La rassegna musicale domenicale del Conservatorio “G. Verdi” di Milano, denominata “Musica Maestri!”, ha proposto un concerto cameristico interessante e diversificato, con musiche di Claude Debussy, Dmitrij Šostakovič, Luciano Berio e Béla Bartók.
Il programma comprendeva brani molto noti e altri meno frequentati. Il violoncellista Matteo Ronchini, concertista e docente presso il Conservatorio “G. Verdi” di Milano, insieme alla pianista Cecilia Novarino, ha aperto il concerto con la Sonata n. 1 in re minore L 144 di Claude Debussy (1862-1918). Composta nel 1915, questa sonata appartiene alla produzione tarda del compositore francese e si distingue per il suo movimento centrale, una Serenata di notevole impatto discorsivo, resa con grande nitidezza dal duo. Il secondo brano in programma, la Sonata per violoncello e pianoforte op. 40 di Dmitrij Šostakovič (1906-1975), ha introdotto un cambiamento di atmosfera, con una forza espressiva tipica del grande compositore russo. Scritta nel 1934, la sonata si articola in quattro movimenti e presenta evidenti riferimenti al folclore, tratto distintivo dello stile di Šostakovič. In questo senso, il collegamento con la Rapsodia n. 1 di Béla Bartók (1881-1945), eseguita come ultimo brano in programma, risulta
particolarmente appropriato. Nella musica del compositore ungherese, la tradizione popolare viene rielaborata con il suo caratteristico linguaggio ricco di contrasti ritmici e dissonanze marcate. Di grande interesse il brano solistico eseguito da Matteo Ronchini: Les mots sont allés, recitativo per violoncello solo di Luciano Berio (1925-2003). Questo raro brano ha messo in evidenza le molteplici potenzialità espressive ed effettistiche dello strumento, rese con grande precisione dal violoncellista. Il pubblico ha riservato calorosi applausi agli interpreti nella gremita Sala Puccini, e il concerto si è concluso con un bis: il primo dei 5 Pezzi popolari op.102 di Robert Schumann.