Il Concerto Straordinario cameristico proposto nel tardo pomeriggio in Auditorium ha visto protagonisti d’eccezione: il violinista Emmanuel Tjeknavorian e il pianista Sergei Babayan.

Conosciamo bene le eccellenti qualità del neo-direttore musicale dell’Orchestra Sinfonica di Milano, già apprezzato in passato come violinista alla Scala e in altre prestigiose sedi milanesi. Motivo di ulteriore interesse per questo evento, oltre al ricco programma, è stata la presenza di un grande pianista come Sergei Babayan (nato nel 1961), acclamato anche come maestro del celebre Daniil Trifonov. Il programma, variegato e ben articolato, proponeva pagine di Leoš Janáček, Wolfgang Amadeus Mozart, Fritz Kreisler, Johannes Brahms e Maurice Ravel – composizioni celebri, alcune caratterizzate da un forte virtuosismo. Il concerto si è inserito tra due serate sinfoniche – quella di venerdì e la replica domenicale – con gli stessi protagonisti: Tjeknavorian nella veste di direttore, in un repertorio incentrato su Ravel. L’accoglienza del pubblico è stata calorosa e il successo ampiamente meritato.

Il programma. Ad aprire la serata, la Sonata per violino e pianoforte (1914–1922) di Leoš Janáček (1854–1928), unica del genere ad essere giunta fino a noi tra le sue opere. Suddivisa in quattro movimenti, l’opera riflette il mondo sonoro del compositore ceco, fortemente segnato dal dramma storico della Prima guerra mondiale. Il secondo movimento, Ballada, spicca per la sua melodia pacata e lineare. L’interpretazione del duo è risultata profonda ed espressiva, grazie alle armonizzazioni estemporanee e raffinate di Babayan e al fraseggio elegante e coerente di Tjeknavorian. Con la Sonata in sol maggiore K. 301 (1778) di Wolfgang Amadeus Mozart (1756–1791), ci si è immersi in un universo sonoro settecentesco, fatto di delicatezze e raffinatezze.

L’interpretazione è stata di altissimo livello, con dinamiche misurate e di rara eleganza. Il violinista ha poi dato prova della propria disinvoltura in quattro brani di Fritz Kreisler (1875–1962): il celebre Liebesleid, seguito da Schön Rosmarin, Rondino (su un tema di Beethoven) e Liebesfreud. L’esecuzione, dal gusto viennese, si è distinta per leggerezza e sottile espressività, con dinamiche raffinate e un perfetto equilibrio tra i due strumenti. La seconda parte del concerto, all’insegna del virtuosismo, si è aperta con lo Scherzo dalla Sonata F.A.E. (1853) di Johannes Brahms (1833–1897), pagina intensa e brillante, eseguita con grande sinergia e incisività. A seguire, ancora Mozart, con la Sonata in la maggiore K. 305 (1778), eseguita con eleganza e perfetto controllo del suono, con il pianoforte di Babayan in grande evidenza nelle variazioni. La chiusura ufficiale è stata affidata alla Tzigane – Rapsodie de concert (1924) di Maurice Ravel (1875–1937), dove Tjeknavorian ha potuto mettere in luce la sua straordinaria capacità tecnica e interpretativa. Una lettura precisa, intensa, ricca di sfumature, anche perfettamente sostenuta da Babayan, che ha saputo restituire le complesse timbriche richieste dalla scrittura raveliana. Il pubblico, entusiasta, ha riempito l’Auditorium fino all’ultimo posto.

Due i bis concessi: una Habanera di Ravel, raffinata e sensuale, e una ripresa di Liebesleid di Kreisler, ancora più evocativa e sottile nella sua seconda interpretazione, chiudendo così una serata davvero memorabile. (Foto di C.G.)
5 aprile 2025 Cesare Guzzardella