Un concerto insolito ma di altissima qualità quello ascoltato ieri sera in Sala Verdi, al Conservatorio di Milano, per la Società dei Concerti. Il Signum Saxophone Quartet è composto da Blaž Kemperle al sax soprano, Jacopo Taddei al sax alto, Alan Lužar al sax tenore e David Brand al sax baritono. Il programma, intitolato ForSax4!, includeva brani di Haydn, Glazunov, Cuong e Bernstein, offrendo un repertorio vario, ma unificato da una timbrica coesa e avvolgente. La famiglia dei sassofoni mostra un’estensione notevole, dalle note acute del soprano ai toni profondi del baritono: la miscela di colori è sembrata provenire da un unico, straordinario strumento, grazie al virtuosismo degli interpreti e alla loro capacità di armonizzare i timbri, rispettando al contempo le caratteristiche uniche di ciascuno. La prima parte della serata, di stampo più classico, si è aperta con il Quartetto per archi n. 37 in si minore di Haydn, eseguito in una trascrizione originale e

rispettosa curata dallo stesso quartetto. Le complesse architetture del grande compositore austriaco hanno dunque trovato una nuova, interessante modernità, nell’utilizzo di uno strumento nato solo negli anni ’40 dell’Ottocento, geniale invenzione del belga Adolphe Sax. Interpretazione splendida, connubio di rigore e grande sensibilità musicale. A seguire, il Quartetto per 4 sassofoni op. 109 di Alexander Glazunov, un brano scritto proprio per questi strumenti. Ancorato alla tradizione classica, il pezzo include un Tema con variazioni, alcune delle quali richiamano esplicitamente Schumann e Chopin. Esecuzione impeccabile, con un perfetto equilibrio tra le voci e un gioco di parti fluido e avvincente. Dopo l’intervallo, il concerto è entrato in una dimensione completamente diversa con Beggar’s Lace del compositore californiano Viet Cuong (1990). Tratto dalla raccolta Prized Possession, il brano ha rivelato

una libertà espressiva senza precedenti, arricchita da effetti sonori che nell’Ottocento sarebbero stati considerati quasi impensabili. Questo pezzo, di grande impatto timbrico ed esuberanza, ha esaltato le capacità tecniche e interpretative di ciascun sassofonista, confermando la straordinaria sinergia tra gli strumenti. A chiudere il programma, a sorpresa, una magnifica trascrizione delle Symphonic Dances di West Side Story di Leonard Bernstein, curata da Sylvain Dedenon per quartetto di sassofoni. I celebri temi dell’opera – tra cui Tonight, America, Somewhere, Mambo e il Prologo – sono stati resi con particolare espressività, evidenziando una tavolozza coloristica molto vivace e suscitando l’entusiasmo del pubblico. Gli applausi fragorosi dei numerosi spettatori in Sala Verdi, molti dei quali giovani, hanno premiato il talento del quartetto, che ha concesso tre bis memorabili: una splendida rielaborazione tratta dal Concerto di Aranjuez di Rodrigo, un’energica reinterpretazione di Thunderstruck degli AC/DC e, per concludere, un brano klezmer di tradizione folcloristica. Concerto indimenticabile.
23 gennaio 2025 – Cesare Guzzardella