mondo è stato segnato da conflitti, tensioni e svolte politiche che
lo hanno profondamente cambiato. Le telecronache “addomesticate” ci hanno
raccontato questo Mondo con le solite immagini di “agenzia” che documentano
asetticamente i fatti, ma non rivelano il vero volto dei drammi che le
compongono. Fanno eccezione le fotografie d’alcuni fotoreporter e in
particolare dei fotografi di guerra che, liberi da condizionamenti, ci hanno
svelato il vero volto dei drammi di questi ultimi venti anni, dalla caduta
dell’U.S.S.R., ai conflitti mediorientali, al nuovo volto dell’Europa
post-sovietica, al terrorismo, sino all’attuale conflitto in Irak. Uno di
questi fotoreporter è James Hill, nato a Londra nel 1966, studi nobili ad
Oxford e laureato al prestigioso College of Printing. Un curriculum che di
solito porta dietro la scrivania in un prestigioso giornale, invece Hill si
trasferisce in U.S.S.R. nel 1991, a
Kiev e poi, nel 1966, a Mosca.
Documenta con le sue fotografie gli eventi politici e i conflitti etnici che
stanno cambiando il Mondo. Nel 2001 il suo reportage sulla Cecenia è nominato
per il prestigioso Premio Pulitzer. Dopo l’11 settembre è inviato in
Afghanistan e il suo lavoro viene premiato nel 2002 con il Pulitzer Prize for
feature photography. Negli ultimi cinque anni ha documentato la guerra in Irak
seguendo i marines Americani per il New York Times e Time Magazine. Nel 2005 ha
fotografato gli eventi connessi alla morte di Papa Giovanni Paolo II. Alla
Galleria Grazie Neri, di Via Maroncelli 14 a Milano, il lavoro di James Hill
viene presentato in un’antologia di immagini, in bianco e nero e a colori,
estratte dai suoi reportage che documentano conflitti etnici, guerre, crisi
politiche e terrorismo. Le immagini di Hill sono drammatiche e poetiche al tempo
stesso, non ostentano la violenza degli eventi, ma invitano a riflettere.
“Sono fotografie che pongono domande e non risposte”, dice James, “
immagini prese, come molti di noi che abbiamo deciso di diventare
fotogiornalisti, in questa terra di nessuno, da qualche parte tra la guerra e la
pace”. La mostra, sponsorizzata da KodaK e dal Magazine del Corriere della
Sera, è un degno omaggio all’opera di uno dei più validi fotoreporter.
L’esposizione è la prima di un ciclo, nel decennale della Galleria, che
vuole premiare il lavoro dei
fotografi di guerra free-lance che documentando il nuovo volto della Storia del
Mondo affrontano quotidianamente difficoltà e pericoli. La mostra sarà aperta
fino all’11 maggio 2007. Per info www.grazianeri.com.
©2007Armando Melocchi
WERNER BISCHOP: IMMAGINI
Promossa
dalla Provincia di Reggio Emilia e da Palazzo Magnani, con il contributo di
Fondazione "Pietro Manodori" e CCPL di Reggio Emilia, e il supporto di
Montana (Gruppo Cremonini), l’esposizione curata da Marco Bischof raccoglie
100 scatti del grande fotografo della Magnum, maestro riconosciuto del bianco e
nero.
Attraverso le immagini esposte sarà
possibile ripercorrere i lunghi viaggi che dalla Svizzera portarono Bischof
negli angoli più remoti del mondo: dall’India al Giappone, dalla Corea
all’Indocina fino ad arrivare a Panama, in Cile ed in Perù.
Nelle sue esplorazioni dei paesi del sud e
dell’est del mondo Werner Bischof rimase fortemente colpito dal forte
contrasto tra modernità e tradizione, che raccontò con i suoi scatti di
paesaggio e le sue nature morte. Ma non solo, Bischof è passato giustamente
alla storia come il fotografo delle persone, volti di uomini donne e soprattutto
bambini colti nella loro quotidianità.
In viaggio attraverso l’Europa appena
devastata dalla seconda guerra mondiale o attraverso la povertà e la miseria
dell’India , Bischof non si limita a fermare la realtà con il suo obbiettivo,
come un qualunque fotogiornalista, ma si ferma e riflette di fronte ai soggetti,
cercando raccontare con la propria arte quelle dicotomie tra sviluppo
industriale e povertà, business e spiritualità, che da sempre lo
affascinarono.
La mostra raccoglie una ricca selezione
dei suoi più importanti reportage, affiancando ai famosi ritratti di bambini
che giocano e di uomini e donne nella loro terra, le meno note, ma altrettanto
affascinanti, fotografie di paesaggio e di still life.
Accompagna la mostra il volume WernerBischofImmagini
edito da Federico Motta Editore, che raccoglie oltre 400 immagini scattate
da Werner Bischof nel corso dei suoi viaggi.
In contemporanea, nel palazzo reggiano,
verrà presentata l’antologica dedicata all’artista americano Richard Estes,
uno dei maggiori esponenti dell’iperrealismo.
La mostra è visibile
dal 1° aprile al 27 maggio 2007 presso Palazzo
Magnani, corso Garibaldi, 29 – Reggio Emilia
JEANLOUP SIEFF: Gli anni di Harper’s Bazaar, NY 1962-1966
Alla
Galleria Carla Sozzani di Corso Como 10, possiamo ammirare fino al 7 aprile
2007, la raffinata fotografia di uno dei più grandi maestri: Jeanloup
Sieff. Fotografo d’origini polacche nato a Parigi nel 1933, inizia a
fotografare a 14 anni con un apparecchio ricevuto in regalo. Appassionatosi alla
“nuova arte” studia in Svizzera all’Ecole de Vevey e poi prosegue una
breve formazione sul giornalismo. Inizia come fotoreporter e, dopo una breve
esperienza con l’agenzia Magnum,
vola a New York dove vi vivrà dal 1961 al 1966. Rientra a Parigi e, ormai
apprezzato fotografo, pubblica su tutte le principali riviste, da Harper’s
Bazaar a Paris Match, da Photo a Vogue. Le immagini di Sieff diventano presto
famose nel mondo per la raffinata tecnica, espressione d’impeccabile bianco e
nero. In particolare nella foto di moda e nei nudi Sieff raggiunge livelli
sublimi di gusto estetico, immagini ricercate e accattivanti ma mai volgari. Il
suo stile fotografico esalta la sensualità dei corpi avvolti dai drappeggi che
“l’alta moda” metteva loro come ornamento. In mostra alla Galleria Sozzani
le fotografie realizzate per Harper’s Bazar dal 1962 al 1966 dove ha
realizzato alcune tra le più raffinate, eleganti e surreali immagini di moda.
La figure femminili sono esaltate attraverso la rappresentazione di una donna
spesso misteriosa, intrigante e sensuale. Oltre all’attività di fotografo,
nel 1974 inizia la stesura di un romanzo che rimarrà incompiuto. Nel 1981
viene nominato Chevalier des Arts et
Lettres a Parigi, nel 1990 viene nominato Chevalier
de la Légion d’Honneur e in seguito vince Il
Grand Prix National de la photographie
francese e il Grand Prix della
Biennale di Nancy, nel 2000 muore a Parigi all’età di 67 anni.
Per
info: www.galleriacarlasozzani.org
©Armando Melocchi 2007 armando.melocchi@tin.it
CAHIER DE VOYAGE di Paolo Bernabini
Prosegue fino al 24 marzo 2007 alla Galleria Nepente di Via Volta 1 a Milano la mostra di paesaggi del fotografo Paolo Bernabini. Lo sguardo del fotografo si è soffermato sul variegato paesaggio italiano delineandone gli orizzonti e creando sensazioni cromatiche dove lo spettatore resta rapito e sospeso. Nei paesaggi del “Quaderno di Viaggio” di Bernabini, vi aleggia la “suspance” di un evento che sta per accadere, si aspetta l’arrivo di una persona, di un gesto che sconvolga la quiete del panorama; invece nulla cambia e il soggetto atteso diventa lo spettatore stesso che guarda l’infinito rappresentato. Le immagini esposte sono la sintesi di un lavoro al quale il fotografo ha dedicato gli ultimi dieci anni della sua attività. Paolo Bernabini, nato a Cervia nel 1941, vive e lavora ad Imola ed è considerato uno dei più validi fotografi paesaggisti italiani. Dal 1999 è fotografo ufficiale della Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici di Ravenna. Per info: www.nepente.com.
©Armando
Melocchi 2007
armando.melocchi@tin.it
DAVIDE MENGACCI FOTOGRAFO
a Lissone e altrove.
Davide Mengacci è un volto
noto al grande pubblico della televisione, che ha deliziato presentando
programmi definiti “nazional popolari” quali “Scene da un matrimonio” o
“La Domenica del Villaggio”, entrambi per le reti Mediaset. Pochi, invece,
lo conoscono come fotografo, una passione che Davide ha coltivato fin dell’età
di 11 anni. Negli anni ’60 e ’70, l’influenza del clima artistico che si
viveva nella Milano di allora, spingono Mengacci alla fotografia di reportage
sociale e, ispirato da Ugo Mulas e dai migliori fotografi del realismo francese
quali H.Cartier Bresson e R.Doisneau, la sua fotografia si fa colta.
Fotografa, quindi, piccoli episodi della vita quotidiana fatta di
bambini, portinaie nei loro cortili, operai e immigrati, sensibilmente ritratti
nella magia del bianco e nero. Nel
1985 il grande cambiamento che lo porta a condurre programmi televisivi di
successo abbandonando, momentaneamente, la fotografia che, comunque, rimane il
suo sogno, la sua passione. Oggi Davide Mengacci ha ripreso a guardare il mondo
in bianco e nero dietro una macchina fotografica e, complici anche la bellezza
dei luoghi pittoreschi che ha visitato durante la carriera televisiva, ha
ricominciato a fare della “street photography” con un’attenta e
appassionata osservazione dei luoghi e delle persone. Frutto di quest’analisi
è la serie d’immagini dedicate a Lissone, una cittadina che scopre a mano a
mano che ne riprende i momenti particolari, le nuove e le vecchie architetture,
l’anima delle persone che vi vivono e lavorano. A Davide Mengacci, Lissone gli
dedica in questi giorni una mostra, dove sono esposte le sue fotografie più
significative degli anni settanta accanto al reportage realizzato nel 2006 e
dedicato alla cittadina brianzola. Un’occasione da non perdere per scoprire la
passione di Davide e vederne l’arte.
Museo D’Arte Contemporanea di Lissone in
Viale Padania 6, fino al 4 marzo 2007.
©A.Melocchi
2007
armando.melocchi@tin.it
CALENDARI: TUTTI PAZZI PER MARY - su MAXIM di febbraio
Pupa si nasce, star da calendario si diventa. Un passaggio naturale per la biondissima Mary Carbone, rivelazione del reality-cult La Pupa e il Secchione, e ora, splendida protagonista del calendario allegato al numero di febbraio di Maxim e prodotto dalla Double Vision. Davanti all’obiettivo di Miki Scioscia, Mary sfodera tutto il suo sex-appeal in una serie di scatti che vi accompagneranno per tutto il 2007, uniti all’oroscopo dell’anno. Eccola Mary Carbone negli scatti che la ritraggono senza veli per il calendario di Maxim del mese di febbraio. Le foto, che ritraggono la biondissima pupa, sono state scattate sulle spiagge pugliesi di Castellaneta Marina e nella storica cornice delle colline a picco sul mare di Mottola. Naturalmente, febbraio significa San Valentino, e quindi innamoramento, amore e desiderio travolgente. Come simbolo assoluto dell’amore, Maxim ha scelto la pupa Mary Carbone. E c’è da scommettere che la biondissima pupa “spaccherà” com’ è già stato per le celebri calen dive di Maxim. Curve mozzafiato su un corpo curvilineo e sguardi ammalianti, i numeri vincenti di Mary Carbone ci sono tutti per sfondare.
FOTOGRAFIA & CINEMA – Fotogrammi celebri da Grazia Neri.
