
Due importanti appuntamenti pianistici si sono tenuti ieri al Conservatorio, nell’ambito della programmazione della Fondazione La Società dei Concerti. Il pomeriggio è stato dedicato alla musica di Johann Sebastian Bach, mentre la serata ha visto protagonista Franz Schubert. Sul palco, due interpreti di fama internazionale: l’iraniano Ramin Bahrami, specialista del repertorio bachiano, e l’inglese Paul Lewis, tra i più apprezzati interpreti di Schubert. Ad accogliere Bahrami è stata Enrica Ciccarelli, pianista e Presidente della prestigiosa società concertistica milanese, che ha presentato il concerto pomeridiano dedicandolo alla memoria della grande pianista Maria Tipo, recentemente scomparsa. Il programma prevedeva due celebri raccolte del Sommo compositore barocco: le Invenzioni a due voci e le Sinfonie (o Invenzioni a tre voci), brani ben noti agli appassionati di musica clavicembalistica e pianistica. Bahrami ha offerto un’interpretazione di grande delicatezza, caratterizzata da un approccio quasi improvvisativo e da una raffinata personalizzazione espressiva. Ha saputo mettere in risalto la bellezza di queste brevi ma straordinarie pagine bachiane, spesso affrontate dai giovani pianisti nei primi anni di studio, ma che restano autentici capolavori della scrittura contrappuntistica. Particolarmente apprezzata la sua sensibilità nei passaggi più lirici, che ha saputo rendere con finezza ed eleganza. Il pubblico, numeroso e caloroso, ha tributato all’artista un lungo applauso, coronato da un bis emozionante: il primo brano delle Kinderszenen op. 15 di Robert Schumann, eseguito in omaggio a Maria Tipo. La serata è stata invece dedicata a Schubert con Paul Lewis, che ha presentato le ultime tre Sonate pianistiche del compositore viennese, chiudendo così il ciclo sonatistico schubertiano della Sala Verdi. Il pianista britannico aveva già affrontato, nel marzo 2023, tre Sonate di Schubert – n.13, n.15 e n.16-, proseguendo poi lo scorso anno con le n.4, n.9 e n.18. Con queste ultime tre pagine monumentali, ha riaffermato la sua statura di interprete di riferimento per la musica di Schubert. Paul Lewis, classe 1972, nato a Liverpool, è stato allievo di Alfred Brendel, da cui ha ereditato non solo una profonda sensibilità musicale, ma anche un approccio analitico e una gestualità misurata, funzionale alla concentrazione. La sua esecuzione è apparsa fin da subito raffinata e intensa, mettendo in luce la complessità e la bellezza delle tre Sonate, considerate il vertice della maturità espressiva schubertiana. L’equilibrio tra i movimenti, la perfetta coerenza stilistica e la capacità di cogliere le sottili sfumature emotive di queste opere hanno reso la sua interpretazione di rilevante qualità espressiva. La profonda interiorizzazione del linguaggio schubertiano si è tradotta in una lettura chiara, dettagliata e ricca di energia, senza mai perdere la dimensione più intima e meditativa richiesta dai passaggi più introspettivi. Un interprete d’eccellenza per Schubert, che ha conquistato il pubblico della Sala Verdi, ricambiando con applausi fragorosi e sentiti. ( Foto di Cesare Guzzardella)



