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Carlo Boccadoro dirige la FORM alle Serate Musicali del Conservatorio

Un programma di grande interesse quello scelto da Carlo Boccadoro – compositore, direttore d’orchestra e pianista – per il concerto alla Sala Verdi, nell’ambito delle Serate Musicali. Alla guida dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana (FORM), Boccadoro ha proposto un repertorio vario e stimolante, aperto da Serenata (2024), una sua composizione scritta su commissione della FORM ed eseguita in prima assoluta. L’opera, articolata in due movimenti dai titoli originali (Semiminima 110 e Semiminima 115), si distingue per un’orchestrazione ispirata alla Serenata n. 2 di Brahms, con l’assenza dei violini e una sezione

d’archi formata esclusivamente da viole, violoncelli e contrabbassi, affiancati da legni e ottoni. La timbrica scura, con un forte risalto agli strumenti a fiato, richiama suggestioni stravinskijane, influssi bartokiani e accenti minimalisti. La solida costruzione formale dei due movimenti, differenti tra loro, evoca atmosfere cinematografiche ben articolate. Il pubblico, più giovane del solito, ha accolto con entusiasmo il brano, tributando calorosi applausi. Il secondo momento della serata ha visto protagonista Fabrizio Meloni, storico primo clarinetto dell’Orchestra della Scala, impegnato nell’esecuzione del celebre Concerto per clarinetto e orchestra in la maggiore K622 di Mozart. Questo capolavoro tardo del compositore salisburghese, suddiviso in tre movimenti, esalta il clarinetto attraverso un perfetto gioco di contrasti coloristici con l’orchestra. L’interpretazione di Meloni ha rivelato

un virtuosismo raffinato, con un sapiente controllo del suono e una straordinaria varietà di sfumature timbriche. La sua esecuzione, fluida e chiarissima nei colori, perfettamente integrata nella direzione equilibrata di Boccadoro, ha suscitato un lungo e caloroso applauso. Dopo un breve intervallo, l’orchestra marchigiana ha proposto la Serenata n. 2 in la maggiore op. 16 di Johannes Brahms, articolata in cinque movimenti (Allegro moderato, Scherzo: Vivace – Trio, Adagio non troppo, Quasi Menuetto – Trio, Rondò: Allegro). L’esecuzione ha messo in luce la solida architettura musicale del compositore amburghese, capace di intrecciare spunti melodici di ispirazione popolare con una delicata vena nostalgica. L’ottima prova dell’orchestra ha reso pienamente giustizia a questa pagina del repertorio romantico, meritandosi l’ennesima ondata di applausi da parte del pubblico.

18 marzo 2025 Cesare Guzzardella

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