La fotografia, intesa come esercizio d’arte figurativa, è stata spesso usata, nel cinema, come elemento importante nella sceneggiatura e nella narrazione di diversi film. Alcuni di questi hanno, viceversa, contribuito ad accrescere il mito della fotografia e del fotografo. Esempi famosi sono “La finestra sul cortile” di Hitchcock, “Blow Up” di Michelangelo Antonioni, “I Ponti di Madison County” di Clint Eeastwood o “La Dolce Vita” di Fellini, nei quali il fotografo svolge un ruolo fondamentale e dove, nel film di Fellini, viene creato un personaggio, il “paparazzo”, che dagli anni sessanta in poi identifica anche un genere di fotografia da rotocalco. In altri film non è il fotografo, ma la fotografia stessa, ad essere protagonista, come in “One Hour Photo”e in tante pellicole di reportage di guerra. A questo felice connubio è dedicata la mostra “Fotografia & Cinema – Fotogrammi celebri” allestita alla Galleria Grazia Neri, dove i curatori, Maurizio e Filippo Rebuzzini, hanno raccolto le più espressive ed emozionanti immagini di film dove la fotografia è protagonista. Vediamo celebri attori alle prese con mirini, vetri smerigliati e obiettivi e altri interpretare le biografie di famosi fotografi come Candice Bergen che, in “Gandhi”, interpreta Margaret Bourke-White o Joe Pesci che in “Occhio Indiscreto” rievoca le gesta di Weege. Una mostra significativa che rende omaggio a questo magico connubio tra cinema e fotografia che tanto ha giovato ad entrambe le forme d’arte visiva.
Galleria Grazia Neri in Via Maroncelli 14 a
Milano, fino al 16 febbraio 2006, con il contributo di HP Invent in
collaborazione con CIAK. Info: www.grazianeri.com.
©A.Melocchi 2007 armando.melocchi@tin.it
MEMORIE D’ORIENTE
Fotografia
Giapponese del XIX secolo alla NEPENTE ART GALLERY.
La Yokohama Shashin, ovvero ‘la fotografia nello stile di Yokohama’, ha rappresentato, a partire dai primi anni Sessanta dell’Ottocento fino agli scorci del Novecento, il riferimento nevralgico della produzione di opere fotografiche sulla cultura e società del Giappone, fino ad allora poco od affatto conosciute. Grazie all’apertura verso l’Occidentale, nel giro di pochi anni molti viaggiatori e mercanti dirigono le loro rotte verso il Paese del Sol Levante. In breve tempo si costituiscono numerosi studi fotografici per fornire, a chi di ritorno in patria, un ricordo, una storia da raccontare.La fotografia a colori non era stata ancora inventata, e la pratica di colorare a mano le stampe all’albumina in bianco e nero divenne la caratteristica della Yokohama Shashin. Venivano impiegati i pigmenti della tradizione giapponese per la colorazione delle stampe e, ben presto, i grandi studi impiegarono molti abili coloristi che realizzarono un patrimonio di immagini, estremamente ambito dagli stranieri, un’industria artigianale che si trasformò in una delle maggiori fonti d’esportazione di opere d’arte, con le ceramiche e le lacche. Primo fra tutti apre il suo studio a Yokohama, il noto fotografo Felice Beato. E’ il 1863 e Beato inizia un’importante documentazione sugli usi e costumi del Giappone, sulle vedute più celebri. Ogni immagine viene poi accuratamente dipinta a mano da un gruppo di lavoro che si occupa di ogni singolo dettaglio: chi dell’incarnato, chi delle foglie degli alberi, chi ancora dell’azzurro del cielo… La maestria della pittura giapponese si unisce alla cultura occidentale creando immagini uniche costruite sugli sfumati toni dell’acquarello che ritraggono con verosimiglianza i colori del mondo reale. La richiesta di fotografie continua ad aumentare e a Yokohama, primo porto rivolto all’Occidente, fioriscono altri studi fotografici pronti ad offrire ai viaggiatori una visione piacevole dei luoghi che sono venuti a visitare: il monte Fuji innevato, i ciliegi in fiore, foreste di cedri, mausolei, monumenti, scene di vita quotidiana, ed esotiche curiosità.Il barone von Stillfried nel 1871, Kusakabe Kimbei - il più celebre allievo di Beato - dieci anni più tardi, poi Adolfo Farsari, Ogawa Kazuma, Uchida Kuichi, Tamamura Kozaburo aprono una propria attività. Queste delicate vedute, scene di vita quotidiana, riprese di usi e costumi, ritratti ci riportano a quel tempo, ormai perduto in un paese che comunque ha saputo mantenere il senso delle tradizioni, malgrado l’industrializzazione attuale. In anteprima nazionale, alla NEPENTE ART GALLERY, una selezione di circa quaranta opere dei più importanti esponenti della Yokohama Shashin mostrano l’antico volto del Giappone. Meravigliose albumine, tutte sapientemente colorate a mano, illustrano i lenti ritmi di un paese ancora rurale; minuziose vedute panoramiche rivelano in lontananza il lavoro dell’uomo e la magnificenza della natura.
In mostra dal 12 gennaio al 24 febbraio 2007
NEPENTE ART GALLERY – via Volta 15 –
MILANO – WWW.NEPENTE.COM
FRANCO GUERZONI:
PAESAGGI IN POLVERE
L'attività espositiva
di Fotografia Italiana Arte Contemporanea propone come prima mostra del 2007, Paesaggi
in polvere, opere realizzate negli anni settanta dall’artista Franco
Guerzoni. Si tratta di opere in cui la fotografia svolge un ruolo primario ma
dove l’intervento dell’artista attraverso inserimenti di altri materiali, di
montaggi e manipolazioni varie riporta al clima sperimentale proprio degli anni
settanta. In quegli anni Guerzoni condivise nella città emiliana molte
esperienze con due importanti artisti-fotografi-teorici come Luigi Ghirri e
Franco Vaccari, rimettendo in discussione brutalmente il modo tradizionale di
rappresentare artisticamente il mondo, ricorrendo, più che all’imitazione,
all’approccio concettuale, a volte di sapore neodadaista. Il titolo del lavoro
richiama l’idea di un mondo fortemente segnato dal tempo e la polvere cui si
allude si concretizza spesso in sedimenti vari, pezzi di intonaco, reazioni
chimiche, elementi naturali che danno profondità tridimensionale alle
fotografie, spesso usate come sfondo. Nel catalogo della mostra i due interventi
di Marc Augé – non un critico d’arte ma un noto sociologo-etnologo – e
Elena Volpato mettono in evidenza questi aspetti e il percorso culturale che li
ha accompagnati.
La mostra rimarrà aperta al pubblico dal 31 al 13 marzo 2007 dalle 15.00 alle 19.00
SCOMPARSO ALFREDO FERRETTI
Ferretti era nato a Roma nel 1919. Negli anni Trenta aveva svolto le sue iniziali esperienze da fotografo presso lo studio Luxardo. Dopo un primo periodo in cui si era dedicato alla fotografia di moda e poi più in generale a quella documentaria – a questo proposito va ricordata la sua attività di ritrattista dei principali artisti romani degli anni Cinquanta e di intellettuali attivi nella capitale in quello stesso periodo –, la sua ricerca si era concentrata sulla fotografia creativa. Le bromografie e le fotobromografie rimangono le sue produzioni più originali: rappresentazioni stratigrafiche delle esperienze visive e delle elaborazioni intellettuali e spesso ironiche dell’autore, sedimentatesi nel tempo. Tutte denunciano un forte legame con Roma le cui icone archeologiche e architettoniche ritrovano nelle opere di Ferretti un nuovo senso e una nuova estetica. Accanto all’attività artistica Ferretti si è sempre dedicato anche a quella didattica prima negli Istituti d’Arte e poi nelle Accademie di Belle Arti di L’Aquila e di Roma. Hanno scritto di lui – tra gli altri – Enrico Crispolti, Giorgio di Genova, Guido Montana, Murilo Mendes, Lorenza Trucchi, L.Marziano e F. di Castro
COURMAYEUR: FESTA DA SOGNO
Sabato
sera 8 Dicembre si è svolto a Courmayeur, nella splendida cornice dello chalet
da sogno in Val Ferret di Sergio e Wilma Barathier, un evento da fiaba.
I Barathier, proprietari della nota gioielleria AURUM, sita nella centralissima
via Roma, e la Maison Audemars Piguet (maître
de l’orlogerie dal 1875) sono stati lieti di ospitare 200 invitati, fra cui
molti nomi illustri, per un prestigiosissimo Christmas Party. L’atmosfera
incantata fatta di bagliori , di fiaccole e di bracieri che illuminavano la
fitta nevicata, ha reso assolutamente indimenticabile l’esclusiva serata. I
buffets, divisi in varie isole, sono stati allestiti sul soffice manto nevoso
dal parco della villa. Il menu, tipico valdostano, variava dalla polenta concia
al capriolo e coniglio in umido; dalle zuppe ai salumi e formaggi di ogni tipo,
e per scaldarsi veniva servito dell’ottimo vin brulé in enormi paioli di
rame. Dulcis in fundo un tripudio di dolci: zabaione caldo, torte di ogni tipo,
cioccolata e cascate di marrons glaçés.
10 dicembre 2007
Paola Luchetti
I KAPPENABZEICHEN
IN MOSTRA A ROVERETO
Al
Museo Storico Italiano della Guerra, ospitato dal 1921 nello splendido Castello
di Rovereto (TN) (ingresso da via Castelbarco 7), si tiene fino al 30
marzo 2008 una mostra temporanea sui Kappenabzeichen,
ossia sui piccoli distintivi metallici prodotti a migliaia negli anni della
Prima Guerra Mondiale (1914-18), nell’Impero austro-ungarico, anche allo scopo
di finanziare l’assistenza alle vedove, agli orfani, ai profughi e agli
invalidi. I “distintivi da berretto” comparvero all’inizio della Grande
Guerra ed ebbero notevole diffusione tra i soldati, perché univano l’aspetto
benefico delle attività assistenziali alle vittime del conflitto a motivi più
specificamente propagandistici. I simboli raffigurati richiamavano infatti
sentimenti patriottici, fedeltà all’imperatore, spirito di corpo. Ogni
distintivo consentiva inoltre il riconoscimento dell’appartenenza ad un
reparto, tanto che fu ufficialmente consentito ai militari di applicarlo sul
copricapo. Il materiale usato poteva essere il Kriegsmetall
(una lega zinco-antimonio), oppure alpacca (lega di rame, zinco e
nichel), il bronzo, l’ottone, l’argento. Le lingue principalmente usate
su tali distintivi erano il tedesco e l’ungherese. L’ideazione dei soggetti
raffigurati veniva frequentemente affidata ad artisti importanti: tra i pittori
e gli scultori “di guerra” si possono annoverare Egon Schiele e Albin Egger
Lienz. Emerge chiaramente, in effetti, il valore artistico dei Kappenabzeichen,
veri piccoli capolavori. Tra i soggetti troviamo il profilo dell’imperatore
Francesco Giuseppe I, aquile, leoni, orsi, l’eroe-soldato, teschi, santi
protettori, armi, scenari bellici: molti distintivi della collezione esposta
sono opere pregevoli, da ammirare, e altamente significative, perché valgono
come documenti di un periodo importante della storia d’Europa. Il Museo ha pubblicato
un bel catalogo della mostra, a cura di Alberto Lembo. Per informazioni www.museodellaguerra.it
. Si può anche consultare l’interessante sito per collezionisti www.kappenabzeichen.it.
ARTEPENSIERO:
“MOVIE & FETISH”, UNA MOSTRA PERSONALE DI ETIENNE BRAUN.
La
mostra si tiene in due sedi: presso la Galleria Artepensiero (in via del Vecchio
Politecnico 5) la sezione “Movie” e presso Revel-scalo d’Isola (in via
Thaon de Revel 3) la sezione “Fetish”.
Etienne Braun è uno tra i più importanti fotografi del mondo dello spettacolo. Il suo obbiettivo ha inquadrato attori del calibro di Al Pacino e Jeremy Irons sul set de Il mercante di Venezia (girato nel 2004 con la regia di Michael Radford), o di David Keith e Paris Hilton, protagonisti di Bottoms Up (diretto nel 2006 da Erik Mac Arthur). Tra i soggetti dei suoi ritratti figurano inoltre Demi Moore, Martin Landau, Carole Bouquet, Gerard Depardieu, Catherine Deneuve, Monica Bellucci, Sophie Marceau.In parallelo alla sua attività professionale in ambito cinematografico, Braun ha svolto una ricerca ancora inedita sull’immaginario fetish. Si tratta di un’indagine che tiene conto degli stereotipi del genere, ma li rilegge attraverso un filtro iconografico di matrice fiamminga e una tensione psicologica di natura letteraria. Le donne strette in corsetti o imprigionate in legami sadomaso indossano maschere che le proiettano in una dimensione più surreale che sessuale, in cui il corpo viene ritratto come se fosse una straniante natura morta. Nelle sue foto stampate in un rigoroso bianco e nero, l’erotismo sembra affrancarsi dalla dialettica piacere-dolore e trasformarsi in una dimensione raggelante e sospesa. Etienne Braun è nato a Longeville lez Metz, in Francia, nel 1953. Vive in Lussemburgo. Il suo curriculum espositivo contempla la partecipazione a mostre di fotografia fetish dal 1978. Dal 1979 svolge la sua attività di fotografo nel mondo della moda e dello spettacolo.Presso la Galleria Artepensiero, in via del Vecchio Politecnico 5, sono esposte foto con soggetti cinematografici, presso Revel – scalo d’Isola, in via Thaon de Revel 3, sono presenti foto con soggetti fetish.Direzione artistica di Mattia Sebastiano Giorgetti.In occasione delle mostra, Silvana Editoriale presenta “Fetish & Movie”, un volume dedicato al percorso fotografico di Etienne Braun con un testo di Roberto Borghi.
LIBRI: "IL MAESTRO E IL SUO DOTTORE" di MAURIZIO BRUNI
Giorgio Strehler fu un personaggio in grado di dare un’impronta nitida al mondo culturale del ventesimo secolo: il suo genio teatrale è stato riconosciuto in tutto il mondo, e basti pensare all’Arlecchino servitore di due padroni, rappresentato in ogni continente. L’uomo Strehler è forse meno conosciuto: simbolo di una certa "sinistra", fu duramente osteggiato da molti per la sua appartenenza politica.L’autore del libro è stato il suo medico negli ultimi anni della vita dell’artista e ripercorre i lunghi incontri nei quali, oltre a svolgere l’incarico di curante, discuteva con Strehler di Milano, del teatro, di Dio, scoprendo un’insospettata fede religiosa in un uomo definito dall’autore "uno dei geni del secolo scorso".Nel libro, breve e di piacevole lettura, corredato da foto inedite di Strehler e del mondo teatrale e impreziosito da una prefazione di Luca Ronconi, attuale direttore artistico del Piccolo Teatro della Città di Milano, e di Pamela Villoresi, una delle attrici preferite da Strehler, si trova uno squarcio della vita teatrale (le prove, le rappresentazioni, le tournée) ma anche della Milano negli anni ’90."Il Maestro e il suo Dottore" percorre con molta delicatezza la vita quotidiana, in un rispetto attento del suo "privato", ma con una profonda scoperta della sua personalità. Se ne ricava un testo di lettura facile e veloce, che incuriosisce chi ama il teatro, ma anche chi è interessato a conoscere certi retroscena della vita politica dell’epoca, e si conclude con l’intestazione a Strehler del "nuovo" teatro, realizzata proprio su richiesta di Maurizio Bruni, subito dopo la morte dell’artista, che avvenne dieci anni fa, la notte di Natale del 1997.
Parte dei proventi di questo libro sarà devoluta all’associazione IAD Bambini Ancora.
UN "SUPER" REALITY SHOW PER IL CANTANTE COOLIO
Dopo il rientro in grande stile sulle scene mondiali con l'album "The Return Of The Gangsta" (prodotto dall'italiana Subside Advertising &Management degli imprenditori Vanni Giorgilli e Joshua Fenu,), dopo aver duettato con la star Snoop Dogg , essersi accalappiato nei suoi video le Pupe Aida Yespica e per ultima Belen Rodriguez, condotto i prestigiosi premi della musica nera a londra MOBO Awards, ed essere diventato in italia icona di stile per importanti maison di moda, una su tutte; John Richmond , il rapper Coolio conquista un reality show tutto suo in tv.La Star americana che scalò le hits di tutto il mondo a metà anni novanta con il singolo "Gangsta's Paradise" e che da qualche anno ha ritrovato la propria fortuna in italia e nel mondo affidandosi all'etichetta discografica Subside Records, debutterà infatti l'anno prossimo sull'emittente Americana Oxygen ( e a seguire nell'emittenti televisive di tutto il Globo) con " Coolio & the Gang", un format che vedrà protagonista il cantante e la sua famiglia alle prese con la routine di tutti i giorni. Le telecamere riprenderanno la vita privata e pubblica di Coolio, mentre cresce i suoi sei figli, continua la propria carriera di cantante e si prepara al lancio del suo nuovo video "Boyfriend" girato a miami e di una nuova linea di abbigliamento rigorosamente made in italy.
TEATRO ARCIMBOLDI
E' stata presentata la prima stagione teatrale del Teatro Arcimboldi, resa possibile grazie alla collaborazione tra la Regione Lombardia e il Comune di Milano che hanno stanziato 1,1 milioni di euro ciascuno a favore della Fondazione Pomeriggi Musicali, alla quale è affidata in gestione la struttura. "Si tratta di un risultato di cui siamo molto orgogliosi - ha spiegato nel corso della conferenza stampa l'assessore alle Culture, Identità e Autonomie della Lombardia, Massimo Zanello - Da quando infatti la Scala ha tagliato il 'cordone ombelicale', l'Arcimboldi ha ospitato solo rappresentazioni estemporanee senza avere però un suo vero e proprio cartellone e una programmazione riconoscibile. Da quest'anno non sarà più così, grazie all'accordo che abbiamo raggiunto con il Comune, e l'importante sostegno finanziario che abbiamo deciso per rilanciare un teatro così importante". "L'Arcimboldi, terza realtà teatrale milanese dopo la Scala e il Piccolo - ha spiegato Zanello - presenta così una stagione improntata alla modernità e al contemporaneo, quasi una Broadway lombarda, con produzioni di respiro internazionale degne di una capitale europea come è Milano". Il titolo della stagione 2007-2008 è "Diaspore, famiglie e nuove tribù" e si apre il 22 novembre con i "The lighth surgeons", per proseguire con Peter Stein nel "Faust", Hanna Schygulla con "Protocole de rêves", e ancora spettacoli di danza, concerti di musica classica.
Milano - 5 novembre 2007
CLUB
LUMINAL: BRILLANTI
Il
Club Luminal vi aspetta venerdì con l’aperitivo ricco di Milano
Incontri
by contessa Pinina Garavaglia. Punte
di diamante incidono Lo specchio nero Talenti originali emergenti Fiat lux!
Si alternano Poeti Vanitas : S il via Aonzo, Davide Romanò, Lara Ferrario, Antonio Mento, Alessandro Vergallo Cantante e autrice: Veronica Zafiu Repper:: Leopoldo Ulivieri Scrittrice danzatrice: Larissa Fentanes Videoartista Francesco Attolini Alieno cantante: Tonitì Comico aulico: Luca Terraazzano Promoter: Danilo Visconti .
Milano - Club Luminal via Montgrappa 14 - Info 339 1839651
Si è svolta presso il Circolo della Stampa di Milano, la cerimonia conclusiva di premiazione per il Premio Giornalistico per la divulgazione Scientifica “Voltolino” giunto alla sua decima edizione. L’evento intitolato ad Alfredo Gentili detto Voltolino, è un autorevole osservatorio sull’informazione nel campo della scienza che di anno in anno premia una selezionata rosa di giornalisti. Professionisti che si sono distinti per la qualità, chiarezza e serietà della divulgazione scientifica in Italia. Per la decima edizione i tre vincitori sono: Gabriella Bernardi di LeStelle / La Stampa, Folco Claudi dell’Eco di Bergamo e Massimo Murianni di Newton. A valutare le candidature , come sempre una prestigiosa giuria, composta quest’anno da Renato Dulbecco ( premio Nobel per la Medicina), Silvio Garattini ( direttore Istituto Mario Negri), Piergiorgio Odifreddi (matematico), Andrea Vacchi (direttore INFN di Trieste) e Paola de Paoli (presidente UGIS).
Milano -Circolo del Stampa - 18 ottobre 2007
TERZA ETA': "USCIAMO DALLA RISERVA"
Al Caffè Letterario di via Foppa 4, venerdì 19 alle ore 16, si terrà un incontro rivolto alla terza età condotto dalla giornalista Luisa Ferraro dal titolo “Usciamo dalla riserva”
MOSTRE: SILVIA
SALVARINI
Dal
6 al 20 ottobre presso la Libreria e QuiLibri di via Farneti 11 a Milano, si
svolgerà la personale di Silvia Salvarini, interessante artista del panorama
contemporaneo. Sabato, 6 ottobre alle
ore 18.30 verrà inaugurata la mostra; sarà presente l'artista. Seguirà un
vernissage
CIAO
ANNA
-
Una
mostra dedicata ad Anna Magnani
Le
Edizioni Interculturali di Roma,
l'associazione Artepensiero-eventi
culturali e Revel-scalo d'Isola,
sotto il patrocinio di Camera Nazionale della Moda Italiana, Comune di Milano,
Provincia di Milano e Regione Lombardia presentano una mostra dedicata ad Anna
Magnani dal titolo"Ciao Anna". Ciao
Anna è
una mostra dedicata ad Anna Magnani, al suo percorso artistico, alle sue vicende
biografiche, al suo mito. Allestita nel 2003, in occasione del trentennale della
morte dell’attrice, presso i Musei Capitolini di Roma, ha ricevuto 70.000
visitatori in meno di due mesi. La mostra consta di 287
fotografie in bianco e nero provenienti dall’archivio di Luca Magnani, di quattro
costumi di scena utilizzati per celebri spettacoli teatrali come Volumineide
di Michele Galdieri del 1942 con Totò e Mario Castellani e film come Risate
di gioia del 1960 diretto da Mario Monicelli, del premio
Oscar (il primo vinto da un’attrice italiana) che ha ricevuto durante la
sua carriera cinematografica per la Rosa
Tatuata , di un video sulla sua
vita privata realizzato da Elfriede Gaeng e numerosi manifesti, giornali,
dischi, copertine d’epoca, della collezione privata di Cristina e Luigi
Vaccarella. Le
foto esposte sono raccolte nel catalogo
Ciao Anna, curato e pubblicato da
Edizioni Interculturali, che correda la mostra.
Il percorso
espositivo della mostra - che anticipa la celebrazione del centenario della
nascita di Anna Magnani - mette in luce il talento dell'attrice dalle prime
prove sul palcoscenico ai film degli anni trenta, all'incontro con Totò, alla
ripresa dell'attività teatrale, all'affermazione con il neorealismo, alle prove
indimenticabili con Roberto Rossellini e Luchino Visconti, all'amicizia con
Tennessee Williams che l'ha portata a vincere l'Oscar, all'esperienza con Pier
Paolo Pasolini, al ritorno al teatro drammatico con Franco Zeffirelli e
Giancarlo Menotti, ai film televisivi diretti da Alfredo Giannetti, alla sua
ultima immagine in Roma di Federico
Fellini Senza
dimenticare la sua vita privata: dal
matrimonio con Goffredo Alessandrini, alla nascita del figlio Luca, agli
incontri con gli altri compagni della sua vita. Le immagini “dietro
le quinte”, quei fuori scena che accompagnano il suo valore, fanno
trasparire la complicità con i registi e gli intellettuali che più le sono
stati vicini, da Roberto Rossellini a Jean Cocteau, da Tennessee Williams a Jean
Renoir.
Dal 25 settembre al 30 ottobre 2007 - Revel - Scalo d'Isola Via Thaon De Revel, 3 - Milano
MUSIC BOX: NUOVO PALINSESTO
Music
Box rafforza la programmazione autunnale acquisendo, in esclusiva, tutti gli eventi
LIVE più
importanti della scena musicale mondiale: 120
emozionanti concerti dei più importanti artisti nazionali ed
internazionali.
Da novembre, Music Box sarà inoltre la prima ed unica tv musicale in Italia
a trasmettere nella magia del DOLBY
SOURROUND 5.1. Il massimo della definizione audio per vivere sul palco e
attraverso le clip musicali preferite, l’emozione di un suono perfetto,
avvolgente e travolgente. La musica in televisione come si è mai sentita prima.
LIVE@21
Da
fine ottobre partirà LIVE@21: il grande appuntamento
quotidiano dedicato
ad uno dei concerti della storia della musica. Dagli U2
a Laura Pausini, attraversando
in modo trasversale tutti i generi musicali,
dal pop al rock, alla melodica italiana, ogni sera alle 21.00.
-
Ad ottobre,
dopo le polemiche suscitate all’MTV Day arriva la reginetta del POP, Britney
Spears, solo per
Music Box, in veste smagliante e con
performance incredibili dal live from Las Vegas.
Biagio Antonacci, (lunedì 1 e giovedì 11 ottobre) con
il Convivendo tour, appassionerà il pubblico femminile e tutti
gli amanti della canzone d'autore. Sempre ad
ottobre anche Byoncè e le Destiny’s
Child (lunedì 15 e giovedì 25 ottobre) di nuovo insieme per un evento
imperdibile. In esclusiva per l’Italia, sempre ad ottobre, torna il “Sound
of Style”,
il concerto annuale diretto e presentato da Elton
John, registrato al Radio City Music Hall di New York con
duetti e performance speciali tra cui: Santana,
Jennifer Lopez, Alicia Keys, Avril
Lavigne, Aerosmith e Fergie.
Gli
speciali tematici
Da
Robbie Williams, nel Live in Leeds,
e MIKA, con Grace Kelly e “Relax
take it easy”.
Crazy
Video La
sera, a sorpresa, gli speciali di musica etnica, video mai visti importati
direttamente dalla folkloristica BOLLYWOOD,
ritmo e colore per i nottambuli di Music Box.
TVIRUS
Oliviero Toscani, il direttore artistico di Music Box, torna con TVirus, un
programma virale interattivo e tematico. Ogni mese un tema da sviluppare: 4
settimane dedicate ad un concetto, un pensiero, una sensazione. Si parte con l’automobile,
smontata in tutte le sue parti e riassemblata
attraverso la fotografia, il cinema, la storia la letteratura, ma anche
attraverso le interviste provocatorie firmate dallo stesso Oliviero Toscani. Sentiremo la voce di camionisti, autisti,
macchinisti, e collezionisti, ma anche quella degli ingegneri, e dei sostenitori
delle emissioni zero.
Tra
le interviste del format, anche Christian
De Sica, Max Tortora, Beppe Fiorello, Enrico Brignano, Nicoletta Savino,
Giancarlo Giannini, Nicoletta Romanoff e Claudio Santamaria.
File
rouge del TVirus, Camera
Oscura – il talk
condotto e firmato da Oliviero Toscani, da
metà ottobre. Registrato
a bordo di un trambus,
in questo talk itinerante partono e arrivano storie e
interpretazioni diverse, spazio di passaggi ed
incroci, di momenti da fermare.. Immagini
irriverenti e disturbanti, spingono gli ospiti
a parlare, a scontrarsi, a dare un senso vivo e più vero alle proprie parole.
Interattività Gli spettatori posso diventare sempre protagonisti della tv mandando in onda i propri video grazie anche alla partnership con the blog tv . Partecipare è semplice, basta realizzare un video, con il proprio cellulare o la videocamera, pubblicarlo in rete ed iscriversi a TheBlogTV. I video migliori saranno trasmessi ogni giorno, dal lunedì al venerdì, a partire dalle ore 20,00 in 5 pillole di 3 minuti ognuna. In più, al termine della settimana, ogni sabato e domenica alle ore 20, andrà in onda THEBLOGTV-REMIX, un magazine di 10 minuti con il meglio della produzione degli utenti. Come nel nuovo spirito dell’emittente, anche i video “user generated” di TheBlogTV saranno dedicati ogni due mesi ad un tema diverso, una sorta di leit motiv a cui il pubblico si potrà ispirare, sui cui confrontarsi ed esprimersi.
AMANDA
LEAR: ALLA GALLERIA SANTAMARTA DA SETTEMBRE A FINE OTTOBRE
Le
29 opere esposte, realizzate in tempi diversi, sono l'intima visione di
un personaggio pubblico, una pittrice che ha qualcosa da dire e, soprattutto, sa
come dirlo. Il mondo di Amanda Lear si riflette nelle sue opere d'arte, olio su
tela come inchiostro china su carta, in un caleidoscopio di colori e visioni
oniriche che richiamano alla mente sfumature che sembrano ispirarsi al
"Libro degli esseri immaginari" di Jorge Luis Borges. Come scrive
Gianluca Tenti, che ha firmato la prefazione del catalogo, "Credo nella
genuinità delle sue opere, alcune ispirate a celebri modelli. Opere che sono
frutto di una vita intensa, vera, sempre vissuta sul filo di un rasoio. Rivedo
Amanda Lear, intelligente, capace di giocare con se stessa, pur provando
profondi turbamenti e insicurezze. Una donna dello star-system che offre
un'immagine di sè forte e vincente. Di lei molto si sa, ma poco si conosce. Si
sa dei suoi amori da gossip, di una silhouette da modella legata al fashion
system prima che a un laboratorio d'arte, di una voce roca che ha stuzzicato
appetiti e solleticato coscienze irrequiete. Tutto quello cioè che un
personaggio cult ha riflesso, come in un gioco di specchi, attorno alla leggenda
scritta - negli anni - sulla sua sessualità e su una lista pressochè infinita
di amanti, presunti o tali. Ma la realtà è molto più complessa e
intrigante..." La pittura di Amanda Lear, afferma Roberto de Silva
"... è una pittura apparentemente facile, ma non ha una traccia unica.
Realizza dei bouquet di fiori, una paesaggistica bella e simpatica. E' un'
artista vera." In questa personale dipinti ad olio su tela e a
china su carta: paesaggi, nature morte, bouquet di fiori, figure e ritratti, di
cui uno a Salvador Dalì, un omaggio di Amanda al suo grande maestro ed amico.
Milano - Settembre 2007 AMont*
Presentato da Dario Fo il dvd “L’italiana in Algeri”
Dario Fo, nella veste di regista, scenografo e costumista, ha incontrato il pubblico milanese alla Fnac di via Torino per presentare il DVD della Dynamic sull'opera di Rossini “L’italiana in Algeri”. Alberto Mattioli, critico musicale de "La Stampa" ha coordinato l’incontro alla presenza anche di Danilo Prefumo, presidente della Dynamic. Il Premio Nobel, già regista, scenografo e costumista di altri capolavori di Rossini quali Il barbiere di Siviglia, Il viaggio a Reims e La gazzetta ha descritto la messinscena del "dramma giocoso in due atti" rossiniano realizzata nell’agosto del 2006 per il ROF (festival rossinano) di Pesaro. Il DVD, con la direzione musicale di Donato Renzetti e l’Orchestra del Teatro comunale di Bologna, viene ora distribuito dalla Jupiterclassics nei migliori negozi musicali e rappresenta una spettacolare dimensione “teatrale” dell’opera di Rossini riprendendo l’allestimento del suo debutto veneziano del 1813. Dice Fo: “Il testo dell’ "Italiana in Algeri" è il vero testo della Commedia dell’arte. Sono andato a vedermi le indicazioni di regia, anche se allora non si chiamavano così, quelle riguardanti i personaggi che entravano e uscivano dalla scena, le trovate sceniche, i macchinare, i costumi e soprattutto le immissioni di gruppi che erano specializzati in giochi funambolici, che facevano i clown, che facevano salti mortali, acrobati insomma. Queste cose erano previste prima che si andasse in scena, addirittura prima della scrittura dell’opera; Rossini prima di scrivere la musica, di pensare i ritmi e sviluppare il tema della scrittura, che spesso faceva fare ad altri, si preoccupava di inserire nello spettacolo questi personaggi che arricchivano la situazione con il loro gioco comico. Quello di Rossini è un teatro di situazioni, quello che si racconta fa scattare i giochi della comicità, della satira, del grottesco, così come era in Moliére e in tutti i grandi autori della Commedia dell’arte… Rossini in certi casi faceva riscrivere il testo perché aveva bisogno sia di sollecitarne i valori musicali ma anche perché pretendeva che il testo sorreggesse il discorso ed era molto attento alla parte visiva. Molte situazione mimiche, di danze ecc. avevano un significato non decorativo o di transito ma servivano per raccontare la storia attraverso l’azione e non solo attraverso il canto, la musica e le parole…”. Durante l’incontro sono state proiettate alcune sequenze dell’opera che mostrano la concezione teatrale del regista ricca di trovate sceniche, di cambiamenti repentini di situazioni, di luci e di colori in perfetta sinergia con il travolgente mondo musicale del grande compositore pesarese. Nel DVD troviamo un avvincente cast vocale con Marianna Pizzolato nella parte di Isabella, Marco Vinco nel ruolo di Mustafà, Maxin Mironov in Lindoro, Bruno de Simone in Taddeo, Barbara Bargnesi, Elvira, José Maria Lo Monaco, Zulma e Alex Esposito in Haly. Un DVD che deve essere visto ed ascoltato da tutti gli amanti della musica e del teatro. Per informazioni sul prodotto: www.dynamic.it e www.jupiterclassics.com
Milano - FNAC - 6 luglio 2007 - Cesare Guzzardella
RICORDO di BEVERLY SILLS
Il Teatro alla Scala si unisce al mondo della musica nel ricordo di Beverly Sills, voce sublime, cantante versatile, primadonna ammirata in anni d’oro per il belcanto italiano. Sono pochi ma luminosi i transiti milanesi di Beverly Sills, che cantò alla Scala in L’assedio di Corinto, storico allestimento del 1969, pietra miliare della riscoperta rossiniana – direttore Thomas Schippers, regia di Sandro Sequi –, e in Lucia di Lammermoor di Donizetti nel 1970 – direttore Sanzogno, regia di De Lullo. Due soli “medaglioni”, ma incastonati nel periodo più brillante della carriera e dell’arte di Beverly Sills. Votata per qualità vocali e per tecnica al virtuosismo preverdiano, Beverly Sills si inserì nel flusso che portò alle diverse Renaissance del repertorio anni Venti-Trenta dell’Ottocento. Le sue presenze alla Scala ne sono testimonianza. comunicato stampa La Scala
Frammenti di vita, aneddoti e curiosità:
hanno cercato dietro le quinte di un grande aeroporto, tante piccole storie di
umanità in arrivo e in partenza, Elena
Raffo, giornalista bustese, corrispondente del Corriere
della Sera e Claudio Mazzesi,
per oltre vent'anni Responsabile della
Comunicazione di Sea, Autori del volume "Ricordi
da prendere al volo" pubblicato da Macchione Editore. Si tratta di una
trentina di brevi racconti da leggere al volo, con interessanti fotografie in
bianco e nero e a colori per la maggior parte fornite dall' Archivio SEA. Storie
vere che abbracciano e ripercorrono quasi 50 anni di vita di Malpensa,
con qualche piccolo excursus anche a Linate,
in cui sono scolpiti come facessero parte di un'immensa ed immaginaria targa
appesa tra gli Arrivi e le Partenze i destini di milioni di persone comuni e di
vip che per pochi istanti si sono incrociati nelle stesse grandi sale e sulle
piste degli scali milanesi con i loro dubbi, i problemi, le particolarità, il
dolore, il senso dell'umorismo o della fatalità. Il
volume, accolto con molto interesse, è già esaurito nelle librerie milanesi ma
può essere acquistato nelle edicole degli Aeroporti
di Linate e Malpensa.
IN MEMORIA DI FRANCOISE DORLEAC
Esattamente quarant'anni or sono , il 26
giugno 1967,la vita di Françoise Dorléac si spegneva brutalmente ed
ingiustamente in un'incidente d'auto mentre la giovane e già celebrata attrice
di cinema e teatro si dirigeva sulla National 7 verso l'aereoporto di Nizza .
Nata il 21 marzo 1941 a Parigi Françoise Dorléac era la sorella (solo diciotto
mesi le separavano tanto da sembrare quasi gemelle anche se allo stesso tempo
interiormente molto distanti) di Catherine Deneuve, di Danielle Dorléac (la
maggiore) e di Sylvie Dorléac (la più giovane) e la figlia dell'attore Maurice
Dorléac (interprete in più di 200 pièces di teatro ed in 40 films) e di Renée
Deneuve, per 24 anni pensionnaire del Théatre de l'Odeon di Parigi . Catherine
prese il nome della madre quando cominciò (per caso) ad entrare nel mondo del
cinema ma come da lei ribadito più volte il suo vero nome è Dorléac,
Deneuve è solo quello professionale . La vera e propria casualità fu il fatto
di accompagnare la sorella Françoise ad un casting . La passione di Françoise
Dorléac per il suo mestiere era veramente assoluta, come ricorda Catherine
Deneuve in un'intervista del 1996 ad Anne Andreu : “Françoise était très
croyante et elle a pensé avoir la vocation religieuse . Ensuite elle a voulu
devenir actrice . Entre les deux, il y a eu sa passion pour la danse . Elle a
fait énormément de danse classique et elle a arreté lorsq'uelle est entrée
au Conservatoire . Mais en gros, elle est tout de meme passée de l'idée d'etre
religieuse à l'idée d'etre actrice . Ce que je dis là pourra peut-etre
choquer des gens mais, en fait, ce n'est pas si éloigné . Je connais des
destins étonnats d'actrices qui avaient d'abord voulu entrer au couvent . Un désir
d'absolu, en somme “. Infatti dopo gli studi con Raymond Girard Françoise
Dorléac entra al Conservatoire d'Art Dramatique di Parigi dal 1957 al 1961
nella classe di Robert Manuel e del 1957 è il suo primo cortometraggio
“Mensonges” (pur lavorando contemporaneamente come mannequin per la Maison
Christian Dior) . In seguito reciterà in ben 20 films in soli 8 anni di
carriera tragicamente interrotta : da “Ce soir ou jamais” di Michel Deville
del 1960 e “Le portes claquent” di Michel Fermaud e Jacques Poitrenaud (al
cui casting si presentò appunto con la sorella Catherine) dello stesso anno a
“Tout l'or du monde” di René Clair (del 1961), da “Arsène Lupin contre
Arsène Lupin” di Edouard Molinaro (del 1962) a “L'homme de Rio” di
Philippe de Broca (del 1964) e , finalmente, “La peau douce” di François
Truffaut (sempre del 1964), da “La ronde” di Roger Vadim (sempre dello
stesso anno) al mitico e celeberrimo “Cul-de-sac” di Roman Polanski (del
1965), sino ad arrivare alla vera e propria consacrazione con un film-musical
che ha segnato la storia del cinema (e non solo) ovvero “Les demoiselles de
Rochefort” di Jacques Demy (del 1966) accanto alla sorella Catherine in un
ruolo più che realistico per entrembe, con l'indimenticabile colonna sonora
inseparabile dal film di Michel Legrand, concludendo poi la sua brevissima ma
intensa carriera con “Il cervello da un miliardo di dollari” di Ken Russel .
Più che significativo è anche il fatto che solo dopo “Les demoiselles de
Rochefort” Catherine Deneuve decise definitivamente di consacrare la sua vita
al mestiere di attrice (sia in teatro che al cinema), anche in seguito alla sua
vibrante ed indimenticabile partecipazione nel precedente film - musical “Les
parapluies de Cherbourg” dello stesso Jacques Demy (del 1964) e con
l'atrettanto indimenticabile colonna sonora di Michel Legrand . Ma il modo
migliore per ricordare Françoise Dorléac è far parlare le persone che meglio
l'hanno conosciuta cominciando da François Truffaut che in un testo del 1968
comparso sui “Cahiers du Cinéma”
scrisse : “Le difficile , pour les jeunes actrices, est
d'effectuer harmonieusement le passage de la jeune fille à la
femme,d'abandonner les roles juveniles au profit des roles adultes ; je crois
que Françoise Dorléac, femme précoce et prématurée avec son visage et son
corps déjà construits et, comme on dit dans les studios, construits en dur et
pour durer, était la seule jeune actrice dont on pouvait penser qu'elle
plairait de plus en plus . Depuis l'adolescence, elle prenait deux douches d'eau
glacée chaque jour en affirmant : “C'est à vingt ans qu'on prepare ses
quarante ans” . Lorsq'uelle se montrait impatiente de trouver des roles, et de
tourner des films, je tentais de la convaincre qu'elle n'avait rien à redouter
des années qui s'ajoutent aux années et que le temps travaillait pour elle .
Je lui disais qu'on tournerait tous les six ans et je luis donnais rendez
– vous en 1970, 1976, 1982. Chaque fois que je luis écrivais je mettais sur
l'enveloppe “Mademoiselle Framboise Dorléac” pour etre certain qu'elle
lirait ma lettre en souriant . Françoise Dorléac était intransigeante, à la
limite de l'intolérance, elle était une moraliste, ses interviews étaient
riches en aphorismes exigeants sur la vie et sur l'amour . Elle pouvait jeter
sur quelqu'un dont elle se méfiait un regard soudainement très dur , la vie ne
l'avait encore tabassée, l'indulgence serait venue plus tard . D'ici là, que
des sourires, de rires et de fous rires et c'est ce qui rend inacceptable le 26
juin de l'année dernière, ce grand rire en cascades, coupé net" . Il
grande scrittore francese Patrick Modiano ,che ugualmente conobbe molto bene
Françoise Dorléac al punto da innamorarsene (anche se a distanza), ha scritto
invece in un come sempre bellissimo ritratto nel 1996 : “Les étoiles , si on
les regarde fixement, émettent une clarté vacillante, discontinue, et cette
lumière nous arrive longtemps après leur mort . C'est une lumière qui doute
d'elle – meme, et ce mystérieux tremblement, cette hésitation entre l'etre
et le néant, nous captive . Telle était Françoise Dorléac . A la fois timide
et audacieuse . Les gestes abrupts mais une souplesse d'algue . L'extravagance
mais aussi les tourments secrets . Légère, éblouissante et le regard
quelquefois triste . On n'était jamais sur de bien connaitre son visage . Tout
en contrastes, en inquiétudes, de celles qui font le scintillement des étoiles
. Je me souviens qu'à ceux qui lui
demandaient la date de sa naissance, Françoise Dorléac disait : “Le 21 mars,
le premier jour du printemps...” Voilà la saison qu'elle évoquera toujours
pour moi” . Ma l'ultima parola la vogliamo lasciare alla sorella Catherine
Deneuve (sempre nell'intervista del 1996 a Anne Andreu) : “Françoise pour moi
aura toujours le visage de ses vingt ans . Je peux plaquer son visage sur des
films que je vois mais je ne
l'imagine pas avec le visage qu'elle aurait aujourd'hui . Je ne visualise pas
ses traits . Elle restera toujours cette jeune femme excessive, au visage
lumineux de “La peau douce” (...).Pour moi, Françoise dans la vie, c'est
son visage, son petit nez, ses taches de rousseur, son rire , sa voix . Surtout
sa voix . Quand j'entends sa voix, elle m'apparait immédiatement . La voix de
Françoise c'est comme un parfum, c'est quelque chose de vraiment très tenace,
qui à chaque fois rouvre une blessure qui ne sera jamais completement refermée
“ .
Quest'anno si celebra il centenario della
nascita del celebre cantante e attore Tino Rossi (Ajaccio, 29 aprile 1907 –
Parigi , 26 settembre 1983) . Costantino Rossi (suo vero nome) già giovanissimo
canta e si esibisce a Marsiglia e nei cabarets della Costa Azzurra . Nel 1934
debutta con grande successo al
Casino de Paris nella rivista “Parade de France” (che contiene la celebre
“Vieni, vieni”) marcando l'inizio di una gloriosa carriera che durerà sino
al suo triste decesso attraverso quattro generazioni, tre Républiques e dieci
Presidenti . E' il suo compositore , il celebre Vincent Scotto (autore ,tra
l'altro, di “Vieni, vieni”), a lanciarlo per primo ricevendo poi anche le
lodi entusiaste di due grandi
personaggi eterogenei tra di loro quali Georges Bernanos e Marcel Pagnol . Negli
anni Cinquanta invece trionfa prima
a Mogador e poi al Theatre du Chatelet , grazie al suo illuminato direttore
artistico Maurice Lehmann, nell'operetta “Méditerranée” di Francis Lopez
creata con enorme successo il 17 dicembre 1955 (tanto da ottenere 572 repliche
consecutive) e poi girare nel mondo . Nel repertorio di Tino Rossi ci sono
soprattutto in questo momento anche Jules Massenet e Reynaldo Hahn . Incarcerato
durante la seconda guerra mondiale canterà per i prigionieri e compagni di
cella . Ha recitato in ben 25 films tra cui “Marinarella” del 1936, “Lumières
de Paris” di Richard Pottier , del 1937, “Naples au baiser de feu” di
Augusto Genina del 1938, “Le chant de l'exilé”, di André Hugon, del 1943 e
“Si Versailles m'était conté” ,di Sacha Guitry , del 1954 . Nel 1947 sposa
la giovane ballerina Lilia Vetti . Tra le sue canzoni piàù celebri “Petit
papa Noel”, Tchi – Tchi, “Paris, voici Paris” e, la da noi e per molti
preferita, “J'attendrai” , del 1933 . Nel 1982 viene decorato con il titolo
di “Commandeur de la Légion d'honneur” dal Presidente François Mitterand
per il suo contributo alla cultura francese . Un
giorno confidò a Pierre Desgraupes in modo molto sincero e diretto
: “J'ai chanté l'amour heureux parce que je trouve que je fais plus de
bien aux gens qu'en chantant l'amour malheureux . C'est le contraire de ce qu'a
fait Piaf” .
29 aprile 2007 G.D.V.
Scienza e partecipazione democratica: un rapporto difficile. Se ne discuterà a Procida dal 18 al 21 giugno I dati sono allarmanti: l'Italia ha sempre meno ricercatori e siamo all'ultimo posto in Europa, secondo gli ultimi dati diffusi dalla Commissione Europea, per numero di lettori di argomenti scientifici su quotidiani, riviste e internet, e agli ultimi posti per utilizzo regolare di computer e internet. Gli italiani rispetto agli europei usano e imparano con disinvoltura a utilizzare l'ultimo modello di telefono cellulare o i programmi di download ma dilaga, sempre più, l'analfabetismo scientifico. Di questo e di casi nazionali e internazionali in cui i cittadini sono stati chiamati ad esprimere la loro opinione su temi scientifici di scottante attualità, dallo stoccaggio dei rifiuti tossici alle nanotecnologie, agli OGM e ai carburanti alternativi, se ne discuterà dal 18 al 21 giugno a Procida nell'ambito del seminario "How to design and organize public deliberation?" ("Come progettare ed organizzare le decisioni pubbliche") promosso dalla Fondazione IDIS-Città della Scienza, diretta da Luigi Amodio. Dopo l'edizione di Dresda nel 2006, lunedì 18 Giugno partirà il secondo Workshop dedicato alla realizzazione del progetto CIPAST (Citizen Participation in Science and Technology) curato da Guglielmo Maglio. Lo scopo di tale progetto è quello di incoraggiare la partecipazione attiva dei cittadini nelle politiche della ricerca scientifica e dell'innovazione tecnologica. Aprirà i lavori, che inizieranno alla chiesa di S. Giacomo a Procida lunedì 18, il Presidente della Fondazione IDIS-Città della Scienza Vittorio Silvestrini, , a cui seguiranno gli interventi del coordinatore del progetto CIPAST e direttore dello Sviluppo culturale della Citè des Sciences della Villette di Parigi Roland Schaer e del direttore della Ricerca dell'Istituto Francese INRA Pierre Benoit Joly. Il workshop si articolerà in più momenti, dando spazio anche a gruppi di lavoro, con l' unico intento, realizzare un esteso network di attori europei coinvolti nelle procedure di partecipazione. I lavori si concluderanno poi a Città della Scienza giovedì 21 giugno con un incontro nel quale saranno presentati i progetti elaborati dai gruppi di lavoro. L'obiettivo dell'incontro procidano sarà creare un vero e proprio network d'informazione mettendo a disposizione, di tutti i partners che parteciperanno, gli strumenti adatti, per dar vita ad iniziative partecipative in tutta Europa. I vari appuntamenti previsti nella settimana che va dal 18 al 21 di Giugno, vedranno la pertecipazione di importanti studiosi del mondo scientifico, che animeranno il dibattito favorendo la circolazione delle informazioni sulle attività scientifiche di maggior rilievo nel quadro del coinvolgimento della società civile. "Occorre un rapporto più stretto tra scienza e società - ha dichiarato il Presidente della Fondazione IDIS- Città della Scienza Vittorio Silvestrini- presupposto necessario per lo sviluppo economico e più in generale per il benessere. D'altra parte, ricerca e innovazione rischiano di perdere un'effettiva possibilità di impatto se non si integrano con le diverse aree di creatività ed esperienza pratica. La sfida è, quindi, quella di concretizzare il dialogo tra scienza e società, tra innovazione e territorio attraverso le intelligenze, le passioni e le esperienze di scienziati, artisti, filosofi; di renderlo così più comprensibile e affascinante ai cittadini".
MARKETING FORUM 2007
Il 30 e 31 maggio si è svolto presso Palazzo Mezzanotte la dodicesima egizie di Marketing Forum. Meeting annuale dedicato ai direttori marketing e comunicazione italiani e alle agenzie di servizi. I programma ha come filo conduttore il Re-design, momento di riflessione sull’innovazione e sulla ricerca di nuovi modelli e paradigmi. Il concetto di Re-design è stato affrontato da relatori di prestigio come il filosofo Umberto Galimberti, Alberto Conti e Lars Vallentin che ha affrontato il tema della creatività e della ri-progettazione come tensione mirata all’innovazione e al cambiamento. Al Forum, promosso da Richmond Italia, (nella foto Claudio Honegger a.u.di Richmond Italia) hanno partecipato anche cariche istituzionali: Filippo Penati presidente della Provincia di Milano e gli asserssori Massimliano Orsetti e Pier Gianni Prosperini. Penati che ha fatto il punto sulla situazione della candidatura di Milano come sede dell’Expo 2015.
Milano - Palazzo Mezzanotte - 31 maggio 2007 - a.g.
MOSTRE:
"PITTURA DELL'ACQUA - PITTURA DELL'ARIA"
L'esposizione abbraccia due forme espressive diverse ma complementari: le rosse inondazioni di Marchesi, risultato sapiente delle lunghe riflessioni sulle grandi opere dell'espressionismo astratto nord-americano, e i pensieri felici di Giananti che fluttuano nell'aria seguendo il ritmo di una musica jazz. La pittura della spontaneità di Marchesi proietta impulsi gestuali sullo schermo della tela, mentre il simbolismo primitivo di Giananti sembra testimoniare il bisogno di uscire dalla monotonia del mondo con l'ironia e la tenerezza delle piccole cose. L'acqua è vita, energia, passione; l'aria è musica, sogno, poesia. Inaugurazione sabato 9 giugno dalle 18 alle 21 a ingresso libero presso la Galleria del Barcon, Alzaia Naviglio Grande, 54 a Milano
ANTONINO MENTO ARTISTA A 360°
Antonino Mento (vedi foto) rivela nella sua opera prima “Quadri e Soqquadri” un mondo poetico ricco, inteso, che avvince il lettore, lo commuove, gli offre stimoli che suscitano echi profondi, spunti che gli chiedono in un certo senso di essere sviluppati coinvolgendo chi legge nel processo creativo. Chiara è la volontà di fissare in immagini esperienze fuggevoli attraverso un’attenta selezione del lessico e la ricerca di ritmi fluidi. I temi sono i più vari, ci si presentano talora in un’atmosfera incantata, di sogno, talora in un vago senso di mistero pervaso dall’angoscia di dolenti esperienze o da immagini dell’uomo afflitto da interrogativi drammatici . Il compito dell’uomo è quello di essere. Il compito del poeta è quello di comunicare emozioni: odori, colori, catturati per strada o rubati alla natura, che ti prendono e vanno al di là di ogni altra forma di creatività. Il poeta non può prescindere dalla sua condizione esistenziale e pertanto la poesia diventa un’intima ricerca fatta di pieni e di vuoti. Antonino Mento ci prova con questa sua raccolta, vincitrice del 7^ Concorso di poesia “Poetici Orizzonti”, nel tentativo di veicolare il suo sentire in una cultura , quella inglese, totalmente diversa dalla nostra. Persona alquanto eclettica è stato per un breve periodo conduttore del programma radiofonico ”Opinioni a confronto”, e ancora comparsa nel cortometraggio “Il segreto di Virginia” di Romeo Conte, e nel film “A casa nostra “ di Francesca Comencini Ha dato il suo contributo poetico all’Infusione reading –show curato dalla contessa Pinina Garavaglia È stato più volte premiato per le sue belle poesie e il 26 maggio, quale ulteriore tributo per la Silloge Poetica “Quadri e Soqquadri”, edita dalla casa editrice Aletti, riceverà la Menzione d’onore dalla Giuria che ha presieduto “IL Concorso degli Assi” indetto da Carta e Penna d’Autore sotto il patrocinio del Comitato Culturale di Torino Capitale mondiale del Libro e dall’Unesco-aprile 2007
CAFE' ATLANTIQUE: INFUSIONE
Riprende, venerdi 4 maggio, all’interno dell’insolita cornice del Cafè Atlantique, lo spettacolo dell’Infusione: un reading show di poesie dai toni a volte romantici, a volte ritmici, che portano infine ad un delirio logico estremo. L’Infusione vuole divulgare la poesia libera in simbiosi totale con gli autori –attori in in un tableau –vivant al fuori da spazi statici e usuali, attraverso una comunicazione totale che rende il messaggio poetico essenza pura, dell’arte attraverso le sue varie forme di essere. Nato, anni or sono, nel famoso salotto milanese della Contessa Pinina Garavaglia Infusione viene riproposto, da colei che lo ha ideato, ogni venerdì sera in un orario (22,30-24,00) che potremmo definire da “caffè corretto” L’idea nasce pertanto dalla forte esigenza di ”fare poesia” creando presupposti tali, da coinvolgere, in virtù dei contenuti culturali, il pubblico presente, in un contesto dove poesia e musica in perfetta simbiosi regnano sovrane. I poeti i, Antonino Mento, Alessandro Vergallo, Leopoldo Ulivieri, Davide Romanò, Pinina Garavaglia, Larissa Fentanes e Silvia Aonzo, di volta in volta presenti, si alternano a declamare alcune delle loro poesie dando vita ad un dinamico e divertente show in la controtendenza alla banalità .Al poeta Antonino Mento, spetterà il compito di dare vita alla performance, con la lettura di 3 poesie tratte dal suo libro “Quadri e Soqquadri”, vincitore del VII concorso di poesia “Poetici Orizzonti”, edito dalla casa editrice Aletti,in vendita presso la libreria “Feltrinelli” di Piazza Duomo e insignito da una menzione d’onore quale riconoscimento tributato dalla giuria del Concorso gli “Assi “ tenutosi a Torino e la cui premiazione avverrà a giorni.
La poesia, dice Antonino Mento, (vedi foto) non ha un significato necessariamente e realmente compiuto come un brano di prosa, la lingua nella poesia ha una doppia funzione sia di significato che di suono, di contenuto sia informativo che emotivo, a questi due aspetti della poesia se ne aggiunge un terzo quando una poesia, invece che letta direttamente, viene ascoltata: con il suo linguaggio del corpo e il modo di leggere, il lettore interpreta il testo, dandogli (inevitabilmente) una nuova dimensione, teatrale. Questo fenomeno, insieme alla parentela con la musica, viene sfruttato nei lieder tedeschi, poesie sotto forma di canzone,( una delle poesie del mio libro è stata tradotta in canzone per l’appunto), ma la stretta commistione di significato e suono rende estremamente difficile tradurre una poesia in altre lingue, perché il suono e il ritmo originali vanno irrimediabilmente persi e devono essere sostituiti da un adattamento nella nuova lingua, che in genere è solo una approssimazione dell'originale così come è successo per il mio libro”Quadri e Soqquadri”che è per l’appunto bilingue.
L’etoile Lorena Baricalla, prima ballerina, cantante ed attrice (www.lorenabaricalla.com) durante la sua carriera internazionale è stata piu’ volte l’interprete del grande repertorio russo di balletto oltre ad aver avuto partner russi di grande prestigio quali il sommo Rudolf Nureyev. Queste sue esperienze artistiche hanno fatto sì che Russian Music richiedesse alla sua società di produzione, la Promo Art Monte-Carlo Production (www.promoart-montecarlo.com ), di realizzare a Monte-Carlo un nuovo grande evento di prestigio internazionale, legato quest’anno al mondo dell’opera lirica. Il “Divertissement Russe” è un grande evento internazionale che, per la prima volta, riunisce in un unico concept, il meglio della produzione artistica russa del secolo.Un omaggio ai grandi compositori russi interpretato da ben 18 star dell’opera lirica che si producono attualmente sui palcoscenici del mondo intero. Gli artisti saranno accompagnati dall’Orchestra Nazionale Russa sotto la prestigiosa direzione del Maestro Vladimir Jurowski (Direttore d’Orchestra della London Philharmonic Orchestra) Due programmi differenti saranno rappresentati negli storici spazi della celebre Salle Garnier dell’Opera di Monte-Carlo. Il Principato ha in effetti accolto nel passato i piu’ grandi artisti russi: musicisti, ballerini, compositori, cantanti, pittori hanno tutti qui contribuito allo sviluppo artistico internazionale. Questa manifestazione internazionale collocata nell’incantevole panorama della Costa Azzurra, sarà realizzata nei prestigiosi spazi del Principato di Monaco, dove l’alta qualità artistica e culturale si riunirà all’eleganza dell’elite russa e internazionale presente in sala.
THE GRAY: RIAPRE LA TERRAZZA ARIA
Con
una serata evento dedicata agli addetti della moda e del design, l’hotel The
Gray ha inaugurato, sabato 21 aprile, la stagione spring-summer 2007 riaprendo
le porte di ARIA, la terrazza più esclusiva nel cuore di Milano in pieno mood
newyorkese. Per l’occasione, partner d’eccezione di Aria è stato Lacoste,
che per la new opening della terrazza ha firmato il look del The Gray con la
versione polo shirt Tom Dixon, uno dei più grandi nomi del design contemporaneo
e “special guest” della serata insieme a Michael Young, tra i designer di
maggior successo a livello internazionale.Protagonisti indiscussi dell’evento
sono stati i drink preparati dal creativo barman del GBar, Pedro Fiol, ed il
finger food preparato dallo chef Luciano Sarzi Sartori, che ha dato vita ad un
menu originale e creativo, ispirato ai sapori mediterranei rivisti in chiave
esotica ed originale. Spiedini di Castelmagno mela verde e seme di finocchio,
spiedini di pollo al cocco e curry, focaccia calda al rosmarino e baconi,
cubetto di tonno alla soia e sesamo, barchette alla crema di melanzane: queste
alcune delle specialità che hanno preso per la gola gli ospiti di ARIA.A fare
da contorno alla serata le sonorità del cd The Gray Volume n. 2, create
dal genio musicale di Mani Schuster: musiche inedite ed esclusive,
contenenti influenze sonore che arrivano da paesi lontani e ricchi di fascino:
India, Bali, Africa e Ibiza. Sono queste le terre che hanno ispirato i ritmi
caldi e appassionanti del The Gray e che animeranno l’evento più cool della
primavera milanese. Altro fiore
all’occhiello dell’evento “l’ARIA Benessere” a cura del T-Club: un
angolo dedicato al relax ed al piacere, dove farsi coccolare dagli esperti
terapisti del centro benessere ospitato dell’Hotel de la Ville (altro albergo
della Sina Fine Italian Hotels nel centro milanese).
Milano - 25 aprile 2007 -
TEATRO ALLA SCALA: SI E' SPENTO CARLO MARIA BADINI
Carlo Maria Badini è morto a Bologna, dov’era nato il 2 giugno del 1915. La Scala perde uno dei suoi grandi sovrintendenti e tutto il teatro ricorda con affetto l’ uomo che con rigore e onestà lo ha guidato per 13 anni. Badini era arrivato alla Scala il 18 febbario 1977, e diventava sovrintendente dopo Paolo Grassi, del quale raccoglieva l’eredità con una sua personale vena umana e pragmatica. Alla Scala e a Milano ha lasciato un segno indimenticabile. Questa sera, poco prima della recita di “Adriana Lecouvreur”, il pubblico in sala si è unito al sovrintendente Stéphane Lissner nel ricordare Carlo Maria Badini in un commosso minuto di silenzio.
Milano - 19 aprile 2007
Il
22 aprile 1970, rispondendo ad un appello lanciato dal senatore democratico
Gaylord Nelson, 20 milioni di cittadini americani si mobilitarono per una
spettacolare dimostrazione a favore della salvaguardia dell’ambiente. Da quel
giorno il 22 aprile è diventato la Giornata mondiale della Terra (Earth Day),
un evento internazionale, oggi celebrato in 174 paesi del mondo, che ha per
scopo la sensibilizzazione del pubblico sui temi della conservazione
dell’ambiente in cui viviamo. Franco Di Sarro, con la collaborazione di
Saverio Lombardo e Filippo Mazzarella, presenta una giornata di cinema, musica e
poesia dedicata al Pianeta. Domenica 22 aprile, dalle ore 17.30,
all’Arcobaleno Filmcenter. Riduzione
per i possessori di tessera WWF, GREENPEACE, LEGAMBIENTE
€ 6,00
ARTEPENSIERO
Mercoledì
18 aprile 2007 alle ore 18.30 Artepensiero
- eventi culturali (in via del
Vecchio Politecnico 5), in occasione del
Salone del Mobile propone una singolare collettiva artistica dal titolo: "Trame
Intrecci Labirinti".
Clerici
Tessuto, Annalisa Surace, Susanna Bracco, Enzo Laurà si
confrontano su un denominatore comune con linguaggi diversi
per proporre un percorso di sensazioni visive, tattili e di pensiero. Dopo
il successo ottenuto nella scorsa edizione con la presentazione della linea di
tessuti ignifughi "Fuoco", l'azienda Clerici
Tessuto, fedele alla propria ricerca che abbina arte, creatività e
originalità, presenta "Sheers",
la nuova linea di tessuti per tendaggi da interni. Un labirinto di velari
avvolge lo spazio, ne filtra la luce creando un gioco di trasparenze, colori,
disegni, materie diverse per stimolare il gusto di arredare.
CORNICE ART FAIR: la
nuova fiera di arte contemporanea a Venezia
Cornice
Art Fair, nuova fiera d’arte moderna e contemporanea di Venezia, si svolgerà
durante l’inaugurazione della 52º Biennale d’Arte, un appuntamento che non
mancherà di sorprendere per la qualità delle opere proposte e per il prestigio
delle gallerie internazionali presenti alla manifestazione. Si aprirà con un
vernissage dedicato agli ospiti VIP e alla stampa la sera del 6 giugno, e rimarrà
aperta al pubblico dal 7 al 10 giugno 2007, offrendo ad un gruppo selezionato di
gallerie la possibilità di essere presenti con opere prestigiose durante un
periodo in cui Venezia è punto di richiamo mondiale per critici, artisti,
curatori e collezionisti. Cornice è un’iniziativa totalmente nuova ma che fin
da questa prima edizione si caratterizza per l’alto livello qualitativo, e
gode pertanto del patrocinio della Città di Venezia, della Provincia di Venezia
e della Regione Veneto. Sono state attivate inoltre diverse collaborazioni con
aziende del settore turistico e culturale che garantiranno la qualità dei
servizi offerti: TRATTO Servizi per l’arte si occuperà dei trasporti, OTTART
degli allestimenti, la rete di Veneziasì sarà a disposizione per l’ospitalità,
l’agenzia di viaggi Bassani per la realizzazione di eventi, mentre Artnet,
VeniceChannel, FaberAdvertising, Moeca e Iniziative Venete saranno i partner
nell’area della comunicazione e servizi. La fiera sarà ubicata all’interno
di un padiglione climatizzato di 8.000 mq nell’area di Tronchetto a Venezia,
vicino al padiglione temporaneo usato dal teatro La Fenice dopo il devastante
incendio del 1996.
DANZA:
BILL T. JONES in " BLIND DATE "
Bill T. Jones il 16 e il 17 sarà al Teatro degli Arcimboldi. ATER in collaborazione con Piccolo Teatro, presentano il grande ballerino in Prima Nazionale per la Grande Danza degli Arcimboldi con “BLIND DATE”. In scena la nostra società fra ideali, valori, dubbi e scelte morali. Bill T. Jones, danzatore e coreografo insignito dei più prestigiosi riconoscimenti, è stato definito “uno dei tesori insostituibili dell’America” e la sua compagnia di danza multiculturale è da oltre venti anni tra le più applaudite in tutto il mondo. Le sue coreografie sono un felice incontro di danza e teatro.
Milano - Palazzo Marino - 13 aprile 2007 - ago
INFUSIONE
- poesia ritmica visuale e delirio logico a
cura della Contessa Graraviglia
Il 23 marzo presso il Cafè- Atlantique è stato riproposto in un orario da caffè corretto lo spettacolo dell’Infusione. Si tratta di un reading show originale ed eccentrico, durante il quale, alla presenza di un nutrito pubblico, i poeti Leopoldo Ulivieri, alias Gasoldo, Alessandro Vergallo, Antonino Mento e Larissa Fentanes oltre alla stessa Pinina Garavaglia hanno declamano i loro versi su basi musicali dando vita ad una vera e propria performance. Interessante a tal proposito l’interpretazione del poeta Antonino Mento (vedi foto) che ha voluto, nel declamare le poesie: “Le fate ignoranti” e “la finestra di fronte” tratte dal suo libro “Quadri e Soqquadri”, rendere omaggio al regista Ferzan Ozpetek, ai suoi films e alla su arte incline a trasmettere sentimenti allo stato puro e pregna di una sensibilità che valica i confini esistenti tra poesia e prosa. La poesia dice Antonino Mento è l’arte di usare il significato semantico delle parole imprimendo alle frasi suoni e ritmi; la poesia ha quindi in sé alcune qualità musicali e riesce, se ascoltata, a trasmettere, attraverso diverse chiavi di lettura. emozioni e stati di animo in maniera evocativa e potente in una nuova dimensione teatrale dove c’è infusione tra realtà e finzione .
RIMINI: SALONE DELLE AUTONOMIE LOCALI - 28 - 31 marzo
Grande
attesa per la seconda
giornata di EuroP.A., il Salone delle Autonomie Locali giunto alla settima
edizione.
INFUSIONE - POESIA RITMICA E MUSICA - MILANO -CAFE' ALANTIQUE - 23 MARZO
Riprende, all’interno dell’insolita cornice del Cafè Atlantique, lo spettacolo dell’Infusione: un reading show di poesie dai toni a volte romantici, a volte ritmici, in un crescendo che porta infine ad un delirio logico estremo.Nato, anni or sono, nel famoso salotto milanese della Contessa Pinina Garavaglia Infusione viene riproposto, da colei che lo ha ideato, ogni venerdì sera in un orario (22,30-24,00) che potremmo definire da “caffè corretto”. Lo spettacolo dell’Infusione (dal latino infundere “versare dentro”) vuole dunque divulgare la poesia, libera da schemi e soprattutto al fuori da spazi statici e usuali, attraverso una comunicazione totale che rende il messaggio poetico alquanto efficace e immediato. L’idea nasce pertanto dalla forte esigenza di ”fare poesia” creando presupposti tali, da coinvolgere, in virtù dei contenuti culturali, il pubblico presente, e condurlo per mano a riscoprire, l’essenza pura, la magia dell’arte attraverso le sue varie forme di essere. L’essenza fondamentalmente teatrale ed eccentrica della performance rende alquanto incisivi i personaggi-autori in un tableau –vivant dove poesia e musica sono in perfetta simbiosi con il ritmo e l’atmosfera dei versi. I poeti Riccardo Massetti, Antonino Mento, Alessandro Vergallo, Leopoldo Ulivieri, Davide Romanò, Pinina Garavaglia, Lara Ferrario, Larissa Fentanes e Silvia Aonzo, di volta in volta presenti, si alterneranno a declamare alcune delle loro poesie dando vita ad un dinamico e divertente show in la controtendenza alla banalità.Al poeta Antonino Mento, spetterà il compito di dare vita alla performance, con la lettura di 3 poesie tratte dal suo libro “Quadri e Soqquadri”, vincitore del VII concorso di poesia “Poetici Orizzonti”, edito dalla casa editrice Aletti, e in vendita presso la libreria “Feltrinelli” di Piazza Duomo a Milano.
EVENTO:
" PRENDIMI " - IL TANGO E LA SUA SEDUZIONE
A Milano mercoledì 21 marzo, alle ore 18,30 nella sede di via del vecchio politecnico 5, l’associazione artepensiero - eventi culturali inaugura l’evento “Prendimi: il tango e la sua seduzione interpretati da Annabel Adler”. Ispirandosi a vecchie fotografie degli anni Trenta - anni d’oro del tango e del mito di Gardel – Annabel Adler sviluppa nelle sue tele le posizioni della coreografia argentina, rappresentando il movimento e la sensualità del tango con tutto il dinamismo di gambe, piedi, gonne e pantaloni che si intrecciano nelle sue provocanti immagini. Le sue tele hanno l’affascinante potere di trasmettere la passione del movimento in un “attimo”, lo stesso “attimo” che Annabel è in grado di fermare, avvolgendolo nel flusso della gestualità dei protagonisti. Il ballo diviene metafora dell’agonismo, dell’istinto vitale che esprime l’eterna dicotomia - o l’eterna lotta - tra il cuore e la carne: un tema che Annabel riesce a rappresentare come un gioco umano vero, forte e ricco di sfumature erotiche e coinvolgenti. Durante la serata sarà possibile visitare anche l’esclusivo bookshop, uno spazio libreria dedicato all’arte, alla moda e al design.
Milano - 21 marzo 2007 -
Nel 2006 sono ricorsi i 30 anni dalla sentenza n° 202 della Corte Costituzionale che ha sancito la libertà di emissione radiofonica privata nel nostro Paese. La Mostra ripercorre questi trent’anni di radio in FM attraverso fotografie, suoni, immagini, musica, jingle, sigle di apertura e di chiusura dei programmi, filmati, oggetti, materiali storici, strumentazioni legate al mondo radiofonico e racconti dei testimoni. Una galleria cronologica consente di rivivere i più importanti avvenimenti dei personaggi e delle mode che hanno avuto come contesto la radio: suoni nell’etere, voci, ricostruzioni d’ambienti e di situazioni per presentare non una semplice raccolta di immagini ma una serie di luoghi da scoprire. Un’importante sezione è dedicata alla peculiarità delle storie e delle esperienze radiofoniche della regione Lombardia, grazie alla preziosa collaborazione delle radio stesse e dei personaggi radiofonici di ieri e di oggi che hanno reso Milano e la Lombardia una capitale italiana della radiofonia. La mostra contiene fra le altre cose immagini di star radiofoniche e televisive di oggi e di quando erano – ieri – dei semplicissimi “ragazzi della porta accanto”. Lo scopo di questo evento è attribuire il giusto riconoscimento pubblico, anche da parte delle istituzioni, al fenomeno delle radio in FM: dalle radio locali a quelle nazionali, dai Network alle Syndication per raccontare anche le nuove realtà delle trasmissioni radiofoniche “on line” e del fenomeno del podcasting.
Museo della Scienza e della Tecnica - 1 marzo - 1 aprile
In occasione della festa dell’8 marzo, è stato consegnato per la prima volta il premio Milanodonna, premio rivolto alle donne che hanno contribuito alla crescita culturale e sociale della Città. Il premio è suddiviso in quattro categorie: Grandi Donne – Premi speciali alla carriera – Premi speciale su segnalazione del Presidio Militare – Giovani donne. In questa ultima sezione è stata premiata, tra le altre, Alice Baccalini, giovane pianista di appena 14 anni ma già riconosciuta dal pubblico e dalla critica come un’ottima pianista. Alice ha deliziato la vasta platea, accorsa alla Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, con un brano di Chopin.
Milano – Palazzo Reale – 8 marzo 2007
MOSTRA
DEL LIBRO ANTICO
Torna a Milano, dal 16 al 18 marzo 2007, a Palazzo della Permanente, il tradizionale appuntamento con la Mostra del Libro Antico, considerata la più prestigiosa rassegna internazionale, giunta quest’anno alla XVIII edizione. Manoscritti miniati, libri d’Ore, mappe, legature e rarità editoriali del nostro secolo saranno presentati da librerie antiquarie italiane, europee e americane ad un pubblico di appassionati, bibliofili, persone del mondo della cultura o semplici visitatori. Sul sito web dedicato alla Mostra www.mostradellibroantico.it è possibile accedere alle pagine dedicate agli Espositori, consultare le schede dei volumi e visitare le pagine delle Aziende sponsor della manifestazione. La rassegna è stata presentata alla stampa da Felice Confalonieri vice presidente Mediaset e dal suo ideatore Marcello Dell'Utri.
Milano
-Centro Mediaset - 6 marzo 2007 -
L'Assemblea degli Azionisti SEA che si è tenuta Sabato 17 Febbraio c.m. ha nominato, con una forte maggioranza, Giuseppe Bonomi Presidente ed Amministratore Delegato della Società con Alfio Lamanna Vice Presidente ed Amministratore Delegato. L'ASAM, Azionista titolare di una partecipazione pari al 14,6 per cento dei capitale SEA, che aveva richiesto questa assemblea, nel corso della votazione si è astenuta. Il Presidente ha poi illustrato agli Azionisti la situazione economico patrimoniale e finanziaria della Società nei primi 9 mesi del 2006. I ricavi del Gruppo nei primi 9 mesi ammontano a 492milioni di Euro con un incremento del 3,3 per cento rispetto al periodo precedente mentre il Margine Operativo Lordo Consolidato, pari a Euro 163milioni, registra un incremento del 5,3 per cento. Malpensa è l'hub con maggiore crescita di passeggeri rispetto agli altri aeroporti europei:+10,9 per cento e detiene anche il primato italiano per i passeggeri di voli intercontinentali mentre l'aeroporto di Fiumicino si pone al 2° posto. Nella sua relazione il Presidente Bonomi ha evidenziato agli Azionisti che i risultati positivi sotto il profilo del traffico aeroportuale si inquadrano in un contesto ancora caratterizzato da forti fattori di rìschio. In particolare, sono incerte le modalità di attuazione dei provvedimenti della L.248/05 (legge salva-Alitalia) che comporteranno una ulteriore riduzione dei ricavi. Inoltre, la situazione di grande crisi in cui versa Alitalia avrà un impatto negativo sui flussi di traffico dei principali scali italiani. A fine 2006 la Posizione Finanziaria Netta di Gruppo risulta pari a 444,5 milioni di Euro di indebitamento netto (rispetto a 198,4milioni di fine 2005), a seguito della distribuzione di 240 milioni di Euro di dividendi agli Azionisti intervenuta nel mese di Marzo 2006.
Milano - 20 febbraio 2007 - A. Montonati
TEATRO ALLA SCALA : IN ARRIVO NUOVO DIRETTORE ARTISTICO
Gastón
Fournier-Facio ricoprirà l'incarico di Coordinatore della Direzione artistica
del Teatro alla Scala dal primo giugno 2007, data in cui Fortunato Ortombina,
attuale responsabile scaligero, assumerà la Direzione artistica del Teatro La
Fenice di Venezia.
Nato in Costa Rica, cittadino italiano, Gastón Fournier-Facio si è laureato in
Storia nel suo paese d' origine e in Inghilterra ha conseguito un Master in
Musicologia alla Sussex University. Ha svolto il ruolo di Coordinatore artistico
per quattordici anni al Maggio Musicale Fiorentino, dal 1982 al 1996, come
assistente di Zubin Mehta, e per undici anni all' Accademia di
Santa Cecilia, dal 1996 al 2007, prima come assistente di Myung-Whun Chung
e poi di Antonio Pappano.
Milano, 17 febbraio 2007 - comunicato stampa
SPAZIO ARTEPENSIERO: ARTE A 360 GRADI
Milano
- Giovedì 8 febbraio, alle ore 21,nella sede di via del vecchio politecnico, 5
l’associazione artepensiero -
eventi culturali
propone una particolare performance tratta dal libro di anna
Rosa Faina gavazzi : Expédition
nocturne autour de ma chambre -
a cura di Philippe
Daverio e Roberto Borghi.
L’evento rientra in un programma di appuntamenti culturali concordati con Clerici
Tessuto,azienda che da tempo ha
scelto di promuovere la propria creatività nel tessile sostenendo l’arte e la
cultura. Ispiratosi ad un’insolita e
dimenticata opera letteraria dell’800 del conte Xavier de Maistre, ricca di
spunti surreali e visionari, Expédition
nocturne autour de ma chambre (ottenuta attraverso il
metodo della cancellazione di alcune parti del testo originale) è un
viaggio giocoso e bizzarro nell’oscurità « un
modo diverso di intraprendere un viaggio
- come spiega l’autrice -
che in questo caso diventa
una ricerca di uno spazio interiore, personale, intimo e forse attento a una
realtà mentale ». Protagonisti
della serata Roberto Borghi che, in
veste di curatore della galleria artepensiero e della performance, introdurrà
la serata, Mattia
Sebastiano Giorgetti e Benedetta
Laurà, che reciteranno brani tratti dal libro, e Christophe
Daverio che intervallerà la lettura dei testi con l’esecuzione di alcune
delle celebri Suites di Bach per violoncello. Un evento drammaturgico e
musicale, arricchito dalla presenza di anna Rosa Faina gavazzi e
dall’allestimento scenico delle sue opere (costantemente presenti nella
trasmissione Passepartout di Philippe Daverio).Rimarranno in mostra, oltre
all’installazione, cinque opere fotografiche 1994-2003. Fino al 3 marzo, dal
lunedì al venerdì dalle ore 10 alle ore 19, sabato dalle ore 15 alle ore 19.In
questa occasione artepensiero
presenterà al pubblico il proprio spazio libreria in cui saranno disponibili
testi italiani e stranieri dedicati ad arte, moda e design,oltre a una selezione
di libri d’artista di Giannetto Bravi, Fabrizio Musa,Lucia Pescador, Valeria
Manzi, Marinellia Pirelli, Roberto Angelotti, Florencia Martinez e William
Xerra.
Ingresso libero su prenotazione all’indirizzo email : info@artepensiero.com
LA SCOMPARSA DI PHILIPPE LACOUE - LABARTHE
Nel più completo silenzio dei media
italiani si è spento a Parigi nella notte tra il 27 ed il 28 gennaio scorsi il
grande filosofo francese Philippe
Lacoue – Labarthe . Nato il 6 marzo 1940 a Tours dopo gli studi di Filosofia a
Bordeaux nel 1967 entra come assistente all' Università di Strasburgo legandosi
in un saldo rapporto professionale e di amicizia con il grande filosofo Jean –
Luc Nancy. Al 1970 risale il primo
incontro con Jacques Derrida a cui
seguiranno quelli con Paul de Man, Emmanuel Levinas e Jean – François Lyotard
. Presidente del Collège international de Philosophie ( www.ciph.org
) ha cercato invano di creare con
Jean – Luc Nancy una cattedra di “Geofilosofia” presso l'Università di
Strasburgo mentre ben nota è l'attività del Parlement des Philosophes (www.parlement-des-philosophes.org
) creato sotto l'impulso di Robert Grossmann e Fabienne Keller ed
inaugurato da Jacques Derrida . Nota anche la sua collaborazione con il Théatre
National de Strasbourg . Determinante e decisivo in merito al rapporto di Martin
Heidegger con la politica il suo saggio del 1988 “La Fiction du politique :
Heidegger, l'art et la politique” nonché “Le myte nazi” scritto nel 1991
insieme a Jean – Luc Nancy . Al 1991 risale anche il bellissimo ed
intensissimo studio “Musica ficta : figures de Wagner” (Christian Bourgois
Editeur) mentre nel 1995 si occupò
anche di Pier Paolo Pasolini in “Pasolini, une improvisation : d'une sainteté”
. Il mondo filosofico francese ed europeo è in lutto per la sua dolorosa
scomparsa ma i progetti a cui aveva pensato e progettato avranno a maggior
ragione un ulteriore e forse
decisivo impulso .
29 gennaio 2007 Giacomo Di Vittorio
PREMIO LETTERARIO BAGUTTA
Il Premio Bagutta 2007, il più antico premio letterario italiano, fondato a Milano nel 1927, di cui ricorre l’ottantesimo anniversario e presieduto da Isabella Bossi Fedrigotti, è stato assegnato ad Alessandro Spina per il romanzo “I confini dell’ombra” edito da Morcelliana. Al poeta friulano Pierluigi Cappello il premio per l’opera prima con “Assetto di volo” pubblicata da Crocetti. Il Premio Bagutta è stato assegnato, come di consueto, nell’omonimo ristorante milanese alla presenza di numerose personalità della cultura, del giornalismo e del ”bel mondo". Milano - Ristorante Bagutta - 28 gennaio 2007 - a.g.
PROGETTO
ITACA : “LE CIRQUE DE POMPEI”
ECOSY-
European Community Organisation of Socialist Youth
MO: il leader dei Giovani Socialisti Europei del PSE da oggi per tre
giorni in Israele e Palestina per promuovere il dialogo di pace tra le
giovani generazioni e per lanciare la prossima campagna
dell'organizzazione giovanile contro l'antisemitismo e l'islamofobia
Giacomo Filibeck (Presidente dei Giovani Socialisti Europei):
"L'Europa non può più essere il grande assente nell'individuazione di
proposte per la risoluzione del conflitto. Lo chiedono i giovani
europei, se lo aspettano i giovani israeliani e palestinesi"
Bruxelles 15 gennaio 2007. E' iniziata questa mattina la tre giorni
ufficiale del presidente dei Giovani Socialisti Europei del Partito Socialista
Europeo(ECOSY), l'italiano Giacomo Filibeck (della Sinistra Giovanile-DS), in
Palestina ed Israele. Filibeck sarà in mattinata a Ramallah dove
incontrerà la leadership di Al Fatah. Nel pomeriggio Filibeck si sposterà in
Israele alla Knesset dove con i rappresentanti delle organizzazioni giovanili
dei laburisti incontrerà nel parlamento israeliano i leader del partito e
rappresentati del governo. Nel corso della tre giorni sono previsti poi incontri
con esponenti laburisti del governo Olmert come il ministro della Difesa Amir
Peretz, il vice primo ministro e premio nobel per la pace Shimon Peres (di
Kadima, ex laburista) e l'ex premier Ehud Barak. "La missione in Israele e
Palestina- dichiara Giacomo Filibeck- s'inquadra in un ciclo di iniziative che
come giovani socialisti del Pse stiamo promuovendo in vista del prossimo
Congresso che si terrà a Varsavia il 31 marzo. Dalla Polonia lanceremo tra le
altre due importanti campagne: l'una contro l'antisemitismo e l'islamofobia
dell'estrema destra e la seconda sul ruolo dell'Unione Europea nella risoluzione
del conflitto israelo-palestinese e mediorientale.
L'Europa, infatti, continua ad essere il grande assente nel facilitare
un vero processo di pace fondamentale soprattutto per i giovani israeliani
e palestinesi. Ma chi non è assente è la nuova generazione di giovani
europei che da Varsavia lancerà un forte messaggio di pace. La gioventù
israeliana e palestinese è stanca di tutto ciò che sta succedendo, ha bisogno
di riprendere a sperare e a sognare, e si aspetta tanto dall'Europa. E
questa è una responsabilità che la politica europea deve assumersi."
La tre giorni di Giacomo Filibeck fa parte di un'intensa agenda
politica che lo ha visto l'11 dicembre in Libano, con il presidentedei
Giovani dell'Internazionale Socialista, il sudafricano Fikile Mbalula, per
incontrare il premier libanese Fuad Siniora e per portare la
solidarietà delle due organizzazioni al governo di Beirut, in quei giorni
sotto scacco delle manifestazioni organizzate dall'opposizione filo-siriani di
Hezbollah. Filibeck e Mbalula hanno poi incontrato il figlio dell'ex premier
Rafik Hariri ucciso il 14 febbraio del 2005, ed il padre del cristiano Pierre
Gemayel, il rampollo della potente famiglia che ha dato due presidenti al Libano
ucciso il 21 novembre del 2006. I due incontri hanno segnato fortemente una
visita all'insegna del supporto delle due organizzazioni al governo ed ai
movimenti giovanili libanesi. comunicato
stampa
VISA EUROPE: SEMPRE PIU’ CARTE VISA IN ITALIA E IN EUROPA
Visa Europe, il sistema di pagamento europeo, ha annunciato oggi ottimi risultati di crescita per l’esercizio conclusosi a settembre2006. I consumatori europei pagano con una carta Visa un euro ogni nove euro di spesa, invece che contanti o assegni. Ha inoltre annunciato che, a partire dal 1 gennaio 2007, Visa Europe è completamente conforme alle regole della Single Euro Payments Area (SEPA), con un anno di anticipo rispetto al termine stabilito dalla Commissione Europea e della Banca Centrale Europea. Nel corso dell’anno, Visa Europe ha registrato una crescita nel numero delle carte in circolazione in Europa dell’8.8%, raggiungendo i 320 milioni di carte, che coprono il 10,9% della spesa complessiva dei consumatori. Peter Ayliffe, President e CEO di Visa Europe, ha commentato “Questo è stato un buon anno per i pagamenti elettronici in Europa e per Visa Europe in particolare. La spesa complessiva con carte Visa è cresciuta del 12,6%. In particolare le carte di debito hanno registrato una crescita del 16,7%”. Davide Steffanini, Direttore Generale Uffico di Rappresentanza Visa Europe in Italia, ha dichiarato: “L’andamento positivo in Europa si conferma anche in Italia, dove il volume totale di spesa dei titolari di carta Visa si è attestato a 37 miliardi di euro, con un incremento di circa 9 punti percentuali rispetto allo scorso esercizio, mentre i volumi totali dei pagamenti su POS sono stati pari a 32 miliardi di euro, in crescita del 7,6%”. Va sottolineato un dato particolarmente importante: l’aumento in Italia della diffusione delle carte Visa, con più di 2milioni di nuovi titolari e un tasso di crescita dell’11%.
Milano - Park Hyatt Hotel -15 gennaio 2007 - redazione corrierebit
LA CAMPIONARIA DELLE QUALITA’
Arriva la Campionaria delle Qualita’ italiane: dalla meraviglia e dall’orgoglio del passato, all’innovazione e alla sfida del futuro. Dopo 16 anni la Campionaria torna a raccontare e a rappresentare il Paese, come cambia e si trasforma, ma con la chiave di lettura selettiva della qualità. Promotori dell’iniziativa Symbola - la Fondazione delle Qualità Italiane, Fiera Milano S.p.a. ed Expocts. Sarà la vetrina del nuovo made in italy e della soft economy: degli oggetti e delle emozioni. Il luogo, il nuovo polo fieristico di Rho dal 22 al 25 novembre.
Milano - Camera di Commercio - redazione Corrierebit
UNICREDIT BANCA : " Spazio Milano "
Inaugurata la versione rinnovata della storica agenzia di Piazza Cordusio. La ex-sede milanese del Credito Italiano diventa la prima agenzia “multispecialist” in Italia,in cui viene aperto “Spazio Milano”, un’area dedicata alla città, che ospiterà mostre d’arte, eventi educational, incontri di associazioni di categoria e organizzazioni Onlus. In occasione dell’evento di inaugurazione, cui ha partecipato Alessandro profumo, A.D. UniCredit Group,è stata presentata la prima esposizione ospitata da Spazio Milano: “Luci su Milano”.
Milano – UniCredit Banca – 9 gennaio 2007 - A.G.